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NEL PIÙ ANTICO DOCUMENTO DI FRANCIACORTA

di U

mberto

P

erini

Si deve ora al professor Gabriele Archetti, nell’ambito degli approfonditi suoi studi di storia medioevale che conduce con acribia storiografica e perspicacia, il reperimento di una nuova informazione risalente al 1240 in cui è citata la Franciacorta (Franzia Curta) ed anche il castello di Adro, spostando quindi a tale anno le più antiche attestazioni, sia del toponimo territoriale che della rocca adrense.7

Carta del territorio bresciano (particolare), allegata agli estimi malatestiani del 1406-1416, in cui è raffigurato il castello di Ader. (Archivio Storico Civico di Brescia)

Si tratta di una pergamena duecentesca (acefala) di notevole interesse, conservata presso l’Archivio di Stato di Milano,8 attribuibile a circa il 1266, in cui in una deposizione testimoniale, Dalfino figlio di Domenico de Uguzonibus di Iseo, dichiara di aver perso i suoi beni in Colombaro a causa della guerra che c’era in Franciacorta tra le due fazioni che imperversavano nel bresciano a quell’epoca. Suo padre, Domenico, per aver seguìto la causa guelfa, era morto in esilio a Borno nel 1243. Egli ricorda che i ghibellini e i fuoriusciti di Brescia si erano rifugiati nel 1240 nel Castello di Adro, devastando i territori vicini e costringendo gli abitanti di Colombaro a trovare scampo nel castello del paese.

Proprio a causa di questa guerra e dei nemici che si erano accampati ad Adro, il suo podere e le sue terre di Colombaro giacevano devastate e incolte, giacché non era possibile coltivarle agevolmente per il timore di rappresaglie e per via del nome di suo padre. L’intera vicenda rientra evidentemente nel più vasto conflitto tra guelfi e ghibellini, ossia tra malesardi e pars ecclesie, per il controllo del comune di Brescia.

Dal lungo documento stralciamo la sola parte letterale di nostro interesse:

“... Dalfino, figlio del defunto Domenico de Uguzonibus di Iseo dice e attesta che nel 1240 i nemici del comune di Brescia e di Iseo e della terra di Colombaro avevano occupato la terra ed il castelle di Adro e guastavano e facevano guerra al comune di Brescia e al comune e agli uomini di Iseo e di Colombaro.”9

“... Dice e attesta che nel 1240 gli uomini di Colombaro stavano nella rocca di Colombaro avendo dovuto abbandonare

“...Che da trentadue anni in avanti molte volte vennero grandine e tempesta, brina e siccità nella zona di Colombaro, tanto grandi che i frutti e i proventi del detto podere andarono perduti.”

Come conclude il prof. Archetti, queste carte più antiche che recano il nome Franciacorta sono molto limitate e non provengono dalle curtes possedute dai cenobi della zona, ma dalla documentazione riconducibile a vario titolo al comune di Brescia. Sono pochi elementi che consentirebbero tuttavia di porre fuori gioco le suggestive e infondate tesi finora elaborate del mitico transito di Carlo Magno, delle grandi corti esenti, del sollevamento popolare contro i francesi cantato dall’Ondei. La le loro cose nel villaggio di Colombaro a

causa dei nemici del comune di Brescia e degli uomini di Iseo e Colombaro che abitavano nella terra di Adro e per la guerra che c’era in Franciacorta.”10

“... Dice che a causa dei suddetti nemici di Adro e della guerra, le possessioni e la terra di Colombaro erano devastate e incolte poiché non potevano essere lavorate tranquillamente a causa della guerra e specialmente per il signore Domenico de Uguzonibus.”11

Inoltre accanto alle devastazioni e alle rovine causate dagli uomini, anche i danni provocati dal maltempo e dalle calamità naturali lasciavano segni profondi nel paesaggio e nei raccolti delle campagne:

L’ingresso, forse già trecentesco, del castello di Adro, come appariva ricoperto d’edera nel 1955.

vera spiegazione andrà ricercata nella politica di espansione nel contado del comune cittadino, all’inizio del Duecento, ove potrebbe collocarsi la nascita del nome Franciacorta e la sua primitiva delimitazione territoriale, secondo modalità non dissimili da quelle che negli stessi decenni portarono alla creazione di

‘borghi nuovi’ e di ‘ville franche’ ai confini del territorio bresciano.

NOTE

1 Federico Odorici, Storie bresciane, VI, Brescia, 1856, pp.

182-183; vol, VIII, p. 55.

2 Andrea Valentini, Gli Statuti di Brescia dei secoli XII al XV illustrati, in: “Nuovo Archivio Veneto”, XV, 1898, pp. 53, 91-96.

3 Liber potheris communis civitatis Brixiae, a cura di F.

Bettoni Cazzago, L. F. Fè d’Ostiani, in H.P.M., XIX, Augustae Taurinorum, 1899, coll. 954-955 doc. CCXXXI.

4 G... Bonfiglio Dosio, L’amministrazione del territorio durante la Repubblica veneta (1405-1797): gli archivi dei Rettori, Padova, 1996.

5 Gabriele Rosa, La Francia Corta, Bergamo, Tip. Mazzoleni, 1852, pp. 7-9.

Gabriele Rosa, La storia sul bacino del lago d’Iseo, Milano, Tip. Capriolo e Massimino, 1892.

6 Atto del 5 novembre 1344. Investitura feudale di una pezza di terra nelle vicinanze del castello di Adro, Archivio di Stato di Brescia, Fondo Religione, Investiture Feudali, 1, in: U.

Perini, Adro. Territorio e vicende storiche, Brescia, Grafo, 1989, p. 48, 50, 54-55.

7 Gabriele Archetti, Vigne e vino nel medioevo. Il modello della Franciacorta (secoli X-XV), in: “Vites plantare et bene colere.

Agricoltura e mondo rurale in Franciacorta nel medioevo”, Atti della IV Biennale di Franciacorta, Brescia, 1996, pp. 129-131, e passim; Idem, Corti, chiese e castelli nell’abitato rurale di Corte Franca, in: Corte Franca tra preistoria e medioevo.

Archeologia e storia di un comune della Franciacorta, Brescia, Squassina, 2001, pp. 197-199.

8 Archivio di Stato di Milano, Archivio Diplomatico, Pergamene per fondi, B. 85, Fasc. 40 d, pergamena senza data (attribuibile alla metà degli anni Sessanta del XIII secolo), Brescia, Monastero di Santa Giulia.

9 “Ponit et dicit Dalfinus condam Dominici de Ugozonibus de Yseo quod sub millesimo CCXL inimici comunis Brixie et de Yseo et terre de Columbario stabant in terra et castro de Adro et inimicabant et gueram faciebant comuni Brixie et comuni et hominibus de Yseo et de Collumbario.”

10 “Item ponit et dicit quod sub millesimo CCXL homines de Columbario stabant in rocha de Columbario de relinquentes habitationem ville de Columbario propter inimicos comunis Brixie et dictorum hominum de Yseo [et] de Columbario, qui habitant in dicta terra de Adro, et propter gueram que erat in Franzia Curta.”

11 “Item ponit et dicit quod propter dictos inimicos de Adro et propter dictam guerram possessiones et terre de Columbario stabant guaste et inculte, ita quod non poterant comode laborari propter dictam guerram ...”

12 Gabriele Archetti (a cura di), Paderno Franciacorta dal Medioevo al Novecento, Brescia, Gruppo Editoriale Delfo, 2004, p. 16.

Negli Statuti bresciani del doge Francesco Foscari, concessi nel 1429, Adro è elencato nella quadra di Palazzolo. (Archivio Storico Civico di Brescia)

20 APRILE 2008

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