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I COMPOSTI NOMINALI LATINI

1. NOMINA AGENTIS

Nel caso di un nomen agentis il valore semantico dell’intero composto equivale a una perifrasi del tipo “che ‘B-a’ A”, indicando con A e con B il significato dei due formanti. Il rapporto sintattico con il primo membro che appartiene generalmente alla categoria nominale – anche se non sono esclusi avverbi, preverbi e preposizioni – è determinato dalle proprietà sintattiche del verbo che costituisce l’elemento per così dire dominante del composto: il primo membro assumerà infatti la funzione di oggetto diretto se il verbo ha valore transitivo ovvero funzione di avverbio con valore modale qualora esso sia intransitivo, come mostrano i due esempi seguenti:

agricola ≡ qui colit agrum, dove colere è transitivo; Noctiluca ≡ noctu lucet, dove lucere è intransitivo1.

A sua volta all’interno dell’iperonimo nomen agentis possono essere distinte ulteriori suddivisioni a seconda del suffisso che caratterizza il secondo membro: per i dettagli su ciascuno di essi rimando direttamente all’ampia trattazione che si può leggere nella monografia di Renato Oniga2. In questa sede mi limiterò a elencare le tipologie che possono essere riconosciute offrendo anche qualche esempio che possa meglio far comprendere di cosa si stia parlando.

1 Cfr. Varr. Ling. 5, 68:

Luna, vel quod sola lucet noctu. Itaque ea dicta Noctiluca in Palatio: nam ibi noctu lucet templum.

“[Viene chiamata] luna per il fatto che essa soltanto risplende nella notte. Perciò sul colle Palatino essa è detta Noctiluca (splendente nella notte): infatti in quel luogo il suo tempio brilla nella notte”.

1A: [[a]N + [[b]V + a]N]N , con Suf = a

Esempio: [agro] + [cole] → agricola “coltivatore di campi, agricoltore” 1B: [[a]N + [[b]V + o/a]N]N , con Suf = o/a

Esempio 1: [magno] + [face] → magnificus “che fa grandi cose, magnifico” Esempio 2: [ala] + [gere] → aliger “che ha le ali, uccello”

1C: [[a]N + [[b]V + Ø]N]N , con Suf = Ø3

Esempio: [arti] + [face] → artifex “che esercita un’arte, artista” 1D: [[a]N + [[b]V + nt]N]N , con Suf = nt

Esempio: [armo] + [pote] → armipotens “potente nelle armi, bellicoso” 1E: [[a]N + [[b]V + t]N]N , con Suf = t

Esempio: [sacro] + [do] → sacerdos “che rende sacro, sacerdote” 1F: [[a]N + [[b]V + tor]N]N , con Suf = tor

Esempio: [viti] + [sa] → vitisator “piantatore di viti” 1G: [[a]N + [[b]V + ulo]N]N , con Suf = ulo

[[a]N + [[b]V + āc]N]N , con Suf = āc [[a]N + [[b]V + ida]N]N , con Suf = ida [[a]N + [[b]V + bulo]N]N , con Suf = bulo [[a]N + [[b]V + (i)ōn]N]N , con Suf = (i)ōn

Esempio 1: [damno] + [gere] → damnigerulus “che provoca danni, dannoso” Esempio 2: [malo] + [dice] → maledicax “che dice male, maldicente”

Esempio 3: [oculo] + [crepe] → oculicrepida “che pesta gli occhi” Esempio 4: [nuci] + [frange] → nucifrangibulum “schiaccianoci” Esempio 5: [leg] + [rupe] → legirupio “che viola le leggi”

Logicamente connessi alla tipologia dei nomina agentis appena elencati possono essere rintracciati anche alcuni aggettivi derivati da questi composti mediante l’aggiunta di un secondo suffisso derivazionale: esso è generalmente -io- e molto

3 La mancanza di un suffisso derivazionale caratteristica di questa tipologia di composti nominali è qualcosa di abbastanza sorprendente che ha portato diversi studiosi a catalogare questo gruppo con l’etichetta di “composti radicali” (cfr. il contributo di GUSMANI 1964 e successivamente l’ampia monografia di BENEDETTI 1988). Come è giustamente osservato in ONIGA 1988, p. 91, siccome le unità minime della morfologia sottesa alla nostra ricostruzione non sono tanto le radici quanto i temi nominali, ecco che nei composti di questo tipo il tema coincide praticamente con la radice: come dunque dal verbo regere deriva il nomen agentis rex, così dal verbo facere deriva il membro composizionale -fex. Questo fenomeno può essere interpretato con l’ipotesi un “suffisso zero”, rappresentato graficamente con il simbolo Ø.

meno frequentemente -ino/īno-. La struttura di questa formazione è più complessa rispetto a quella in precedenza delineata e può essere schematizzata nel seguente modo:

1H: [[[a]N + [[b]V + Suf1]N]N + Suf2]A

Esempio 1: [carni] + [face] → carnifex > carnificius “relativo il carnefice” Esempio 2: [ferro] + [crepe] → *ferricrepa > ferricrepinus “risonante del

fragore dei ferri” Una grande novità che emerge nel mio studio rispetto alle tipologie descritte in ONIGA 1988 consiste nella comparsa nel latino postclassico di una categoria compositiva alla quale afferiscono quei pochi nomina agentis nei quali è possibile individuare una successione verbo + nome nell’ordine degli elementi, mentre tutte le categorie finora esaminate hanno sempre presentato il tema verbale diversamente suffissato nella parte finale del composto. Questa nuova struttura può essere schematicamente rappresentata nel seguente modo:

1Z: [[a]V + [[b]N + Suf]N]N , con Suf = io/ia

Esempio: [fulci] + [ped] → fulcipedia “che si alza sui piedi, altezzosa”

In ONIGA 1988, pp. 162-163 si era solo accennato a questa tipologia alla quale però non era stato ascritto alcun composto per il fatto che il campione lì esaminato si fermava al I secolo a.C. quando essa non aveva ancora fatto la propria comparsa nella lingua letteraria. Le sue più antiche attestazioni nella letteratura risalgono infatti dapprima al Satyricon di Petronio, opera caratterizzata dall’uso di una lingua di impronta volgare, e successivamente alle opere di Apuleio: prese tutte insieme le attestazioni restano statisticamente minoritarie rispetto al totale dei nomina agentis che sono invece ascrivibili alle categorie comprese tra 1A e 1G. La ragione di tale bassa frequenza può essere imputata ad un doppio ordine di ragioni. Anzitutto va tenuto presente che il campione da me esaminato è formato da esempi tratti dalla lingua letteraria che per sua propria natura è governata da norme stilistiche molto rigide: questa tipologia compositiva verbo-oggetto trae la sua origine da quello che è l’ordine sintattico del latino volgare e che poi trionferà nelle lingue romanze ma che invece viene escluso dai canoni “puristici” del latino colto. In secondo luogo le forme già esistenti tendono a tenere in vita le più antiche tipologie compositive: solo nel momento in cui i “vecchi” composti nome + verbo non saranno più analizzabili a causa delle sopraggiunte alterazioni fonetiche, subentrerà una nuova generazione di formazioni romanze stabilmente caratterizzate dall’ordine verbo-oggetto e non più ricalcanti i modelli latini. I pochi composti della categoria 1Z costituiscono una sorta di ponte fra il latino classico e le lingue romanze4.

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