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Negli ultimi anni, nonostante Taras Ševčenko sia conosciuto in tutto il mondo in qualità di grande poeta ucraino, le povesti sono state gradualmente riscoperte da alcuni

studiosi e considerate parte integrante della sua eredità letteraria. G. Mitrinskaja, docente

all’università Boris Grinčenko di Kiev, ad esempio, nell’articolo Russkie

564 “Lo scrittore vorrebbe raccontare molti avvenimenti; ha un determinato atteggiamento di fronte a tali fatti [...]. Rispetto a questi obiettivi il problema della psicologia dei personaggi passa in secondo piano. [...]. Come risultato la narrazione, al di là di poche eccezioni, non si svolge in modo lineare e con scioltezza; i personaggi, di nuovo con alcune eccezioni, sono rappresentati più sotto l’aspetto esteriore che sotto quello interiore. Tuttavia [...] potremo conoscere ampiamente e sotto tutti i punti di vista un personaggio presente quasi ovunque, il personaggio dell’autore stesso [...]. Il valore principale delle povesti può darsi consista proprio in questo. [...]. È facile rendersi conto del grande spazio che nelle povesti occupano gli elementi tratti dalla memoria. [...]. Abbiamo di fronte a noi [...] anche una serie di preziose informazioni che inte-grano la nostra comprensione dei gusti artistici e delle opinioni estetiche di Ševčenko, dei suoi interessi di ricerca, dei suoi ideali sociali, della sua vita privata. L’autore delle povesti è un convinto sostenitore del realismo nell’arte. In questo ha punti di convergenza con le personalità della letteratura russa progressista degli anni Quaranta [...]. Ševčenko conosceva bene l’opera di Gogol’ [...]. Gli studiosi delle povesti hanno individuato tracce dell’influenza di Gogol’ in Knjaginja, Varnak, Bliznecy. Forse è più corretto scorgere tale influenza non in singoli punti, ma nella tendenza generale ad una rappresentazione veridica della realtà e nella descrizione leggermente satirica della vita quotidiana che d’un tratto viene interrotta da una digressione lirica [...]. In ogni caso, Ševčenko non divenne un epigono di Gogol’. [...]. Lo Ševčenko-artista si rispecchia relativamente poco nelle proprie opere poetiche, ma molto nella prosa [...]. Una qualunque delle povesti può servire da esempio. [...]. In questo le povesti si distinguono dalle poesie. Però hanno in comune un altro aspetto: la costante aspirazione dell’autore non solo a rappresentare la realtà, ma anche ad esprimere il proprio atteggiamento personale verso di essa. [...]. Molto è stato scritto sul fatto che il poeta confinato non aveva la possibilità di perfezionarle e ancora meno opportunità di pubblicarle. Ma alla luce di queste considerazioni le povesti di Ševčenko non sono solo documenti importanti per la conoscenza della sua biografia. E non sono solo la prova inconfutabile del legame indissolubile di due popoli fratelli, ucraino e russo. Queste povesti possiedono anche una irripetibile originalità artistica. Sono povesti [...] in cui quasi non c’è “invenzione”, ma c’è solo “integrazione mediante l’immaginazione”, povesti-memorie tipiche della letteratura russa degli anni Quaranta, rappresentate dalla narrativa di Herzen”. А.И. Белецкий, Русские

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vesomaja čast’ literaturno-chudožestvennogo nasledija T. Ševčenko (Le povesti russe

sono parte considerevole dell’eredità letterario-artistica di T. Ševčenko), pubblicato nel

2014 su «Vsesvitnja literatura v sučasnij školi» (La letteratura di tutto il mondo nella

scuola di oggi) a seguito delle iniziative organizzate in Ucraina per il bicentenario della

nascita dell’autore, afferma:

Весомая часть художественного наследия поэта - повести, написанные русским языком. [...]. По тематике все они являются продолжением его поэзии, в них ярко прослеживается анти-крепостническая направленность, свойственная творчеству Шевченко. Следует отметить, что в повестях дана глубокая социальная мотивация отношений между персонажами. [...]. По срав-нению с поэмами повести содержат более глубокую характеристику персонажей, более четкие бытовые описания. В повестях значительное место занимают внесюжетные элементы: экскур-сы в прошлое, авторские размышления, воспоминания, комментарии. Многое о Шевченко мы впервые узнаем именно из повестей: о первых годах пребывания в Петербурге, о поездках в составе экспедиции по Украине, о пережитом и передуманном в ссылке»565.

Anche O. Stužuk, critica letteraria, insegnante all’Università Nazionale Accademia

di Kyïv-Mohyla e collaboratrice scientifica dell’Istituto di Letteratura Taras Ševčenko di

Kiev, ha sostenuto:

Традиционно повести Т.Г. Шевченка в литературоведении принято считать второстепенными, по сравнению с его поэтическим творчеством. Но, анализируя имперскую литературу и укра-инский литературный процесс того времени, становится понятым, что такое местоположение вполне искусственно, поскольку по проблематике, композиции и стилистике, повести вполне своевременны. И только поздняя публикация этих произведений спровоцировала такую оценку566.

565 “Parte considerevole dell’eredità artistica del poeta sono le povesti scritte in lingua russa. [...]. Quanto a tematica, sono tutte un prolungamento della sua poesia; in esse si rintraccia in modo spiccato l’orientamento contrario alla servitù della gleba proprio della produzione artistica di Ševčenko. Si deve notare che nelle povesti viene offerta un’approfondita motivazione sociale delle relazioni tra i personaggi. [...]. Rispetto ai poemi, le povesti contengono una caratterizzazione più approfondita dei personaggi, descrizioni più dettagliate della vita quotidiana. Nelle povesti un posto considerevole è occupato da elementi estranei alla trama: digressioni nel passato, riflessioni autoriali, ricordi, commenti. Proprio dalle

povesti veniamo a sapere per la prima volta molte notizie su Ševčenko: i primi anni di permanenza a

Pietroburgo, i viaggi come uno dei partecipanti ad una spedizione in Ucraina, ciò che aveva vissuto e pensato al confino”. Г. Митринская, Русские повести - весомая часть литературно-художественного

наследия Т. Шевченко, «Всесвiтня лiтература в сучаснiй школi», №11, 2014, pp. 53-54.

566 “Tradizionalmente nella critica letteraria si è soliti considerare secondarie le povesti di T.G. Ševčenko rispetto alle sue opere poetiche. Però, analizzando la letteratura dell’impero russo e l’andamento della lette-ratura ucraina di quell’epoca, si capisce che tale posizione è del tutto fittizia, poiché per problematiche, struttura e caratteristiche stilistiche le povesti erano assolutamente attuali. Soltanto la pubblicazione tardiva di queste opere ha determinato una tale valutazione”. О. Стужук, Жанр повiстi в художнiй спадщинi

Тараса Шевченка, in: Мiжнародна науково-практична концеренцiя, присвячена 85-рiччю Лiтера-турно-меморiального будинку-музею Тараса Шевченка 4 листопада 2013 року, збiрник матерiалiв, До 200-лiття Тараса Шевченка, Киïв, ТОВ «СIТIПРIНТ», 2013, p. 65.

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Un ulteriore giudizio sulle povesti russe di Ševčenko è offerto da E.G. Zadorožnjuk,

storica dei Paesi dell’Europa Orientale, nel 2014, sempre in occasione del bicentenario

della nascita di Ševčenko:

Анализ многих фактов (и факторов) показывает, что творчество Шевченко и русскоязычная культура не только сущностно связаны, но обогащают друг друга. [...]. Русскоязычная проза Шевченко в целом отстала от общего потока развития русской прозы, хотя ее автобиографи-ческая составляющая интересна сама по себе. Естественно, если бы Шевченко не вырвали на-сильственно из литературной жизни, он смог бы уловить и реализовать идеи «гоголевского периода» русской литературы. Украинский литературовед И. Дзюба справедливо отметил, что именно Шевченко в прозе (повестях, в меньшей степени - в «Дневнике» и уж совсем в малой - в русскоязычной поэзии) стремился сказать: «Украина имеет свое лицо, отличное от лица Рос-сии, свою историю и культуру». Экс-президент Украины Л. Кучма [...] подчеркивал: «У нас уже есть неразрушимый мост к русскому языку. Это русское творчество Шевченко. [...]. Воспользоваться таким мостом или нет, каждый украинец решит для себя сам, никакой обяза-ловки тут быть не может». [...]. Если вернуться к русскоязычной прозе Шевченко, то, действи-тельно, ему не удалось в повестях в полной мере реализовать свой талант, хотя негативизм по отношению к ним со стороны украинца П.А. Кулиша и русского С.Т. Аксакова можно считать чрезмерным и идеологически ангажированным. И то, что его повести не были приняты рус-скими журналами (украинских не существовало), несправедливо, хотя они и несоизмеримы по талантливости с поэтическим творчеством Шевченко. [...]. Практически каждая из повестей имеет свое зерно. В «Капитанше» это сюжет и характер солдата-украинца, который спасает дочь одного капитана и ее дочь уже как наложницу капитана другого; в «Художнике»- автобио-графические сведения; в повести «Близнецы» - идеи педагогического характера и т.д. [...]. Кроме того, проза русскоязычная сделала большой рывок именно во время его вынужденного отсутствия - и Шевченко это осознавал567.

567 “L’analisi di molti fatti (e fattori) indica che l’opera di Ševčenko e la cultura russofona non sono solo profondamente legate, ma si arricchiscono a vicenda. [...]. La prosa in lingua russa di Ševčenko nel com-plesso non fu al passo con la tendenza generale di sviluppo della prosa russa, sebbene la sua componente autobiografica sia interessante di per sé. Certamente, se Ševčenko non fosse stato strappato forzatamente all’attività letteraria, sarebbe stato in grado di cogliere e realizzare le idee della “fase gogoliana” della letteratura russa. Lo studioso ucraino di letteratura I. Dzjuba ha giustamente rilevato come proprio Ševčenko nella prosa (nelle povesti, in misura minore nel Diario e in minima parte nella poesia in lingua russa) aspirasse ad esprimere: “L’Ucraina ha la propria identità, differente da quella della Russia, la propria storia e cultura”. L’ex-presidente dell’Ucraina L. Kučma [...] sottolineava: “Noi possediamo già un ponte indistruttibile verso la lingua russa. Si tratta delle opere russe di Ševčenko. [...]. Ogni ucraino deciderà a livello individuale se approfittare di questo ponte oppure no; in questo non ci può essere alcun obbligo”. [...]. Ritornando alla prosa in lingua russa di Ševčenko, effettivamente egli nelle povesti non riuscì a realiz-zare pienamente il proprio talento, sebbene l’atteggiamento di opposizione nei confronti di tali opere da parte dell’ucraino P.A. Kuliš e del russo S.T. Aksakov si possa considerare eccessivo e schierato dal punto di vista ideologico. Ed il fatto che le sue povesti non furono accettate dalle riviste russe (di ucraine non ne esistevano) è ingiusto, anche se per quanto riguarda il talento dell’autore esse non sono assolutamente paragonabili all’opera poetica di Ševčenko. [...]. Praticamente ogni povest’ ha il suo motivo di interesse. In

Kapitanša si tratta della trama e del personaggio del soldato ucraino che salva la figlia di un capitano, già

concubina di un altro capitano, e la bambina di lei; in Chudožnik le notizie autobiografiche; nella povest’

Bliznecy i principi di natura pedagogica e così via. [...]. Inoltre la prosa in lingua russa fece un importante

balzo in avanti proprio durante l’assenza forzata di Ševčenko e di questo lui si rendeva conto”. Э.Г. Задо-рожнюк, Т.Г. Шевченко и русская культура: непрестанное взаимное обогащение, in: «Славянский мир в третьем тысячелетии: человек, общество, народ в истории, языке и культуре», №9, 2014, pp. 118-120.

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Nel complesso, tuttavia, le povesti russe di Ševčenko restano ancora oggi di gran