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1. Contesto Legislativo e Normativo

1.5.1 Norma UNI CEI/TR 11428:2011

Questa norma che definisce i requisiti e la metodologia comune per le diagnosi energetiche nonché la documentazione da produrre, è stata ritirata il 1° marzo 2018 e non ancora sostituita. Tale rapporto veniva applicato al settore terziario, industriale, residenziale ed alle pubbliche organizzazioni, a tutti i sistemi energetici, a tutti i vettori e agli usi di energia. Non definiva i requisiti specifici per le diagnosi relative ad edifici, processi produttivi e trasporti.

Sebbene non sia più in vigore, dato che il ricorso alla diagnosi energetica è un passo fondamentale per un’organizzazione, di qualunque dimensione o tipologia, che voglia migliorare la propria efficienza energetica, si è ritenuto opportuno svolgere una rapida analisi

di questa norma al fine capire il punto di partenza e le principali caratteristiche di una diagnosi energetica, che verranno poi trattate nel capitolo successivo.

Lo scopo principale della diagnosi energetica consiste nel raggiungimento di una conoscenza approfondita del reale comportamento energetico della realtà oggetto di esame, in modo da individuare gli eventuali interventi da eseguire per il raggiungimento dei seguenti obiettivi:

• miglioramento dell’efficienza energetica; • riduzione dei costi;

• miglioramento della sostenibilità ambientale; • riqualificazione del sistema energetico.

Tali obiettivi sono raggiungibili tramite l’utilizzo dei seguenti strumenti: • razionalizzazione dei flussi energetici;

• recupero delle energie disperse;

• individuazione di tecnologie per il risparmio di energia; • gestione dei rischi tecnici ed economici;

• miglioramento delle modalità di conduzione e manutenzione (O&M).

La diagnosi energetica deve ispezionare l’intero Sistema Energetico oggetto di indagine: • valutando gli aspetti energetici significativi;

• individuando modalità operative, comportamenti di utenti e la loro influenza su consumi energetici ed efficienza energetica;

• elencando aree e processi che richiedono ulteriori dati quantitativi a supporto dell’analisi successiva;

• generando raccomandazioni per la riduzione dei consumi energetici.

Pertanto, all’interno della normativa, la diagnosi energetica è definita come una procedura sistematica volta a:

• fornire un’adeguata conoscenza del profilo di consumo energetico di un edificio o di un gruppo di edifici di una attività e/o di un impianto industriale o di servizi pubblici o privati;

• ad individuare e quantificare le opportunità di risparmio energetico sotto il profilo costi-benefici;

In quanto procedura sistematica, la diagnosi energetica deve possedere i seguenti requisiti:

• Completezza: definizione del sistema energetico comprensivo degli aspetti energetici significativi14;

• Attendibilità: acquisizione di dati reali in numero e qualità necessari per lo sviluppo dell’inventario energetico e sopralluogo del sistema energetico;

• Tracciabilità: identificazione e utilizzo di un inventario energetico, documentazione dell’origine dei dati e dell’eventuale modalità di elaborazione a supporto dei risultati della diagnosi, includendo le ipotesi di lavoro eventualmente assunte.

• Utilità: identificazione e valutazione sotto il profilo costi/benefici degli interventi di miglioramento dell’efficienza energetica, gli interventi devono essere espressi attraverso documentazione adeguata e differenziata in funzione del settore, delle finalità e dell’ambito di applicazione.

• Verificabilità: identificazione degli elementi che consentono la verifica del conseguimento dei miglioramenti di efficienza risultanti dalla applicazione degli interventi proposti.

Inoltre, questa procedura deve essere eseguita da una persona fisica o giuridica che possieda competenze, capacità e strumentazione adatte al tipo di diagnosi intrapresa e agli obiettivi concordati. Tali soggetti sono ESCO (da UNI CEI 11352)15, EGE (da UNI CEI 11339)16 e ENERGY MANAGER17 (dall’articolo 19 della legge 10/91). Tale soggetto, viene identificato come Responsabile della Diagnosi (ReDE).

Una volta raccolte tutte le informazioni, si passa alla fase di analisi, in cui saranno esaminati i dati al fine di individuare opportunità di miglioramento dell’efficienza energetica.

Per mezzo di questa analisi si ricavano ulteriori informazioni che consistono in:

14 Aspetti energetici significativi: elementi delle attività, dei beni o dei servizi dell’organizzazione che possono influenzare l’uso di energia o il consumo di energia.

15 ESCO: Persona fisica o giuridica che fornisce servizi energetici, ovvero altre misure di miglioramento dell’efficienza energetica nelle installazioni o nei locali dell’utente e, in questo modo, accetta un certo margine di rischio finanziario. (Fonte: UNI CEI 11352)

16 EGE: figura professionale che gestisce l’uso dell’energia in modo efficiente coniugando conoscenze in campo energetico con competenze gestionali, economico-finanziarie e di comunicazione. (Fonte: UNI CEI 11339)

• un bilancio ed un diagramma dei flussi energetici suddivisi per utilizzo e per modalità di approvvigionamento;

• relazioni fra i consumi ed i fattori che ne influenzano le variazioni; • indicatori di prestazione energetica effettivi e di riferimento;

• evidenza di qualsiasi cambiamento delle prestazioni occorse nel tempo; • diagramma temporale della domanda di energia;

• determinazione e quantificazione dei potenziali risparmi energetici compatibili con gli obiettivi della diagnosi;

• confronto fra le possibili soluzioni di risparmio energetico in termini di costi e consumi energetici;

• possibili interazioni fra azioni multiple di risparmio energetico.

In conclusione, una diagnosi energetica può essere riassunta in dodici passaggi fondamentali che vengono elencati di seguito e rappresentati nella Figura 1.1:

1) raccolta dei dati relativi alle bollette di fornitura energetica e ricostruzione dei consumi effettivi di elettricità e combustibili per uno o più anni considerati significativi ai fini della diagnosi energetica;

2) identificazione e raccolta dei fattori di aggiustamento cui riferire i consumi energetici; 3) identificazione e calcolo di un indice di prestazione energetica effettivo espresso in

energia/fattore di riferimento;

4) raccolta delle informazioni necessarie alla creazione dell’inventario energetico e allo svolgimento della diagnosi;

5) costruzione degli inventari energetici relativi all’oggetto della diagnosi; 6) calcolo dell’indice di prestazione energetica operativo;

7) confronto tra indice di prestazione energetica operativo e quello effettivo. Se gli indici convergono, si prosegue l’analisi con il passo successivo, altrimenti si torna al passo 4) e si affinerà l’analisi del processo produttivo e degli inventari energetici, individuando le cause della non convergenza. La convergenza tra gli indici può considerarsi raggiunta per scostamenti percentuali tra gli indici ritenuti accettabili in funzione del settore d’intervento e dello stato del sistema energetico;

9) se i valori espressi dagli indicatori sono tra loro comparabili, la diagnosi può considerarsi conclusa, in quanto l’obiettivo definito dall’indice di riferimento è stato raggiunto;

10) se esiste uno scarto significativo tra l’indice di prestazione operativo del punto 6) e l’indice di prestazione obiettivo del punto 8), si individuano le misure di miglioramento dell’efficienza che consentano il loro riallineamento;

11) per tali misure devono essere condotte le rispettive analisi di fattibilità tecnico-economiche;

12) le misure individuate, singole ed integrate, sono ordinate in funzione degli indici concordati tra ReDE e committente.

Al termine di tale operazione si esegue di nuovo il punto 9. Una volta attuata questa procedura, l’analisi si considera conclusa. [12]

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