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43 2.3 Le normative vigenti in materia di conservazione dei tessut

I tessuti naturali sono materiali organici molto sensibili alle condizioni di conservazione, e che possono degradarsi attraverso molteplici meccanismi (biodeterioramento, processi foto- ossidativi, termo-ossidativi ecc.). Fondamentale è perciò avere delle linee guida sulle condizioni ottimali di conservazione per la salvaguardia di tessuti storico-artistici nel tempo In base ai decreti ministeriali (D.M. 10 maggio 2000 e il D.M. 27 luglio 2001) [59,60] si possono ricavare i parametri per la corretta conservazione di varie tipologie di manufatti come tele dipinte, opere lignee, materiali fotografici ecc. tra cui anche i tessuti di interesse storico-artistico. Di seguito riportiamo le indicazioni ministeriali relative alla conservazione dei i tessuti storico-artistici e di altri oggetti conservati all’interno di Palazzo Fortuny (manoscritti tele, oggetti in legno , ecc.). Bisogna infatti considerare che spesso all’interno di musei coesistono opere diverse tra di loro per materiali e con esigenze conservative differenti, sarà perciò necessario molte volte mediare le condizioni al fine di trovare un compromesso.

Fonti luminose

I tessuti sono tra i materiali maggiormente sensibili alla luce. L’eccesiva esposizione può causare perdita di caratteristiche meccaniche ed estetiche (come lo sbiadimento dei tessuti tinti). C’è da considerare inoltre che la luce può essere assorbita dalla tintura e la sua energia trasmessa alle fibre innescando ulteriori processi di degrado e viceversa.

L’illuminamento che colpisce i manufatti può essere di natura artificiale o naturale. Le frequenze più dannose sono quelle relative all’ultravioletto e quelle nello spettro del visibile verso il blu, provocano danni più o meno intensi, mentre le radiazioni con frequenza verso l’infrarosso sono invece trascurabili. Per questi motivi bisogna considerare la luce naturale più pericolosa rispetto a quella artificiale, perche più difficile da schermare e perché rappresenta la principale fonte di UV [18]. Nella tabella 2.9 vengono riportate come da normativa le raccomandazioni internazionali che classificano i beni culturali in quattro categorie in base alla loro fotosensibilità e ne stabiliscono i corrispettivi livelli massimi di illuminamento [59,60].. Nel caso di più materiali e/o tecniche deve esser posto il limite corrispondente alla classe più protetta.

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Categoria di

fotosensibilità Tipologia di reperti

Illuminamento massimo (lux) 1

Molto bassa

Reperti e manufatti relativamente insensibili alla luce: metalli, materiali lapidei e stucchi senza strato di finitura, ceramiche, gioielleria, smalti, vetri, vetrate policrome, reperti fossili

>300

2 Media

Reperti e manufatti moderatamente sensibili alla luce: pitture ad olio ed a tempera verniciate, affreschi, materiali organici non compresi nei gruppi 3 e 4 quali quelli in cono, osso, avorio, legno

150

3 Alta

Reperti e manufatti altamente sensibili alla luce: tessili, costumi arazzi, tappeti, tappezzeria, acquerelli, pastelli, stampe, libri, cuoio tinto, pitture e tempere non verniciate, pittura a guazzo, pitture realizzate con tecniche miste o ‘moderne’ con materiali instabili, disegni a pennarello, piume, pelli e reperti botanici, materiali etnografici e di storia naturale di origine organica o tinti con prodotti vegetali, acrta pergamena, legni bagnati

50

4 Molto alta

Reperti e manufatti estremamente sensibili alla luce: mummie, sete, inchiostri, coloranti e pigmenti a maggior rischio di scoloritura come lacche ecc..

50

Tabella 2.9 Categorie fotosensibilità di manufatti artistici e rispettivi parametri di illuminamento massimo

A livello ministeriale oltre a classificare i reperti in quattro categorie di fotosensibilità in relazione ai livelli massimi di illuminamento che possono subire vengono anche specificati i parametri di illuminamento massimi annui. Per la prima categoria (fotosensibilità molto bassa) non vengono espressi valori mentre per le altre tre, vale a dire fotosensibilità media, alta e molto alta vengono stabiliti valori di 500.000, 150.000 e 50.000 Lux ora/anno (LO) [59,60].

Parametri climatici

L’umidità e la temperatura hanno effetti sia sui tessuti che sulle tinture. Una variazione forzata dell’umidità relativa può provocare sensibili sbiadimenti di tessuti, mentre valori elevati influenzano anche la formazioni di muffe. La temperatura invece, come pure gli sbalzi di temperatura, possono innescare sbiadimenti di particolari tinture e, in sinergia con altri la luce e ossigeno, innescare un degrado di natura chimica (processi di termo-ossidazione) [1,14].

Da normativa sono descritti i parametri microclimatici, riportati in tabella 2.10 entro i quali sarebbe opportuno conservare le diverse categorie di materiali per prevenire danni di tipo fisico-chimico o microbiologico [59,60].

Come è possibile vedere mentre vi è una certa uniformità per quanto riguarda la temperatura di conservazione, variabili sono gli intervalli indicati per l’umidità relativa. Questi sono in genere strettamente legati alle caratteristiche chimico-fisiche dei materiali che costituiscono il bene. Nel caso dei tessuti, non considerando gli attacchi microbiologici, non vengono espresse in normativa temperature precise alle quali conservarli ma i tassi di umidità relativa devono rimanere tra il 50 e il 60% per la seta e tra il 40 e il 60% per tappeti ed arazzi in genere [59,60]..

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Manufatti U.R. (%) Temperatura (°C)

Seta 50-60

Tessuti tappeti, arazzi,

tappezzeria in stoffa 40-60

Materiale organico in genere 50-65 19-24

Carta cartapesta 50-60 19-24

Libri e manoscritti 50-60 19-24

Pastelli,acquerelli, disegni e

stampe 50-60 19-24

Pitture su tela 35-50 19-24

Tabella 2.10 Parametri microclimatici ottimali per diverse categorie di manufatti

Per quanto riguarda gli attacchi microbiologici sui materiali organici i parametri sono riportati in tabella 2.11: Manufatti organici Note Umidità relativa (%) Max escursione giornaliera UR Temperatura °C Max escursione giornaliera T Tessuti Di natura cellulosica 30-50 6 19-24 1,5 Di natura proteica >50-55 19-24 1,5 Dipinti Su tela 40-55 6 19-24 1,5 Su tavola 50-60 2 19-24 1,5 Carta 40-55 6 18-22 1,5 Pastelli, acquerelli <65 <10 Libri e manoscritti 45-55 5 <21 3 Materiale grafico 45-55 5 <21 3

Tabella 2.11 Parametri microclimatici di conservazione di manufatti artistici per la prevenzione di danni microbiologici

Inquinanti

L’aria è considerato il veicolo di trasporto degli inquinanti gassosi e particellari che maggiormente possono creare danno ai manufatti tessili e che possono creare situazioni di innesco di degrado con cinetiche veloci. I tessuti vista la loro irregolarità superficiale e la loro natura igroscopica possono diventare dei grandi ‘bacini’ di raccolta del particolato sospeso e di altri inquinanti [14]. Tra gli inquinanti presenti in atmosfera i piu pericolosi per i tessuti sono: gli ossidi di zolfo e di azoto, che creano variazioni di pH sulle superfici dei manufatto, scatenando reazioni di idrolisi acida, e il particolato, che provoca reazioni di degradazione chimica [1]. Vengono riportati in tabella 1.22 i valori limite raccomandati di inquinanti aerodispersi (da non superare). Il valore limite di particellato sembrerebbe essere intorno ai 20/30 µg/m3 sulla base dei dati sperimentali disponibili.

INQUINANTE ARCHIVI MUSEO UNI 10586/97

Biossido di zolfo 5-10 ppb (vol) < 0,4 ppb (vol) ≤10 µg/m3 Biossido di azoto 5-10 ppb (vol) <2,5 ppb (vol) ≤2 µg/m3 (NOx)

Ozono 5-10 ppb (vol) 1 ppb (vol) ≤ 2 µg/m3

PS (fine)* Rimoz >95% Rimoz >95% (>2µm) ≤ 50 µg/m3 *per il particellato si intende la frazione fine (PM 10)

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