Per le norme di edizione ripetiamo in gran parte quanto già da noi illustrato in altra analoga occasione poiché il piano di lavoro è molto vasto, prevedendo la pubblicazione integrale di Vetustior, seguita nel
l ’ordine dai documenti di S ettim o , del L iber A e di D up lica tum non compresi nel più antico esemplare pervenutoci e dall’edizione degli altri volumi della serie, in questa sede siamo costretti necessariamente ad enunciare solo i principi di carattere generale, riservandoci di apportare correzioni e aggiunte nei singoli tomi a seconda delle situazioni e dei problemi che emergeranno nel corso del lavoro.
L ’edizione di un lib e r iurium comporta l ’obbligo di conservare la successione che i documenti presentano nel manoscritto indipendente
mente dalla loro scansione temporale, che nella nostra edizione viene re
stituita dal repertorio cronologico; gli inserti che, di conseguenza, non possono, come nel caso dei codici diplomatici, avere una collocazione autonoma, vengono evidenziati mediante spazi bianchi che nel corso del documento segnano l ’inizio e la fine di ogni inserto. I regesti degli stessi, come le notizie di documenti non più rintracciabili, figureranno nel repertorio cronologico che concluderà l ’edizione di ogni volume dei libri iurium , mentre per comodità del lettore ogni tomo verrà corredato da un repertorio limitato alla sola indicazione della data e dal riferimento al numero d ’ordine dell’edizione.
Al di là di queste differenze, trovano piena applicazione le consuete norme comunemente rispettate nelle edizioni documentarie2, con una
1 1 Registri della catena cit., I, pp. LI-LIII.
2 A . P r a t e s i , Una questione di metodo: l'edizione delle fonti documentarie, in
« Rassegna degli A rch ivi di Stato », XVII (1957), pp. 312-333 (anche in Antologia di scrìtti archivistici, a cura di R. G i u f f r i d a , Roma 1985, pp. 693-714); A . P r a t e s i , Genesi e forme del documento medievale, Roma 1979, pp. 99-109. Per quanto ri
guarda le nostre riserve a proposito di una recente proposta (Progetto di norme per l’edizione delle fonti documentarie, in « Bullettino d ell’istitu to Storico Italiano per il Medio Evo e A rchivio M uratoriano », 91, 1984, pp. 491-503), v. I Registri della catena cit., I, p. LI, nota 1 e L. P u n cu h - A . R o v e re , I « libri iurium » dell’Italia
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particolare attenzione tuttavia alla tradizione e all’apparato critico di ogni documento, del tutto assenti o incompleti nelle edizioni precedenti dei libri iu riu m genovesi.
Per quanto riguarda il primo problema occorre osservare che la produzione documentaria di tali libri deve essere esaminata con maggiore cautela rispetto a quella su pergamena, soprattutto se si considera la presenza nei registri di copie semplici nelle quali sono stati riprodotti anche i sig n a e le sottoscrizioni notarili dell’antigrafo, con il rischio per l ’editore di considerare questi testimoni come originali o copie autentiche, qualora manchi un confronto tra l ’esemplare tramandato dal registro e altre testimonianze grafiche dello stesso notaio. Nell’introduzione ad ogni tomo, qualora si presenti il problema, indicheremo attraverso quali confronti con pergamene e cartulari o, in mancanza di questi, per mezzo di quali elementi interni (documenti dello stesso notaio dislocati in di
versi punti del manoscritto, espliciti riferimenti nelle autentiche alla scritturazione in registro, indicazioni di correzioni effettuate nel testo, cambiamenti di mano tra testo e c o m p l e t i o o autentica dichiarate in queste ultime ed effettivamente riscontrati etc.) per accertare l ’originalità o l ’autenticità dei testimoni presenti nei lib ri iurium.
Quanto a ll’apparato critico, occorre considerare che in tali edi
zioni « pubblichiamo un “testo” ben preciso e individuato che tra
manda una propria lezione che potrà anche divergere dall’originale » 3.
Ne consegue che, a differenza delle consuete edizioni, nelle quali, qua
lora manchino gli originali, l ’editore accorto deve sforzarsi di ricostruire la lezione genuina, in questo caso il testo “autentico” è lo stesso registro e che pertanto le varianti di altri testimoni, anche se originali, devono figurare in apparato. A questo criterio ci atteniamo nel corso dell’edi
zione, privilegiando sempre la lezione offerta dai libri iurium . In appa
rato invece riportiamo quella tramandata dall’originale, ove presente4,
comunale: una inixiativa editoriale degli Archivi di Stato, in « Rassegna degli Archivi di Stato », XLIX (1989), p. 584.
3 D. P u n cu h , Edizioni di fonti cit., p. 219.
4 Anche quando la tradizione è rappresentata da un originale sui registri e da altri su pergamene, abbiamo comunque fornito le varianti di questi ultimi.
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I Li b r i i u r i u m d e l l a Re p u b b l ic a di Genova
e dalle copie attestanti una diversa tradizione o, in sua mancanza, da tutti i testimoni più vicini all’originale delle diverse tradizioni.
Trascuriamo comunque le varianti scarsamente significative per la ricostruzione del testo quali raddoppiamenti e scempiamenti di lettere o sgrafismi; sciogliamo con parentesi tonde i compendi che possono offrire esiti diversi, ma solo nei casi in cui non emerga dalla documentazione l ’uso prevalente dei singoli notai e per lo scioglimento di abbreviazioni per sigla di nomi propri o più insolite. Adottiamo le parentesi uncinate per l ’integrazione di parole omesse per dimenticanza dello scrivente; quelle quadre per le restituzioni di passi più o meno leggibili solo alla luce di Wood per guasti del testo. Segnaliamo lo spazio bianco nel manoscritto con tre asterischi senza indicazione dell’estensione dello stesso laddove esso appare convenzionale, risultando insufficiente ad accogliere quanto omesso (ad es. le date), rinviando altrimenti alle note d’apparato l ’indi
cazione della misura espressa in centimetri. Analogamente l ’estensione delle lacune dovute a guasti, segnalate nel testo mediante tre punti posti tra parentesi quadre, viene riportata in nota.
Nelle note introduttive ai singoli documenti il riferimento ad altri non ancora compresi nell’edizione viene effettuato sulla base dei numeri degli schemi presenti in questo volume introduttivo.
Per ogni tomo viene proposta la bibliografia di tutte le opere uti
lizzate, anche se già citate in quelli precedenti.
Al termine di questo lavoro, agevolato dai contributi finanziari del Ministero per l ’Università e per la Ricerca scientifica, gli autori ringra
ziano vivamente l ’Ufficio Centrale per i beni archivistici, nella persona del Direttore Generale, Salvatore Mastruzzi, che, attraverso la coedizione con la collana « Fonti » delle Pubblicazioni degli Archivi di Stato, ha favorito l ’inizio di un lungo cammino, la Direzione, i funzionari e il personale tutto dell’Archivio di Stato di Genova per la fruttuosa collaborazione.
Dino Puncuh ha curato i capp. I e IX di questa introduzione, oltre a tutte le Appendici; Antonella Rovere ha curato i capp. II-V III.
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I Li b r i i u r i u m d e l l a Re p u b b l i c a d i Genova
I Li b r i i u r i u m d e lla Re p u b b l ic a d i Genova
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V . Vit a l e, Il valore di un recupero, in « Genova ». Rivista del Comune, 1953, n. 1, pp. 25-28.
APPENDICI
1) Schema generale 2) Schema di D up lica tum 3) Schema del volume II 4) Schema del volume III 5) Concordanze
SCHEMA GENERALE
Nella prima colonna è indicato il numero progressivo dei documenti, corrispon
dente a quello della nuova edizione. Rispetto a quella dei Monumenta Historiae Patriae si sono rese necessarie alcune correzioni: unire documenti che in essa erano divisi e procedere a qualche separazione.
La seconda colonna rinvia all’edizione dei Monumenta.
Nella terza viene riferito l ’anno del documento indicato dai Monumenta, senza entrare nel merito di alcune datazioni imprecise o dubbie che verranno trattate caso per caso in sede di edizione.
La quarta colonna indica la posizione del documento in Vetustior, Settimo, Liber A e Duplicatum, corrispondente alla cartulazione manuale moderna (per A a quella romana, da noi riferita con numeri arabici), con l ’avvertenza che i primi tre sono pressoché sinottici, pur tenuto conto che in Settimo l ’errata collocazione del fase. 32°
in sede di legatura (errore che si ripercuote anche nella copia del Liber A) ha alte
rato tale regolarità.
La seconda parte riguarda le sottoscrizioni e/o le autentiche. Si avverte che l ’asterisco indica quei documenti che vengono convalidati globalmente in una suc
cessiva autentica. Nella colonna relativa alla fonte riferiamo il nome dei rogatari o, in caso di documenti pubblici, la forma di convalidazione (sigillo, bulla, carta par
tita, signum comunis).
Per il registro del 1229 vengono riferiti i nomi dei notai che vi hanno scritto, con indicazione della data del mandato, omessa quando si tratta di quello generale del 1229.
Discorso analogo per Vetustior, con l ’avvertenza che per le prime 236 carte, tutte di mano di Nicolò di San Lorenzo con mandato del 1253, abbiamo omesso anche il nome del notaio.
Per quanto riguarda Settimo, nel quale due soli notai si. alternano nel lavoro di copiatura con sottoscrizioni ripetitive, poste in genere in coincidenza con quelle, omesse, di Nicolò di San Lorenzo, abbiamo indicato con la lettera A quella di Guglielmo di San Giorgio che si sottoscrive così;
« (S.T.) Ego Guillelmus de Sancto Georgio, sacri Imperii notarius, transcripsi et exemplificavi ut supra de registro et autentico comunis Ianue, scripto manu N notarii et translato et exemplificato manu magistri Nicolai de Sancto Laurentio, nichil addito vel diminuto nisi forte littera, sillaba, titulo vel puncto, de mandato domini Guidoti de Rodobio, potestatis Ianue, presentibus testibus Rubeo de Orto, magistro Alberto de Casali et Ianuino Osbergerio, scribis comunis. m0cc°l x v ii, die v in novembris, xc indictionis »,
con la lettera B quella di Guiberto da Nervi che si sottoscrive così:
« (S.T.) Ego Guibertus de Nervio, sacri Imperii notarius, transcripsi et exem
plificavi ut supra de registro et autentico comunis Ianue scripto manu N notarii et translato et exemplificato manu magistri Nicolai de Sancto Laurentio notarii, nichil
addito vel diminuto nisi forte littera, sillaba, titulo seu puncto causa abreviationis litterarum, de mandato tamen domini Guidoti de Rodobio, potestatis Ianue, presen- tibus testibus Rubeo de Orto, magistro Alberto de Casali et Ianuino Osbergerio, scribis comunis. m°c c°l x v i i° , indictione x a , die v m novembris ».
I nn. 920-931, presenti, salvo tre eccezioni, solo in Settimo, sono di mani diverse.
Anche per la continuazione di A (nn. 932-1240 dello schema generale) e per Duplicatum, entrambi di mano di Rolandino de Riccardo (Duplicatum fino a c. 450) con mandato del 1301, abbiamo omesso il nome del redatore, indicando con ‘si’
la presenza dell’autentica attestante la derivazione diretta da originali o da copie autentiche su pergamena.
Per tutti i registri, in qualche caso anche per le fonti, quando si tratta di copia autentica, di originale estratto da notaio diverso dal rogatario e di documentazione derivata da registri, aggiungiamo anche, sia pure in forma compendiata, l ’indicazione della fonte dalla quale deriva il documento e, se presente, la data del mandato di esecuzione.
N° H.P.M. anno
Vet.
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Fonte
prol. 1 , 8 5 4 12 5 3 1 1 '1
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2 1 , 1 , 6 1 0 5 6 lv lv lv 2
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4 1 , 2 4 1 1 4 2 2 2 2 3
5 1 , 7 5 1 1 4 2 2 2 2 3
6 1 , 6 6 1 1 4 0 2v 2v 2v
7 1 , 1 5 1 1 1 4 9 2v 2v 2v
8 1 , 4 7 1 1 3 8 2v 2v 2v
9 1 , 1 1 0 1 1 4 5 2v 2v 2v
1 0 1 , 1 1 2 1 1 4 5 2v 2v 2v
1 1 1 , 1 1 3 1 1 4 5 3 3 3
1 2 1 , 4 8 1 1 3 8 3 3 3
13 1 , 7 6 1 1 4 2 3 3 3
1 4 1 , 4 2 1 1 3 8 3 3 3
15 1 , 4 5 1 1 3 8 3 3 3
1 6 1 , 4 3 1 1 3 8 3v 3v 3v
1 7 1 , 4 1 1 1 3 8 3v 3v 3v
18 1 , 4 4 1 1 3 8 3v 3v 3v
19 1 , 5 0 1 1 3 9 4 4 4 Guillelmus
2 0 1 , 5 1 1 1 3 9 4 4 4 Gandulfus
2 1 1 , 5 2 1 1 3 9 4 4 4 Gandulfus
2 2 1 , 4 9 1 1 3 9 4v 4v 4v Gandulfus
2 3 1 1 ,6 1 1 5 6 4v 4v 4v
2 4 1 , 5 4 1 1 3 9 5 4v 4v 3v Guillelmus
2 5 1 , 5 9 1 1 3 9 5 5 5
2 6 1 , 6 0 1 1 3 9 5 5 5
2 7 1 , 5 5 1 1 3 9 5 5 5
2 8 1 , 8 2 1 1 4 3 5v 5 5
2 9 1 , 5 6 1 1 3 9 5v 5v 5v 6 0
1 , 5 7 1 , 6 1 1 , 5 3
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