3. Le somministrazioni dei questionari
3.1 Note metodologiche sulla procedura e sulla raccolta dati
Se uno dei principi cardine della glottodidattica è quello di porre lo studente al centro, non si poteva quindi ignorare l’opinione degli studenti in questione.
Stavolta lo strumento di cui ci siamo avvalsi per svolgere la ricerca non sono state altre interviste, bensì dei questionari64, quindici per l’esattezza, come il numero di ragazzi presenti in questo semestre, il quale si dirama indicativamente nel periodo compreso tra metà febbraio fino ai primi di settembre. Questo lasso temporale è stato intenzionalmente preferito ad altri in quanto includeva i mesi estivi e quindi (come è stato spiegato nel capitolo precedente) le dieci ore settimanali di lezione non vengono divise anche con il CPIA, bensì gli studenti vengono seguiti interamente dall’insegnante interna.
Il questionario è stato ideato al fine di raccogliere dei feedback sul progetto e soprattutto sul corso di italiano non solo dalle persone che lo organizzano, bensì anche da coloro che lo vivono.
Per redigere il questionario mi sono servita principalmente della mia esperienza come volontaria nello SPRAR/SIPROIMI di Asolo: dopo aver pensato e steso sia le trenta domande del questionario destinato agli studenti sia le quattordici per quello delle insegnanti, esse sono state sottoposte alla revisione da parte del relatore (Professore Associato Graziano Serragiotto) e del correlatore (Professore Associato Roland Hinterhölzl), al fine di apportare eventuali modifiche e/o miglioramenti. In secondo luogo, sono stati presentati all’insegnante interna Sara Somadini e al coordinatore dell’équipe operativa Stefano Buzzati.
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Ne è stato anche studiato il miglior tempo di somministrazione, che si è rivelato essere tra la seconda metà e la fine del periodo di permanenza concesso a ciascuno all’interno di questo progetto. Avendo a disposizione la data del loro arrivo, sarebbe stato possibile definire con buona probabilità quali sarebbero stati gli ultimi giorni di lezione per ciascuno di loro, ma si è preferito non aspettare proprio l’ultimo termine possibile poiché molti di loro hanno deciso (oppure sono stati incitati) a fare i primi passi per intraprendere il loro percorso di autonomia: per questo motivo, molti di risultano spesso assenti, a causa di tirocini già avviati, possibili colloqui di lavoro o appuntamenti di ricerca casa.
D’altro canto, a causa di determinate esigenze, ad alcuni beneficiari potrebbe venir concesso un ulteriore semestre all’interno dello SPRAR/SIPROIMI e conseguentemente questi sei mesi di scuola non finiranno a breve, anzi ne seguiranno altrettanti.
Date queste assenze giustificate e il flusso di persone che entrano, escono e rimangono in questo progetto, non è stato dunque possibile distribuire il questionario nella stessa data a tutti i beneficiari; grazie al contributo dell’insegnante, in base al loro giorno di arrivo siamo riuscite ad individuare tre date in cui riunire un piccolo gruppo di studenti che innanzitutto sia stato prossimo all’eventuale uscita dal progetto e che allo stesso tempo abbia acquisito una competenza linguistica adeguata e sufficiente a svolgere il questionario in maniera autonoma.
La prima somministrazione è avvenuta in data 17 maggio 2019 e gli studenti erano 5. Successivamente, in data 23 luglio 2019, 3 ragazzi hanno compilato il questionario e i restanti 7 l’hanno fatto nel giorno 29 agosto 2019.
In comune accordo con Sara Somadini, l’insegnante interna di italiano, il questionario è proposto solo in lingua italiana per due principali motivi: innanzitutto, trattandosi di un corso di lingua si desidera mettere lo studente di fronte a questa sfida linguistica. In secondo luogo, non sarebbe stato equo offrire lo stesso questionario in francese oppure in inglese perché ci sono alcuni ragazzi che non hanno mai studiato queste due lingue. Di conseguenza, si è cercata una via paritaria per tutti e quindici gli studenti, cercando per quanto possibile di non avvantaggiare o penalizzare nessuno di loro.
In tutti e tre i casi, prima di procedere con la somministrazione dei questionari, ha avuto luogo una preparazione, volta innanzitutto a spiegarne l’utilità e poi a chiarire del lessico e
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delle costruzioni grammaticali difficilmente intuibili ad un livello basso (come ad esempio: “celibe/nubile”, “se hai risposti di sì alla domanda precedente…”, “potresti spiegarmi il motivo”).
Lavorando con un gruppo caratterizzato da una bassa competenza linguistica, le domande sono numerose, però molto semplici dal punto di vista grammaticale e morfosintattico. Si è quindi deciso di puntare più sulla quantità di domande che sulla loro qualità linguistica, in modo da impedire risposte casuali o mancanti dovute alla scarsa comprensione o alla barriera psicologica che si è innalzata di fronte alla difficoltà incontrata. È questo anche il motivo per cui le domande aperte sono pressoché assenti in quanto lo scopo del presente studio è quello di ottenere delle informazioni il più veritiere possibili riguardo il corso di italiano organizzato da questo progetto e non fare un test di comprensione. Alcune domande presentano solo un’opzione possibile di risposta, mentre altre ne accettano due o addirittura tre affinché si possa ricevere un quadro variegato della situazione presa in esame.
Nonostante questa semplicità linguistica molti studenti, in particolare quelli segnati da una bassissima o assente scolarizzazione, desideravano avere spesso al loro fianco un’insegnante, la quale potesse aiutarli durante la compilazione: la scelta di averli raccolti in piccoli gruppetti si è rivelata estremamente vantaggiosa poiché ha consentito di chiarire qualsiasi loro dubbio nella maniera più completa ed esaustiva possibile.
Sempre in presenza di questo pubblico, due fenomeni avvenivano regolarmente a seguito della lettura individuale delle domande: da una parte c’erano quelle persone che rispondevano in primis «Non capisco» e chiedevano una spiegazione all’insegnante, oppure c’erano coloro che necessitavano della figura a fianco per ripetere una loro versione ancora più semplificata (e spesso tradotta in francese o in inglese) della domanda appena letta. Questi loro comportamenti sono strati di estrema utilità, in quanto mi hanno fanno comprendere quanto questo questionario sia ancora un po' difficile per un A1 (magari senza previa scolarizzazione). Gli studenti che si trovano invece ad un livello A2 l’hanno svolto in tempi ristretti e in totale autonomia.
Tuttavia, uno degli ostacoli onnipresenti nella compilazione del questionario è stata la diffidenza da parte dei beneficiari: nonostante aver spiegato ripetutamente lo scopo meramente empirico di quei cinque fogli che si trovavano di fronte, alludevano oppure chiedevano apertamente se le loro scelte avessero portato a conseguenze nell’interno del progetto o addirittura sul loro futuro. È stato questo uno dei motivi principali che hanno
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portato a mantenere l’anonimato, in quanto hanno compreso che essendo un gruppo, sarebbe stato difficile risalire poi alla loro identità. D’altra parte, ciò è stato richiesto esplicitamente anche dal coordinatore dell’équipe operativa del progetto e dall’insegnante stessa.
Successivamente, l’elaborazione dei dati è stata fatta inserendo volta per volta i dati in un foglio di calcolo Excel, dove infine sono stati formati anche i grafici e le relative percentuali.
Infine, tre limiti sono stati identificati allo studio condotto. Innanzitutto, il campione preso in analisi è ristretto. Pur avendo somministrato il questionario a tutti e quindici i beneficiari del sistema SPRAR/SIPROIMI di Asolo, i risultati si sarebbero dimostrati statisticamente più attendibili se il numero sarebbe stato più elevato. In secondo luogo, sarebbero state ricevute risposte più originali e varie se qualche domanda avesse presentato delle domande aperte e non a scelta multipla, però ciò non è avvenuto a causa del basso livello di padronanza della lingua. Come terza e ultima limitazione ricordo quanto già detto in precedenza, ovvero la mancata sincerità contenuta in alcune risposte, poiché a volte il questionario non è stato interpretato come un puro mezzo di erogazione dati, ma piuttosto come una prova nella quale determinate risposte avrebbero arrecato delle conseguenze più o meno gravi.