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Nuove prospettive e opportunità di sviluppo per il settore

4.1 I numeri del settore

L’agriturismo, in questi ultimi anni, ha forse rappresentato la più importante e radicale innovazione di prodotto che abbia interessato l’agricoltura italiana,

dimostrando, all’intero comparto primario italiano, che esistono vie d’uscita

dal declino inevitabile del settore. Grazie alla sua capacità di valorizzare tutte le risorse dell’azienda agricola e del territorio ad essa circostante, l’agriturismo rappresenta, infatti,unasoluzione imprenditoriale di successo. E’ ragionevole, pertanto,stimare che, dall’ attuale consistenza di più di 21 mila aziende attive,possa potenzialmente arrivare a coinvolgere,nei prossimi dieci anni, 60 mila aziende.

Il successo del fenomeno lo si deve, senza ombra di dubbio, alla duplice

funzione che esso svolge, sia per l’agricoltore che per l’agriturista.

L’agriturismo rappresenta, infatti, per l’agricoltore, una integrazionedel reddito aziendale efamiliare, nonché un utilizzo più razionale e completo degli spazi aperti e deifabbricati rientranti nella superficie agricola aziendale

di cui dispone e per l’agriturista, invece, una forma di fruizione del tempo

libero che consente di trascorrereuna vacanza in campagna, all’interno di un’azienda agricola immersa in un ambitosocio-rurale, spesso ricco di cultura, tradizioni, usi, consuetudini, costumi e prodottiagro-alimentari di qualità.

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Appare importante, in questo senso, concentrare l’attenzione sulle principali

tendenze e condizioni che caratterizzano lo sviluppo e l’evoluzione della

domanda (comportamenti di acquisto e parametri delle scelte dei consumatori) e dell’offerta agrituristica al fine di costruire strategie di sviluppo volte a creare un’offerta locale di qualità, capace di attivare importanti flussi turistici.

L'Istat, l’Istituto Nazionale di Statistica presente nel Paese dal 1926, è il

principale produttore di statistiche ufficiali. Relativamente allo studio del fenomeno agrituristico, essoha pubblicato, in data 27 Novembre 2015, i dati sulle aziende agrituristiche in Italia aggiornati al 31 dicembre 2014, corredati da un'analisi sulla dinamica del settore relativa al decennio 2004-2014. Tutte le Regioni e Province autonome sono state chiamate ad inviare, quindi, come per le precedenti edizioni 1998 e 2003-2013, i dati richiesti dalla rilevazione sull’Agriturismo al 31 dicembre 2014.

Secondo questi dati ISTAT, nel 2014 il settore agrituristico ha presentato una tendenza strutturale alla crescita e un elevato potenziale competitivo. Siamo passati, infatti, da 19.973 aziende agricole nel 2010 a 20.413 nel 2011, per poi salire ancora a 20.474 nel 2012, e a 20.897 nel 2013. Nel 2014 il numero è continuato ad aumentare ancora arrivando a 21.744 unità e superando l’anno precedente di 847 unità (+4,1%).

Le nuove aziende autorizzate all’attività agrituristica sono 1.677, contro le

1697dell’anno precedente mentre quelle cessate 830, contro le 1274 del 2013. Rispetto al 2013, sono diminuite, quindi,sia le nuove autorizzazioni (- 20unità),sia le cessazioni (-444unità).

Delle 1.677autorizzazioni rilasciate nel 2014, 318 riguardano laPugliae 208

laToscana; seguono Abruzzo(137)41, Lombardia,Marche (125per entrambe)

e Alto Adige (113).

Nel 2014, tra le 830 aziende cessate, 334 sono localizzate nel Nord, 136 nel Mezzogiorno e 360 nel Centro. Il più alto numero di cessazioni si rileva in Toscana e nella provincia di Bolzano (rispettivamente,264 e 66 unità).

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Gli incrementi e le nuove autorizzazioni registrate in Puglia e Abruzzo sono la risultante anche del riordino del settore in seguito ai nuovi adempimenti a carico delle aziende agrituristiche previsti dalla vigente normativa regionale.

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E’ possibile inquadrare, dai dati presi in analisi, il seguenteprofilo generale dell’offerta:

21.744 Agriturismi in Italia

di cui:

17.793 con alloggio, per un totale di 232.580 posti letto 11.061 con ristorazione, per un totale di 423.777 coperti circa 3.143 con escursionismo

1.222 con equitazione

1.037 con osservazioni naturalistiche 1.767 con trekking

2.656 con mountain bike 1.289 con fattorie didattiche 1.887 con corsi 5.013 con sport 6.391 varie 51,5 % in collina 32,5 % in montagna 16 % in pianura 34,2% al Nord 28,7% al Centro 37,1% al Mezzogiorno

Si consolida, quindi, l’offerta di “pacchetti turistici”integrati con servizi diretti a qualificare l’attività agrituristica rispetto al territorio in cui viene esercitata. Emerge, inoltre, che oltre la metà delle aziende si trova in collina, più di un terzo in montagna e solo il 16 % in pianura, il che contribuisce allo sviluppo e al mantenimento sia degli insediamenti che dell’attività agricola, in zone spesso svantaggiate. Fonte: Istat (www.istat.it/it/archivio/174946))http://www.istat.it/ it/archivio/174946 http://www.istat.it/it/archivio/174946http://www.ist at.it/it/archivio/174946http://www.istat.it/it/archivio /174946

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Tra le aziende autorizzate all’alloggio, come si evince dalla tabella in basso, 4.440(circa un quarto del totale) offronosolo l'ospitalità, 8.028(45,1%) abbinanol’alloggio alla ristorazione, 2.939(16,5%)associano l’ospitalità con la degustazione e 10.298(57,9%) arricchisconol’offerta di alloggio con altre attività (equitazione, escursionismo, sport, corsi, ecc).

In particolare, il 39,7% (7.068unità) abbina l’alloggio con un’altra tipologia di attività agrituristica, il 26,2% (4.658aziende) con due tipologie di attività e il 9,1% (1.627unità) con le altre tre tipologie agrituristiche.

Sono, invece, 1.627 le aziende che svolgono contemporaneamente le quattro tipologie di attività agrituristiche:alloggio, ristorazione, degustazione e altre attività.

In ogni caso, nel decennio 2004-2014, come mostra il grafico in basso, si è verificata una crescita notevole per ogni tipologia di attività, dalla degustazione alle altre attività agrituristiche (rispettivamente +40,2% e +49,4%). Fra le altre attività, risultano in forte ascesa sport, fattorie didattiche e attività varie (rispettivamente +2.007, +1.289e +2.388aziende).

Naturalmente, l’alloggio e la ristorazione costituiscono, però, leprincipali attività agrituristiche, spesso arricchite dalla degustazione di prodotti.

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Passando ad un’analisi per ripartizioni geografiche, rispetto al 2013, il numero degli agriturismi è aumentato in misura maggiore nel Mezzogiorno (+13,1%), in misura più contenutanel Nord (+2,4%) e nel Centro (+1,7%). Èlocalizzato al Nord il41,4% degli agriturismi con alloggio, il 45,0% di quelli con ristorazione e il 42,2% degli agriturismi con degustazione, mentre il 40,4% delle aziende con altre attività agrituristiche è situato nel Centro. La Toscana e la provincia di Bolzanorappresentano le aree dove l’agriturismo risulta storicamente più consistente e radicato(rispettivamente 4.052e 3.145aziende).

Per avere una rappresentazione chiara ed esaustiva della consistenza e distribuzione del fenomeno, si riporta in basso una tabella che indica, per l’anno 2014, la distribuzionedelle aziende agrituristiche autorizzate, in ambito nazionale, regione per regione.

Regioni Numero Totale

Piemonte 1.271 Valle d'Aosta 57 Lombardia 1.565 Trentino-Alto Adige 3.570 Bolzano 3.145 Trento 425 Veneto 1.459 Friuli-Venezia Giulia 632 Liguria 588 Emilia-Romagna 1.133 Toscana 4.052 Fonte: ISTAT

68 Umbria 1.277 Marche 1.005 Lazio 940 Abruzzo 790 Molise 105 Campania 523 Puglia 638 Basilicata 131 Calabria 544 Sicilia 665 Sardegna 799 ITALIA 21.744 Nord 10.275 Nord-ovest 3.481 Nord-est 6.794 Centro 7.274 Mezzogiorno 4.195 Sud 2.731 Isole 1.464

Fra il 2013 e il 2014, nelle regioni meridionali, le aziende agrituristiche sono cresciute in misura più rilevante rispetto a quelle centro-settentrionali. L’aumento registrato nel Mezzogiorno (+486 unità) risulta concentrato nel Sud; in particolare, gli incrementi maggiori si sono registrati in Puglia e Abruzzo (+285 e +137 unità).Nel Nord la crescita (+239 unità), percentualmente più consistente nel Nord-est, ha riguardato tutte le regioni; nel Centro (+122 unità) l’aumento delle Marche e del Lazio (+125 e +56 unità) ha compensato il calo diToscana e Umbria (-56 e-3 unità).

Gli agriturismi gestiti dalle donne sono 7.817, increscita maggiore rispetto a quelli a gestione maschile (rispettivamente nel 2014 +5,1% e +3,5%).

Rispetto all’anno precedente, gli agriturismicon a capo una

donnaaumentanoin particolare nel Mezzogiorno(+16,5%),dove la crescita è dovutaprincipalmente alla situazione riscontrata in Puglia e Abruzzo (cfr. nota 40),e più contenutanel Nord(+3,7%)e nel Centro (+1%).L’incidenza più bassa di agriturismi a conduzione femminile si conferma nella provincia di Bolzano, dove le donne gestiscono solo il 13,2% del totale provinciale.

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A livello ripartizionale,l’incidenza degli agriturismi a conduzione femminile èdel 23,7% nel Nord-est, e pari al 39,5% nel Nord-ovest, al 42,7%nel Centro, al 44,8% nel Sud e al 34,3% nelle Isole.

La maggiore concentrazione si rileva in Toscana, con 1.637aziende, pari al 40,4% del totale regionale e al 20,9% del totale nazionale.

Seguono Umbria e Lombardia con 593e 569unità, che rappresentano rispettivamente il 46,4% e il 36,4% degli agriturismi regionali.

Nel Mezzogiorno,la regione con la più forte presenza femminile è l’Abruzzo,dove risultano ubicati366 agriturismi gestiti da donne.

Nel 2014, oltre 400 aziende a conduzione femminile sono presenti anche in Trentino Alto-Adige, Emilia-Romagna, Piemonte, Veneto, Lazioe Marche. La gestione di attività agrituristiche, si configura, quindi, sempre più, come appannaggio dell’imprenditoria femminile. Secondo una ricerca condotta daAgriturismo.it, il portale sull’agriturismo più visitato in Italia, si può affermare a tutti gli effetti che “l’agriturismo è donna”. L’aspetto più interessante della ricerca di Agriturismo.it è data dal fatto che le donne si occupano in misura maggiore rispetto agli uomini delle mansioni che prevedono il contatto con gli ospiti, oltre ad essere regine della cucina e delle pulizie. Si occupano, inoltre, in maniera maggiore rispetto agli uomini anche di tutte le altre attività, come la gestione dello staff, gestione delle prenotazioni, organizzazione delle attività ricreative e dei corsi, nonché delle attività di marketing e promozione.

Appannaggio maschile sono solamente le attività agricole e di allevamento. “La grande capacità imprenditoriale espressa dalle donne” – spiega Silvia

Bosco, coordinatrice nazionale di Coldiretti Donne Impresa, – “nasce dalla loro capacità di innovare e far crescere l’azienda grazie a nuove idee e alla loro fantasia”.42