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Sulla nunziatura di Spagna (1611-1618)

«Conforme ad un proverbio tribuito qua a Don Giovanni d’Idiaquez, i disinganni appresso alla sua Natione

era prudenza riceverli, ma non darli».

«A Signori non usati in tutta la loro vita ad altro che a prosperità di fortuna, non è così facil cosa troncar i desiderij quando son verdi e floridi, come quando son già secchi e stagionati».

ANTONIO CAETANI (18 novembre 1617, Madrid)1

1 ANTONIO CAETANI A SCIPIONE BORGHESE,18 novembre 1617, Madrid. ASV, Segr. Stato, Spagna 60 E, cc. 493r, 494r.

1.III

Alla corte «de Su Majestad»

I fedeli della diocesi di Capua non godettero molto della presenza del loro arcivescovo. Erano trascorsi pochi mesi dal ritorno a Roma di Antonio Caetani, quando il pontefice prese la decisione di incaricarlo della nunziatura di Spagna2 in luogo del cardinale Decio Carafa3. Il 9 novembre 1611 il nuovo nunzio e collettore generale4 era fermo a Genova in attesa del «tempo oportuno per poter navigare, poiché sin’hora si mostra assai conturbato et il mare poco quieto»5, e approdare al porto di Savona6. Da lì dovrà poi passare a Nizza per giungere a Marsiglia e salpare in direzione di Barcellona, non senza aver prima toccato Avignone per le dovute visite al vicelegato7, e arrivare alla corte di Madrid seguendo la via di Lleida (Lérida), e Saragozza.

2 Ancora con poteri di Legato a latere. ACaet, Fondazione “Camillo Caetani”, Prg 2524, 2989, 3407; Misc 687. 3 Decio Carafa (1556-1626). Cardinale nel 1611, nunzio apostolico in Spagna dal 1607, prima a Bruxelles (1606). Collettore in Portogallo (1598), arcivescovo di Napoli dal 1613 [cfr. cap. 2.III]. HC, 4, p. 172; G.LUTZ, Decio

Carafa, Dbi, 19 (1976), pp. 521-524.

4 Incarichi su cui dalla Spagna s’insisteva affinché venissero separati «por escusar los inconvenientes de enquentros y jurisdiciones que en ellos se tienen, para que por los grandes daños que se siguen respecto de la mucha mano que en materia de spolios se toman en estos Reynos […]», ANTONIO DE ARÓZTEGUI AL CONTE DI CASTRO,26 aprile 1612, Madrid. AGS, Estado, Leg. 998, s.n. Si veda la Relazione del Consejo de Estado del 1° ottobre 1611, in cui si legge che l’ambasciatore spagnolo a Roma aveva avvisato della promozione del Caetani e affrontato con il duca di Sermoneta la questione della collettoria: «El Conde de Castro scribe a Vuestra Majestad en carta de los 21 de Agosto, que havendo Su Santidad declarado por Nuncio de España al Arçobispo de Capua Antonio Caetano habló a su hermano el duque de Sermoneta y le dijo lo que Vuestra Majestad le tiene mandado quanto a la divisiòn de la Colectoria de la nunciatura, assegurandole que si pudiera no quererse su tiempo de algún Nuncio no se qui siera en el de su hermano, pero que la quietud destos Reynos y el real servicio de Vuestra Majestad no permitian que un mismo Ministro fuese Nuncio e colector como se lo havia declarado al Papa antes que el le declarase al Nuncio, a que le respondió el duque como puderia responder el vasallo mas obediente y sugeto a Vuestra Majestad […]». AGS, Estado, Leg. 996, c. 286. Cfr. Para evitar encuentros de jurisdicción propone S. M. que se dividan los oficios de Nuncio y Colector Apostolico en España. Contiendas en Aragón con el Colector, (12 lug 1611), AEESS, Estado, Leg. 55, cc. 306-378. Anche le lettere in: ASV, Segr. Stato, Principi, 56, II, cc. 352r [ms. Castro], 353r [ms. Borghese]. La collettoria di Spagna e Portogallo permetteva al nunzio di raccogliere gli spogli dei vescovi defunti, i redditi delle sedi vacanti e le tasse destinate alla fabbrica di San Pietro. Si veda: Ristretto degli aggravii, ed abusi della Collettoria di Spagna, Bibl. Cas., Misc. Mss. 2672, cc. 25r-30r. Sulle facoltà di collettore e il tribunale della nunziatura: S. GIORDANO (a cura di), Le istruzioni generali, cit., vol. 1, pp. 142-146.

5 ANTONIO CAETANI A SCIPIONE BORGHESE, 9 novembre 1611, Genova. BAV, Barb. Lat. 6910, c. 42r-v. Il Caetani era partito «sotto lì 27 d’ottobre 1611 et con applauso, non meno della Corte che di tutta la natione Spagnuola, commorante in Roma […]», C.CAETANI, Vita del Sig., cit., c. 50v.

6 ANTONIO CAETANI A SCIPIONE BORGHESE,10 novembre 1611, Savona. BAV, Barb. Lat. 6910, c. 44r-v. Da dove avvisa delle gravi condizioni di salute del governatore di Milano, il conestabile di Castiglia Juan Fernández de Velasco y Tovar (1610-1612), duca di Frias, conte di Haro.

7 Il cardinale Mario Filonardi. «[…] sabato a sera 12 del presente gionsi con felice navigatione a Marseglia, dove essendomi trattenuto un giorno per dare ordine, a molte cose necessarie al viaggio, e per sbrigarmi da una parte della famiglia, e delle robbe che ho inviato verso Barcellona per mare, presi poi il dì seguente la strada per terra, e hieri gionsi qui in Avignone, ricevutovi con molta cortesia, et amorevolezza dal signor Cardinale Filonardi, et essendovi dimorato tutt’hoggi, penso dimatina, piacendo a Dio, pigliare il solito cammino per Spagna […]», ANTONIO CAETANI A

SCIPIONE BORGHESE, 17 novembre 1611, Avignone. BAV, Barb. Lat. 6910, c. 45r-v. Si veda: R. BECKER, Mario Filonardi, Dbi, 47 (1997), pp. 826-829.

Ma mentre Antonio Caetani era trattenuto sulla strada che portava al nuovo incarico, il cardinale Bonifacio Caetani, suo fratello, l’aveva preceduto a corte con una missiva per Filippo III8, con cui dava l’avviso al re Cattolico della decisione presa dal papa, e rinnovava obbedienza e lealtà della famiglia ponendone in risalto il tradizionale legame9 con la corona iberica. Per Bonifacio l’incarico dato al fratello gli avrebbe concesso la contemporanea possibilità «di far unitamente il servitio» della Chiesa «per habito, per professione et per gratitudine [che] deve alla Sede Apostolica», e quello del re «per singolari beneficij» che la casa Cajetana riceveva dalla corona, mettendo in risalto l’opera svolta da parte del patriarca di Alessandria Camillo Caetani durante la nunziatura a Madrid ricoperta qualche anno prima. Di sicuro, aggiungeva il cardinale, Antonio avrebbe camminato nel solco lasciato dallo zio procurando «di accertar sempre in tutto le attioni nel servitio, et satisfattione» della corona. Insomma, l’incarico «non potea cader in soggetto» più abile10.

8 Su Filippo III e il suo periodo, per una visione d’insieme: A.MOREL-FATIO, L’Espagne au XVIe et au XVIIe

siècles, Heilbronn-Paris-Madrid 1878; C. PÉREZ BUSTAMANTE, La España de Felipe III, in Historia de España, 24 vol.,

R. MENENDEZ PIDAL (dir. da), Madrid 1979; ID., Felipe III. Semblanza de un monarca y perfiles de una privanza, Madrid 1950; A.DOMÍNGUEZ ORTIZ, La sociedad española en el siglo XVII, Madrid 1963; J.LYNCH, Spain under the Habsburgs, 2 vol., Cambridge 1964; P.AGUADO BLEYE, Manual de historia de España, vol. 2, Reyes Catolicos-Casa

de Austria (1474-1700), Madrid 1969; J. H.ELLIOTT (a cura di), Poder y sociedad en la España de los Austrias,

Barcelona 1982; ID., Spain and its world 1500-1700, Yale University Press, London 1989; H.KAMEN, Spain 1469- 1714. A society of conflict, London and New York 1991; A. MARCOS MARTÍN, España en los siglos XVI, XVII y XVIII.

Economía y Sociedad, Barcelona 2000; P.S.CAMAŃES,La monarquía hispánica en tiempos del Quijote, Madrid 2005;

G. SABATINI (a cura di),Comprendere le monarchie iberiche. Risorse materiali e rappresentazioni del potere, «Studi e

ricerche», 22, Università degli Studi Roma Tre, Roma 2010; A.FLORISTÁN (dir. da), Historia de España en la Edad

Moderna, Madrid 2011. Su Filippo III: M. DE NOVOA, Historia de Felipe III, rey de España, «Colleccion de documentos ineditos para la historia de España», 60 (1875); P.C.ALLEN, Felipe III y la pax hispánica, 1598-1621. El

fracaso de la gran estrategia, Madrid 2001; M.LACARTA,Felipe III, Madrid 2003; A.FEROS CARRASCO,Kingship and

Favoritism in the Spain of Philip III, 1598-1621, Cambridge University Press 2006; M.RIVERO RODRÍGUEZ, La España de Don Quijote: un viaje al Siglo de Oro, Madrid 2006; J. MARTÍNEZ MILLÁN, M. A. VISCEGLIA (a cura di), La Monarquía de Felipe III, 4 vol., Madrid 2008. Per una critica storiografica: S.VERONELLI, Il regno di Filippo III (1598-

1621). Nuove prospettive storiografiche, «Annali di storia moderna e contemporanea», 2 (1996), pp. 401-411. Inoltre si veda: L. CABRERA DE CÓRDOBA, Relaciones de las cosas sucedidas en la Corte de España desde 1599 hasta 1614, Madrid 1857; G.LÓPEZ MADERA,Excelencias de la monarquía y reyno de España, Valladolid 1597 (Madrid 1625); D.

VALDÉS,Prærogativa Hispaniæ. Hoc est dignitate et præminentia regum regnorumque Hispaniæ, Frankfurt 1626.

9 Sulla tradizione filospagnola della famiglia Caetani, si veda il panegirico che fa Cristoforo Caetani in merito alla scelta dell’arcivescovo di Capua come nuovo nunzio e all’accoglienza ricevuta una volta giunto a Madrid: «[…], ne’ Regni di Spagna la renovatione del nome, et fameglia Caitana, superò di gran lunga il contento universale con la presenza di Prelato sì qualificato, et sì grave, non solo per l’istesso merito di Bonifatio, ch’investì Giacomo d’Aragona dei Regni di Corsica et di Sardigna posseduti fin hoggi dalla Corona di Spagna com’heredi di quella d’Aragona, ma anche per quelle del Cardinal Enrico Caitano verso la Serenissima Casa d’Austria per la servitù del Duca Pietro di Don Roggiero, dell’altro Cardinal Antonio, et ultimamente di Monsignor Camillo Caitano Patriarcha d’Alessandria, della cui pietà, zelo et magnanimità era recentissima et preclara la memoria in quella Corte. Nella quale furono però straordinarie le dimostrationi et honorevolissimi incontri ch’hebbe Monsignor Arcivescovo per l’istimazioni universali che portava seco la sua persona, autorizata anche dalla lunga esperienza ch’haveva delle cose grandi et delle testimonianze continue, et honorifiche fattine dal Signor Don Baldassar di Zuñiga Ambasciator Cattolico a Cesare, mentre l’istesso Arcivescovo di Capua vi risedeva come Nuntio. Alla riputatione et fama dell’istesso Prelato aggiunsero parimente segni di stima non ordinaria, […], l’esser egli non solo di famiglia sì accetta, sì qualificata et sì benemerita verso quella Corona, ma anche la strettissima congiuntione di molti grandi più principali residenti in quella Corte, nella quale si faceva però a gara in honorarlo, tirativi dalla dolcissima et prudente maniera dell’istesso Arcivescovo condita di tanta gravità, che rendeva […] grate tutte le sue attioni […]», C.CAETANI, Vita del Sig., cit., cc. 57v-59r. Cfr. M. A. VISCEGLIA,Roma papale e

Spagna, cit., pp. 120-122; G. SIGNOROTTO,Aristocrazie italiane e monarchia cattolica, cit.; A.AMENDOLA,I Caetani di

Sermoneta: storia artistica di un antico casato tra Roma e l’Europa nel Seicento, Roma 2010.

10 BONIFACIO CAETANI A FILIPPO III, 10 settembre 1611, Ravenna. AGS, Estado, Leg. 996, sn. Cfr. [Appendice, doc. n. 80]. Si veda anche: SCIPIONE BORGHESE A FILIPPO III, 27 ottobre 1611, Roma. AGS, Estado, Leg. 997, sn.

A Madrid, dove il nunzio giunse il 17 dicembre «con salute, et insieme con me i miei nipoti, et alcuni pochi della mia famiglia, che havevo condotto meco per far più speditamente il viaggio per terra»11, si respirava un’atmosfera di lutto per la morte della regina Margherita d’Austria12. Infatti, trovò dispacciato “di fresco” il breve papale e anche le condoglianze di Paolo V da consegnare al re13. Nel frattempo, considerato che sarebbe occorsa la prima udienza per dare luogo a qualsiasi incombenza e «non essendo sin hora la mia famiglia in punto, né in habito da poter comparire secondo l’usanza, e la presente occasione di duolo»14, impegnava il proprio tempo a ricevere le visite di cortesia da gran parte della «Corte, così Ministri, come Ambasciatori, et Agenti di Principi Grandi e Cavalieri […]»15, e ne approfittava per un ragguaglio in merito alla seconda parte del suo viaggio, soffermandosi sui gravi inconvenienti incontrati a Barcellona e Saragozza16. Anche perché in merito agli «affari pendenti pur commessimi […] e maneggiati fin qui dal signor Cardinale Caraffa», non aveva nulla da avvisare in quanto il suo predecessore, che stava per passare la mano,

11 ANTONIO CAETANI A SCIPIONE BORGHESE,18 dicembre 1611, Madrid. BAV, Barb. Lat. 6910, c. 47r. Cfr. C. CAETANI, Vita del Sig., cit., cc. 59v-60v. Tra i quali il nipote sedicenne Francesco Caetani, poi VIII duca di Sermoneta e Grande di Spagna. Sulle finanze della nunziatura: Cuenta de dineros de la Reverenda Camara Apostolica à disposicion del Illustrisimo Señor Don Antonio Caetano Arçobispo de Capua Nuncio y Collector General por Su Santidad en los Reynos de Spaña (1612-1617). ACaet, Fondazione “Camillo Caetani”, Misc. 86/461, 5.

12 La regina di Spagna Margherita d’Austria-Stiria (1584-1611). Moglie di Filippo III dal 1599. M. J.PÉREZ MARTÍN, Margarita de Austria, reina de España, Madrid 1961; M. S. SÁNCHEZ, Confession and Complicity: Margarita

de Austria, Richard Haller, S. J. and the Court of Philip III, «Cuadernos de Historia Moderna», 14 (1993), pp. 133-138; ID.,The Empress, the Queen, and the Nun. Women and Power at the Court of Philip III of Spain, «The Johns Hopkins

University studies in historical and political science», 116 (1998), pp. 39-95; M.S.SÁNCHEZ,A.SAINT-SAËNS,Spanish women in the Golden Age: images and realities, Westport 1996.

13 ANTONIO CAETANI A SCIPIONE BORGHESE,18 dicembre 1611, Madrid. BAV, Barb. Lat. 6910, c. 46r. Breve e condoglianze per la morte della regina in AGS, Estado, leg. 996, s.n. Si vedano, tra le altre, un’altra lettera di BONIFACIO CAETANI A FILIPPO III: «Sacra Cattolica Real Maestà. Tutti i servitori di Vostra Maestà con ragione si affliggono per la perdita che si è fatta della Maestà della Regina, che sia in Cielo; ma la sento io più di ogni altro, poiché più di tutti professo obligata servitù alla real persona di Vostra Maestà, et vengo per debito di riverenza a parteciparle il mio sentimento per pregarle insieme da Dio altretanta prosperità et gloria al suo nome, che ristori la presente iattura. […]. Di Ravenna li XXII di Novembre 1611». AGS, Estado, Leg. 996, s.n.

14 ANTONIO CAETANI A SCIPIONE BORGHESE,18 dicembre 1611, Madrid. BAV, Barb. Lat. 6910, c. 48v. 15 Ivi, c. 48r.

16 Nella città catalana trovò che «la pendenza de i Ministri dell’Inquisitione con quelli di quel Regno [di Catalogna, ndr.], se ben sospesa, non però quietata affatto […], poiché havendo commandato la Maestàdel Re con sua lettera, ch’il negotio s’havesse a vedere e terminare qua, quelli del Regno non se n’erano contentati allegando alcuni loro privilegij in virtù de quali pretendono che le loro cause non possano esser tirate altrove, e la sarà difficil cosa ch’il groppo si possa così leggermente disciogliere», ANTONIO CAETANI A SCIPIONE BORGHESE,18 dicembre 1611, Madrid. BAV, Barb. Lat. 6910, c. 47r. Oltre al pregiudizio della giurisdizione ecclesiastica e della Camera Apostolica, che ponevano i ministri regî detenendo «carcerato il giudice secolare di Girona, se bene sotto altro colore, nondimeno veramente perche haveva prestato il braccio secolare al subcollettore in esseguir in quella Città un spoglio […]», ivi, c. 47v. A Saragozza «anco mi incontrò di vedermi qualche confusione, et è ch’i Ministri della Camera e quel Capitolo si dogliono non essere stato rifatto da i danni che hanno patito dai giudici secolari per causa dell’obedienza prestata a questo Tribunale, e quell’Arrendatore fa difficoltà di corrispondere a quanto deve circa quella vacanza, sotto colore che le robbe di essi non siano liberamente in sua mano, sopra i quali due capi ho trovato qua monsignor Illustrissimo Caraffa (sic!), che va valorosamente travagliando», ivi, cc. 47v-48r. Al caso si fa riferimento anche nell’istruzione al nunzio: S. GIORDANO (a cura di), Le istruzioni generali, vol. 2, cit., pp. 807-808. Mentre sul primo episodio: «En Barçelona se ha offrecida una computervia de la Ciudad con los Inquisidores sobre aver quitado el veguer çierta noche la espada a un cochero dellos por lo qual prendieron al ministro del veguer que lo hizo y la ciudad prendio al Alguazil de la Inquisicion y los Inquisidores descomulgaron al veguer y las Audiencias y pusieron entre dicho porque procedia contra ellos, los quales […] mandaron desterrar del Reyno por pertubadores de la paz publica […]», Avvisi Spagnoli, (22 novembre 1611, Madrid). BAV, Urb. Lat. 1117, I, c. 138v.

era «oppresso veramente dalle visite, e d’altri impedimenti [per cui] s’è riserbato fin’ a quest’ultimo di ragguagliarmi dello stato di essi, et io mi sono contenuto per non caminare alla cieca, e far’ errore, se ben qui si può dire che stia raccolta mezza Spagna, e le visite son tante, ch’essendo necessario alla conservatione della sostanza il non mancare a questi complimenti estrinseci, non è stato possibile in questo principio far più»17. L’immagine della corte, delle visite e dei cerimoniali a cui fa riferimento il nunzio in questo breve quanto appassionato quadro, è oltremodo arricchita dalla concomitanza delle festività natalizie, con tutta la pomposità e l’austerità delle cerimonie religiose nelle cappelle reali, e anche «appresso i Padri Domenicani, e […] i Padri Gesuiti», nel «giorno degli Innocenti, e in quello della Circoncisione». Durante tali cerimonie il Caetani era stato fianco a fianco con il sovrano, che era seguito «a cavallo da gran parte della Corte e degl’Ambasciatori», quanto era «occorso d’accompagnarlo e servirlo in Cappella, ch’è stato in somma tutti questi giorni di festa», senza però mai passare «l’anticamera né parlatogli, salvo, ch’il giorno di Natale, ch’in compagnia degli altri Ambasciatori et in nome di tutti loro gli diedi le buone feste»18.

Gli impedimenti erano stati talmente densi che, putroppo, non è stata redatta alcuna istruzione scritta da parte del nunzio Carafa per il suo successore, come voleva la prassi. È lo stesso arcivescovo di Capua che lo afferma quando informa Roma dell’avvenuta partenza del cardinale per l’Italia, evidenziando l’importanza delle visite di cortesia con ministri e ambasciatori: un’usanza non solo da mantenere per ragioni di etichetta, bensì necessaria e utile per negoziare e ben introdursi a corte. Decio Carafa prima di partire aveva consegnato «lettere e scritture concernenti molti negotij, […] de’ quali mi diede anco assai chiara instruttione in voce, come anco havrebbe fatto in scritto», se non fosse stata «impedita da visite e da altre occupationi, che così nell’ingresso, come nel regresso che si fa da questa Corte, non sono manco convenevoli che necessarie, et pigliandosi qua spesso i complimenti per negotij e gli accidenti per essenza»19.

Dopo non più di una settimana d’attesa, il 23 dicembre 1611 Antonio Caetani giunse al cospetto del re Cattolico per la sua prima udienza ufficiale. Il «dì antivigilia della Natività» era stato prelevato dalla sua abitazione da un «maggior Domo» reale e, «sopra una mula di mantelletto», si era avviato verso l’Escorial con una cavalcata «conforme al solito degl’altri Nuntij» e con tutte le onoreficenze grazie allo sforzo, scriveva, «di questi signori miei parenti, che tengo in Spagna a qualificar quest’atto con particolar diligenza». Giunto al palazzo reale trovò ad attenderlo il suo predecessore, che durante l’ambasciata fece la solita presentazione introducendo il nuovo nunzio e chiedendo licenza di tornare a Roma. Investito ufficialmente dell’incarico, il Caetani prese dunque la parola passando immediatamente a porgere i saluti del pontefice e del cardinal nipote con la

17 ANTONIO CAETANI A SCIPIONE BORGHESE,14 gennaio 1612, Madrid. BAV, Barb. Lat. 8275, c. 12r-v. 18 ANTONIO CAETANI A SCIPIONE BORGHESE,3 gennaio 1612, Madrid. BAV, Barb. Lat. 8275, c. 4r-v. 19 ANTONIO CAETANI A SCIPIONE BORGHESE,17 gennaio 1612, Madrid. BAV, Barb. Lat. 8275, c. 16r-v.

presentazione del «breve di complimento», rinnovando la stima e «l’amor paterno» che il papa portava al re. «Sua Maestà», prosegue il nunzio nella sua minuziosa descrizione, era stato trovato «secondo il solito», con un cera «rubiconda e buona» e aveva dimostrato «d’aggradire molto» le dimostrazioni d’affetto di «Sua Santità», rispondendo «a capo per capo con assai cortesia». Durante l’udienza, passando «all’altro complimento consolatorio per morte della Regina», era stato consegnato il breve di condoglianze e una lettera dello stesso tenore da parte del cardinal nipote. Terminati poi i convenevoli imposti dal cerimoniale, il nunzio non aveva voluto dilungarsi di più con entrare immediatamente nella discussione di negoziati e trattative pendenti; ma pur «non parendo che questa prima imbasciata dasse luogo a negotij», aveva consegnato al re «i due brevi delle facoltà, cioè uno della Nuntiatura e l’altro della Collettoria», che ne definivano il campo d’azione. «Doppo uno o due interrogationi che Sua Maestà mi fece, come stavo, e come havevo passato il viaggio», non restando altro «che fare per all’hora» e «per non esser tediosi», aveva trovato più conveniente terminare la prima ambasciata e, assieme al Carafa, abbandonare le stanze regali20.

La precedente nunziatura dello zio Camillo patriarca di Alessandria, la rete familiare e la tradizione filospagnola della casa, rendevano molto più agevole l’approccio con la corte madrilena21 dell’arcivescovo di Capua, rispetto ai tempi dell’incarico praghese. Di certo poteva essere un vantaggio avere la possibilità di fruire di canali privilegiati per giungere alle orecchie del valido, il duca di Lerma22, avere avvisi e notizie in confidenza rivolgendosi alla propria parentela spagnola23,

20 ANTONIO CAETANI A SCIPIONE BORGHESE,3 gennaio 1612, Madrid. BAV, Barb. Lat. 8275, cc. 3r-5r. Cfr. [Appendice, doc. n. 34].

21 Per esempio, riguardo alla nomina del cardinale Bonifacio Caetani per l’arcivescovato di Taranto si legge: «[…] che tutti li signori et Grandi di Corte ne mostrorno contento grandissimo per essere questi signori amatissimi in quella Corte […]». Avvisi di Roma, 9 febbraio 1613, BAV, Urb. Lat. 1081, c. 39r.

22 Francisco Gómez de Sandoval y Rojas (1553-1625), V marchese di Denía e I duca di Lerma, gran valido del

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