• Non ci sono risultati.

Le tre nuove tipologie di prova, al di là dei nomi, non sono così lontane da quelle proposte negli ultimi vent’anni: l’analisi del testo rimane, il saggio breve scompare come denominazione ma se ne recupera l’impianto espositivo-argomentativo, il tema come tipologia testuale scom-pare ma rimane l’idea di un “tema” da trattare svolgendo una traccia o partendo da un testo.

L’unica tipologia della quale non resta traccia esplicita è l’articolo di giornale, che sparisce tut-tavia solo dalla produzione attiva per diventare uno dei possibili terreni su cui, basandosi su te-sti scritti da professionite-sti, gli studenti devono comprendere contenuti e riconoscere strutture.

Che la scrittura giornalistica non venga richiesta all’esame conclusivo non vuol dire però che le competenze finora acquisite non tornino utili: il lavoro sulle parole-chiave nel titolo ha parecchi altri ambiti di applicazione; la capacità di selezionare e gerarchizzare l’informazione (a partire dalle sempre e ovunque benemerite “5W”) montandola secondo “tagli” diversi viene recupe-rato per riassunto e sintesi; la capacità di scrivere un “attacco” efficace mette in condizione di costruire un buon esordio; padroneggiare uno stile comunicativo e brillante è un apprezzabile plus rispetto al classico registro della scrittura scolastica, alquanto piatta e senza personalità.

Il primo dato evidente, che va a tutto vantaggio degli studenti, è l’ampliamento della scelta prevista: due tracce per la tipologia A e C, tre per la tipologia B; un tratto che accomuna le tracce proposte dal Documento è inoltre che sono suscettibili di vari approcci, derivanti dalle prospettive dei diversi ambiti disciplinari, e prevedono attività di analisi/interpretazione/riformu-lazione di un testo propedeutiche alla richiesta di una produzione libera, oppure svolgimento di una traccia che deve essere formulata con indicazioni di lavoro chiare e precise. Gli ambiti di riferimento ripropongono quelli della vecchia tipologia B: artistico, letterario, filosofico, scienti-fico, storico, sociale, economico e tecnologico; gli otto aggettivi rappresentano in sostanza le materie caratterizzanti dei vari indirizzi del nostro sistema scolastico (questo sembra confer-mato dalla sostituzione di politico con filosofico), e questo dovrebbe offrire a tutti l’opportunità di valorizzare la preparazione specifica raggiunta all’interno del proprio percorso di studi.

Nella tipologia A, che prevede l’opzione tra due brani, dall’Unità a oggi, di epoca e genere diverso, viene richiesto, nel caso di un brano in prosa, di riassumere il testo dando indicazioni su quali siano gli aspetti su cui concentrarsi; per la poesia si chiede invece di individuarne i temi principali: e meno male, perché riassumere la poesia è come assassinarla. Costante è l’attenzione al testo, alla sua comprensione e interpretazione, e molto meno agli aspetti tecnici e stilistici in senso stretto o all’inquadramento in una corrente letteraria. Una prima serie di domande riguarda analisi, interpretazione, commento, e offre la possibilità di rispon-dere punto per punto oppure di costruire un testo unico, con l’indicazione che il testo deve comprendere “in modo organico” le risposte: altrimenti detto, le domande possono essere i punti di una scaletta, l’ordine può essere modificato, quel che conta è l’organicità del testo nel suo insieme. Sempre nella tipologia A, vengono fornite note esplicative e brevi linee-guida per l’interpretazione: su questo c’è ancora da lavorare, perché in vari casi le note si limitano a dare le stesse informazioni del vocabolario e le linee-guida sono in realtà dei microsaggi di critica letteraria, poco produttivi ai fini del lavoro richiesto agli studenti. Al lavoro sul testo vie-ne affiancata la richiesta di approfondire il tema inquadrandolo in un panorama più ampio, di carattere soprattutto storico o comunque legato alla prospettiva umanistica (come il richiamo a letteratura e cinema).

Nella tipologia B, che prevede la scelta tra quattro tracce su testi diversi per àmbito di rife-rimento, dopo che a dicembre 2018 la richiesta di “un testo di analisi e commento” aveva generato parecchio sconforto per la sua oscurità, si propone un’articolazione della prova in domande di comprensione, riformulazione e analisi del testo seguite dalla richiesta di produrre un elaborato di carattere argomentativo sul tema proposto. Per la struttura del testo da pro-durre, la divisione in paragrafi è suggerita e non imposta, non vengono posti obblighi per il ricorso a particolari mosse argomentative e non compare un vincolo di lunghezza: parrebbe, questa, una lodevole cautela da parte del Ministero, che viste le difficoltà nel varare la nuova prova potrebbe aver preferito non aggiungere ulteriori motivi di ansia con indicazioni formali troppo rigide.

La tipologia C, infine, offre l’opzione fra due tracce che partono da un testo-stimolo (di diverso spessore e più o meno lontano nel tempo) per proporre una riflessione su un aspetto legato al proprio vissuto personale: un sentimento come la nostalgia, un aspetto della vita come il tem-po libero, e simili. Questa titem-pologia sembra definirsi come sempre più legata a una riflessione personale, che presuppone sì capacità di introspezione e rielaborazione ma non richiede

ne-agli studenti di tutti gli indirizzi, come è giusto che sia nella prova che riguarda la madrelingua.

Noteremo solo che in questa tipologia il testo d’appoggio, secondo le indicazioni del grup-po che ha elaborato il Documento di lavoro, dovrebbe fare solo da spunto e la riflessione dovrebbe essere piuttosto libera: dovrebbe quindi essere esclusa la richiesta di confrontarsi direttamente con il testo oppure di aderire o meno alla sua linea di pensiero (su questo le tracce andrebbero “limate” meglio rispetto a quanto visto nelle due simulazioni di febbraio e marzo 2019).

Le novità

La prima novità è che la prova d’esame può essere strutturata, cioè composta da più parti e con richieste diverse: a questo peraltro ci hanno già abituati le prove INVALSI, che hanno mes-so l’accento sulla comprensione oltre che sulla produzione, sui livelli profondi della testualità oltre che sulla – sempre sacrosanta – correttezza grammaticale.

La seconda è che si chiede al candidato non solo di scrivere liberamente ma anche di com-prendere e riscrivere: anche questo però lo abbiamo già visto con le “nuove tipologie” della riforma del 1999. Comprendere, parafrasare e riassumere erano attività richieste sia dalla ex tipologia A sia dall’uso dei documenti nella ex tipologia B: adesso la comprensione non riguar-da più solo il significato ma anche la struttura del testo.

La terza novità, infine, è che ci siano indicazioni esplicite sui criteri di valutazione e che anche per la prima prova vengano predisposte dal MIUR griglie comuni: questo, come già detto, risparmia una discreta parte di lavoro alle commissioni e porta verso una valutazione il più possibile oggettiva e omogenea nelle varie scuole: gli indicatori esplicitati alla voce Criteri per la valutazione delle prove del documento, e poi fatti propri dal MIUR, sono quelli sui quali la scuola ha una lunga esperienza: la parte più impegnativa è declinarli in descrittori, ma su que-sto aspetto torneremo altrove (cfr. alle pgg. 52-58).

In definitiva, la nuova prima prova accoglie quanto di buono c’era nella riforma del 1999 ed eli-mina invece gli aspetti che, per vizio strutturale o intenzioni fraintese, si sono rivelati un proble-ma: scrivere partendo da documenti (intenzione di per sé lodevole) ma avendo a disposizione un dossier patchwork fatalmente destinato a improbabili “taglia-e-cuci”, simulare articoli di giornale (testi da professionisti del settore, per scrivere i quali nemmeno noi insegnanti siamo il più delle volte attrezzati) collegati ai documenti nei modi più strani anziché ai lanci di agenzia, svolgere tracce velleitarie per ampiezza e densità inesorabilmente destinate (per mancanza di idee o tradizione dura a morire) a far scorrere fiumi di retorica e di indigeribili luoghi comuni.

La nuova prima prova porterà il compito degli studenti a essere molto più agevole perché fornisce loro elementi preziosi: indicazioni puntuali su come lavorare, testi di appoggio sui quali fondare il proprio elaborato anziché la richiesta di trattare temi fuori dalla loro portata e richiamare contenuti impegnativi semplicemente sulla base della propria memoria o di pochi frammenti scarsamente integrati tra loro impropriamente definiti “dossier”.