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2.4.1 Storia

Il distretto degli occhiali di Belluno è nato nei pressi di Calalzo dove nel 1878 venne fondata la prima fabbrica di occhiali. Ancora oggi nel Bellunese vengono prodotte le montature indossate da 4 italiani su 5 grazie a 480 grandi e piccole aziende sopravvissute alle crisi cicliche di un’industria che in Europa è stata cancellata in paesi come la Francia e la Germania42.

Nel corso degli anni l’area del distretto - tra la provincia di Belluno e l’alto Trevigiano - ha favorito lo sviluppo impetuoso di una filiera concentrata di imprese che si sono sviluppate nella realizzazione di componentistica, macchinari, lavorazioni complementari fino alla montatura completa. (Sopracolle, 2008) La fioritura del distretto si ha soprattutto grazie al boom economico avvenuto dopo la seconda guerra mondiale, durante il quale nascono le prime aziende specializzate di subfornitura e moltissime di loro specializzate nella produzione di una sola fase di lavorazione (attività di assemblaggio, pulitura, saldatura, verniciatura e trattamenti galvanici, produzione di minuterie, produzione e lavorazione delle lenti, produzione di astucci ed altri accessori). In questi anni si assiste alla formazione di grandi gruppi che ancora oggi detengono la leadership come il polo Agordino che poi ha portato alla costituzione nel 1961 di Luxottica s.a.s. e il polo Longaronese che ha dato origine a “Marcolin”, ma

soprattutto si riscontra il cambiamento dei gusti dei consumatori. Col passare del tempo l’occhiale inizia ad avere un ruolo simbolico, che lo allontana sempre più dallo status di strumento strettamente funzionale legato alla vista, grazie alle più importanti griffe mondiali che usano l’occhiale come un accessorio. Il prezzo sui marchi non di primo livello comincia così a scendere favorendone l’acquisto a più persone. Sono questi gli anni d’oro per il distretto che si vede leader mondiale nella produzione dell’occhiale.

A partire dagli anni ‘90 vivono nel distretto due tipologie di imprese: poche di grandissime dimensioni43 e molte di piccolissime dimensioni solitamente imprese artigiane o società di capitali che hanno puntato ad un’attività da terzisti o ad un prodotto di nicchia. Sebbene come dimensioni le due tipologie siano su poli opposti, i processi produttivi e l’organizzazione del lavoro usati nell’impresa grande si rispecchiavano similmente in quelli usati dalla piccola. Questo risultato è frutto della collaborazione, che da sempre è punto di forza strategico del distretto. Le imprese leader e successivamente quelle medie, si sono affidate alle piccole realtà del Bellunese per la lavorazione di alcune fasi del prodotto o del prodotto finito nei casi di eccesso di domanda, applicando la regola del “se dovevo fare 10 ero strutturato per fare 10 se dovevo fare 20 avevo la possibilità di esternalizzare certe lavorazioni e affrontare il surplus” (Sopracolle, 2008). Questo modello organizzativo a rete ha portato molti benefici all’indotto: ha favorito moltissimi spin-off che collaboravano insieme puntando ad ottenere economie di aggregazione44 e ha favorito la circolazione di apprendimento e di conoscenza che di solito rimane tacita all’interno dell’impresa. Le aziende di piccole dimensioni sono state sicuramente funzionali nell’assorbire eccessi di domanda ma sono diventate un elemento a rischio sia quando si è consolidato il mercato, sia quando ha cominciato a ridursi. La loro strategia è stata concentrata più nel “fare” che nell’elaborazione e nell’acquisizione di nuova conoscenza

43 Le imprese leader del distretto sono principalmente 4: Luxottica, Safilo, De Rigo, Marcolin.

44 Le economie di aggregazione derivano dalla formazione di un gruppo di unità economiche giuridicamente indipendenti. Si tratta di accordi basati sulla relazione e la condivisione di know-how e permettono la formazione di legami di tipo tecnologico(trasferimento di tecnologia, sfruttamento delle complementarietà tecnologiche, attività di R&S), produttivo (economie di scala derivanti da rapporti di sub-fornitura), commerciale (sviluppo di reti commerciali e di vendita, per aprire nuovi sbocchi).

tacita (Gambarotto et al., 2002) e in aggiunta molte di esse vivevano grazie alle commesse dei gruppi leader, quindi estremamente sensibili e condizionate dalle strategie altri.

Dopo un decennio di espansione si cominciarono a sentire i sintomi di una prima grande crisi. La competizione internazionale divenne più intensa, soprattutto quella proveniente dal mercato Cinese ma anche giapponese e coreano; per competere le imprese cominciarono ad integrarsi verticalmente con conseguente concentrazione dell’occupazione e perdita di flessibilità. Allo stesso tempo si avvia un crescente processo di delocalizzazione che segna la crisi definitiva per molti terzisti. Altre piccole imprese entrarono in crisi a causa della mancanza di un accesso diretto al mercato (sia nazionale sia soprattutto internazionale) e di un’adeguata struttura promozionale e di marketing.

A partire dal 2000 il distretto comincia a trasformarsi da produttivo a terziario concentrandosi per lo più su design e progettazione dell’occhiale. Per alcuni è stata la salvezza, per altri una nuova e inaspettata crescita (Sopracolle, 2008), per tantissimi altri invece la fine.

Il distretto è riuscito sì a sopravvivere meglio di altri ma il suo futuro è molto incerto perché si hanno i sintomi di un’ulteriore grande crisi. La scuola di ottica del Cadore lancia un allarme a causa dei pochissimi studenti iscritti: nessuno ha più fiducia che il distretto sopravviva e senza giovani che investono il loro futuro non è difficile pensare che la storia del distretto finisca con la prossima generazione. Un altro segnale dall’allarme proviene dal crollo dell’export americano (sceso del 9% nel 2008) in favore del monopolio distributivo degli occhiali cinesi. Questo dato è grave perché il 70% circa della produzione di occhiali è venduta all’estero e di questo, ben il 40% solo in America (Espresso, 23-12-08, Luca Piana). Dopotutto però, non si può avere solo una visione pessimistica della realtà, c’è infatti da dire che è impossibile per paesi che producono grandi volumi a basso costo riprodurre quell’intreccio fra qualità, creatività e servizio che è segno distintivo dell’occhialeria Bellunese.

2.4.2 Analisi descrittiva dei dati

Per il distretto dell’occhialeria, i filtri di competenza sono:

x I comuni coinvolti nella ricerca sono in ordine alfabetico: Pederobba, Segusino, Valdobbiadene per la privincia di Treviso mentre per Belluno sono Agordo, Feltre, Longarone, le località del Cadore quindi Auronzo di C., Borca di C., Calalzo di C., Cibiana di C., Danta di C., Domegge di C., Lorenzago di C., Lozzo di C., Ospitale di C., Perarolo di C., Pieve di C., S.Pietro di C., S.Stefano di C., S.Vito di C., Selva di C., Valle di C., Vigo di C., Vodo di C., Zoppè di C., e le località d’Alpago come Chies d’A., Farra d’A., Pieve d’A., Puos d’A.

x Le attività selezionate con rispettivo codice Ateco 2007 sono legate alla catena del valore nella produzione di occhiali. Il comparto 25 (“Fabbricazione di prodotti in metallo”) relativamente al trattamento e rivestimento dei metalli e fabbricazione di articoli e minuteria metallica, il comparto 26 (“Fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ottica; apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e di orologi”) che si riferisce più in dettaglio alla fabbricazione di elementi ottici, strumenti ottici di precisione, il comparto 27 (“Fabbricazione di apparecchiature elettriche ed apparecchiature per uso domestico non elettriche”) con riferimento alla fabbricazione di cavi a fibra ottica per la trasmissione di dati o immagini, il comparto 32 (“Altre industrie manifatturiere”, tra cui fabbricazione di armature e montature per occhiali), il comparto 47 (“Commercio al dettaglio” di materiale per ottica e fotografia), il comparto 74 (“Altre attività professionali, scientifiche, tecniche”, che si riferisce solamente all’attività di design di moda e industriale).

Fonte dati: Camera di Commercio, Provincia di Belluno

Sono in totale 236 le nuove imprese iscritte a registro nella Camera di Commercio durante otto anni, per una media di 19 all’anno. Ciò nonostante è 500 il numero di quelle cui si ha registrato una cessazione di attività nel medesimo periodo di tempo, per una media annuale di 62; in media, quindi, sono 43 le imprese che spariscono ogni anno. Anche se questo dato ha un valore simbolico45, si può sostenere che nel distretto è in corso un radicale cambiamento demografico delle imprese che ne appartengono. Ad esempio, tra quelle cessate sono più di 310 le imprese appartenenti al settore “fabbricazione di armature per occhiali e montature di occhiali comuni” (codice ATECO 32.50.50); a dimostrazione del fatto che questa attività è stata largamente delocalizzata in paesi a basso costo o propriamente internalizzata dai gruppi leader del territorio.

2% 35% 4% 5% 19% 10% 25% Agordo Alpago Cadore Feltre Longarone Pederobba Segusino Valdobbiadene

Grafico 2.2: Concentrazione di nuove imprese nei comuni del distretto dell'Occhiale.

Fonte dati: Camera di Commercio di Belluno

Come si evince dal Grafico 2.2, il 35% di nuove imprese è localizzata nella zona del Cadore, soprattutto a Calalzo punto d’origine dell’intera realtà, e a seguire i tre comuni della provincia di Treviso.

Di queste (Graf. 2.3), la maggior parte lavora nella fabbricazione di armature e montatute per occhiale (codice 32), quindi il distretto continua a mantenere viva la propria tradizione. E’ interessante notare come questa attività sia protagonista sia per il maggior numero di imprese nate che di quelle cessate. Questo fa pensare che le aziende di vecchia generazione abbiano lasciato spazio ad altre più attente all’innovazione e ad inseguire la domanda del mercato.

Segue per il 19% il codice 25 che rappresenta, assieme, il trattamento e rivestimento dei metalli e la fabbricazione di articoli metallici e minuteria metallica. Non si può nascondere, però che sono 60 quelle cessate, contro le 20 nate nel periodo di interesse, certamente un gap che rappresenta un declino anche in questa attività. Con il codice 47 viene considerato il commercio al dettaglio di materiale per ottica e fotografia che conta 16 imprese nate e sopravvissute, conto un ottantina di cessate. Solo il 5% delle imprese è impiegata in attività di design che, al contrario di Montebelluna con un 30%, non ha avuto un grandissimo sviluppo. 20% 1% 58% 16% 5% 25 : minuteria metallica 26: attr. ottiche

32: montatura per occhiali 47 : materiale per ottica 74 : design

Grafico 2.3: Attività svolte dalle nuove imprese del distretto dell'Occhiale.

Fonte dati: Camera di Commercio di Belluno

Ancora più basso è il numero di imprese nate e che appartengono al settore 26, ovvero nella fabbricazione di attrezzature ottiche di misurazione e controllo, che registra un debole 1%. L’ultimo indicatore interessante dal punto di vista

demografico è la crescente presenza di attività fondate da imprenditori cinesi che rappresentano circa il 16% delle imprese nate e ancora attive nel distretto.

Fonte dati: AIDA, distretto dell’Occhiale

Le imprese estratte da AIDA per il distretto dell’occhialeria, sono in totale 28. Un numero piuttosto ridotto che rispecchia la diversa realtà che abita questo distretto nei confronti dello Sportsystem. La tipologia di attività in cui si contano più nate, è l’attività di produzione di montature di occhiali, che rappresenta il 39 % del campione. Non solo, ma anche le attività legate ad esse, come ad esempio trattamento e rivestimento dei metalli, fabbricazione di minuteria metallica e fabbricazione di strumenti e attrezzature ottiche rappresentano insieme il 35% delle attività interessate. Perciò l’attività legata alla produzione di montature per occhiali rappresenta un totale del 74%, confermando come le nuove imprese continuino a seguire la tradizione distintiva del distretto.