PARTE II – L’ ISCRIZIONE TERRITORIALE DEGLI MTD AUTONOMI
CAP 6 L’MTD di Brown: rischi e scommesse di un movimento territoriale senza
6.1 L’odissea dell’MTD di Brown tra strade da bloccare e piazze da riempire
Il 20 gennaio del 2000 un gruppetto di studenti universitari residente nel barrio di Don Orione, nell’ambito di un lavoro di ricerca in cui si doveva provare a promuovere una forma di organizzazione tra i vicini, convoca un’assemblea per discutere del problema della disoccupazione, attraverso dei cartelloni esposti in tutto il barrio. All’assemblea, organizzata presso il Club Sportivo La Libertad, di fronte la Manzana 3282, partecipano circa 30 persone (di cui solo 4 uomini), quattro militanti che avevano promosso la nascita della Comissione di Disoccupati di Lanús e Darío Santillán, che aveva 19 anni (Pacheco, 2004).
La nascita ufficiale dell’MTD del Barrio Don Orione (futuro MTD di Brown) porta data 20 gennaio 2000 e quattro anni dopo è ricordata così dagli stessi protagonisti:
“Il 20 gennaio di quattro anni fa e sotto le lamiere del club di calcio “Libertad” del Barrio Don Orione (Claypole) trascorreva il mese più caldo dell’anno. Circa 25-30 persone si erano riunite per partecipare ad una Assemblea convocata da un pugno di giovani vicini, per discutere tra tutti come risolvere un problema di tutti, che era la MANCANZA DI LAVORO. La proposta fu di iniziare a riunirci tutte le settimane, fare un censimento dei disoccupati, raccogliere firme per una petizione e cominciare ad agitare la cosa in maniera collettiva, rivendicando risorse alle autorità e organizzandoci con i vicini. Il primo che alzò la mano per approvare la proposta aveva barba e capelli lunghi: si chiamava Darío Santillán ed aveva 19 anni. A partire da lì iniziò la lotta: a febbraio una prima mobilitazione con altri MTD ci permise di conquistare 9 sussidi e di organizzare un ropero, più tardi aumentarono le manifestazioni e a novembre facemmo il primo blocco stradale, tra Pasco e Belgrano, in cui guadagnammo più sussidi, però soprattutto guadagnammo fiducia in noi stessi. Successivamente vennero altre lotte, le estati sull’asfalto che scottava e gli inverni sotto la pioggia, resistendo alla polizia, ai punteros, agli attaccabrighe, e agli assassini dalle cartucce rosse ai quali non trema la mano quando decretano la morte altrui. Tuttavia, l’MTD di Brown continua con fermezza a lottare, sulle strade, nel quartiere: lottiamo per cambiare la società, lottiamo per cambiare noi stessi ed essere ogni giorno di più e migliori compagni.” 83
L’MTD del Barrio Don Orione nasce quindi da una convocazione fatta da un gruppo di giovani studenti che, oltre a promuovere le prime assemblee, si coordinano sin da subito con le altre organizzazioni autonome ed adottano sin dal principio le pratiche piquetere: un mese dopo la prima assemblea partecipano già ad un blocco stradale e guadagnano i primi 9 sussidi di disoccupazione. Con i soldi dei primi sussidi l’MTD può iniziare ad organizzare la sua prima attività produttiva: il
ropero comunitario- guardaroba comunitario, che consiste nell’aggiustare e rivendere vestiti usati
ad un prezzo solidale. Per alimentare il ropero e per far conoscer l’MTD nel quartiere i militanti prendono contatti con gli amministratori dei vari condomini e fanno richiesta di vestiti e libri di seconda mano. Il primo ropero viene organizzato nella casa di un compagno (manzana 27) che poi
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‘Manzana’ significa ‘Isolato’. Nel quartiere di Don Orione non ci sono vie, l’orientamento è dato dalla numerazione degli isolati. Ho preferito lasciare il termine Manzana.
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però smette di partecipare perché la moglie, disoccupata, non ottiene il sussidio di disoccupazione, ed allora il ropero si sposta nella casa di un altro compagno, nella manzana 14.
Vengono inoltre organizzate delle ollas populares (letteralmente pentole popolari, ossia un piatto caldo da condividere) in punti visibili del complesso di Don Orione come ad esempio sotto il ponte della Ruta Provinciale 4 o sull’Avenida Evita Perón per farsi conoscere ed aumentare la partecipazione del movimento.
I giovani militanti promuovono il coordinamento con gli altri MTD per la realizzazione di mobilitazioni congiunte: la localizzazione di Don Orione permette di sfruttare la linea ferroviaria Roca (che serve la Zona Sud del Gran Buenos Aires) data la relativa vicinanza della stazione di Claypole e di raggiungere quindi gratuitamente l’MTD Teresa Rodriguez localizzato nella stazione di Varela. Più difficile, ossia più dispendioso, mantenere le relazioni con l’MTD di Lanús non servito da nessuna linea ferroviaria.
Sin dalle prime mobilitazioni il Municipio di Almirante Brown si dimostra il meno disposto a cedere alle rivendicazioni dei movimenti. L’MTD del Barrio Don Orione intensifica quindi le mobilitazioni coordinate con gli altri movimenti: il primo blocco del Puente Pueyrredón del 1° maggio 2000; la mobilitazione contro lo sgombero di una chiesa occupata dall’MTD di Solano del 25 giugno 2000 (a cui partecipano anche i Vicini Autoconvocati per i Diritti in Glew); il blocco stradale della Rotonda di Pasco il 6 novembre 2000 (luogo strategico al confine tra i Municipi di Quilmes, Lanús e Almirante Brown).
Nel dicembre 2000 i Vicini Autoconvocati per i Diritti in Glew si uniscono all’MTD del Barrio Don Orione formando l’MTD di Brown. Glew è un barrio appartenente allo stesso Municipio di Almirante Brown, ma che si trova verso il confine sud del municipio, a notevole distanza dal barrio di Don Orione.
Il blocco stradale che solidifica il coordinamento tra gli MTD autonomi è il blocco del Triangolo di Bernal, nel Municipio di Quilmes del 12 febbraio 2001; è infatti il primo blocco in cui sia l’MTD di Brown che di Lanús pernottano. Il blocco dura due giorni e viene sciolto solo all’ottenimento dei sussidi. Questo blocco è significativo anche per il fatto che appaiono i segni distintivi dei piqueteros: pneumatici bruciati, bastoni e volti coperti. Per la prima volta il barrio di Don Orione e di Glew manifestano uniti.
L’MTD di Brown a fine del 2000 è costretto a lasciare il Club La Libertad a causa di una intromissione di un puntero politico e si trasferisce nella piazza della Manzana 30.
Con l’importante blocco stradale di Pasco i movimenti guadagnano un gran numero di sussidi di disoccupazione e grazie alla maggior disponibilità finanziaria del movimento decidono di occupare un terreno.
“Quindi sì, a Don Orione, anche seguendo l’esempio di altri compagni, si cerca uno spazio, uno spazio in cui stabilirsi, dal quale organizzarsi; e si pensa ad un locale. Perché? Perché un locale permette di fare dei gruppi di lavoro e di riunirsi in assemblea…fa in modo che il movimento possa avere le sue proprie cose. Perché fino a quel momento il movimento si era organizzato nelle case dei compagni. I gruppi di lavoro erano organizzati nelle case dei compagni perché non avevamo altri spazi disponibili.”84
Viene scelta una parte della manzana 25, un isolato verde, considerato il polmone verde per gli edifici circostanti. Così agli inizi del 2001 viene chiesto il permesso ai vicini di poter organizzare un locale nella Manzana 25 affianco a dei garage, in un posto utilizzato come discarica abusiva. I vicini accettano a patto che si lasciasse pulito lo spazio verde e molti dei vicini, pur non partecipando al movimento, contribuiscono alla costruzione del locale donando laterizi, lamiere e quant’altro. Altro materiale si rimedia chiedendo ai negozi vicini la merce che rimaneva invenduta. Dal municipio riescono ad ottenere solo qualche lamiera. Alcune lamiere vengono offerte anche dall’MTD di Glew. La costruzione del locale diviene quindi possibile grazie alla solidarietà di vicini, negozianti, e di altri gruppi militanti; l’ultima donazione che permette la definitiva costruzione del locale viene e ricevuta a seguito di una partecipazione in un festival organizzato da organizzazioni per la difesa dei diritti umani (nello specifico di detenuti e desaparecidos della dittatura militare)85. La pulizia del posto dura quindici giorni e la costruzione del locale viene terminata nell’ottobre 2001. Il locale è formato da una stanza per l’assemblea ed il servizio di assistenza medica, una biblioteca, un ‘ropero’, due bagni, uno spazio esterno coperto da lamiere ed un orto comunitario.
Ad un mese dalla costruzione, nel novembre 2001 si crea una frattura all’interno del gruppo tra un gruppo di militanti che prima di partecipare all’MTD avevano fatto parte della CCC (organizzazione piquetera di stampo sindacale) e il gruppo di militanti che avevano promosso l’assemblea del 2000 da cui era nato l’MTD. Il gruppo ‘originario’ dell’MTD decide di lasciare agli altri il locale, e di spostarsi nel barrio affianco, il barrio di Cerrito, dato che alcune persone che vivevano nel Cerrito già partecipavano all’MTD.
Con la scissione ed il trasloco l’MTD perde molto del materiale raccolto fino a quel momento, soprattutto libri e videocassette che erano servite per organizzare incontri di dibattito con i ragazzi
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Intervista I_250807_ Referente MTD Brown
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