CAPITOLO TERZO LA BIBLIO-MEDIATECA
CAPITOLO QUARTO LA MEDIATECA TRA TEORIE,
4.2 Le Mediateche Regionali tra progetti e realtà
4.2.1 L’oggi delle Mediateche regional
Pur senza avere la possibilità di entrare completamente nello specifico della consistenza delle azioni culturali e dell’effettiva rilevanza del servizio che a distanza di diversi decenni dalla loro fondazione le varie Mediateche riescono
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Per esempio tra i supporti di memoria in ambito informatico i “floppy disk”, quelli comunemente chiamati ‘dischetti’,hanno sostituito negli anni ‘80 del ‘900 i dischi magnetici morbidi. E se fino a qualche anno fa tutti i computer montavano un lettore per questi supporti oggi ormai più nessun computer ne è dotato. I lettori di “floppy disk” sono diventati delle attrezzature esterne da collegare al computer in un secondo momento, destinati comunque nel tempo ad essere definitivamente soppiantati dalle nuove tecnologie di memorizzazione. Oppure per esempio l’interfaccia SCSI che permette tra l’altro la connessione con molti dispositivi esterni (scanner d’immagini, lettori e scrittori di CD, lettori e scrittori di DVD, hard disk esterni, ecc.), che era in passato molto diffusa in ogni tipologia di computer e invece attualmente trova un significativo impiego soltanto in workstation, server, periferiche di fascia alta (con elevate prestazioni), a causa dell’evoluzione tecnologica di altri sistemi che nel tempo sono progrediti e si sono dimostrati nellavalutazione costi/benefici più convenienti (<http://it.wikipedia.org/wiki/Small_Computer_System_Interface>).
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ancora ad offrire, vorremmo però provare a tracciare almeno le linee generali di ciò che sembra essere successo a questi istituti con il trascorrere del tempo ed in seguito alla significativa evoluzione tecnologica digitale-informatica, che ha fatto irruzione in modo preponderante almeno dalla metà degli anni ‘90, sia per quanto riguarda gli audiovisivi sia per quanto riguarda la sempre più diffusa ipertestualità ipermediale interattiva realizzata grazie al computer e fortemente diffusa grazie alla rete Internet. Non ci riferiremo in questo paragrafo a tutte quelle Mediateche di eventuale nuova fondazione o dovute alla trasformazione delle biblioteche in biblio-Mediateche che invece saranno oggetto di un approfondimento nel paragrafo dedicato al “piano di azione Mediateca 2000”. Le verifiche che abbiamo condotto e che intendiamo rappresentare riguardano quelle Mediateche regionali e di ente locale nate negli anni ‘80 del secolo scorso, di cui abbiamo scritto nei precedenti paragrafi, e di cui si poteva, come ci dice Verzolini, “[...] rimarcare già da allora una distinzione in due categorie: le Mediateche didattiche, che si occupavano pressoché esclusivamente di media per l’educazione e la formazione e le Mediateche di promozione culturale che si occupavano prevalentemente di cinematografia e di audiovisivi a carattere locale. Fra le due categorie di Mediateche si ponevano tutte quelle di interesse congiunto, in grado di integrare i servizi all’insieme dell’utenza” (1995, p. 20). Per questa verifica siamo partiti dalle segnalazioni degli indirizzari della Landucci (1992), di Verzolini (1995), e della Arduini (1995). Si tratta di una verifica condotta grazie alla rete Internet e che abbiamo portato avanti con la convinzione che se a distanza di più di un decennio dall’inizio dell’esponenziale diffusione di questa infrastruttura telematica, un’istituzione non ha sentito l’esigenza di essere rappresentata in
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quello spazio comunicativo o con il proprio catalogo o con un sito che ne descriva l’attività, molto probabilmente si è spenta completamente amministrativamente anche soltanto di fatto, finendo completamente marginalizzata. Ma la ricerca in questo senso ha dato ragione alle nostre ipotesi, infatti quelle istituzioni che non risultano rintracciabili in rete è a causa del fatto che sono effettivamente scomparse almeno nelle funzioni per cui erano state inizialmente attivate e che hanno costituito il motivo della loro iniziale diffusione nel territorio. In generale comunque si può tranquillamente affermare che complessivamente l’analisi della situazione ha confermato, per molti aspetti peggiorandola, l’opinione di negatività e fallimento già riportata nel paragrafo precedente ed espressa dalla Landucci ancora nel 1997 in relazione all’esperienza italiana delle Mediateche regionali e di ente locale. Delle Mediateche didattiche del COMETE, quelle poche istituzioni che restano vitali e attive hanno cambiato sembianze e attività principale. Le altre sono semplicemente scomparse. Probabilmente si é trattato di una mutazione tecnologica che non si è saputo o che in alcuni casi non si è voluto accogliere, e questo anche dal punto di vista del volere politico, delle sue nuove sensibilità, o forse, più probabilmente, della continuamente scarsa sensibilità culturale a proposito delle tecnologie comunicative in ambito formativo. Molto, probabilmente, hanno anche contato in questo quasi totale azzeramento istituzionale le sempre più restrittive politiche del personale che tende ad essere indistintamente ridotto e non rimpiazzato per effetto del ‘patto di stabilità’ e di altri provvedimenti connessi con il contenimento della spesa pubblica. Insomma una volta pensionati i responsabili, che in molti casi erano anche gli iniziatori di alcune esperienze, si è pensato di sopprimere la relativa istituzione e di ripartire il
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personale residuo in altri settori. Mentre, da un punto di vista tecnologico effettivamente i testi mediali per l’apprendimento, sia quelli audiovisivi che quelli ipertestuali e ipermediali (‘learning object’), ormai sono veicolati direttamente da internet e spesso sono inglobati in più ampi e strutturati sistemi formativi a distanza che utilizzano in pieno le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione55.
Iniziamo questa raffigurazione generale del quadro attuale delle Mediateche regionali e di ente locale dal Mediafor della Regione Basilicata che avrebbe dovuto avere tra i suoi compiti istituzionali, indicati dalla legge regionale n. 22 DEL 1_06_1998,
a) l’alfabetizzazione, la formazione, l’aggiornamento per l’uso educativo degli strumenti della comunicazione e di quelli audiovisivi,
b) la documentazione, la catalogazione, l’acquisizione e la conservazione di risorse e materiali cinematografici, audiovisivi, fotografici e grafici, con particolare riguardo a quelli attinenti la storia e la cultura regionale, le tematiche formative di interesse regionale,
c) la diffusione, l’animazione, la consulenza a sostegno di progetti educativi e culturali, nonché la distribuzione dei programmi e dei materiali indicati nel precedente punto,
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“Il mondo della scuola e delle istituzioni formative è sempre più coinvolto nella produzione di oggetti digitali, solitamente multimediali e interattivi, fruibili di norma con i comuni software di consultazione del web. Docenti, insegnanti e formatori producono e pubblicano, spesso inviandoli a ‘repository’ di libero accesso, i propri prodotti didattici corredati da informazioni sui contenuti (i metadati) che ne consentono il reperimento e un utilizzo ragionato. Proprio la possibilità di un accesso immediato ad una considerevole fonte di prodotti didattici su un bacino planetario rende il processo produttivo e fruitivo dei ‘learning object’ estremamente vantaggioso e fornisce uno stimolo per una sempre più ampia condivisione” (Cecchinato, 2005).
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d) la ricerca, la sperimentazione, la produzione di programmi e materiali didattici relativi ad esigenze di formazione e di documentazione, e che avrebbe dovuto comprendere anche l’Archivio regionale dell’immagine, l’Archivio regionale delle tradizioni popolari, il Laboratorio di ‘Office
Automation’, nonchè curare la produzione di materiali informativi attinenti
alle attività del centro, si è trasformata in una ‘Web tv’ o meglio, come é stata definita dall’attuale responsabile in occasione di un convegno, “Tv interattiva della pubblica amministrazione”56.
Di fatto, come vedremo, si tratta di una trasformazione comunicativa e culturale unicamente utilitaristica nella direzione della cura quasi esclusiva della comunicazione istituzionale della Regione Basilicata con l’aggiunta, secondo noi, dell’aggravante di tentare di sostituirsi almeno in parte alla comunicazione informativa televisiva degli altri editori del sistema comunicativo. Nel descriverne le motivazioni l’attuale responsabile Fiorellini ne motiva così quella che lui chiama la “rinascita del Mediafor”: “era il 1998 quando la Regione Basilicata istituì il Centro multimediale. Internet non esisteva e la consultazione del materiale audiovisivo avveniva esclusivamente recandosi presso il centro. [...] Oggi internet facilita la fruizione. Le immagini possono essere consultate da casa attraverso il PC. Tutto ciò rafforza il ruolo del Centro Multimediale nell’offrire soluzioni tecniche all’esigenza di diffondere filmati e quant’altro [sic!]”. Di fatto, dopo una serie di sperimentazioni iniziate nel 1998 e che hanno riguardato dei notiziari radiofonici della Regione fruibili da un numero verde, l’implementazione
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Fiorellini G., intervento al convegno “Tv interattiva della pubblica amministrazione, contenuti e
servizi” 12/06/2007, in http://www.retepa.it/midcom-serveattachmentguid-
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di informazione istituzionale di alcune pagine del televideo regionale Rai, la trasmissione in diretta dello spoglio elettorale in occasione delle elezioni regionali del 2000, la trasformazione del giornale radio telefonico in un giornale radio quotidiano diffuso sulle emittenti radiofoniche locali grazie ad una convenzione (si suppone di tipo economicamente onerosa) con un consorzio di editori radiofonici (Crel) che per tale scopo hanno assunto cinque nuovi giornalisti deputati alla redazione dei notiziari regionali, della realizzazione di un telegiornale della Regione da fruire attraverso internet, il Mediafor, oggi, è riassumibile ad una serie di canali televisivi internet riempiti di contenuti informativi realizzati dall’ufficio stampa della Regione Basilicata e da una serie di soggetti terzi sotto contratto con la stessa Regione. I canali televisivi sono i seguenti:
• DIRETTA CONSIGLIO, la registrazione delle sedute del consiglio; • DIRETTA REGIONE, le conferenze stampa, gli eventi speciali, le
iniziative della Pubblica amministrazione;
• TGBASILICATANET, il telegiornale della Regione con aggiornamenti quotidiani;
• IN BASILICATA: la basilicata turistica, il territorio, l’ambiente, le fiere e le attività produttive;
• CULTURA, video art, sociale, i filmati dei progetti regionali; STORIA BASILICATA, archivio di filmati storici prodotti dall’Istituto Luce, dalla Rai e da altri istituti.
L’ambizione dichiarata sarebbe poi quella di diffondere Telebasilicatanet nelle piazze dei comuni della regione, nelle attività commerciali e di far arrivare “nelle
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case di tutti i lucani le immagini in diretta del Consiglio regionale inframezzate da interviste ai protagonisti (consiglieri, assessori, presidenti) e testimonianze registrate tra i cittadini” grazie alle televisioni locali e alle nuove possibilità della tecnologia televisiva del digitale terrestre. Insomma, come abbiamo potuto constatare in tutto questo percorso, coloro che dovrebbero essere controllati dai media tentano di diventare gli artefici del proprio controllo e, con un po' di ironico sarcasmo, non possiamo ovviamente dubitare che le varie informazioni del Mediafor saranno assolutamente obbiettive e spesso certamente scomode per gli amministratori regionali. Se poi confrontiamo i servizi del “Mediafor rinato” con quelli che la legge regionale gli attribuiva possiamo constatare che continuano ad essere svolti soltanto quelli relativi alla produzione di materiali informativi attinenti alle attività istituzionali della Regione, diremmo in modo quasi esclusivo, e in parte quelli attinenti ai materiali audiovisivi della storia e della cultura regionale. Ben poca cosa, ovviamente, rispetto alla complessità socio-culturale del progetto iniziale e al tentativo di realizzare un istituto che grazie alla cultura e all’educazione audiovisiva e più in generale mediale, nella prospettiva della formazione continua lungo tutta la vita, aveva tra i suoi più importanti obiettivi quello dello sviluppo critico delle conoscenze e delle competenze dei cittadini nei confronti dei media della comunicazione sociale di massa. Comunque telebasilicatanet tra le proprie intenzioni editoriali avrebbe anche quelle di continuare il lavoro di digitalizzazione dell’archivio di immagini in movimento del Mediafor, di consentire ad altri enti pubblici, associazioni, scuole e centri di ricerca di inviare i propri filmati per trasmetterli dalla propria piattaforma e di invitare i filmaker locali a realizzare dei “video art [?]” (film sperimentali e
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d’artista?) in relazione ad un festival che dovrebbe essere promosso dalla regione sempre con l’obiettivo di poterli inserire nel canale dedicato alla cultura. A ben vedere però si tratta semplicemente di delegare solo sul piano formale alle già formate, o alle supposte ed eventualmente potenziali capacità realizzative e produttive di altri soggetti, che di fatto dovrebbero servire semplicemente “ad alimentare telebasilicatanet” e la sua supposta ‘fame di immagini’, senza però riuscire ad esprimere alcun intento progettuale-didattico che vada nella direzione di una fruizione contestualizzata, consapevole e critica, dei testi audiovisivi da parte dei fruitori, e senza proporre nessuna reale e concreta volontà e capacità formativa nel complesso delle tecnologie della comunicazione e dell’informazione attraverso i loro specifici linguaggi. In fondo da un assunto sull’evoluzione tecnologico-comunicativa almeno in parte condivisibile si è arrivati di fatto all’eliminazione sia dell’articolazione didattico-culturale delle molteplici azioni che anche oggi, e per molti aspetti ancor di più oggi, come abbiamo visto in precedenza, sarebbero necessari alle dinamiche socio-formative della cultura attraverso i media, sia all’eliminazione anche fisica degli spazi dell’istituto per trasferirne le competenze nelle stanze e nell’ambito dell’ufficio stampa della Regione Basilicata. Insomma da un istituto/centro culturale che avrebbe dovuto essere anche luogo di incontro e partecipazione democratica alla vita sociale attraverso la cultura e l’informazione che i media nel loro complesso di testi, tecnologie e linguaggi possono offrire e veicolare, e che avrebbe potuto già per come era stato concepito aggiornarsi anche alle nuove tecnologie ipertestuali e ipermediali, si è arrivati solo alla realizzazione di uno spazio comunicativo on-line significativamente eterodiretto. Insomma, crediamo di non poter intravvedere in
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simili “rinascite” alcuna positiva evoluzione, ma piuttosto, quasi sicuramente, per molti aspetti, un significativo regresso, e per altri, semplicemente l’affermazione di un’attività di fatto diversa e che non può colmare il vuoto culturale lasciato dalla Mediateca Mediafor intesa nell’interezza della sua originaria proposta complessiva di servizi ed azioni. La Mediateca Enaip Puglia che era in parte finanziata dalla Regione Puglia e che era stata nel tempo particolarmente dotata da un punto di vista tecnologico e di spazi, oltre a rappresentare il punto nodale addirittura di un sistema di Mediateche didattiche con il compito di integrare le diverse esperienze educative del territorio e di diffondere le tecnologie nelle attività didattiche ha di fatto cessato ogni attività ed è scomparsa totalmente anche sul piano della semplice informazione storica dal sito pure molto aggiornato dell’Enaip Puglia. Stessa sorte per la Mediateca dell’Isfol, per la Mediateca regionale del Molise e per l’Ufficio audiovisivi e la Mediateca regionale del Piemonte. Veramente emblematico per la situazione che stiamo descrivendo e per l’effetto scomparsa, eliminazione, spegnimento, a cui in qualche modo abbiamo accennato, crediamo che possa essere quanto è accaduto al CRSDA (Centro Regionale Servizi Didattici Audiovisivi) della Regione Lombardia nell’estate 2007 e che abbiamo registrato praticamente in diretta durante la verifica di questa parte della ricerca. Il CRSDA fino almeno alla metà di agosto 2007 compariva in Internet con un proprio sito, certamente molto semplice, ma per certi importanti aspetti completo: poche pagine con descrizioni molto sintetiche delle proprie attività, delle modalità di accesso ai servizi erogati, ma con tutto il proprio archivio di svariate migliaia di titoli completamente catalogato, informatizzato, e facilmente consultabile on-line e reperibile. L’unica cosa che eventualmente
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faceva un po' stupore e che spingeva quanto meno a qualche riflessione era come la maggior parte dei titoli fosse ancora oggi quasi completamente in formato VHS. Da un giorno all’altro il sito ha smesso di funzionare ed è stato completamente rimosso da internet. Il primo pensiero è stato quello di collegare tale scomparsa con qualche momentaneo problema tecnico, ma dopo qualche tempo continuando a cercare in internet quella che è stata una delle Mediateche didattiche più complete e forse meglio organizzate è comparsa un’informazione fornita dalla “Banca Dati spazio Regione” che riportava la delibera della Regione Lombardia n. 5126 del 18 luglio 200757 con la quale si decretava il dissolvimento del Centro con queste parole:
“CESSAZIONE DEL SERVIZIO DI MEDIATECA - In attuazione dell’Accordo di Programma tra Regione Lombardia e Università degli Studi Milano Bicocca il servizio di Mediateca del CRSDA non è più in attività. L’archivio di Mediateca è stato così trasferito: materiale audiovisivo e laboratorio presso il Centro di Produzione Multimediale dell’Università degli Studi – Milano Bicocca, dove si provvederà alla digitalizzazione; libri e cd-rom presso la biblioteca del Consiglio Regionale, via Lazzaroni, 3 20124 Milano, dove rimarranno disponibili per la
consultazione. La biblioteca è reperibile al sito
“www.consiglio.regione.lombardia.it”. Prima ancora degli aspetti legati ai testi audiovisivi ci sembra di poter dire che ci si trova di fronte innanzitutto alla dissoluzione di un servizio audiovisivo con finalità didattiche che andavano nella direzione di fornire dei testi formativi da inserire in modo contestualizzato e finalizzato nei processi di insegnamento/apprendimento. Infatti, se anche
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l’Università riuscisse effettivamente a digitalizzare e a trasferire su altri formati l’intera cospicua collezione dell’ex CRSDA, non avrebbe certo il tempo e difficilmente sarebbe in grado di gestire da un punto di vista organizzativo la relazione con tutte le scuole per l’eventuale prestito del materiale e la relativa consulenza, a meno che per digitalizzazione non si intenda la volontà di trasferire tutti i vari testi mediali audiovisivi in forma digitale per poter essere più liberamente fruiti attraverso la rete internet. Ma non è certo questa comunque una linea d’azione facilmente percorribile perchè infatti si innescherebbero svariate problematiche economiche e legislative legate ai diritti d’autore che sono di fatto difficilmente superabili: un conto è il prestito di un supporto fisico la cui duplicazione diventa un atto volontario ancora illecito per la legislazione vigente la cui responsabilità è però personale, un conto è avere la possibilità di scaricarsi un audiovisivo che in qualche modo diventa già una copia dell’originale e per di più in un formato digitale facilmente o necessariamente ri-registrabile su diversi supporti. Non si capisce poi, se non ancora una volta con la volontà di limitare l’eventuale «nuova vita» dei vari documenti mediali alla pura conservazione, il motivo della separazione di una collezione che probabilmente rappresentava un corpus generalmente omogeneo e con svariate interrelazione anche tra le diverse tipologie di documenti. Il Centro Audiovisivi della Provincia Autonoma di Trento58, invece, attraverso una recente parziale trasformazione degli obiettivi e dei servizi verso aspetti meno specificatamente didattici e legati piuttosto in modo più generale all’insieme della cultura delle immagini in movimento e delle nuove tecnologie della comunicazione e dell’informazione, sembra proseguire il suo
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sviluppo in sintonia con le evoluzioni tecnologiche e socio-culturali contemporanee. La nuova denominazione che è stata data alla struttura, ubicata nella sua sede storica dopo essere stata sottoposta ad un recente e completo restauro, è “Format - Mediateca del trentino”, e punta ad essere un luogo di incontro, di studio e di promozione dell’audiovisivo a tutto campo. Continua ad essere disponibile il servizio di mediateca e videoteca compresi i molti titoli relativi ai testi mediali di tipo didattico, e che grazie al catalogo completamente informatizzato delle collezioni, e a due distinte pagine di ricerca, una per i testi specificatamente didattici e un’altra per quelli di tipo cinematografico o dai contenuti culturali più trasversali a quelli che normalmente sono gli obbietivi disciplinari dei percorsi formativi, permette di rintracciare facilmente i contenuti mediali oggetto della propria ricerca e quindi di decidere come poterne fruire. Continuano, parzialmente aggiornati nella modalità didattica e nella forma della proposta, i piani formativi di educazione ai media audiovisivi. Con le iniziative che vanno sotto la denominazione di “Format anch’io” la Mediateca prevede di erogare corsi per l’uso dei mezzi di ripresa video-filmica, per il montaggio audiovisivo con tecnologie digitali, di fotografia digitale, ma anche cineforum di approfondimento teorico legati alla lettura dei testi audiovisivi, il tutto finalizzato a sviluppare in una prospettiva di formazione continua delle conoscenze e delle competenze in grado di stimolare da parte di tutti i cittadini una relazione critica nei confronti della comunicazione audiovisiva. La modalità didattica prescelta è quella dei corsi intensivi a numero chiuso ripetuti diverse volte durante l’anno con l’obbiettivo di favorire la maggiore possibile interazione tra gli iscritti e gli esperti che conducono i corsi. Alcuni corsi sono specificatamente ed esclusivamente
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diretti agli insegnanti, altri invece contemplano anche la presenza di studenti, di persone coinvolte nell’associazionismo, e di cittadini interessati. Alla fine del percorso si prevede di rilasciare dei certificati che saranno validi ai fini del riconoscimento del corso di formazione che si è sostenuto. Si continuano a prevedere anche iniziative formative rivolte agli studenti più giovani, quelli delle scuole elementari e delle scuole medie, che ad esempio attraverso le visite guidate alle nuove strutture della Mediateca possono scoprire come utilizzarne i suoi