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Progetto SINTESI Sistema Informativo Nazionale sulle Tecnologie Educative per l’erogazione di Servizi Innovat

CAPITOLO TERZO LA BIBLIO-MEDIATECA

CAPITOLO QUARTO LA MEDIATECA TRA TEORIE,

4.1 COMETE Isfol-Regioni / Comitato Mediateche per le Tecnologie Educative

4.1.1 Progetto SINTESI Sistema Informativo Nazionale sulle Tecnologie Educative per l’erogazione di Servizi Innovat

Considerando anche le ricerche e i progetti portati avanti nel periodo di costituzione del COMETE, che hanno indubbiamente contribuito a porre le basi per l’avviamento di una ricerca intervento particolarmente articolata su scala nazionale, possiamo valutare il periodo di durata del progetto SINTESI in una decina d’anni. In questo sotto-paragrafo dedicato al progetto non avremo certo la pretesa di poterne esplorare tutte le caratteristiche e tutti i passaggi scientifici, metodologici e di ricerca che, dopo dieci anni, hanno portato all’elaborazione dei risultati finali e delle azioni corrispondenti. Riteniamo comunque importante provare a descriverlo nei suoi aspetti progettuali fondanti e in qualche risultato che possiamo desumere dal rapporto ISFOL che ne è seguito, in quanto, pur trattandosi di un’esperienza che non è poi riuscita a raccordarsi con tutto l’insieme delle biblioteche e delle varie istituzioni culturali e soprattutto con quello più generale della formazione dei bibliotecari, ha comunque rappresentato uno sforzo significativo nella direzione di una catalogazione-mediazione-distribuzione degli audiovisivi, in modo particolare di quelli didattici.

Inoltre in Italia rappresentò un’importante novità ed una necessaria avanguardia e che probabilmente solo un panorama nazionale della cultura, della ricerca, e della formazione, così “differenziato da zona a zona”, così “disgregato”, “satellitare”, “parcellizzato”, “sconnesso”, “corporativo”, ha impedito che, con gli opportuni aggiustamenti ed adeguamenti, potesse essere diffusamente adottato almeno sotto forma di influenza teorico-operativa. Questo tra l’altro avrebbe di certo accelerato

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e facilitato l’adozione completa dei media audiovisivi e delle tecnologie elettroniche nelle biblioteche italiane che ancora oggi, anche se sono quasi unanimemente accettati come principio teorico-scientifico e sociale, non si è ancora riusciti a diffonderne completamente il loro effettivo uso su tutto il territorio nazionale e soprattutto non si è riusciti a farlo in modo il più possibile uniforme e condiviso. Bisogna preliminarmente anche far notare che oltre al gruppo di Mediateche regionali che costituivano il COMETE e lo stesso Isfol, hanno partecipato a questa ricerca tutta una serie di docenti e ricercatori di università e di enti a livello nazionale. Tra questi sicuramente una certa influenza la svolsero quelli del gruppo della cattedra di Metodologia e didattica degli audiovisivi dell’Università di Padova, che avendo in certa parte anticipato diversi contenuti della ricerca e avendo ospitato un intenso dibattito teorico-scientifico sulla rivista “Quaderni di comunicazione audiovisiva”, su cui scrivevano tra gli altri anche gli stessi referenti del COMETE e dell’Isfol, hanno finito con l’orientarne significativamente l’orizzonte progettuale e almeno parte della struttura metodologica. Iniziamo col presentare i servizi innovativi che si cercava di raggiungere con l’attivazione dei risultati della ricerca-intervento. Innanzitutto il Sistema intendeva erogare tre tipologie generali di servizi: informazioni referenziali on-line; documenti cartacei a carattere documentario; reperimento- richiesta on-line sia dei testi audiovisivi selezionati, sia dei materiali documentari. La prima parte dei servizi riguardava la possibilità di ricercare a distanza titoli di testi audiovisivi sia nell’ambito di classi di argomento che per tipologia di supporto, di ricevere le schede informativo didattiche di ciascun testo nel formato richiesto dall’utente, nonché di effettuare grazie alle tecnologie informatiche e

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telematiche verifiche-valutazioni attraverso le elaborazioni dei dati qualitativi e quantitativi sui servizi erogati dalle singole Mediateche e dal COMETE nel suo insieme. La seconda parte dei servizi si riferiva in modo particolare a tutte quelle pubblicazioni cartacee, che in alcuni casi erano ancora necessarie, vista la non ancora sviluppata diffusione dei collegamenti telematica, e altre di fondamentale complemento alla crescita complessiva di un sistema di servizi che ambiva ad essere innovativo anche in quanto sviluppo collettivo del sistema formativo- culturale (catalogo generale COMETE contenente il repertorio di tutti i testi audiovisivi delle Mediateche che compongono la rete; cataloghi tematici per aree curricolari; una pubblicazione annuale, l’osservatorio sulle tecnologie educative, per l’analisi delle tendenze relative alle diverse

utilizzazioni dei testi audiovisivi didattici; schede didattiche di accompagnamento con le indicazioni metodologiche che consentono una migliore funzionalizzazione didattica di ciascun testo). La terza parte del servizio riguardava la possibilità ordinare-prenotare on-line a distanza i testi audiovisivi didattici di cui si intendeva richiederne il prestito e i vari materiali documentari di supporto o di integrazione. Un tale sistema-struttura di ricerca, elaborazione ed informazione, non poteva essere soltanto il risultato di uno sviluppo teorico, ma certamente anche di una particolare sperimentazione tecnologica che riguardava non soltanto i vari media ma anche le tecnologie telematiche di comunicazione. In questo quadro ogni Mediateca regionale costituiva un nodo della rete nazionale COMETE ed era collegata con un ‘host computer’30 di una società esterna che già forniva servizi all’Isfol ospitandone la base dati e che avrebbe messo a disposizione degli utenti e delle Mediateche stesse il software per l’interrogazione della base dati e la

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gestione della linea telematica per la trasmissione delle informazioni. In questo modo ciascuna Mediateca era una base dati autonoma e al contempo grazie alla rete implementava le informazioni complessive del sistema nazionale. Compiti delle Mediateche erano quelli di fornire all’elaboratore centrale le schede didattiche di ciascun testo audiovisivo posseduto, elaborate secondo particolari criteri di indicizzazione e di validazione dei media educativi, e i dati relativi ai servizi erogati (prestiti, consultazione sul posto, diffusione di cataloghi e schede, interrogazioni del proprio ‘data base’ e di quello centrale). Ciascuna Mediateca erogava poi una serie di servizi diretti agli utenti come il catalogo dei media, le schede didattiche, i dati statistici relativi all’uso dei media a livello regionale e la distribuzione dei testi audiovisivi didattici che venivano richiesti. Infine, gli utenti, in questo sistema-struttura e per le tecnologie che effettivamente in quel momento erano disponibili, seppure nell’ambito del progetto si utilizzassero anche quelle più aggiornate e all’avanguardia per l’epoca, potevano accedere ai servizi di SINTESI con tre diverse modalità. Nel caso in cui l’utente avesse posseduto un proprio terminale, allacciandolo alla rete telefonica avrebbe potuto richiedere informazioni ad uno qualsiasi dei nodi operativi del sistema, oppure da uno dei terminali delle Mediateche regionali per consultare sia il‘data base’ regionale che quello centrale e quindi la dotazione complessiva del sistema, o anche più semplicemente, soprattutto per l’epoca, per via postale o telefonica richiedendo i cataloghi, le schede didattiche, le pubblicazioni e il prestito degli audiovisivi. SINTESI quindi era stato strutturato come una vera e propria rete in grado “di consentire un accesso selettivo a informazioni remote sui media educativi e formativi da parte di un numero molto elevato e geograficamente distribuito di

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utenti [ed] è costituito da una rete di Banche dati regionali e da una Banca dati centrale che raccoglie tutte le informazioni del sistema. La sua caratteristica peculiare è che, pur essendo costituito da strutture decentrate e amministrativamente autonome, è regolato da norme e procedure di lavoro standardizzate” (Verzolini 1995, p. 28). E’ importante rimarcare ancora una volta come un sistema-struttura che si basa su di una tecnologia di questo tipo e che oggi è, o dovrebbe essere, una consuetudine, per gli inizi e per la metà degli anni ‘80 del secolo scorso, epoca a cui risalgono le prime teorizzazioni di questo gruppo di ricerca per un suo utilizzo collegato all’archiviazione, alla mediazione informativa e alla distribuzione, si trattava di una significativa novità per il panorama nazionale e sicuramente di un’avanguardia scientifica. Questo dato è ancora più significativo se pensiamo che gli oggetti di cui si trattava non erano soltanto testi a stampa, ma soprattutto testi audiovisivi, che in quegli anni, e sul piano nazionale, subivano ancora un significativo ostracismo da parte del sistema bibliotecario, e che a parte qualche episodica eccezione perdurerà diffuso almeno fino alla metà e oltre degli anni ‘90 del secolo scorso. Questa diffidenza ovviamente non riguardava alcuni tra i più innovativi e i più giovani bibliotecari d’avanguardia, inseriti a volte in contesti bibliotecari di eccezione nel panorama nazionale33, che anzi intravedevano nella sezione audiovisivi, intesa anche come potenzialità produttive locali e partecipate, una significativa forma di espressione democratica e di servizio dell’istituto biblioteca (Vecchiet, 2006b). Questo distacco e disinteresse riguardava il sistema bibliotecario maggioritario nel suo complesso che il più delle volte restava arroccato e altero su posizioni apocalittiche tra la cultura “alta” del testo scritto e la cultura considerata “bassa”

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dei testi mediali audiovisivi elettronici e non (Eco, 1964). Ma la teorizzazione, la sperimentazione e l’utilizzo di un tale tipo di tecnologia secondo noi non poteva non corrispondere anche ad una modalità di pensiero e conseguentemente di strutturazione del lavoro (teorico, di ricerca sperimentale, fattivo), di tipo collaborativo e cooperativo, che anche in questo caso se oggi è la stessa rete internet a diffonderlo e a renderlo necessario, all’epoca non era certamente scontato34 (Granieri, 2006). SINTESI si rivolgeva potenzialmente a tutti gli attori dell’educazione e della formazione professionale sia intesi come organizzazioni che come operatori, qualsiasi fosse la modalità e il livello di competenza con cui se ne occupavano. Verzolini descrive in dettaglio e in modo preciso quello che si immaginava dovesse essere il ‘target’ della ricerca-intervento e cioè l’utenza: “- docenti ed allievi dei centri di formazione professionale, delle scuole, dell’università; - docenti dei servizi di formazione del personale delle aziende; - ricercatori delle università, degli enti pubblici di ricerca e delle aziende; - docenti degli ordini e delle associazioni professionali; - funzionari dei Ministeri del lavoro e della pubblica istruzione; - funzionari degli assessorati regionali e provinciali alla formazione professionale; - docenti e ricercatori degli IRRSAE [oggi IRRE]; funzionari dei Provveditorati agli studi [oggi ...]; editori e produttori di media educativi; operatori di Mediateche, centri multimediali, videoteche, biblioteche, centri di documentazione, ecc.” (Verzolini 1995, p.28). Per riuscire ad ottenere una reale standardizzazione dei processi a livello nazionale il progetto SINTESI doveva necessariamente puntare alla formazione del personale che avrebbe contribuito all’attivazione del sistema, alla sua efficiente prosecuzione, e che avrebbe anche contribuito a diverse fasi della ricerca e della sperimentazione. Tra

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l’altro, sarebbe stato proprio questo personale che avrebbe potuto tenere in vita nel tempo questo sistema, una volta terminato il periodo della ricerca-intervento e quindi una volta effettivamente resolo attivo. Il gruppo di ricerca si pose quindi la problematica di formare una figura professionale specifica che fu denominata Operatore di Mediateca (OM). Anche in questo caso si tratta di avere prefigurato, con un certo anticipo, la figura e la necessità, nel panorama degli istituti culturali (anche come le più tradizionali biblioteche ovviamente) delegati ad archiviare, ordinare e distribuire la conoscenza nella società dell’informazione, del Mediatecario, o del bibliotecario tecnologico, o, ancora, con una definizione emersa recentemente nell’ambito delle scienze dell’informazione a livello nazionale e in seguito all’ormai definitivo e significativo avvento del nuovo scenario comunicativo elettronico-digitale, del ‘cybrarian’35. Si trattava di una figura che formatasi in modo spontaneistico, in molti casi volontario, a livello di formazione informale e non formale, oltre che distribuita di fatto, viste le premesse formative, in modo non uniforme sul territorio nazionale e nei diversi ambiti lavorativi, in qualche modo era già presente nelle Mediateche, nelle videoteche, biblioteche, centri multimediali di diversi enti privati e pubblici. Si sarebbe quindi trattato di improntare nell’ambito della ricerca un piano di formazione per fornire competenze professionali definite ed uniformi per l’intera rete nazionale. Furono stabiliti dei prerequisiti che a livello di titolo di studio non potevano scendere sotto il diploma di scuola media secondaria superiore mentre veniva considerato irrilevante l’indirizzo, e si richiedeva una già discreta conoscenza delle tecnologie educative audiovisive e informatiche relativamente agli aspetti didattico metodologici, comunicativi, progettuali, tecnico-produttivi, e

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qualche competenza elementare di informatica. A livello di atteggiamenti e di interessi si richiedeva una certa attitudine a svolgere un’attività lavorativa a carattere documentario utilizzando le tecnologie informatiche e telematiche, interesse ad acquisire queste competenze, atteggiamenti coerenti al progetto sia sull’uso didattico dei media che sulle funzioni di una Mediateca regionale e un significativo spirito di servizio. Obiettivi formativi dei corsi erano quelli di far raggiungere delle competenze sostanzialmente complete in una serie di ambiti disciplinari che a nostro avviso potrebbero essere utili e necessari anche oggi in un qualsiasi percorso formativo dedicato alla figura del bibliomediatecario. Innanzitutto la capacità di organizzare e gestire l’archivio dei media e inoltre competenze relative agli elementi di informatica e telematica con un particolare riguardo all’ambito dei ‘data base’. Poi la conoscenza di alcuni elementi di pedagogia con un particolare approfondimento in relazione alla definizione degli obiettivi didattici, oltre a quella dei diversi supporti multimediali e del relativo hardware, dei diversi e specifici linguaggi mediali audiovisivi e, ovviamente, delle procedure di lavoro e delle capacità di utilizzare gli strumenti messi a punto dalla ricerca con le quali si gestivano le Mediateche del sistema. Inoltre, non potendo ovviamente diventare un esperto di tutte le molteplici discipline che possono riguardare gli audiovisivi didattici prodotti, per la redazione della scheda didattica, laddove si richiedevano specifiche competenze sui contenuti trattati, l’operatore di Mediateca doveva avvalersi degli insegnanti e degli esperti. I corsi avevano la durata di 105 ore ciascuno ed erano articolati su tre moduli distinti di 35 ore. Il primo modulo prevedeva lo sviluppo di competenze relative all’analisi, alla rilevazione e alla schedatura dei dati anagrafici e di contenuto, nonché il sistema

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di classificazione e il suo impiego. Il secondo modulo era specifico della dimensione didattica (analisi, valutazione e schedatura dei dati didattico- metodologici). La terza fase aveva l’obiettivo di sviluppare competenze e capacità relativamente alla gestione informatizzata di una Mediateca nel suo complesso e in particolare il collegamento e l’interrogazione della banca dati centrale. Alla fine, i corsi per formare gli operatori delle Mediateche del sistema COMETE furono 12, suddivisi in 50 giornate di formazione per circa 160 operatori.

Molta parte della ricerca fu comunque dedicata anche alla strutturazione e alla messa a punto degli strumenti operativi che consentivano a SINTESI di raggiungere una necessaria standardizzazione sul piano nazionale in grado di proporre un’azione effettivamente innovativa e migliorativa nell’uso dei media audiovisivi didattici da parte degli insegnanti nelle diverse situazioni formative. Così il sistema di indicizzazione e di classificazione dei media consentiva di agevolare i docenti sia nell’analisi della corrispondenza del contenuto agli obiettivi formativi da perseguire, sia nel controllo delle caratteristiche oggettive del testo audiovisivo (linguaggio, durata, interattività, etc.) col fine di raggiungere una migliore funzionalizzazione didattica nella più completa considerazione dei destinatari, degli obiettivi cognitivi, del tipo di fruizione -di gruppo, individuale-, della metodologia da adottare -attiva, passiva-, ecc.. Il sistema di analisi,

valutazione e schedatura, che richiese tra l’altro, con quello di classificazione, un

approfondito studio comparativo di molte diverse modalità-modelli in parte già esistenti per arrivare infine ad adottare un proprio completo modello-sistema, favoriva gli insegnanti nell’orientamento in un sempre più ampio volume di materiali disponibili sul mercato potendo così effettuare la scelta del media anche

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tecnologicamente più adeguato oltre ad un possibile controllo sul processo formativo. Sarebbero stati quindi in grado sul piano didattico grazie a criteri

fondati di trovare gli incroci più opportuni tra gli obiettivi e le condizioni

educativo-formative e le potenzialità offerte dai media audiovisivi (Luchi, 1983). Il sistema di informatizzazione per l’organizzazione e gestione di una Mediateca favoriva gli insegnanti da un punto di vista logistico, organizzativo ed economico, e quindi, di fatto, li metteva più facilmente in grado di utilizzare effettivamente i vari media audiovisivi nei percorsi didattico-formativi che si trovavano a predisporre, contribuendo così a diffondere al contempo l’uso il più possibile consapevole delle tecnologie educative nel sistema formativo nazionale. Ma contemporaneamente, grazie anche al sistema cooperativo e collaborativo di valutazione-schedatura on-line e di scambio delle informazioni on-line, si andava a realizzare un aggiornato Osservatorio nazionale sugli impieghi delle tecnologie educative. Infine anche lo strumento operativo che permetteva la comunicazione on-line con interscambio di documenti, l’intermediazione informativa, la gestione operativa dei prestiti e le statistiche dell’attività, cioè il software di interconnessione su rete telematica delle Mediateche aderenti al progetto, che era fornito dalla società SEVA, fu il risultato di uno specifico studio progettuale e realizzativo. Come abbiamo già detto, tutti questi quattro strumenti operativi che erano forniti alle Mediateche del sistema e agli istituti di formazione che ne avessero fatto richiesta, furono oggetto di approfondimento fondante della ricerca nei loro aspetti “teorici, strutturali e funzionali” (Verzolini 1995, p. 39).

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