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A NALISI E RISULTATI : LE CARATTERISTICHE DEL MODELLO

4.3 Oltre la narrative non-fiction

Nell’ultimo libro preso in esame, Il segreto di Copernico, si è vista l’introduzione di una parte di fiction scientifica (in quel caso un dramma teatrale), sostanzialmente inventata, per quanto basata su scritti e documenti realmente esistenti. Non si può quindi fare a meno di accennare alla tendenza che vede spingersi la letteratura scientifica in territori sempre più simili alla “fiction”, ovvero verso opere che hanno intento divulgativo e raccontano informazioni scientifiche vere e documentate tramite espedienti narrativi di finzione.

Il primo è il caso di Robert Gilmore, con il suo Alice nel paese dei

quanti (prima edizione 1996). Il volume racconta la storia di una bambina di

nome Alice che si ritrova in un mondo che la sconcerta e la stupisce continuamente: no, non è il paese delle meraviglie di Carroll, bensì il mondo della meccanica quantistica. Il Castello Rutherford e la Banca Heisenberg sostituiscono qui l’incontro con lo Stregatto e la Regina di cuori, spiegando ad Alice e ai lettori i principi basilari di questa disciplina in modo divertente e originale.

Il secondo esempio è quello dei Consigli sessuali per animali in crisi di Olivia Judson (2009): una brillante “posta del cuore” di animali che chiedono consigli sessuali alla dottoressa Tatiana. In tal modo si esaminano e confrontano le abitudini riproduttive di molteplici specie diverse, con uno stile ironico e appassionante.

Entrambe queste opere sfruttano (geniali) espedienti narrativi di pura immaginazione per trattare tematiche di scienza dura, come la meccanica quantistica. La scienza, dunque, passa dalla tradizionale etichetta di non- fiction alla narrative non-fiction, e poi va oltre arrivando alla vera fiction. Quale sarà il prossimo passo del futuro editoriale?

CONCLUSIONE

Secondo Hannah Arendt, «raccontare storie spiega i significati senza commettere l’errore di dare definizioni». Forse è questa la fortuna della narrative non-fiction, che unisce ad argomenti scientifici accuratamente documentati delle storie appassionanti, che permettono di spiegare la parte scientifica senza «definirla». Del resto, come scrive Frank Rose in Immersi

nelle storie, «raccontare è un aspetto fondamentale della vita umana»

perché «attraverso le storie diamo un senso al mondo per condividerlo con gli altri». Il cosiddetto storytelling, il racconto di storie, è allora basilare per la comunicazione, e la letteratura scientifica non può farne a meno.

Questo è quello che fa la narrative non-fiction scientifica: fonde, come suggerisce il nome stesso, narrativa e non-fiction, utilizzando tecniche e trame tipicamente narrative, ma anche facendo un lavoro di ricerca scrupoloso per documentare ogni singolo dettaglio. Come abbiamo visto nel primo capitolo, la narrative non-fiction scientifica ha avuto un boom negli ultimi vent’anni circa, a partire dalle opere di Dava Sobel e Richard Preston. Due elementi hanno subito rivoluzionato il panorama editoriale: queste opere erano scritte da science writers anziché dai soliti accademici e, forse proprio per questo, sono diventate subito dei best seller, suscitando consensi sia di pubblico che di critica.

Poiché l’obiettivo del lavoro di tesi era quello di definire le caratteristiche della narrative non-fiction scientifica, si è scelto di analizzarne cinque opere particolarmente emblematiche. Il secondo capitolo spiega le motivazioni della selezione di questi libri e descrive la griglia di analisi utilizzata. L’analisi delle opere, spiegata in dettaglio nel terzo capitolo, ha visto emergere peculiarità trasversali e ha evidenziato i meriti della narrative non-fiction scientifica.

Come si è visto nel quarto capitolo, le caratteristiche della narrative non-fiction scientifica sono: la scelta di una tematica ben definita; il racconto di una storia in apparenza marginale ma in realtà con spunti attuali e centrali per il dibattito scientifico; la presenza di un personaggio-eroe che, secondo lo schema narrativo di Propp, è costretto a lottare contro le avversità e gli ostacoli (spesso rappresentati dalla comunità scientifica stessa) per difendere le proprie idee e far valere le sue teorie; una struttura

che segue un filo narrativo specifico (o più di uno), servendosi anche di analessi e prolessi; la presenza di un punto di vista (dell’autore o di un personaggio), poiché il racconto non è mai obiettivo; l’utilizzo di tecniche letterarie e figure retoriche, e la scelta di un linguaggio accurato e adeguato alla storia narrata; la voce spesso rilevante dell’autore, che trapela commentando o parlando in prima persona, fino a divenire uno dei protagonisti della storia che racconta; la grande importanza data alle emozioni; l’estrema ricerca di accuratezza e fedeltà al vero, evidenziata anche dalla presenza di immagini e richiami bibliografici; la non autocelebratività degli autori, che sono science writers e non scrivono per “mostrare la loro conoscenza”, bensì per coinvolgere il pubblico in una bella storia; e altre ancora.

È evidente, quindi, che la creative non-fiction scientifica cerca di sfruttare al meglio i pregi della non-fiction tradizionale e della fiction, in un tentativo di ibridazione che porta a conquistare e a coinvolgere il lettore anche emotivamente. Inoltre, nonostante le somiglianze stilistiche con altre correnti preesistenti (per esempio, il giornalismo narrativo di Truman Capote), la narrative non-fiction introduce due novità importanti: la sistematicità con cui lo schema narrativo viene applicato in tante opere e in diversi settori letterari, presentandosi come un vero “trend” editoriale, e l’applicazione al panorama editoriale scientifico, che probabilmente ha beneficiato più di altri dell’introduzione di questo genere.

Se, come emerge dall’analisi di Paola Govoni in Un pubblico per la

scienza, il principale problema della divulgazione scientifica italiana è

l’assenza di un pubblico consolidato di lettori, la narrative non-fiction scientifica potrebbe rappresentare l’occasione per l’editoria di raggiungere nuovi pubblici e di mostrare un volto nuovo della scienza, non più obiettivo e impersonale, ma pieno di sentimenti e storia.

Come spiega Lee Gutkind, «la narrative non-fiction non è solo scrivere scene ben costruite. Si tratta di comunicare qualcosa al lettore». E che lo si faccia o meno prendendo in prestito gli strumenti della fiction, l’importante è che il messaggio sia trasmesso in modo efficace e colpisca il destinatario. Compito che la narrative non-fiction scientifica svolge molto bene.

BIBLIOGRAFIA

- H. Aldersey-Williams, Anatomies, Viking Penguin, London 2013; trad. it., Anatomie, Rizzoli, Milano 2013.

- D. Cadbury, The Dinosaur Hunters, Fourth Estate, London 2000; trad. it., Cacciatori di dinosauri, Sironi, Milano 2004. - T. Capote, In cold blood, Penguin Books, Harmondsworth

1966; trad. it., A sangue freddo, Garzanti, Milano 1966. - P. Colman, “A new way to look at literature: a visual model

for analyzing fiction and nonfiction texts”, Language Arts, 84, 3, gennaio 2007.

- R. Gilmore, Alice in Quantumland, Copernicus, New York 1995; trad. it., Alice nel paese dei quanti, Raffaello Cortina, Milano 1996.

- P. Govoni, “Historians of science and the Sobel effect”,

JCOM, 4, 1, marzo 2005.

- P. Govoni, Un pubblico per la scienza, Carocci, Roma 2002. - O. Judson, Dr. Tatiana’s sex advice to all creation, Chatto &

Windus, London 2002; trad. it., Consigli sessuali per animali

in crisi, Sironi, Milano 2009.

- R. Preston, The hot zone, Anchor, New York 1994; trad. it.,

Area di contagio, Rizzoli, Milano 1995.

- F. Rose, The Art of Immersion, Norton & Company, New York-London 2012; trad. it., Immersi nelle storie, Codice, Torino 2013.

- S. Singh, “The Rise of Narrative Non-Fiction”, Matematica e

cultura 2002, VIII, 2002.

- R. Skloot, The Immortal Life of Henrietta Lacks, Crown Books, Washington 2010; trad. it., La vita immortale di

Henrietta Lacks, Adelphi, Milano 2011.

- D. Sobel, A more perfect Heaven, Walker, New York 2011; trad. it., Il segreto di Copernico, Rizzoli, Milano 2012.

- D. Sobel, Longitude, Walker, New York 1995; trad. it.,

Longitudine, Rizzoli, Milano 1996.

SITOGRAFIA

Riporto qui un breve elenco di alcuni siti contenenti informazioni o interviste riportati in questo lavoro di tesi (i siti sono stati verificati il 29/01/2015):

- Intervista a Lee Gutkind, tratta da LiveScience:

http://www.livescience.com/20263-science-policy- writing-nsf-bts.html

- Pagina di Lee Gutkind sul sito Creative Non-Fiction:

https://www.creativenonfiction.org/authors/lee-gutkind

- Cos’è la narrative non-fiction secondo il sito Creative

Non-Fiction:

https://www.creativenonfiction.org/what-is-creative- nonfiction

- Intervista a Lee Gutkind, tratta da TheReviewReview:

http://www.thereviewreview.net/interviews/what- creative-nonfiction

- Intervista a Lee Gutkind, New York Times:

http://opinionator.blogs.nytimes.com/2012/12/17/three- rs-of-narrative-nonfiction/?_r=0

- Intervista a Dava Sobel, tratta da BookNotes:

http://www.booknotes.org/FullPage.aspx?SID=116077-1

- Top 100 migliori libri di non-fiction, Modern Library:

http://www.modernlibrary.com/top-100/100-best- nonfiction/

- Pagina Wikipedia sulla Creative Non-Fiction:

http://en.wikipedia.org/wiki/Creative_nonfiction

- Intervista a Richard Preston, tratta da La Repubblica:

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblic a/1995/05/17/la-profezia-di-preston-la-

foresta.html?ref=search

- Sito ufficiale di Richard Preston:

- Biografia di Richard Preston, NewNewJournalism:

http://www.newnewjournalism.com/bio.php?last_name= preston

- Intervista a Richard Preston, tratta da The Observer:

http://observer.com/2014/10/ebola-man-richard- preston-on-the-outbreak-of-the-worlds-most-terrifying- virus/?utm_source=Sailthru&utm_medium=email&utm_t erm=New%20York%20Observer%20News&utm_campai gn=NYONe

- Recensione del libro di Deborah Cadbury Cacciatori di

dinosauri su The Guardian:

http://www.theguardian.com/books/2000/oct/15/history books.scienceandnature

- Recensione del libro di Rebecca Skloot La vita immortale

di Henrietta Lacks su The New York Times:

http://www.nytimes.com/2010/02/03/books/03book.ht ml?pagewanted=1&_r=0

- Recensione del libro di Rebecca Skloot La vita immortale

di Henrietta Lacks sul Corriere della sera:

- http://www.corriere.it/cultura/libri/11_settembre_06/reb

ecca-skloot-la-vita-immortale-di-henrietta-

lacks_164bb142-d7af-11e0-af53-ed2d7e3d9e5d.shtml

- Sito ufficiale di Dava Sobel: