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CAPITOLO 3. M EMORIES M AGNETIC R OSE

3.1. L’opera

Magnetic Rose è un mediometraggio animato dalla durata di circa quaranta minuti, uno psycho-thriller ambientato in un futuro prossimo. Il titolo giapponese, Kanojo no omoide, significa letteralmente “le sue memorie”, in riferimento alla figura centrale della storia, la cantante d’opera Eva.

Il film si apre con una vista sullo spazio aperto. Un lento panneggio

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distrutto che orbita abbandonato attorno a un anonimo pianeta. Vengono introdotti i protagonisti: l’equipaggio della nave spaziale Corona, il cui lavoro è quello di occuparsi dei detriti rimasti nello spazio. I quattro netturbini spaziali stanno rientrando dal loro turno di ricognizione, quando ricevono un segnale di SOS. Il messaggio non è altro che un’aria della Madama Butterfly96, ma essendo trasmessa sul canale d’emergenza non può che trattarsi di una richiesta d’aiuto. Il segnale pare inoltre provenire da Sargasso, un’area conosciuta come “il cimitero dello spazio” in quanto caratterizzata da un pericoloso campo magnetico. Tuttavia, il comandante Ivanov decide ugualmente di andare a prestare soccorso.

Seguendo il segnale, l’equipaggio si trova davanti un enorme agglomerato di relitti che ruota attorno a un’imponente massa metallica, catturato dalla sua forza gravitazionale. Due dei membri dell’equipaggio, Heinz e Miguel, si avventurano alla ricerca del mandante dell’SOS.

E’ subito chiaro che sta succedendo qualcosa di strano: l’interno dell’insolita nave spaziale è modellato come un enorme, lussuoso teatro, e apparentemente disabitato. Il segnale di SOS, inoltre, pare essere più debole ora che Heinz e Miguel sono entrati.

Su uno dei muri troneggia il ritratto di una bella donna vestita d’uno sfarzoso abito rosso, probabilmente la proprietaria della nave, e subito dopo averlo notato Miguel vede una donna vestita dello stesso abito al di fuori della finestra del salone, in uno sconfinato giardino. Le corre incontro, ma il giardino si rivela nient’altro che un ologramma.La donna sembra sparita, portata via dal vento.

L’attenzione dei due esploratori viene richiamata da un insolito robot giunto improvvisamente sulla scena: è la statua di un putto che regge sopra la testa una bacinella, forse una fontanella in stile classico, che ben s’abbina con lo stile architettonico della nave, ma si muove fluttuando a qualche centimetro da terra. Con voce meccanica, afferma “Signora, il pranzo è servito”, e si ritira. Confusi,

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Heinz e Miguel giungono in una stanza con una tavola imbandita per una persona, evidentemente la “Signora”. Miguel decide di approfittarsene, solo per scoprire che è tutto posticcio.

L’esplorazione prosegue, rivelando l’identità della Signora: si tratta di Eva Friedel, un’acclamata cantante d’opera del secolo precedente. E’ a quel punto che cominciano a accadere fenomeni inspiegabili: Miguel si trova davanti una scena della vita di Eva, che svanisce nel nulla dopo aver citato un certo Carlo mentre sembrava guardare verso di lui. Ma il collega Aoshima in collegamento video dalla Corona non ha visto né udito nulla di tutto ciò. Man mano che Miguel e Heinz si addentrano nei meandri della nave, visioni e strane manifestazioni si fanno via via più frequenti. Aoshima ricerca intanto informazioni su Eva e ricostruisce la sua storia: di origini nobili, fin da piccola era stata considerata un soprano di

eccezionale talento e aveva avuto enorme successo. Si era fidanzata con il famoso tenore Carlo Rimbaldi. Poco dopo, tuttavia, aveva perso la voce, ma per amore di Carlo aveva continuato a recitare al suo fianco. Questo aveva portato a un rapido declino dell’opinione del pubblico nei suoi confronti. Poco prima del matrimonio, Carlo era stato ucciso, e il colpevole mai scoperto. Sparita dalla scena pubblica, Eva si era ritirata a una vita solitaria immersa nelle sue memorie.

Improvvisamente, il campo magnetico che circonda la nave comincia a farsi instabile. Ivanov ordina a Heinz e Miguel di rientrare, continuare la ricerca è troppo pericoloso. Ma Miguel s’è perso nel cuore della nave, una zona in rovina che

contrasta bruscamente con l’opulento lusso delle sale esplorate all’inizio. Scopre la fonte dell’SOS: un pianoforte usurato che suona senza che nessuno ne prema i tasti. Nel toccarlo, Miguel si trova risucchiato nei ricordi di Eva, nei panni di Carlo. Qualcosa di simile accade intanto a Heinz, imprigionato nei ricordi della sua famiglia, in particolare della figlioletta, sovrapposti a scene di Eva che si insinua nella sua memoria come ne facesse parte.

I due perdono il senso del tempo, a tratti bloccati fuori da ogni contatto con la Corona a causa del campo magnetico. I ricordi di Eva filtrano nella realtà, voci

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che anche il resto dell’equipaggio riesce misteriosamente a udire, e mentre Heinz cerca di recuperare Miguel per poter rientrare, questi è completamente perso nel sogno che Eva gli mostra, immerso nei panni di Carlo, dimentico di se stesso.

Irritata dai suoi tentativi di riportare Miguel alla realtà, Eva torna a

manifestarsi a Heinz. Viene rivelato che è stata lei stessa a uccidere Carlo, quando lui aveva cambiato idea riguardo al matrimonio, così da poterlo tenere per sempre con sé nei suoi ricordi. Heinz si trova di nuovo confrontato con i propri, costretto a assistere all’accidentale morte della figlia, solo per trovarsela di nuovo viva

davanti. Eva prende il posto di sua moglie, invitandolo a raggiungerla e vivere in quel ricordo per sempre ma, a differenza di Miguel, Heinz non cade nella sua trappola.

Tornato alla realtà, si ritrova inseguito dai robot creati da Eva mentre la struttura cade a pezzi. Il computer della nave impazzisce. Il campo magnetico è troppo forte, e la Corona rischia di essere risucchiata assieme all’agglomerato di relitti che orbita attorno alla struttura centrale. Per cercare salvarsi, sono costretti a sparare un colpo di cannone alla nave per allontanarsi, abbandonando i

compagni al loro destino, ma questo non è sufficiente a evitare che la Corona finisca in pezzi.

Nella sequenza finale, viene mostrato il cadavere di Eva, uno scheletro adagiato su uno sfarzoso letto, circondata dal mondo di ricordi che si è costruita. Infine, l’inquadratura si allontana dalla nave, mostrando per la prima volta la

struttura dell’agglomerato metallico nella sua interezza: una rosa, come suggerisce il titolo, elemento ricorrente e estremamente caro a Eva. Attorno ai resti metallici delle navi catturate dal suo campo magnetico, orbita assieme ai detriti Heinz, ancora vivo ma completamente solo nello spazio, l’ultima delle tante vittime della donna.

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Nel documento Kon Satoshi e Morimoto Koji (da definire) (pagine 35-39)