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LA SOVRANITA' TERRITORIALE IN CINA NELL'EPOCA CONTEMPORANEA

5. SOVRANITA' E MULTILATERALISMO

5.2 LA CINA, MEMBRO DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELLE NAZIONI UNITE

5.2.1 Operazioni di peacekeeping

Le operazioni di peacekeeping, inizialmente, erano finalizzate al mantenimento della pace di quelle aree scosse da conflitti, tuttavia, con la fine della Guerra Fredda, hanno assunto anche compiti civili, quali il controllo delle elezioni politiche, il controllo del rispetto dei diritti umani, l'assistenza umanitaria ecc. Infine, in alcuni casi - quando ad esempio altre operazioni si erano dimostrate fallimentari -, questi interventi hanno visto l'uso della forza militare, diventando così operazioni di peace-enforcement. Le operazioni di peacekeeping dovrebbero basarsi su alcuni principi35, quali il consenso del Paese oggetto d'intervento, laneutralità, l'uso

31 In Stefano MINIERI, Carmen ORIANI (a cura di), La Carta delle Nazioni Unite..., cit., p. 30. 32 FOCARELLI, Lezioni di diritto internazionale..., cit., p. 507.

33 In Stefano MINIERI, Carmen ORIANI (a cura di), La Carta delle Nazioni Unite..., cit., p. 41. 34 Si veda FOCARELLI, Lezioni di diritto internazionale..., cit., p. 508.

35 Nella prassi non è sempre così, innanzitutto va rilevato che non sempre il governo dello Stato oggetto d'intervento sia in grado di decidere, e quindi di dare il proprio consenso, autonomamente, poi come dice Benedetto Conforti in Diritto internazionale, ricordando l'attacco dei caschi blu contro il quartier generale somalo, “a parte gli insuccessi che hanno spesso caratterizzato l'azione delle forze dell'ONU, non sempre l'azione di queste ultime è stata commendevole”. Si veda CONFORTI, Diritto internazionale.., cit., p.417.

della forza solamente per legittima difesa e il reperimento delle forze militari attraverso gli accordi tra gli Stati e le Nazioni Unite36

.

La Cina negli anni della Guerra Fredda si è fortemente opposta alle operazioni di

peacekeeping, considerandole uno strumento nelle mani delle due superpotenze per

l'intervento nei Paesi in via di sviluppo. Tale atteggiamento iniziò a cambiare all'inizio degli anni Ottanta; come abbiamo già accennato, nel 1981, con la Risoluzione 495 riguardante Cipro, per la prima volta Pechino votò a favore di un'operazione di peacekeeping e nel 1988 divenne membro del UN Special Committee on Peacekeeping Operations, ciò segno l'inizio di un coinvolgimento sempre maggiore della partecipazione cinese nelle attività di

peacekeeping37. Tuttavia la Cina sottolinea spesso che sostiene solo quegli interventi che si basano sui “principi originari”, quindi un intervento è giustificato solo in certi casi: l'azione deve “comply with the purposes and principles of the Charter of the United Nations, in particular such principles as respecting national sovereignty, unity and territorial integrity”38, essenziale è il consenso dello Stato oggetto d'intervento e il coinvolgimento delle organizzazioni regionali, importante è poi il principio dell'uso della forza solo per l'autodifesa, infine la Cina sostiene solo quelle attività autorizzate dal Consiglio di Sicurezza39. Il cambiamento dell'atteggiamento nei confronti di tali interventi riflette gli sforzi che la RPC sta facendo per dimostrarsi come un “grande Paese responsabile”, infatti la Cina non solo è uno dei membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, ma è anche uno dei più grandi Paesi in via di sviluppo e uno dei cosiddetti great power, ha così delle enormi

36 Si veda CONFORTI, Diritto internazionale.., cit., pp. 416-417; FOCARELLI, Lezioni di diritto internazionale..., cit., p.510; HE Jian 贺 鉴, “Lengzhang hou Lianheguo weihe xingdongyu guoji ganyu” “ 冷战 后 联 合国 维和 行 动 与 国际 干 预 ”(Le operazioni di peacekeeping e l'intervento internazionale delle

Nazioni Unite nel post Guerra Fredda), Qiusuo, 5, 2005 年, http://ckrd85.cnki.net/kns50/detail.aspx?

QueryID=11&CurRec=5, 14-05-2013.

37 Il capitano Wu Xihua (vice direttore dell'ufficio emergenze del General Staff Department (总 参谋 部 应 急 办 公) durante la conferenza stampa del 13 aprile 2013, dove è stato presentato il white paper sull'utilizzo delle

forze armate, ha dichiarato che attualmente la Cina è il membro del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che ha disposto il numero maggiore di personale nelle operazioni di peacekeeping delle Nazioni Unite. Si veda ZHANG Jiexian 张 洁 娴, “Zhongguo zai Lianheguo changren lishiguo zhong paichu zuiduo

weihebudui” 中 国 在 联 合 国 常 任 理 事 国 中 派 出 最 多 维 和 部 队 (La Cina è il Paese tra i membri del

consiglio permanente che ha disposto il numero maggiore di peacekeepers), Renmin Ribao, 16-04-2013, http://military.people.com.cn/n/2013/0416/c1011-21154977.html, 28-04-2013.

38 Statement by Ambassador Wang Min at Security Council Open Debate on Protection of Civilians In armed Conflict, 12 febbraio 2013.

http://www.china-un.org/eng/chinaandun/securitycouncil/thematicissues/civilians_ac/t1013938.htm,22-04- 2013.

39 Si veda HOLLAND, Chinese Attitudes to International Law..., cit., pp. 25.27; International Crisis Group, China's Growing Role in UN Peacekeeping, Asia Report N°166, 17 April 2009.

responsabilità internazionali. Questo è ciò che intendeva il vice segretario di Stato americano Robert Zoellick chiedendo alla Cina di diventare un “responsible stakeholder”40

, e non possiamo non concordare che “China's decision to do or not do something in the international arena not only concerns the Chinese people, but also countries around the world”41

. Questa tensione tra “China's traditional emphasis on non-intervention and the increasing pressure on China to act as a responsible power42

” la vedremo in tutte le scelte (non solo nei confronti delle attività di peacekeeping, ma soprattutto in quei casi che prevedono interventi militari) fatte dalla Repubblica Popolare Cinese come membro permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.