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1.4 La politica di tutela e valorizzazione dei beni culturali in Italia

1.4.3 L’organizzazione amministrativa

Il D.P.R. 2 luglio 2009 n. 91, recante modifiche ai regolamenti 26 novembre 2007, n. 233 (sulla organizzazione del ministero) e 6 luglio 2001, n. 307 e successive modifiche (sugli uffici di diretta collaborazione del ministro) ha disposto la riduzione degli assetti organizzativi delle amministrazioni statali.

56 L’art. 6 del Codice afferma che la valorizzazione “consiste nell’esercizio delle funzioni e nella disciplina delle

attività dirette a promuovere la conoscenza del patrimonio culturale e ad assicurare le migliori condizioni di utilizzazione e fruizione pubblica del patrimonio stesso. Essa comprende anche la promozione ed il sostegno degli interventi di conservazione del patrimonio culturale”.

57 L’art. 111 del Codice sostiene che all’attività di valorizzazione, che è ad iniziativa pubblica o privata, possono concorrere, cooperare o partecipare soggetti privati in quanto è considerata un’attività socialmente utile e ne è riconosciuta la finalità di solidarietà sociale.

Per quanto riguarda il MiBAC “gli uffici/posizioni dirigenziali di livello generale scendono da 32 a

29 (in particolare le direzioni generali subiscono accorpamenti passando da 9 a 8), quelli di livello non generale si contraggono da 216 a 194 (in misura eguale fra strutture centrali e quelle periferiche)”58.

Dal D.P.R. 91/2009 emerge un ministero "snellito" nelle strutture e nel personale, che però conserva i dati di fondo dei precedenti regolamenti: restano la configurazione, sia pure rivisitata, per direzioni generali con Segretario generale e il ruolo del centro rispetto alle strutture periferiche. “Le competenze delle direzioni regionali e delle soprintendenze di settore convivono

con il mantenimento alla direzioni generali delle funzioni e dei compiti, non attribuiti alle Direzioni regionali ed ai soprintendenti di settore (artt. 6, 7, 9 e 10, sempre comma 1) e in questa sorta di "sussidiarietà rovesciata" si stemperano i dati di novità che le concernono. Il centro peraltro è segnato da una forte carica innovativa racchiusa nella previsione della Direzione generale per la valorizzazione”59.

La costituzione della Direzione per la valorizzazione infittisce le "linee di comando e la trama dei

rapporti organizzativi”60: a quelle già esistenti (segretario generale - direzioni regionali; Direzione

generale per l'organizzazione/direzioni generali di settore - direzioni regionali/soprintendenti di settore; direzioni generali di settore - strutture autonome) si aggiungono quelle fra la Direzione generale per la valorizzazione e le direzioni regionali, soprintendenze di settore e strutture autonome.

I soggetti che esercitano le funzioni amministrative sono distribuiti su tre diversi livelli di governo: statale, regionale, locale.

A livello centrale, la struttura del Ministero per i beni e le attività culturali è costituita dal Segretariato generale, che risulta organizzato in quattro servizi: servizio I (affari generali, tematiche trasversali, coordinamento); servizio II (osservatorio per le attività internazionali); servizio III (ufficio studi); servizio IV (servizio ispettivo). Il Segretario generale che opera alle dirette dipendenze del Ministro, assicura il coordinamento e l’unità dell’azione amministrativa, coordina gli uffici di livello dirigenziale generale, rendiconta periodicamente al Ministro gli esiti della sua attività, si occupa di esaminare questioni di carattere generale o di particolare rilievo oppure afferenti a più competenze (art. 2, comma 3, lett. a, del D.P.R. 91/99).

58 G. SCIULLO, Il Mibac dopo il d.p.r. 91/2009: il "centro" rivisitato, in “Aedon”, 3/2009. 59 Ibidem.

La struttura organizzativa interna ministeriale si articola in 8 uffici dirigenziali di livello generale centrali e in 17 uffici dirigenziali di livello generale regionali, coordinati da un Segretario generale, nonché in 2 uffici dirigenziali di livello generale presso il Gabinetto del Ministro per i beni e le attività culturali (art. 1, D.P.R. n. 91 del 2 luglio 2009). In particolare, gli uffici dirigenziali generali centrali sono:

- direzione generale per l’organizzazione, gli affari generali, l’innovazione, il bilancio ed il personale;

- direzione generale per le antichità;

- direzione generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee; - direzione generale per la valorizzazione del patrimonio culturale;

- direzione generale per gli archivi;

- direzione generale per le biblioteche, gli istituti culturali ed il diritto d'autore; - direzione generale per il cinema;

- direzione generale per lo spettacolo dal vivo.

La Direzione generale per la valorizzazione del patrimonio culturale rappresenta la vera e propria “cifra” del nuovo regolamento organizzativo. “Quella che era una distinzione solo funzionale fra

valorizzazione e tutela assume ora per i beni culturali dello Stato una proiezione organizzativa. In sé il fatto non costituisce certo una novità. Per i beni culturali pubblici non statali le due funzioni hanno, come è noto, già in Costituzione dimensioni organizzative distinte. In ambito Mibac però, in cui il paradigma di riferimento considerava valorizzazione e tutela un'endiadi pressoché inscindibile, la distinzione operata ha i tratti del cambiamento radicale”61.

Le competenze sono indicate nell'art. 8 che afferma “la Direzione svolge funzioni e compiti nei

settori della promozione della conoscenza, della fruizione pubblica e della valorizzazione del patrimonio culturale, in conformità a quanto disposto dall'articolo 6 del Codice", ma si aggiunge

"con riguardo a tutti gli istituti e luoghi della cultura di cui all'art. 101, commi 1 e 2, del codice

medesimo, che siano di pertinenza dello Stato o costituiti dallo Stato", ribadendo che l'ambito

materiale della competenza è quello statale.

“Le funzioni assegnate danno luogo a tre tipi di attività: attività di carattere paranormativo o

comunque generale (elaborazione di "criteri e linee guida", "modelli", comma 2, lett. g, i e comma 3); attività giuridica di carattere puntuale ("indirizzo e controllo", "coordinamento", "provvedimenti", "delibera", comma 2, lett. f, o, q, e comma 4); attività, infine, di supporto tecnico- amministrativo (comma 2, lett. f, h, l, n)”62. Il Direttore generale interviene esprimendo parere sui

61 Ibidem, pag. 3.

programmi annuali e pluriannuali di intervento proposti dai direttori regionali sulla base del monitoraggio dei flussi finanziari forniti dalla Direzione generale per l’organizzazione, gli affari generali, l’innovazione, il bilancio ed il personale.

Il Ministro, che rappresenta l’organo di direzione politico-amministrativa del Ministero, determina gli indirizzi, gli obiettivi, i programmi e verifica la rispondenza di questi ai risultati. Il Ministro, inoltre, si avvale di organi consultivi:

- il Consiglio superiore per i beni culturali e paesaggistici che esprime pareri ad esempio sui programmi nazionali per i beni culturali e paesaggistici e sui relativi piani di spesa annuali e pluriennali, sugli schemi di accordi internazionali in materia di beni culturali; sui piani strategici di sviluppo culturale e sui programmi di valorizzazione dei beni culturali; sugli schemi di atti normativi e amministrativi relativi la materia dei beni culturali e paesaggistici e l'organizzazione del Ministero;

- i Comitati tecnico-scientifici (comitato tecnico-scientifico per i beni archeologici; comitato tecnico-scientifico per i beni architettonici e paesaggistici; comitato tecnico-scientifico per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico; comitato tecnico-scientifico per gli archivi; comitato tecnico-scientifico per i beni librari e gli istituti culturali; comitato tecnico- scientifico per la qualità architettonica e urbana e per l'arte contemporanea; comitato tecnico-scientifico per l'economia della cultura) che avanzano proposte per la definizione dei programmi nazionali per i beni culturali e paesaggistici e dei relativi piani di spesa (Capo II “Organi consultivi”, artt. 13,14).

L’amministrazione periferica del Ministero è costituita, secondo gli artt.16-18 del D.P.R. 91/09: - dalle direzioni regionali per i beni culturali e paesaggistici;

- dalle soprintendenze per i beni archeologici, per i beni architettonici e paesaggistici, per i beni storici, artistici ed etnoantropologici;

- dalle soprintendenze archivistiche; - dagli archivi di Stato;

- dalle biblioteche statali; - dai musei.

Sempre a livello regionale sono presenti nel territorio i Comitati regionali di coordinamento, organo collegiale a competenza intersettoriale, che esprimono pareri in merito alle proposte di dichiarazione di interesse culturale o paesaggistico e alle proposte di prescrizioni di tutela indiretta (art. 19).

Gli organi che completano la struttura amministrativa del MiBAC sono i cosiddetti Istituti con funzioni speciali sotto il diretto controllo ministeriale. Si distinguono gli Istituti centrali afferenti al Segretariato generale che svolgono in autonomia funzioni di ricerca, indirizzo e coordinamento tecnico nei settori dell’inventariazione, catalogazione, restauro (Istituto centrale per il catalogo e la documentazione; Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche; Opificio delle pietre dure; Istituto centrale per la demoetnoantropologia; Istituto centrale per il restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e librario; Istituto centrale per gli archivi di cui all'articolo;Istituto centrale per i beni sonori ed audiovisivi), gli Istituti nazionali e gli Istituti dotati di autonomia speciale (art. 15).

Per quanto riguarda la struttura organizzativa regionale e locale, sono gli assessorati che esercitano le proprie funzioni in materia di beni e attività culturali. Tuttavia, la possibilità che ogni Regione ed ente locale possa operare delle scelte circa la struttura a cui attribuire queste funzioni, disegna un quadro estremamente differenziato e non unitario.

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