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Origini , caratteristiche e definizione 1 Le origin

STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI , NUOVO PRINCIPIO CONTABILE INTRODOTTO A SEGUITO DEL D.LGS 139/2015.

3.1. Origini , caratteristiche e definizione 1 Le origin

I derivati sono degli strumenti finanziari presenti nel mercato da diversi anni i quali sono stati creati e utilizzati, inizialmente, per la copertura del rischio. Tra i primi e rudimentali esempi di contratti derivati ci sono i cosiddetti future sulle materie prime: cereali, legname, metalli. Questi strumenti finanziari venivano impiegati già a metà del 1700 quando i contadini, negli Stati Uniti, portavano il raccolto al mercato, senza sapere a che prezzo avrebbero venduto. In quelle occasioni poteva accadere che, a causa di un eccesso di produzione, i prezzi crollassero. Il contadino non trovava un compratore e la merce dovesse essere abbandonata per strada. Al contrario, poteva accadere che il raccolto fosse scarso: in questo caso il compratore era costretto a pagare prezzi folli per pochi

prodotti. In entrambi i casi la situazione era insostenibile. Così, la difficoltà aguzzò l'ingegno. Alcuni coltivatori e commercianti iniziarono a stipulare contratti che prevedevano la consegna futura della merce: il contadino si garantiva un acquirente, il commerciante la quantità di prodotto. Erano i c.d. "forward contracts".

Solo che questi contratti, pur riducendo il rischio d'impresa, non offrivano garanzia dalle oscillazioni di prezzo o dalla qualità stessa della merce. Nacquero così, nella seconda metà del 1800, i futures: alla borsa merci di Chicago, questi contratti davano la garanzia della qualità, della quantità della merce oltre a quella sul luogo e il momento della sua consegna.5

Con il passare del tempo la sempre più crescente instabilità e volatilità delle variabili finanziarie (tassi di cambio, tassi di interesse, spinte inflazionistiche), associata all’aumento dell’integrazione e globalizzazione dei mercati, è andato a modificare l’atteggiamento che gli operatori e le aziende avevano verso il rischio e l’incertezza passando da una gestione passiva del rischio ad una gestione attiva e oculata finalizzata alla protezione della redditività e del valore aziendale. L’ottica di gestione passiva del rischio era focalizzata sul fatto che esso fosse un elemento negativo e dannoso per l’azienda che poteva portare a gravi danni al patrimonio. Rappresentava, di conseguenza, un elemento che andava in qualche modo eliminato o quantomeno minimizzato.

L’ottica di gestione attiva del rischio, invece, fa sì che esso venga visto non solo come un elemento che può provocare perdite, ma anche come un fattore che, se opportunamente gestito attraverso appositi strumenti, può portare a dei benefici aziendali e a possibili guadagni. L’ottica del financial risk management ha

prodotto un’esponenziale crescita dell’utilizzo degli strumenti finanziari derivati, utilizzati principalmente per neutralizzare una parte del rischio presente in

azienda, il rischio finanziario. Spesso, però, i derivati vengono negoziati a fini

5 Come e quando nasce il derivato, www.ilsole24ore.com.

speculativi scommettendo sul ribasso o rialzo del prezzo del sottostante, dando la possibilità al possessore di realizzare profitti. Assumendo una posizione

speculativa, si va ad acquistare uno strumento derivato che non andrà a

compensare un rischio di segno opposto già presente in azienda, ma si andrà ad aumentare il rischio totale dell’attività.

3.1.2 Le caratteristiche e definizione

In generale uno strumento finanziario, così come viene definito dallo stesso OIC XX, è qualsiasi contratto che dia origine ad un’attività finanziaria per una società e ad una passività finanziaria o ad uno strumento di capitale per un’altra società.

Il derivato, come dice la parola stessa, è uno strumento finanziario il cui prezzo "deriva" dal valore di mercato di un altro bene, che può essere chiamato

sottostante o un altro contratto che possiede le seguenti tre caratteristiche:

a) il suo valore varia come conseguenza della variazione di un determinato tasso di interesse, prezzo di strumenti finanziari, prezzo di merci, tasso di cambio, indice di prezzo o di tasso, rating di credito o indice di credito o altra variabile, a condizione che, nel caso di una variabile non finanziaria, tale variabile non sia specifica di una delle controparti contrattuali (a volte chiamato il sottostante);

b) non richiede un investimento netto iniziale o richiede un investimento netto iniziale che sia minore di quanto sarebbe richiesto per altri tipi di contratti da cui ci si aspetterebbe una risposta simile a cambiamenti di fattori di mercato;

c) è regolato a data futura.

L’attività sottostante quindi può essere sia di natura finanziaria (tassi di interesse, tassi di cambio, valute, titoli, indici di borsa, ecc.) sia di natura reale (si riferisce al valore di materie prime, metalli, merci, ecc.) ed è caratterizzata dall’essere “rischiosa”, nel senso che il suo valore è variabile nel tempo.

Lo schema contrattuale di base di uno strumento derivato prevede la stipulazione di un contratto per la negoziazione di un differenziale (cioè la differenza fra il

prezzo a pronti del sottostante alla data di scadenza e il prezzo determinato dal contratto), oppure la vendita e l’acquisto, ad una determinata data futura, del sottostante ad un prezzo predeterminato.

Un esempio semplificato di utilizzo di un derivato è il caso di un’azienda che acquista materie prime provenienti dal settore agricolo al fine di rilavorarle e trasformarle in prodotti destinati ai consumatori. Succede sempre più

frequentemente, soprattutto nel caso in cui le materie prime abbiano un grosso valore intrinseco e siano difficilmente sostituibili con prodotti equivalenti, che l’azienda debba decidere se acquistare le materie prime in futuro, pagandone il prezzo di mercato, oppure ricorrere alla stipulazione di un contratto derivato su una determinata quantità della materia in questione. Nel secondo caso l’azienda negozierà uno strumento derivato il cui valore dipenderà dal sottostante (in questo caso il valore della materia prima), per coprirsi dal rischio che il prezzo del bene in questione salga. Il rischio risulterà coperto in quanto il prezzo di acquisto sarà svincolato dal prezzo di mercato.

Questi contratti possono essere con “scambio di capitale” oppure “senza scambio”.

La prima tipologia di strumenti prevede la facoltà o l’obbligo, a scadenza del contratto, di vendere o acquistare il sottostante al prezzo stabilito alla data di stipulazione del derivato. La seconda tipologia, utilizzata solitamente nel caso in cui non c’è l’effettiva necessità della merce sottostante, ad esempio quando il derivato è utilizzato per speculazione, prevede che il capitale di riferimento non venga scambiato, ma venga utilizzato solamente come base di calcolo per il differenziale. Sarà poi solamente questo ad essere liquidato alla parte creditrice. Uno strumento finanziario derivato è caratterizzato dal presentare solitamente un valore nominale (un importo in valuta, un numero di azioni, un numero di unità di peso o di volume o altre unità specificate nel contratto). L’interazione del valore nominale e del sottostante determina l’ammontare del regolamento dello strumento finanziario derivato. Alternativamente, uno strumento finanziario derivato potrebbe richiedere un pagamento fisso o il pagamento di un importo

che può variare (ma non proporzionalmente alla variazione dello strumento sottostante) come risultato di un evento futuro che non è collegato ad un importo nozionale.

La seconda caratteristica di uno strumento finanziario derivato è che ha un investimento netto iniziale nullo o minore rispetto a quanto sarebbe richiesto per altri tipi di contratti si suppone possano avere una reazione simile alle variazioni dei fattori di mercato. Un contratto di opzione soddisfa tale definizione poiché il premio è inferiore all’investimento che sarebbe richiesto per ottenere lo

strumento finanziario sottostante al quale l’opzione finanziaria è collegata. Un currency swap che richiede uno scambio iniziale di valute diverse di pari fair value soddisfa la definizione perché ha un investimento netto iniziale pari a zero. Gli strumenti che rientrano nell’ambito della definizione di strumento derivato possono essere suddivisi in derivati finanziari e derivati creditizi. I primi sono rappresentati dalle seguenti principali categorie:

a) contratti a termine, rappresentati da strumenti le cui principali categorie sono costituite dai contratti forward e dai futures; essi prevedono lo scambio tra due parti di un determinato bene a una data futura e ad un prezzo prefissati al momento della stipula del contratto. Oggetto del contratto possono essere sia merci (commodities), che prevedono la consegna fisica del bene a scadenza, strumenti finanziari, indici di borsa o valute.

b) opzioni, rappresentate da strumenti che attribuiscono all’acquirente il diritto, ma non l’obbligo, di acquistare (nel caso delle opzioni call) o di vendere (nel caso delle opzioni put) attività finanziarie (azioni, obbligazioni, valute, strumenti finanziari derivati) o reali (merci e commodities) ad un prezzo prefissato (strike price) ad una certa data (opzione europea) o entro la stessa data (opzione

americana). Il diritto è rilasciato dal venditore all’acquirente dietro la

corresponsione di un premio che rappresenta la perdita potenziale massima a cui va incontro chi acquista;

scambiarsi tra di loro, a date prestabilite, flussi di cassa secondo uno schema convenuto.

I derivati creditizi sono contratti che perseguono la finalità di trasferire il rischio creditizio sottostante ad una determinata attività dal soggetto che acquista

protezione al soggetto che vende protezione. In tali operazioni l’oggetto della transazione è rappresentato dal rischio di credito in capo ad un beneficiario finale di fondi. Tali contratti si possono distinguere in:

a) credit default swap, contratti nei quali il venditore di protezione deve

adempiere all’obbligazione prevista dal contratto al verificarsi di un determinato evento;

b) credit spread swap/option, nei quali l’obbligo ad adempiere del venditore di protezione dipende dall’andamento di mercato di un’entità di riferimento; c) total rate of return swap, nei quali l’acquirente ed il venditore di protezione si scambiano l’ammontare dei flussi di cassa generati da un’entità di riferimento e quelli legati ad un tasso di interesse di mercato maggiorato o diminuito di un determinato spread.

Gli strumenti finanziari derivati possono essere standardizzati e quotati in mercati regolamentati ovvero definiti su “misura” in relazione alle specifiche esigenze degli operatori e trattati da istituzioni finanziarie nell’ambito di circuiti specializzati (cosiddetti prodotti over the counter, mercati non regolamentati). Appartengono alla prima categoria i contratti futures e le opzioni (call e put) quando esse sono negoziate sui mercati regolamentati. I contratti a termine

forward, le opzioni non quotate, nonché gli swap ed i derivati creditizi, viceversa, appartengono alla categoria degli strumenti over the counter.

3.2. Principali tipologie di strumenti finanziari derivati

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