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MORFOLOGIA,TOPOGRAFIA E STORIA DELLE RICERCHE

La scoperta dell’insediamento si deve agli scavi di emergenza effettuati nel 2008, a seguito dei lavori di realizzazione di una strada provinciale di collegamento tra Oristano e Cabras. Gli scavi sono proseguiti, sotto la direzione scientifica della Soprintendenza archeologica di Cagliari e Oristano, nell’anno 2009.

Il sito occupa un’area strategica vista la sua posizione geografica, a circa 500 m dall’attuale corso del Fiume Tirso e a circa due chilometri dall’odierna linea di costa. Le ricerche sulla geologia e sulla geomorfologia del territorio, effettuale da R.. Melis, hanno permesso di identificare i cambiamenti del deposito archeologico a seguito dell’attività fluviale ed eolica236.

L’insediamento si divide in due settori: quello settentrionale, caratterizzato dalla presenza di una collina, generatasi a seguito di apporti alluvioni, e quello meridionale, collocato nella zona pianeggiante di Sa Osa237.

STRATIFICAZIONI E STRUTTURE

La particolarità strutturale del sito di Sa Osa è data dalla mancanza di strutture murarie in elevato. I vani pertinenti al villaggio furono realizzati scavando nel terreno e risultavano semiinterrati.

Tali vani sono caratterizzati da numerosissimi livelli di occupazione che coprono tutto l’arco della civiltà nuragica, dal Bronzo medio fino alle fasi di passaggio tra Bronzo finale e primo Ferro.

Nel settore settentrionale il decorticamento superficiale ha messo in luce un livello caratterizzato dalla presenza di depositi alluvionali. Su questo piano erano visibili fosse di forma ellittica o reniforme, riempite da terreno di colore grigio

Il maggiore addensamento di questa tipologia di vani si colloca nella sommità del rilievo, dove è possibile riconoscere dieci strutture in negativo, aventi dimensioni variabili238.

Tali zone sono state identificate quali fosse e pozzetti e sono stati oggetto di indagine stratigrafica. 236 M ELIS 2011, pp. 187-191. 237 AA.VV. 2012, pp. 771-782. 238

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La fossa α, che occupa la zona più meridionale del rilievo, è una struttura in negativo scavata entro l’alluvione antica. Parte della struttura fu asportata dai continui fenomeni di erosione che interessarono la zona; oggi residua solo la parte basale239.

Nonostante non sia stata accertata la presenza di buche di palo, è probabile che queste fossero impostate sul battuto pavimentale: una prova indiretta è fornita dalla presenza di numerosi concotti caratterizzati dall’impronta in negativo di rami o canne, riferibili alla presenta di una copertura straminea, coibentata grazie all’argilla240.

Sulla base della successione stratigrafica, è possibile ritenere che la struttura α sia stata realizzata scavando una porzione del paleosuolo.

La costante presenza di elementi carboniosi, ceneri e argilla concotta, potrebbe essere riferibile ad un incendio, che durante il Bronzo medio. provocò il crollo della struttura. Il settore meridionale è caratterizzato dalla presenza di pozzi e pozzetti cilindrici, alternati a fosse di piccole e medie dimensioni.

Probabilmente queste strutture furono create con funzioni diversificate ma nel corso del tempo divennero discariche o riserve di viveri.

Gli unici edifici riconoscibili sono A e R ed i loro spazi adiacenti: la struttura A è l’unica in tutto l’insediamento ad essere contraddistinta dalla presenza di uno zoccolo in muratura e fu probabilmente ricostruita diverse volte durante il Bronzo recente, distrutta dalle esondazioni del fiume ed infine tagliata da una fossa nel corso del Bronzo finale- primo Ferro241. Il vano R fu realizzato con un particolare impasto di argilla.

Una peculiarità del settore meridionale è data dall’umidità insita nel terreno, dovuta alla superficialità della falda acquifera, che ha fatto in modo che, in questa zona dell’insediamento, perdurassero condizioni conservative eccezionali.

A tal proposito è doveroso evidenziare i ritrovamenti dei pozzi U e V, i quali contenevano numerosi resti vegetali, quali orzo vestito (hordeum vulgare), frumenti duri (triticum

durum), lenticchie (lens culinaris) piselli (pisum sativum) e fave (vicia faba).

Sono stati inoltre rinvenuti diversi tipi di frutta, come le more (rubus sp.),il sambuco (sambuco sp), il fico (fico carica) e l’ uva (vitis vinifera).

Non potendo effettuare datazioni dendrocronologiche,si è scelto di datare con il C14 alcuni frammenti di legno lavorato. Uno dei campioni si colloca in un momento antico del Bronzo

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DEPALMAS – VIDILI 2011, pp. 193-207. 240

Questo tipo di copertura è documentata anche nelle capanne nuragiche con zoccolo ligneo, tra cui quelle del villaggio S’Urbale di Teti. Inoltre la coibentazione con l’argilla era utilizzata anche nelle camere interne dei nuraghi.

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medio (1537-1425 a.C.), mentre gli altri due si datano alla prima età del Ferro (856-789 a.C.), fase non documentata archeologicamente.

Il pozzo N, utilizzato in un momento avanzato del Bronzo recente, ha restituito una grande quantità di resti organici perfettamente conservati: residui di pesce, ossa di animali, frammenti di sughero e di legno sia grezzo che lavorato, semi di uva, semi di melone, prugne selvatiche.

Due frammenti di uva sono stati datati con il C14 al 1285-1115 e al 1276- 1108 a.C242.

Il pozzetto K ha confermato l’ipotesi che una delle probabili funzioni di tali strutture fosse inerente alla conservazione del cibo. Il pozzetto infatti, chiuso da una lastra circolare in arenaria, ha restituito lo scheletro di un cervo scuoiato ma non ancora macellato.

Le fosse F e G1, ubicate nel settore V19 dell’area meridionale del sito, sono riferibili alla fase di occupazione del Bronzo medio di Sa Osa e verosimilmente pertinenti a strutture abitative della stessa fase.

Dal deposito della fossa F provengono reperti ceramici, strumenti litici, fauna, e diversi frammenti di concotto. Alcuni strati erano invece caratterizzati da una maggiore presenza di reperti litici, come pestelli o frammenti di macine di piccole e medie dimensioni. Data la natura del riempimento è possibile suppore che la sequenza stratigrafia della fossa sia di azioni di scarico di materiale effettuate a breve distanza di tempo243.

CRONOLOGIA E CONSIDERAZIONI SUI MATERIALI

Il repertorio di forme documentato nella struttura α ci restituisce un quadro abbastanza omogeneo dal punto di vista cronologico.

Tra le classi maggiormente attestate si annoverano i tipi destinati alla cottura e alla manipolazione dei cibi , quali la spiana con impressioni di elementi vegetali sul fondo e caratterizzata dalla presenza di un foro, forse funzionale ad evitare uno shock termico. Numerose le teglie e i tegami, contraddistinte da paramenti morfometrici differenti.

Sono presenti i tipi con pareti molto basse (tra i 3 e i 3,5 cm), aventi un diametro che varia dai 50 ai 30 cm e caratterizzati da pareti rettilinee o concave, orlo appiattito e arrotondato, a volte ribattuto, e fondo distinto.

I tegami si distinguono per le pareti alte, comprese tra i 7 e gli 11 cm, la cui funzione era probabilmente quella di contenere cibo con maggior volume. È presente inoltre un frammento con decorazione a pettine.

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SANNA 2011, pp.239-248. 243

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Le forme aperte sono documentate da scodelloni del tipo con orlo lievemente rientrante, labbro appiattito, pareti dal profilo convesso e vasca profonda. Le scodelle sono del tipo a calotta ma sono documentati anche esemplari con anse a nastro lievemente insellato; le tazze sono caratterizzate da una carena pronunciata, avente diametro maggiore dell’orlo. La documentazione dei vasi a listello interno è frammentaria e non è possibile ricostruirne con precisione la tipologia (figg. 81,82).

Nonostante la limitata articolazione tipologica, il repertorio può trovare una puntuale collocazione nel Bronzo medio, visti i stringenti confronti con contesti funerari come il circolo 3 di Punta Candela, le tombe dei giganti di Sa Pattada, Macomer e di Palatu, Birori e altri contesti riferibili ad una fase piena ed avanzata della media età del Bronzo244.

Il repertorio ceramico rinvenuto all’interno della struttura A è facilmente inquadrabile in una fase piana del Bronzo Recente data la presenza dei tegami con pareti ad andamento convesso e fondo a tacco, le ciotole a corpo arrotondato con parete lievemente convessa e le olle del tipo a colletto o con orlo ingrossato a sezione circolare (fig.83)245.

Le classi ceramiche rinvenute nelle fosse F e G1 sono costituite da teglie, tegami, scodelle, tazze carenate, olle ovoidi e globulari, vasi con listello interno.

Sono inquadrabili nel Bronzo recente1 i fondi di teglie e tegami decorati a pettine impresso o strisciato.

Le forme chiuse sono rappresentate da un frammento di olla decorata con cordoni verticali che si sviluppano sulla parete a partire dall’orlo e da un frammento di olla a tesa interna. Allo stesso orizzonte cronologico appartengono i materiali rinvenuti nella fossa G1.

La ceramica da fuoco o da cucina, atta alla manipolazione e alla cottura dei cibi è rappresentata dalle teglie e dai tegami con fondo piano o distinto. Per quando concerne la ceramica da mensa si riconoscono scodelle troncoconiche o ciotole carenate.

Le olle sono per la maggior parte di tipo globulare. Sulla base dei tipi attestati è possibile datare il materiale ceramico rinvenuto nelle fosse F e G1 ad una fase piena del Bronzo medio246 (figg.84,85,86). 244 D EPALMAS – VIDILI 2011, pp. 193-207. 245 CASTANGIA 2011, pp. 257-285. 246 PAU 2012, pp. 1415-1420.

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Figura 81. Sa Osa: materiali rinvenuti nella struttura α; spiana, tegami e olle a corpo globulare. (da Depalmas – Vidili 2011, pp. 203-207).

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MADONNA DEL RIMEDIO –ORISTANO (OR)

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