2.7 Un caso studio
2.7.7 Osservazioni finali
Quali sono le informazioni pragmatico-linguistiche pi ´u importanti che abbiamo ricavato mediante la CoCAL? Possiamo riassumerle in questo modo:
• la cliente narra dei vissuti in cui lei attua la stessa strategia comu- nicativa a entrambi i figli, ma ottiene delle risposte diametralmente opposte, l’una positiva (Ettore), l’altra negativa (Angelo);
• la cliente pone come tema principale il suo problema relazionale con Angelo, il quale viene visto sempre come il secondo termine di un confronto “Ettore vs. Angelo”, in cui Angelo esce perdente agli occhi della madre (la cliente);
• la cliente usa pattern linguistici doppi, in cui il secondo elemen- to serve a indebolire la forza illocutoria del primo, oppure il se- condo elemento viene definito esclusivamente in rapporto al primo (non ha cio`e un’esistenza indipendente), oppure infine fornisce in- formazione incongruente rispetto al primo termine (vedi il “doppio legame”);
• la richiesta illocutoria non di fare i compiti (extralinguistico) ma di prendersi l’impegno di farli (commissivo linguistico) viene rifiuta- ta da Angelo perch´e ambivalente: da un lato la cliente comanda e delega la responsabilit`a, dall’altro per`o comunica un suo soste- gno – dunque una corresponsabilit`a – nell’esecuzione del compi- to extralinguistico (fare i compiti, mettere in ordine, spegnere la televisione...):
• la strategia di Ettore (il figlio “buono”) `e quella di eseguire l’atto ex- tralinguistico, che la cliente interpreta come una presa d’incarico, da parte sua, ma potrebbe essere anche “cieca” obbedienza agli ordini – ipotesi da verificare da parte del terapeuta;
• la strategia di Angelo (il figlio “cattivo”) `e quella di attuare un com- missivo di rifiuto (“io mi impegno a non eseguire il tuo direttivo”) che mette in discussione la richiesta illocutoria della madre (la clien- te) probabilmente – ipotesi di lavoro – perch´e ambivalente e con- traddittoria.
L’analisi CoCAL `e a grana fine: i 15 turni analizzati equivalgono, in termini di tempo, a pochi minuti dell’inizio di una prima seduta. Cio- nonostante, molti temi degni di interesse per una ulteriore analisi clini- ca sono stati focalizzati cone estrema chiarezza, perch´e individuati nella materialit`a del testo trascritto.
Capitolo 3
Conclusioni e prospettive
Abbiamo visto da un punto di vista teorico e pratico a cosa pu`o servire l’a- nalisi linguistica costruttiva dei trascritti terapeutici. L’esplicitazione del- l’albero morfosintattico permette di capire la valenza e gli attanti ricorren- ti oppure omessi, e la loro salienza informativa. Inoltre, permette di rico- noscere pattern d’uso linguistici, che possono indicare atteggiamenti pi ´u o meno consapevoli, di aiuto al terapeuta. L’analisi pragmatica degli atti linguistici costruttivi – costruita sopra la morfosintassi – d`a informazioni ulteriori al terapeuta (e al cliente).
Ci sono due questioni aperte che mi sembrano primarie per l’eventua- le sviluppo e affermazione della tecnica CoCAL. La prima `e la questione dei costi, la seconda questione riguarda invece la validit`a della tecnica.
Per quanto riguarda i costi, `e evidente che `e necessario un addestra- mento, o meglio un apprendistato, per applicare correttamente la CoCAL: a titolo del tutto esplorativo, le prime esperienze mostrano che un parlan- te nativo dell’italiano, motivato e attento, in 6-8 ore di corso immersivo acquisisce un’abilit`a nel descrivere gli alberi adposizionali che si discosta di meno del 20% da un esperto. Si consideri inoltre che per un terapeuta nella maggior parte dei casi basta estrarre le informazioni sulla valenza e gli attanti in forma tabellare. Questo primo rilievo va unito al fatto che avere una trascrizione di seduta in molti casi `e un lusso perch´e si trat- ta di un processo dispendioso in termini di tempo (un trascrittore molto allenato pu`o arrivare a un rapporto 1:2, vale a dire un’ora di seduta te- rapeutica viene trascritta in due ore). Senza parlare delle resistenze alla registrazione delle sedute, che abbiamo assunto come inesistenti per flui-
difficilmente pu`o fornire dati validi.
Come ovviare a questi limiti, vale a dire come abbattere i costi? Per il professionista della relazione d’aiuto, il consiglio `e addestrarsi in prima persona alla CoCAL. Non avendo esigenze di scientificit`a bens´ı di opera- tivit`a, il professionista della relazione d’aiuto pu`o trascrivere e analizzare solo quello che gli interessa in prima persona. Altrimenti, se il terapeuta e il linguista CoCAL non coincidono, si profilano a mio modo di vedere due direzioni possibili e complementari: ridurre a priori la quantit`a dei turni da analizzare, oppure avere a priori delle informazioni sulla semantica, vale a dire sul tema e gli argomenti, del trascritto di seduta.
La prima direzione vede la CoCAL in applicazione complementare con altri metodi di analisi linguistica dei trascritti terapeutici, su base sta- tistica, che individuano a livello macro dei brani o cluster da analizzare successivamente con la CoCAL.
La seconda direzione `e l’applicazione in sedute mirate, per esempio nel caso di terapie focali, o ancora nel caso di test proiettivi a carattere narrativo, dove cio`e quello che viene richiesto al cliente `e di narrare del- le storie sulla base di tavole disegnate con dei personaggi ricorrenti.124 Da un punto di vista linguistico, gli attanti delle frasi sono ricorrenti: ve- dere quali vengono espressi, quali omessi, in quale posizione rispetto al- la struttura della valenza, pu`o certamente confermare o confutare certe letture teoriche o modelli interpretativi.
La seconda questione riguarda la validit`a della tecnica. La strada da intraprendere `e induttiva. Per prima cosa si prende un trascritto, si pre- para un manuale con l’indicazione della valenza e degli attanti (con il loro ruolo pragmatico) dei verbi usati nel trascritto, una tassonomia degli atti linguistici, e una tabella vuota, come quella usata nel caso studio. Si for- nisce questo materiale a un numero sufficiente di terapeuti addestrati e si confrontano gli esiti delle rispettive analisi CoCAL.125 A questo punto
si pubblicano i risultati di questa validazione in una rivista scientifica del settore, e poi si fa riferimento all’articolo pubblicato nei lavori successivi. Possiamo concludere dicendo che la CoCAL ha delle potenzialit`a in- teressanti per la psicoterapia e la pratica delle relazioni d’aiuto pi ´u in generale, potenzialit`a tutte da esplorare.
Capitolo 4
Appendice
4.1 Trascritto del caso studio
Qui di seguito la sequenza completa dei primi 15 turni del caso studio come dal trascritto (Parolin et al. 2006, 1–16).
C:t01: Allora, diciamo che non mi succede niente di particolare. Mi
sembra, per`o, anche con l’aiuto di alcuni amici `e venuto fuori, che forse
ho bisogno di un aiuto. C’`e da dire che, pi ´u che altro, mi sono venute un po’ di paure, un po’ di ansie, che prima non avevo, in particolare prima di avere dei figli. Ormai, il pi ´u grande ha 11 anni, quindi ormai (ride).
Mi spieghi meglio? :02t:T C:t03: Ma guardi, mi sono sempre preoccupata un po’ per tutte le cose che mi succedono: problemi sul lavoro, lo stare con i figli, soprattutto Ercole e anche un po’ per mio marito.
Quando sono cominciate? :04t:T C:t05: Qualche anno fa, ma adesso sono aumentate. Ho sempre
pensato di riuscire a cavarmela, anche adesso, ma mi sono detta che forse un aiuto pu`o essermi utile in questo senso e quindi ho deciso di provare ad andare a fare un colloquio, per fare quattro chiacchiere, per vedere un po’. Cosa posso dirle? Un problema particolare ce l’ho con mio figlio di nove anni. C’`e un rapporto un po’ strano fra di noi, un po’
conflittuale. Lui `e un bambino molto sensibile, quindi ha queste crisi di nervi, queste sfuriate per poi placarsi, solo che mi accorgo che con lui c’`e qualcosa che non va.
Fa fatica... :06:T C:t07: S´ı. Ercole. Il primo ubbidisce. Poi, in realt`a, non so come
interiorizzi le cose. Mi sembra un bambino semplice, abbastanza forte. Con Angelo invece c’`e sempre questo: “no, non lo faccio.” Io mi accorgo che l’assillo.
Mi faccia capire, mi faccia un esempio. :08:T C:t09: Eh... quando torna a casa da scuola, butta sempre tutto in giro, e io gli ripeto sempre le stesse cose. Sono anche stufa.
Tipo? :10:T C:t11: Tipo: “togliti le scarpe e vai a lavarti le mani.” Magari c’`e il pi ´u grande davanti alla tiv ´u.
Mi faccia capire come `e composta la sua famiglia. Allora, abbiamo: Ercole, ... :12:T C:t13: S´ı. Ercole di 11 anni, Angelo ne fa 9 a Marzo... Allora, Angelo, si mette davanti alla tiv ´u invece di fare i compiti... Ercole sa da solo che deve andare a fare i compiti per cui prende e va. L’altro, si trascina fino alle sei, sette, otto di sera e poi...
Lei cosa ripete sempre? :14:T C:t15: Io ripeto sempre: “mettiti a lavorare! Lo facciamo insieme”, ma lui ha mille scuse. `E un bambino molto intelligente, ma `e indolente. Ci sono queste mie continue richieste e questi suoi continui rifiuti... Non rifiuti, ma: “s´ı, adesso lo faccio”, ma sta in giro, pittura, gioca con le macchinine, guarda la televisione, etc. Questa `e la normalit`a delle cose.