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5 D ISCUSSIONI

5.5 Osservazioni sui principali Taxa della comunità bentonica

Le specie di molluschi normalmente più frequenti ed abbondanti nei campioni esaminati sono tipiche della comunità eurialina ed euriterma delle acque salmastre, secondo la classificazione di Pérès (1967) e sono distribuite lungo tutte le stazioni di campionamento per la maggior parte dell’anno. Insieme alla Larve di Chironomidi, sono l’unico taxa che riesce a colonizzare la vasca più interna tra quelle studiate, anche se, per C. glacum ed A. ovata, si tratta di stadi giovani che colonizzano il substrato appena dopo la metamorfosi e solo in piccola parte sopravvivono alle difficili condizioni estive. Queste due specie di bivalvi ed H. acuta raggiungono la massima densità nelle vasche col minore contatto col mare probabilmente per la presenza di stadi di dispersione larvale più longeve. Inoltre sono la taxocenosi che recupera più velocemente in seguito al disturbo dell’alluvione confermando che, in confronto alle altre taxocenosi (Policheti, Crostacei), sono probabilmente meglio adattati a vivere in questo tipo di ecosistemi paralici (Koutsoubas et al.,, 2000). Per quanto riguarda i bivalvi, gli individui più longevi sono stati raccolti nella st. 1, la vasca a più diretto contatto col mare. Ciò indica l’esistenza di condizioni troppo restrittive nelle vasche più interne delle saline per lo sviluppo degli stadi vitali successivi, probabilmente a causa delle elevate temperature estive. Tra le specie raccolte, i bivalvi possono essere indicati come organismi K-selezionati, in quanto di taglia grande, a lenta crescita ed elevata biomassa (Mistri et al., 2000). Poiché gli individui di taglia maggiore sono stati raccolti nella vasca 1, la loro presenza probabilmente indica che in questa vasca a diretto contatto col mare vi sono le condizioni meno stressanti per la comunità bentonica. Per tutte e tre le specie, il periodo più favorevole è rappresentato dalla primavera – estate, quando raggiungono la massima densità nei siti di campionamento. Delle tre specie, risente maggiormente delle condizioni stressanti delle stagioni estreme (estate ed inverno) A. ovata, le cui popolazioni presentano le oscillazioni più ampie nel tempo. In relazione all’inondazione delle saline, la specie H. acuta, seppure non è stata raccolta nei mesi successivi l’evento di disturbo, è quella la cui popolazione recupera prima dagli effetti dell’alluvione rispetto al resto delle specie di molluschi e delle altre taxocenosi, in accordo col suo stato di specie opportunista (Pearson & Rosenberg, 1978). Inoltre è in grado di superare eventi sfavorevoli, come la bassa salinità, scavando nel sedimento e

rimanendo quiescente (Britton, 1987). Da notare come l’aumento di densità di Hydrobia spp. corrisponda ad un ridimensionamento, nella st. 2 e nella st. 3, della densità delle Larve di chironomidi, di cui sono efficaci competitori per le risorse trofiche, e, nella st. 1, della densità dei bivalvi, predatori invece delle larve planctoniche (Drake & Arias, 1995) di Hydrobia spp.

Policheti

Per quanto riguarda i policheti, la loro presenza è risultata molto variabile nel tempo. Tutte le specie erano presenti nei siti indagati fino alla drastica riduzione di salinità che ha prodotto una significativa diminuzione di specie e di individui di questo taxa. Ciò è particolarmente evidente per C. capitata, polichete tubicolo di piccola taglia, presente con densità discrete nella st. 1 e nella st. 2, più modeste nella st. 4 e nella st. 5, dove vengono raggiunti valori di salinità anche del 55 ‰. Scompare completamente in tutti i siti a partire da dicembre 2004, in corrispondenza dell’alluvione. Una situazione simile si rileva per N. levigata e P. cultrifera, ben rappresentate per densità fino alla st. 3, dove la salinità raggiunge valori intorno al 50 – 52 ‰, ma quasi completamente scomparse in seguito all’alluvione. Una ripresa della densità di questa ultime due specie e di S. decoratus si osserva nel mese di ottobre 2005 mentre C. capitata sembra non colonizzare più l’ambiente delle saline. Un medesimo trend è stato osservato per il taxa degli oligocheti, ben rappresentato in alcune delle stazioni esaminate e completamente scomparso dopo la drastica riduzione di salinità provocata dall’ingresso di acqua dolce nell’impianto. Per quanto riguarda C. capitata, questa è una specie opportunista, segnalata in aree caratterizzate da elevato inquinamento organico, anche nelle zone azoiche vicino alle fonti di inquinamento (Boesh, 1973, Grasse & Grasse, 1974), con alte concentrazioni di solfuri (Rasmussen, 1973) e basso contenuto di ossigeno (Smith & Green, 1976), dove la salinità è però alta (Bagge, 1969). Questa specie non colonizza le acque con salinità inferiore al 13 – 18 ‰ (Pearson & Rosenberg, 1978). Un’analoga scomparsa delle specie di Policheti è stata rilevata da Giangrande et al. (1996) nel lago costiero di Aquatina (Puglia) quando la salinità è scesa intorno al 9‰; Cognetti (2000) rileva che specie di policheti eurialine possono colonizzare le aree più interne dei bacini costieri e delle lagune se la salinità non scende al di sotto del limite del 8 ‰. Numerosi studi hanno inoltre rilevato come non esista una correlazione tra la zonazione dei Policheti e la salinità nei valori minimi, almeno fino al limite suddetto, mentre sarebbero determinanti altri fattori ambientali, quali il grado di confinamento / vivificazione, l’idrodinamismo e il contenuto di ossigeno disciolto (Lardicci et

possono alterare profondamente la comunità dei Policheti. Inoltre il mancato successo del reclutamento primaverile da parte delle specie di questo taxa indica il perdurare di condizioni sfavorevoli, che si protraggono almeno fino all’autunno successivo.

Artropodi: Crostacei ed Insetti

Non penetrano nelle vasche più interne delle saline, dove sono stati raccolti solo occasionalmente. La comunità a crostacei è più diversificata ed abbondante nella st. 1, probabilmente a causa del maggior ricambio idrico e del maggior idrodinamismo. Tra le specie di crostacei raccolte quella che contribuisce maggiormente a caratterizzare la comunità bentonica è C. insidiosum, anfipode tubicolo tipico degli ambienti salmastri. La sua densità varia considerevolmente nel tempo e sembra non subire gli effetti della dolcificazione delle acque. Si osserva una contrazione della popolazione agli inizi dell’autunno in seguito alle crisi estive, frequenti negli ambienti salmastri, determinate da un minore apporto di acqua marina, dalle alte temperature e da una maggior attività metabolica dei predatori.

L’abbondanza delle larve di chironomidi nei sedimenti raggiunge il suo massimo nel periodo autunnale. Questo è stato osservato per la specie Chironomus salinarus (Drake, 1995). Al contrario il massimo periodo di crescita e produttività va da maggio a novembre quando le larve si spostano dai sedimenti alle macrofite (Mencie, 1981). Ciò è in accordo con i dati osservati da questo studio, le larve di chironomidi sono presenti ed abbondanti in quasi tutti i siti esaminati con un primo picco di densità nella st. 1 e nella st. 2 in autunno ed un secondo picco nel periodo primavera – inizio estate, nella st. 1 e nella st. 6. In tutte le stazioni si è osservato una significativa riduzione in corrispondenza dell’inverno 2004 / 05, a cui è seguito un recupero della popolazione, ai livelli di densità precedenti l’evento di disturbo, solo nella st. 1. Sia nella st. 2 sia nella st. 6 invece si osserva una contrazione della popolazione che non raggiunge più i livelli precedenti.

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