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5. Metodi e tecniche

5.3. Osservazioni sul metodo dell’indagine realizzata da Ixè

il piano di indagine realizzato da Ixè, e sono proposti dei suggerimenti che potrebbero essere utili nel caso di indagini future.

La ricerca effettuata da Ixè sembra presentarsi come un’indagine longitudinale, cioè un tipo di indagine che vuole misurare l’evoluzione nel tempo di determinate caratteristiche della popolazione oggetto di studio.

Perché una ricerca possa essere definita longitudinale occorre che per ciascuna variabile vengano raccolti i dati per due o più periodi di tempo distinti, e che i soggetti oggetto di studio siano gli stessi o quantomeno siano comparabili da un periodo all’altro. E, naturalmente, comporta un confronto dei dati tra due o più periodi22.

La presentazione dei risultati di Ixè verte sul confronto tra l’indagine corrente e quella del 2015, condotta sempre da Ixè per conto del master (e in qualche caso anche con un’indagine 2013, questa volta condotta dal master).

Tale confronto, però, impostato come a indicare un’evoluzione temporale tra i risultati del 2015 e quelli del 2017, non rappresenta un confronto valido su questo piano per un fattore che riguarda i campioni analizzati. I rispettivi campioni, infatti, si sovrappongono in gran parte: l’indagine del 2015 riguarda gli ex-studenti che si sono iscritti al master a partire dall’anno accademico 2002/2003 fino al 2011/2012; l’indagine di Ixè invece copre l’intervallo dal 2003/2004 al 2013/2014.

Per questa ragione il confronto tra le due indagini non permette di studiare in pieno l’evoluzione nel tempo dei fenomeni studiati. In questa tesi, pertanto, l’indagine Ixè è stata considerata come indagine trasversale, cioè un’indagine in cui «si rilevano le unità statistiche raccogliendo informazioni di interesse riferite ad un particolare momento o periodo di tempo, con l’intento di stimare le caratteristiche riferite allo stato della popolazione oggetto nel momento o periodo di interesse»24.

Si è anche esclusa la classificazione come indagine trasversale ripetuta con parziale sovrapposizione del campione, perché questo tipo prevede l’uso di panel ruotati, ossia

unità statistiche introdotte nel campione, indagate per un prefissato numero di occasioni e successivamente escluse, strategia non adottata nell’indagine in questione.

La comparazione tra indagine 2015 e 2017 potrebbe avere significato per confrontare la coerenza dei risultati tra le due. Ma proprio per la composizione dei due campioni, sovrapposti per gran parte e in parte no, anche questa opzione resta comunque metodologicamente poco convincente.

Un’altra criticità deriva dal confronto tra i dati prodotti nell’ambito dell’indagine 2017 e quelli dell’indagine AlmaLaurea del 2010 sui diplomati di master, proposto da Ixè. La criticità è legata al fatto che la comparazione è effettuata tra un’indagine che ha come campione gli studenti di undici diversi anni accademici e un’altra il cui campione comprende i frequentanti i corsi del 2008/2009 e la condizione occupazionale dei diplomati dei master 2007/2008 a un anno dalla conclusione degli studi.

Per molti aspetti questa comparazione può essere azzardata; uno su tutti, il confronto del reddito medio.

Per questo motivo si è scelto di non includere in questa tesi il commento al confronto di questi dati proposto da Ixè.

Un altro punto riguarda il livello di dettaglio dell’indagine. Questa viene costruita andando a esplorare i vari fenomeni da una parte nel loro trend generale, dall’altra dettagliando i risultati su alcuni livelli: le risposte sono ripartite per anno accademico (a.a. dal 2003/2004 al 2007/2008, e a.a. dal 2008/2009 al 2013/2014), genere (maschio/femmina), classe d’età (fino a 35 anni/36-40 anni/41 anni e oltre), e per zona di residenza attuale (Nord-Ovest, Nord-Est, Centro-Sud e Isole/Estero). Si vedano le tabelle in Appendice I per i dettagli.

Sorgono però due problemi.

L’età dei rispondenti è stata rilevata nel questionario attribuendo una classe d’età. Si ha quindi in partenza un dato aggregato. Sarebbe stato invece utile chiedere l’età precisa dei rispondenti.

Inoltre, siccome l’ammissione al master non prevede vincoli d’età, all’interno della classe d’età 36-40 anni, ad esempio, possono rientrare ex-studenti che hanno frequentato il master nel primo anno accademico incluso nel campionamento (2003/2004) o

nell’ultimo, dieci anni dopo (2013/2014). Sarebbe quindi opportuno poter discriminare tra i due casi, disponendo dell’informazione sull’età del rispondente al momento dell’iscrizione al master.

Il secondo problema riguarda la scelta di misurare i risultati discriminandoli secondo due blocchi di anni accademici (a.a. dal 2003/2004 al 2007/2008, e a.a. dal 2008/2009 al 2013/2012). Per molti degli aspetti indagati l’indagine avrebbe restituito risultati più informativi se avesse dettagliato i risultati attraverso i singoli anni accademici. Il master della Sissa ha subito negli anni molti cambiamenti, e ogni anno accademico risulta più o meno diverso dal precedente. La decisione di analizzare i risultati secondo due blocchi crea il rischio di ottenere dati appiattiti e da cui ricavare poca informazione.

Riguardo la misurazione del livello di scolarità attuale e del livello di scolarità al momento dell’iscrizione al master, la domanda del questionario è stata costruita nel modo seguente: “Qual era il tuo livello scolare prima di iscriverti al MCS?” e “Qual è il tuo attuale livello scolare?”.

In entrambi i casi è stato consentito ai rispondenti di esprimere più risposte.

Questo però crea una situazione critica, che compromette la verosimiglianza del risultato. Scandagliando i dati grezzi è possibile osservare che alcuni rispondenti hanno segnato, ad esempio, “dottorato di ricerca” come unica risposta, mentre altri hanno segnato “dottorato di ricerca” e “laurea vecchio ordinamento”.

Quindi per alcuni (pochi) rispondenti si trova nei dati il ventaglio completo di titoli, ma per tutti quelli che hanno segnato solo il titolo più alto, ad esempio “dottorato di ricerca”, si dispone solo di parte dell’informazione. Questo vale naturalmente anche per chi ha segnato come unica risposta “altro titolo” o “altro master” e così via.

Il risultato proposto nei risultati Ixè, di conseguenza, è impreciso, perché mostra tutte le risposte senza che sia apportata alcuna correzione.

Per evitare questa fonte di confusione sarebbe stato opportuno specificare che il rispondente segnasse tutti i titoli scolastici conseguiti (ad es.: “laurea breve + specialistica”, “dottorato di ricerca”, “altro master”) oppure vincolare la risposta al solo titolo più alto in grado conseguito.

Si specifica che, in questo ricalcolo, nelle situazioni in cui il rispondente ha indicato “altro master” e “altro titolo” si è scelto di associare come risposta “altro master”, perché non è stato possibile stabilire se l’altro titolo indicato fosse superiore nella gerarchia dei gradi scolastici a quella di un master. In un caso in cui erano indicati “dottorato di ricerca” e “altro titolo” specificato come “Scuola di Specializzazione per l'Insegnamento Secondario Università di Bologna” si è ritenuto superiore in grado il dottorato di ricerca.

Il medesimo discorso vale per il livello di istruzione dopo il master. Con una considerazione in più: molti ex-studenti hanno indicato come risposta al livello scolare attuale “altro master” specificando “Master in Comunicazione della Scienza “Franco Prattico””. Ora, nel calcolo condotto in questa tesi il dato è stato “ripulito”: se il rispondente ha indicato un altro titolo di studio, come risposta alla domanda, è stato conteggiato quest’ultimo. Se non lo ha fatto, è stato considerato il titolo di studio indicato nel livello scolare pre-master. Oppure, se il rispondente ha specificato oltre a quello della Sissa anche un altro master, allora si è conteggiata la risposta come “altro master”. Nel risalire ai calcoli effettuati da Ixè non è stato possibile determinare in che misura i ricercatori primari abbiano ripulito il dato, né quale sia stato il criterio di riattribuzione delle risposte.

Un’altra puntualizzazione: si è verificato un caso in cui un rispondente ha segnato “laurea triennale” e “altro master” come titolo pre-master, ma poi solo “laurea triennale” come titolo post-master. Nella nostra rielaborazione si è scelto di assegnare “altro master” al livello di istruzione post-master del rispondente. Nel calcolo Ixè, invece, non è stata apportata modifica.

Un altro caso critico ha visto un rispondente segnare “dottorato di ricerca” e “altro master”. Qui si è deciso di assegnare “dottorato di ricerca” perché il master specificato dal rispondente è un master privato non universitario senza valore legale.

Infine, in un altro caso un rispondente ha indicato “laurea triennale” come titolo pre- master e “laurea vecchio ordinamento” come titolo attuale. Potrebbe essere un errore, tuttavia nel conteggio del livello pre-scolare e del livello scolare attuale si è scelto di non apportare modifiche alla risposta data. Questo rispondente è stato tuttavia escluso dal calcolo di quanti studenti hanno acquisito un altro titolo dopo il master (26,2%).

Nella domanda numero 8 del questionario “In quale ramo sei laureato? (ci riferiamo alla laurea conseguita al momento dell'iscrizione al Master)” per il 2,3% dei rispondenti (ossia 3 persone sul campione totale) non è stato possibile definire l’ambito, se scientifico o umanistico. Il motivo è che questi 3 rispondenti hanno tutti fornito come risposta un anno (es. “2009”): si ipotizza quindi che, leggendo la domanda, possano aver scambiato il ramo di laurea per l’anno di laurea.

Come accennato nel paragrafo 4.3., nell’indagine Ixè sono state individuate due popolazioni diverse riguardo l’attività nella comunicazione della scienza.

Una popolazione rappresenta gli ex-studenti che lavorano nel settore, l’altra gli ex- studenti che negli ultimi dodici mesi hanno svolto attività di comunicazione della scienza, dietro compenso o meno.

Queste popolazioni sono state individuate sulla base delle risposte date a due specifiche domande nel questionario.

Nel primo caso, quello degli occupati, sono stati individuati quelli che alla domanda numero 8 “Attualmente tu: (possibili 2 risposte se sei attivo in diversi settori)” hanno risposto a una delle due con “sei occupato nella comunicazione della scienza”. Le altre risposte possibili erano “sei occupato in ambito diverso dalla comunicazione della scienza” / “sei in cerca di occupazione” / “studi” / “altro”.

Nel secondo caso, gli attivi nel settore sono stati individuati in base alla risposta alla domanda numero 9 “Negli ultimi 12 mesi hai svolto attività di comunicazione della scienza?”: sono stati classificati come attivi coloro che hanno risposto “Come lavoro a tempo pieno – full time (attività retribuita)” / “Come lavoro a tempo parziale – part-time (attività retribuita)” / “Saltuariamente (attività retribuita)” / “Come attività extra-lavorativa, hobby (non pagato)”.

Entrambe le domande sono state sottoposte a tutto il campione.

La popolazione degli attivi è costituita da quelli che attualmente lavorano nella comunicazione della scienza, più alcuni che sono occupati in altri campi ma fanno/hanno fatto comunicazione della scienza per hobby, e altri che attualmente sono occupati in altri campi o studiano ma che hanno precedentemente (sempre negli ultimi dodici mesi) svolto l’attività di comunicazione della scienza come lavoro.

Gli occupati nel campo sono dunque il 60% del campione, mentre gli attivi in comunicazione della scienza per lavoro sono il 73,1%. Se invece si includono in quest’ultimo conto coloro che sono stati attivi non per lavoro ma per hobby, gli attivi sono l’82,3%. Si vedano le Tavole statistiche delle elaborazioni originali svolte in questa tesi contenute in appendice.

Riguardo al confronto tra le attività lavorative in comunicazione della scienza prima del master e negli ultimi dodici mesi rispetto all’intervista (figura 18) - effettuato da Ixè e riproposto in questa tesi - è opportuno fare una precisazione.

Nel questionario, alla domanda “Negli ultimi dodici mesi hai svolto attività di comunicazione della scienza?” è stata consentita una sola risposta, mentre alla domanda “Prima di frequentare il MCS svolgevi o avevi svolto attività di comunicazione della scienza?” era consentito darne più d’una.

Questo comporta che le risposte sommano a 100 nel primo caso, mentre nel secondo sommano a 104.

Teoricamente, dal punto di vista metodologico, risultati che sommano a totali diversi non sono confrontabili. Tuttavia in questa occasione si è scelto ugualmente di riproporre il confronto così come svolto da Ixè per il seguente motivo: nella misurazione delle attività in comunicazione della scienza pre-master la maggior parte delle persone ha espresso una sola scelta, fornendo una seconda risposta in pochi casi (solo 5 intervistati su 130, il 3,8%). Questi ultimi hanno indicato come seconda risposta solamente “come attività extra-lavorativa/hobby (attività non retribuita)” o “saltuariamente (attività retribuita)”. Quindi il dato più importante che emerge dal confronto – ossia la riduzione drastica di chi non svolgeva alcuna attività in comunicazione della scienza, a favore di chi ora la svolge come attività lavorativa full time – non è stato alterato.

In questo caso, dunque, l’errore è lieve, pertanto si è qui giudicato il raffronto accettabile. La figura 19 mostra graficamente la distribuzione delle risposte alla domanda “In quali settori della comunicazione della scienza sei impegnato/che lavoro fai?”.

L’intervistato era chiamato a fornire una risposta aperta, e in fase di elaborazione le risposte sono state poi ricodificate all’interno di categorie scelte da chi ha elaborato i dati. Le categorie sono quelle riportate nella figura 19.

Andando a rivedere i dati grezzi si nota che diversi intervistati hanno risposto “social media”. Probabilmente questi risultati sono stati inseriti nella categoria “Produzione multimediale/siti”; meriterebbero però una categoria a parte data la richiesta crescente del social media manager in quanto figura lavorativa emergente25, tendenza interpretata dal master con l’introduzione di un corso apposito dal 2013.

Per cui, per avere un quadro più preciso, sarebbe forse stato più opportuno disaggregare la “Produzione multimediale/siti” in due categorie distinte: “Produzione multimediale” che raccolga i lavori di produzione di video, audio, grafica, animazione, e così via; e “social media e siti web”, associazione che ricorre già in un paio di risposte.

Inoltre, così come è formulata, la domanda lascia spazio a qualche imprecisione. Dato che la domanda è stata sottoposta alla popolazione degli attivi nella comunicazione della scienza, è inclusa quella porzione di ex-studenti che fa comunicazione della scienza solo come attività extra-lavorativa/hobby. Sarebbe stato più pertinente forse sottoporre la domanda a coloro che sono stati attivi lavorativamente nella comunicazione della scienza negli ultimi dodici mesi.

Si fa notare, ancora, che una piccola parte di rispondenti ha risposto indicando “salute” / “ambiente” / “scienze biomediche” / “robotica” / “comunicazione della fisica” e altre, in alcuni casi fornendo questa come unica risposta, fraintendendo la domanda. Si potrebbe quindi riformulare la domanda di modo da ridurre i casi di misinterpretazione. Un’altra notazione per la fase quantitativa della ricerca. Come è successo per la rilevazione dell’età degli intervistati, anche la rilevazione del reddito è stata fatta per classi di reddito e non per dato puntuale, dal questionario. Nella presentazione dei risultati, Ixè ha poi proposto il calcolo del reddito medio netto annuo derivante dalle attività in comunicazione della scienza stimandolo a 19.141 euro. Ha poi dettagliato il valore distinguendo in base al genere, classe di età e altri parametri. In questa tesi si è giudicato questo risultato poco realistico.

Il risultato è stato ottenuto con una media ponderata. Si è calcolata la media per ciascuna classe di reddito (per la classe “meno di 1000 euro” è stato considerato il valore di 500 euro, per la classe “1000-5000 euro” il valore di 3000 euro, e così via). Poi si è moltiplicato il valore medio di ciascuna classe di reddito per il numero di soggetti

numero di soggetti totali (95, cioè gli ex-studenti attivi nella comunicazione della scienza per lavoro negli ultimi 12 mesi).

Questo tipo di calcolo però, risulta distorto per due ragioni. La prima è che non è stato svolto sui valori unici per ogni intervistato ma sul valore medio di ciascuna fascia di reddito, e questo è un elemento che aumenta l’incertezza. La seconda è che la fascia più alta (“Oltre 50.000 euro) non ha limite superiore, e il valore medio della stessa è stato fissato arbitrariamente a 60.000 euro per il calcolo.

In ogni caso si segnala che svolgendo il calcolo sopra descritto il reddito medio risulta diverso da quello ottenuto da Ixè, cioè 19.110,5 euro e non 19.141 euro.

Passando poi all’indagine qualitativa, si è detto nel sottoparagrafo 5.2.1 che il campione di intervistati è stato di quattro datori di lavoro. Sarebbe stato ideale ampliare la lista dei possibili datori di lavoro da contattare (andando quindi oltre i sette contatti forniti dal master), da intendersi sia come numero di intervistati, sia come numero di candidati da contattare e tra cui scegliere, cercando di coprire più ambiti della comunicazione della scienza.

Infatti, tra i quattro datori di lavoro contattati nessuno appartiene all’ambito del giornalismo, settore di attività per oltre il 40% degli ex-studenti attivi nella comunicazione della scienza.

Una situazione particolare legata ai contatti forniti dal master, è che uno dei datori di lavoro intervistati segnala di essere stato per molti anni docente regolare di un corso del master (fino all’anno precedente al sondaggio).

Un altro dei quattro intervistati, invece, ha specificato che nell’ufficio presso cui lavora non fanno job placement, e alle posizioni lavorative interne si accede per concorso; per cui il suo ruolo è unicamente quello di tutor del tirocinio legato al percorso formativo. Di conseguenza non si configura precisamente come “datore di lavoro”.

Considerando che il master viene aggiornato praticamente di anno in anno, alcune delle risposte registrate nella fase qualitativa risultano oggi anacronistiche perché provengono da iscritti di edizioni datate, e sarebbe opportuno inquadrarle. Questo chiaramente rappresenta in parte un limite, in parte un indice di come il master sia cambiato verso alcune delle esigenze che sono state manifestate dagli studenti, per rispecchiamento dei

cambiamenti nel settore (come nel caso delle nuove discipline di social media, data- journalism, giornalismo imprenditoriale).

La stessa considerazione si applica alle risposte aperte fornite alla domanda numero 19 del questionario della fase quantitativa: “Nella preparazione che il Master ti ha dato, c’è qualcosa di importante che è mancato e ti sarebbe stato utile per il tuo inserimento lavorativo?”.

In entrambi i casi sono gli stessi rispondenti a suggerire una contestualizzazione temporale della propria osservazione, nel senso che potrebbe essere datata perché hanno frequentato il master molti anni prima, e tengono conto della possibilità che il master nel frattempo possa essere cambiato.

Come ultima riflessione vogliamo riprendere le considerazioni avanzate nella tesi sul confronto tra indagini Istat, Vulcano-Stella e AlmaLaurea citata nel capitolo 2.

L’indagine Ixè risulta per gran parte molto diversa da quella condotta da AlmaLaurea sui diplomati di master. Certamente si deve tener conto che la prima si focalizza sugli ex- studenti di un unico master, mentre la seconda su quelli di molti master. Tenendo conto di questo, ugualmente molti elementi risultano non comparabili: per esempio, le categorie di contratto lavorativo risultano molto diverse tra le due indagini (nel caso di AlmaLaurea: “Autonomo” / “Tempo indeterminato” / “Contratti formativi” / “Non standard” / “Parasubordinato” / “Altro autonomo” / “Senza contratto”; nel caso di Ixè: “Collaboratore occasionale” / “Dipendente a tempo indeterminato” / “Libero professionista con Partita Iva” / “Collaboratore a progetto o co.co.co.” / “Dipendente a tempo determinato” / “Borsista o assegnista di ricerca” / “Socio di cooperativa o società” / “Altro”). O ancora, un’altra differenza sta nel criterio utilizzato per definire lo stato occupazionale. Ixè definisce sostanzialmente quattro categorie (“Occupato” / “In cerca di occupazione” / “Studente” / “Altro”), ma dà al rispondente la possibilità di assegnarsi a più d’una tra queste, come già discusso. AlmaLaurea invece utilizza il criterio definito dall’Istat nell’indagine sulle Forze di Lavoro del 2006, per cui le persone in cerca di occupazione sono non occupati che dichiarano di essere alla ricerca di un lavoro; per Ixè, invece, le persone in cerca di occupazione non sono necessariamente non occupati. Questa disomogeneità complessiva non rappresenta di per sé un elemento negativo per nessuna delle due indagini. Semplicemente si fa notare che anche in questo caso si

informazione su oggetti simili, ma purtroppo le impostazioni diverse rendono poco o per nulla comparabili i risultati ottenuti.

Sempre nel caso di eventuali indagini future sul master Sissa, potrebbe inoltre essere utile integrare parti dell’indagine AlmaLaurea nel questionario della fase quantitativa; per esempio inserendo indicatori dell’utilità dello stage a livello lavorativo, qualora intrapreso, per capire se l’esperienza si è poi tradotta nella continuazione del rapporto come attività lavorativa.

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