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Dunque, il turista è ormai da considerarsi una presenza fissa della città di Venezia e non solo: con il dilagante fenomeno dell’overtourism anche altre città europee si trovano a dover fronteggiare le continue e instancabili ondate di turisti giornalieri fra le proprie strade.

Sebbene il turismo abbia grandi e benefiche potenzialità sia per i centri storici – quali ad esempio la creazione di nuovi posti di lavoro nel settore, la promozione della cultura, della tradizione e dell’enogastronomia locale e l’attenzione verso paesi che altrimenti sarebbero scomparsi o lasciati all’incuria – che per i viaggiatori stessi – la conoscenza di nuovi luoghi, il venire a contatto con usi e costumi diversi da quelli a cui si è abituati – non si può pensare che esso porti unicamente aspetti positivi e di ciò, sfortunatamente, l’opinione pubblica se ne è resa conto solo negli ultimi anni.

L’overtourism nasce quando la comunità locale e quella turistica entrano in conflitto e viene meno l’equilibrio esistente; in questo modo, l’esperienza di visita è negativa sia per il residente che non riesce più a vivere la sua città e spesso preferisce trasferirsi altrove, sia per il viaggiatore che non può godere delle bellezze della destinazione scelta a causa dell’elevato numero di visitatori presenti.

Spesso si confonde l’overtourism con il turismo di massa, ma non è così: in realtà si potrebbe definire il primo un’estrema conseguenza del secondo poiché esistono luoghi che ospitano milioni di visitatori che però non riscontrano gli stessi problemi di destinazioni quali ad esempio Venezia, Barcellona o Dubrovnik, dove il tessuto sociale è sotto costante minaccia per il turismo senza controllo che spesso non rispetta né la città – abbandonando rifiuti in strada, distruggendo monumenti, tuffandosi nelle fontane o nei canali – né i residenti – disturbando la quiete pubblica fino a tarda notte.

Sebbene il termine overtourism sia stato coniato nel 2012, è nell’estate del 2017 che è palesemente apparso sotto gli occhi di tutti a causa delle proteste ad opera di residenti in città come Barcellona – considerata la leader delle reazioni al turismo di massa – Venezia e Amsterdam dove sono apparse anche scritte sui muri che gridavano “Tourist, go home” (Turista, vai a casa). Persino le istituzioni pubbliche, che fino a quel momento erano rimaste silenti, si sono schierate a favore di questi movimenti di residenti, accrescendo le tasse di soggiorno o di ingresso, varando normative che scoraggiassero l’apertura di nuove attività legate al turismo mordi e fuggi.28

Per questo motivo sorgono molte associazioni nelle città maggiormente toccate da questo fenomeno, associazioni che cercano di difendere ciò che resta del tessuto sociale, dimostrando di essere cittadini attivi e meritevoli di rispetto sia da parte delle istituzioni – spesso complici dell’overtourism – sia da parte dei turisti, i quali ritengono spesso che le destinazioni visitate siano solamente parchi giochi dove non vige nessuna regola.

Lo sviluppo di questo fenomeno si è avuto soprattutto a causa delle compagnie low cost le quali hanno foraggiato il turismo di massa attraverso voli a prezzi molto ridotti per qualsiasi destinazione europea: ormai sembra quasi la normalità prendere la mattina un volo per Parigi e tornare la sera stessa, contribuendo in questo modo sia all’inquinamento sia all’overtourism.

Stessa sorte è quella delle crociere che giornalmente visitano le città sulle coste, nelle quali si riversano i passeggeri che trascorrono pochissimo tempo nelle varie località, creando solamente intasamenti

28 Francis Justin, Responsible Travel, Overtourism – What is it and how can we avoid it?

nelle strade, nelle piazze e nei locali e rendendo i centri storici invivibili sia per i residenti sia per i visitatori che hanno scelto un soggiorno più ecosostenibile nel rispetto della città.

Altra causa dell’overtourism è Airbnb e piattaforme simili i cui servizi causano un’impennata dei prezzi delle abitazioni che diventano quindi inavvicinabili per i residenti.

Inoltre, anche la nascita dei social network ha avuto un grande impatto sul turismo: grazie soprattutto agli influencer tutte quelle destinazioni che in passato erano poco conosciute sono ora prese d’assalto giornalmente da orde di turisti.

Comunque, bisogna considerare anche la mala gestione del mercato del turismo come ragione principale per cui esso è diventato così distruttivo per alcune realtà: fino a pochi anni fa, un buon anno per il turismo era considerato quello con maggiore affluenza a prescindere dal tipo di visitatori: non importava che essi fossero crocieristi, escursionisti o che soggiornassero più giorni in città, l’unico dato che contava era il loro numero. Quando però le Amministrazioni locali hanno cominciato ad aprire gli occhi sulla situazione del turismo, già molti residenti avevano abbandonato i loro centri storici sovraffollati, i commercianti e gli artigiani avevano chiuso bottega schiacciati da affitti e tasse sempre più alte e i turisti avevano contribuito all’incuria e al danneggiamento dei luoghi visitati senza essere penalizzati per il loro comportamento inappropriato.

Di seguito si andrà innanzitutto ad analizzare brevemente la Capacità di Carico Turistica – strumento utilizzato per comprendere quanti visitatori possono trovarsi nel medesimo luogo senza per questo alterare il suo equilibrio – applicandola alla città di Venezia, si passerà poi a discutere del contributo d’accesso che, salvo imprevisti, entrerà in vigore nel settembre 2019 istituendo una tassa per poter accedere in tutta l’area del comune di Venezia da cui saranno esentate solo determinate categorie. Nel penultimo paragrafo si affronterà il tema della costruzione, nell’area della stazione di Mestre, dei nuovi hotel che porteranno sia un turismo di fascia medio alta, sia uno di fascia più bassa: sono infatti previsti hotel di lusso e ostelli; è questa la soluzione giusta per combattere l’overtourism?

Infine, si concluderà parlando dell’alternativa data ai turisti che preferiscono avere un’esperienza più “local”: Airbnb.