Quando, nel 2009, si sono tenuti gli incontri preparatori per le iniziative realizzate dalla Parrocchia di S. Giuliana, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Curtarolo un comune convincimento animava tutti i partecipanti: Padre Bernardo Longo, missionario, martire, per cui è in corso la causa di beatificazione, è una figura che supera la dimensione religiosa, che coinvolge tutto e tutti.
Era un consacrato assolutamente convinto, pregava sempre ed aveva una fede incrollabile.
Tutti coloro che lo hanno incontrato lo ricordano per la carica vitale, per l’energia irrefrenabile, per la capacità di coinvolgere.
Era convinto che l’educazione, la scuola e la pratica, l’insegnamento delle nozioni basilari ma, anche, di un mestiere, fosse elemento essenziale per conquistare la dignità.
Nel novembre 2014 ricorreranno 50 anni dal martirio di Padre Bernardo Longo.
Non è pensabile che una ricorrenza di tale importanza si limiti a discorsi di circostanza, cerimonie.
Sarà un evento importante, che coinvolgerà tutta la comunità, sia laica che religiosa, tutte le frazioni, perché Padre Bernardo Longo è di Curtarolo! Ed è di Nduye! E lui, il venerabile Padre Bernardo, non si è limitato a vivere a Curtarolo e Nduye, ma con la sua testimonianza di vita le ha profondamente cambiate.
La chiesa di Nduye è ampia, spaziosa. Il posto dove è stata costruita è emblematico: è collocata sul fianco della collina a metà tra la scuola e gli atelier di meccanica e falegnameria; chi doveva allora recarsi ad aggiustare un mezzo doveva passare prima davanti alla scuola, poi davanti alla chiesa ed infine arrivava all’officina!
Considerando la geografia del posto, sarebbe stato più semplice costruire l’officina in basso, parallela alla strada, ma Padre Bernardo Longo ha voluto strapparla alla collina e posizionare gli atelier in alto. L’officina e la falegnameria, la chiesa e la scuola sono visibili da tutto il villaggio, da chiunque arriva a Nduye.
Sono costruzioni belle e maestose, funzionali, luminose.
Anche se da oltre vent’anni sono chiuse e abbandonate, le strutture dell’officina, della falegnameria, sembrano fremere dalla voglia di riaprire, di funzionare nuovamente!
Le scuole funzionano, ma hanno bisogno di una guida costante, ed anche di superare quelli che possono essere (e spesso sono) i piccoli problemi contingenti: il ritardo nel pagamento degli insegnanti da parte dello Stato, la incapacità dei genitori di pagare la retta mensile..
L’ospedale costruito da Padre Bernardo Longo, un dispensario collocato nel villaggio, ha bisogno della presenza di personale con esperienza medica o infermieristica.
Una popolazione, quella di Nduye e che vive nella foresta circostante, che sembra in attesa, con il fiato sospeso, che Padre Bernardo torni a casa, dalla strada da
Mambasa. Si sentono suoi figli e attendono il ritorno della loro guida, del loro padre spirituale.
Padre Bernardo Longo riposa nella chiesa di Nduye e merita un sacello adeguato.
Ma sicuramente si aspetta che la forza di volontà, tipica del paese da cui è partito, si manifesti ancora, che prosegua nella linea da lui tracciata.
Perché, lo vogliamo o no, siamo legati, noi di Curtarolo, alla gente di Nduye.
Sotto molti aspetti, quello che Padre Bernardo Longo voleva per loro è quello che pensiamo noi ancora adesso: perché non lavorano? Perché non sfruttano le risorse di cui dispongono? Perché non raddrizzano la schiena?
Padre Bernardo Longo non si era limitato a porsi quelle domande, a darsi le risposte. Ha lavorato per vent’anni ed è rimasto lì, mettendo in conto di rischiare la morte, per creare le condizioni perché quelle domande non avessero più motivo di esistere.
Lui ha creato le condizioni perché la gente di Nduye studiasse, lavorasse, avesse la dignità che merita, perché quelli che uscivano dalla sua scuola fossero contesi, perché professionalmente preparati ed affidabili. Perché quel piccolo pezzo di Curtarolo nella foresta fosse più prospero di quello da cui era partito.
Lui, Padre Bernardo, non faceva mistero delle sue necessità, avendo chiaro l’obiettivo di realizzare le opere di Nduye smuoveva le montagne! (ed abbiamo constatato che lo ha fatto letteralmente).
Vivere qualche giorno in quella missione ci dà la forza per fare altrettanto, per chiedere senza timori, perché quello che è stato costruito 60/70 anni fa nel nulla, e che ancora esiste, sia sistemato, con un minimo di manutenzione, con gli impianti elettrici e idraulici, con la sostituzione del tetto, con la segheria, l’officina funzionanti.
Cinquant’anni dal martirio di Padre Bernardo Longo possono arrivare con un obiettivo realizzato: far si che quello per cui ha lavorato, per cui ha dato la vita, torni a vivere così come lo aveva pensato allora.
Sarebbe la conferma che il suo sacrificio non è stato inutile, ma anzi, è servito a preservare l’opera destinata a quella gente. La conferma che la sua forza di volontà, il suo esempio, possono tornare a Nduye, venendo dalla strada da Mambasa. [Emanuele Agugiaro]
2. Qualche pensiero sul viaggio a Nduye..
Fine ottobre 2010! Ad appena 4-5 giorni dal mio ingresso nella Comunità di Santa
Giuliana sono stato coinvolto, in qualità di nuovo Parroco, nel progetto “Missione di Padre Bernardo Longo”.
Un pomeriggio di fine ottobre, ho partecipato in Municipio all’incontro del Sindaco e di alcuni Assessori che, insieme a Padre Silvano Ruaro, volevano trovare il modo di dare concretezza e progettualità all’idea maturata l’anno precedente, durante la serata a memoria e onore di Padre Bernardo Longo: il gemellaggio tra la comunità di Curtarolo e quella di Nduye.
Padre Silvano, missionario da 40 anni in Congo e per molti anni parroco nella missione di Nduye, fondata da Padre Bernardo Longo, in quella circostanza ha chiesto che la proposta prendesse le forme di un impegno per contribuire alla ristrutturazione della Missione.
Ho visto disponibilità e voglia di impegnarsi: da parte dell’Amministrazione Comunale anzitutto, del Gruppo Missionario. Lo stesso entusiasmo era richiesto anche a me in qualità di nuovo Parroco della comunità di Santa Giuliana.
In quella sede è maturata la necessità di andare sul posto per rendersi conto personalmente dello stato di fatto della Missione. L’intervento doveva essere puntuale e ben progettato. Ed è così che a maggio 2011 siamo partiti.
Tante domande portavamo in cuore. Soprattutto il bisogno di capire le ragioni che avevano spinto Padre Silvano a proporre, in vista del 50° anniversario dal martirio di Padre Bernardo, il restauro della Missione fondata e costruita dal suo predecessore.
Le fasi del viaggio, il lavoro svolto e la situazione degli edifici sono state ampiamente ben descritte da Roberto e da Emanuele.
Aggiungo solo che, giunti a Mambasa, nella missione dove ha oggi sede l’Istituto Bernardo Longo, si respira aria di casa. Tutto parla di Padre Bernardo: gli Insegnanti di quella scuola, già allievi di Padre Bernardo ne parlano con commozione e gratitudine. Perfino le giovani generazioni che non hanno conosciuto personalmente Padre Bernardo, a pronunciarne solo il nome abbozzano un sorriso compiaciuto, come di chi conserva riconoscenza e gratitudine per un uomo che si è speso tutto, anche con la vita, per loro.
Finalmente, dopo qualche giorno, la partenza per Nduye, la località dove è stata edificata la Missione, famosa, spesso nominata e fatta oggetto di tanto interesse.
Prima di arrivare, proprio per questa aspettativa, mi sono posto la domanda: “Cosa ci sarà mai di così importante da meritare tanta attenzione e tanto impegno di
energie?”.
Lo si capisce solamente quando ci si arriva! Dopo un percorso che si addentra profondamente nella foresta. Un Paradiso terrestre!
E’ quanto balza agli occhi di chi arriva e si imbatte nella bellezza di quel luogo.
Ho capito subito perché Padre Bernardo lo ha scelto come luogo per organizzare la sua presenza missionaria.
La foresta, il verde, la pace, il silenzio, la forza della vita, la gioia dei bimbi, la bellezza di quei luoghi sono uno sfondo impagabile a un progetto di carità e di promozione umana ideate e concretizzate da Padre Bernardo.
Un progetto-capolavoro che fa onore a tutti noi, consapevoli che nella lontana Africa un nostro concittadino ha attivato promozione umana e sociale con professionalità, intelligenza, gratuità e genialità.
Ci onora e ci riempie il cuore! Uno di noi che ci ha creduto fino in fondo, fino al dono della sua stessa vita.. chiede a noi suoi paesani di non lasciar cadere quel miracolo di carità e di bellezza nato come lode a Dio e come servizio a un’umanità povera e bella.
E’ quanto ho capito fin da subito: Padre Bernardo ci tende la mano e chiede a noi di trasformarsi nella sua mano, di dare continuità alla speranza che lo ha animato, di diventare espressione della carità che ha modellato la sua generosità.
Un secondo motivo è dato dalla consapevolezza che in quel posto benedetto, ma lontano dagli altri centri abitati, servono punti di riferimento per la sanità, per l’educazione, per la promozione umana, per la formazione al lavoro e alla professionalità, per l’aiuto ai ragazzi, ai giovani e per la formazione alla fede di quel popolo che per naturalezza è “cristiano” nei sentimenti e nello stile di vita.
Insomma, di fronte a quanto abbiamo visto e vissuto, ci siamo impegnati!
La stessa promessa fatta a Padre Silvano in Italia a Curtarolo nel mese di ottobre, l’abbiamo rinnovata con la nostra visita a Nduye.
Ci siamo resi conto che il nostro viaggio era la risposta ad una precisa richiesta, abbiamo ascoltato e compreso la chiamata: abbiamo risposto di sì alla chiamata di Padre Bernardo!
E’ un posto benedetto da Dio: una terra calpestata dai piedi di un nostro concittadino fratello nella fede; una terra imbevuta del suo sangue e che ora chiede continuità, chiede di non essere dimenticata.
Come comunità cristiana ci stiamo già attivando.
Abbiamo bisogno di tutto: idee, preghiera, soldi, manodopera, entusiasmo e sostegno.
Di una cosa sono certo: Padre Bernardo benedice gli sforzi che stiamo facendo.
Ho pregato sulla sua tomba e ho raccomandato alla sua preghiera tutta la nostra Comunità e gli ho fatto una promessa: la nostra Comunità non ti abbandona Padre Bernardo!
Abbiamo anche qui in Comunità le nostre sfide: tanti progetti, tante strutture da riassettare.. Qualcuno dirà: “i problemi che abbiamo bastano e avanzano!”.
Ma di una cosa sono fermamente convinto: Dio non è secondo a nessuno in generosità e quanto noi faremo in Suo nome tornerà a noi in termini di benedizione e di aiuto!
La Provvidenza di Dio non vizia, ma sostiene e accompagna il crescere di tutti e, sono certo, anche della nostra Comunità.
Abbiamo dato alla Chiesa e al mondo tanti Preti e Suore che hanno dato testimonianza di fede e di promozione umana. La nostra è una Comunità intrisa di valori forti come la generosità, l’altruismo, la solidarietà, la gratuità.
Padre Bernardo, testimone autentico della Provvidenza di Dio, ci invita a non aver paura e a rischiare mettendoci in gioco per Cristo. [Don Emanuele Gasparini]