Durante gli incontri con il Prof. Arch. Carlo Truppi è emerso
l'interesse ad intervenire su alcuni temi. Ciò che è emerso è il come
intervenire su un luogo senza che si snaturasse la sua identità, nel rispetto
delle sue caratteristiche sia ambientali che antropizzate. Tra i temi scelti
l'unica eccezione è stata quella del palmento, tipologia ormai andata in
disuso ma diffusa in tutto il territorio non solo regionale. Di fondamentale
aiuto a tutta la fase conoscitiva è stato l'apporto dato da alcuni testi che
consideriamo la base per riuscire a comprendere meglio il sistema ambiente
in tutte le sue parti. L’obbiettivo posto è stato quello di riuscire ad
interagire con la struttura senza privarla delle sue caratteristiche che ne
fanno modello anche per un'architettura moderna «....Il carattere dei luoghi
dipende da come le cose sono fatte, è perciò determinato dalla loro
realizzazione tecnica....» (C. Norberg-Schulz, 1979, p.15).
Il primo passo compiuto nell’analisi del luogo
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è stato il riporto
visivo: senza individuare planimetricamente il nostro caso-studio, osservato
4 Secondo Truppi, in questo senso, l’architettura si costituisce come luogo, dispiega significati, appartenenze, aspirazioni e diventa possibile ritrovare il valore della tecnica come gamma di possibilità offerte perché si possa trovare risolta «la struttura oggettuale nella struttura d’immagine. (Cfr. L’architetto tra costruzione e progetto, Franco Angeli,
il contesto all’interno del quale era inserito, si è proceduto a schizzi e
fotografie gli aspetti che più mi hanno colpito sono state sottolineate, nel
prosieguo, le relazioni con elementi naturali forti, quali ad esempio l’Etna.
Partendo quindi dall’analisi del luogo tramite un riporto visivo sia
generale che particolare, sono state raccolte le informazioni ambientali in
un abaco ambientale.
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Il passo successivo è stato la stesura di un abaco del costruito
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: in
questa fase si sono attenzionati gli elementi costitutivi della tipologia
Milano, 1991). Il carattere dei luoghi dipende da «come le cose sono fatte, è perciò determinato dalla loro realizzazione tecnica. Norberg-Schulz, 1979, p.15). Il concetto di luogo è, quindi, strettamente legato alla prassi dell’edificare e alle conseguenti implicazioni formali. In questo senso la tecnica rimanda al costruire non solo come tecnica operativa, ma come attività originaria.5 «La nozione di ambiente, inteso come insieme delle concrete circostanze geografiche, climatiche e sociali che condizionano l’esistenza e la salute umana, è presente nella medicina greca antica. Nello scritto ippocratico Le arie, le acque, i luoghi, il termine περιέχων (o περιέχων ἀήρ, presente in Erodoto o Anassimene) è ricondotto a concrete situazioni e condizioni geografico-climatiche e sociali, che determinano differenze relative non soltanto alla salute e alla terapeutica, ma anche alle caratteristiche psicofisiche dei diversi popoli: “per lo più alla natura dei luoghi si improntano sia l’aspetto sia le caratteristiche degli uomini”» (cfr. Dizionario di filosofia Treccani (2009). Per ambiente naturale si intende l’insieme delle risorse alimentari, dei supporti fisici e delle fonti energetiche che costituiscono la base dei sistemi viventi. L’ecologia è la scienza che studia i rapporti tra gli organismi viventi e il loro habitat, fisico-chimico e biologico, in una prospettiva interdisciplinare. Il termine venne coniato nel 1867 dal biologo tedesco E. Haeckel.
«L'articolazione del paesaggio, precisato nella definizione della natura e del costruito -risorse che ne definiscono il carattere, è delineata dai suoi elementi costitutivi in un sistema in cui sono riportati gli elementi naturali - abaco ambientale - e le invarianti storico-culturali - abaco del costruito, quale riporto dell'eredità del patrimonio dell'architettura diffusa che caratterizza un luogo. La natura non è solo oggetto di conoscenza, ma di attenzione, di cura, di sensibilità per ritrovare una congruenza col costruire, da riportare in maniera appropriata nel territorio in cui è inserito. Cogliere e individuare i segni della permanenza è utile per consolidare l'identità riportandola allo stratificarsi dei continui fermenti, dei segni e delle forme che hanno attraversato il tempo caratterizzando un luogo, serve a valorizzare il passato e a innestarvi il futuro (Truppi, 2012, pp.127-128).
edilizia in esame, cercando di desumere non solo le tecniche, le
metodologie costruttive, ma anche e soprattutto il perché di alcune scelte
costruttive, che sono peculiari del tipo edilizio del palmento.
In seguito è stata elaborata una sintesi di questi sistemi e subsistemi
cercando di mettere in evidenza le parti che compongono «l'edificio
palmento...Le costanti- intese come modalità archetipiche del costruire e
qui chiamate thèmata […] sono preconcezioni fondamentali che sono
ampiamente diffuse e salde» (Holton, 1983, p. 23),.
In ultimo si è arrivati alle deduzioni: possiamo allora chiederci che
cosa ci ha dato il luogo? Che cosa ci ha permesso di capire il costruito? Che
cosa decidiamo di attingere, come lezione da questa esperienza?
Nell’intenzione di generare un progetto figlio di quest’analisi e non clone,
è stata considerare ad esempio la peculiarità del salto di quota, tipico del
sistema di vasche, o l’esposizione, di fondamentale importanza per la
funzione del palmento e la decantazione del vino. Altri temi su cui si è
6 La ricerca degli elementi come “possibilità di dar luogo a strutture complesse e derivate a partire da strutture più semplici” (Dal Pra, 1978, p. 314) […] scaturisce da un'istanza razionale che spinge alla semplificazione. Per esempio: «l'abitazione può essere definita a partire da due concetti - quello di elemento e quello di insieme. Dal punto di vista degli elementi essa appare costituita da varie unità di costruzione o da atti tecnici: il tetto, i muri, le scale, i tramezzi, gli impianti. Dal punto di vista di insieme essa appare costituita dall'assemblaggio e dalla cultura interpretate dal progettista. Si pone allora il problema del rapporto tra atti tecnici […], culture […] e il relativo consumo. […] I tre momenti della produzione, dell'assemblaggio e dell'impiego» (Nardi, 1976, p.40).