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PANIC AGORAPHOBIC SPECTRUM QUESTIONNAIRE SELF-REPORT (PAS-SR Lifetime )

Analogamente ad altri Modelli di Spettro, lo Spettro Panico-agorafobico comprende

“sintomi, tratti, comportamenti” che appartengono al Disturbo di Panico a piena espressione ed alla sua presentazione sotto-soglia. I sintomi presi in considerazione in

questo modello sono i criteri diagnostici del DSM, le caratteristiche associate, i tratti

comportamentali e gli stili interpersonali frequentemente osservati in pazienti senza

diagnosi di DP. (La Distimia e il Disturbo di Ansia Generalizzata non vengono inclusi

in presenza, rispettivamente, di Episodio Depressivo Maggiore in atto e Disturbi

mentali e i profili di personalità e modulare il decorso della malattia e di altre

comorbidità somatiche e psichiatriche.(91, 92)

Questo strumento è stato sviluppato in un primo momento con 8 domini teorici e un

punteggio totale con valore soglia di 35.

La successiva analisi fattoriale ha permesso l’estrazione di 10 fattori (93):

1. Sintomi tipici e atipici di panico

2.Agorafobia

3.Claustrofobia

4.Ansia di separazione

5. Paura di perdere il controllo

6.Sensibilità a farmaci e Fobie

7.Ricerca di rassicurazione medica

8.Oggetto di salvataggio

9.Perdita di sensibilità

RISULTATI

DIAGNOSI PSICHIATRICHE

La prevalenza di ogni diagnosi di malattia psichiatrica è riportata nella tabella 3.

E’importante sottolineare che ogni soggetto con una diagnosi alla MINI risulta aver presentato nel corso della vita di un disturbo dell’umore. Come illustrato nel fondo di

questa tabella, la prevalenza di disturbi psichiatrici in atto, passati o lifetime, aumenta

quando si prendono in considerazione i dati relativi alla prevalenza del BED.

Analizzando i risultati della MINI ottenuti dal nostro campione emerge che la

prevalenza di disturbi psichiatrici è leggermente inferiore rispetto ai dati presenti in

letteratura.(94-96) La spiegazione alla differenza di prevalenza osservata rispetto agli

altri studi, potrebbe essere fornita dal fatto che, come già sottolineato, i soggetti presi in

esame vengono sottoposti alla valutazione di almeno un chirurgo bariatrico o uno

specialista di medicina metabolica/interna con l’esclusione dei soggetti con scarsa

compliance o con gravi disturbi psichiatrici. Aggiungendo i dati ottenuti dalle interviste

diagnostiche attuali e dalla diagnosi clinica di BED, queste cifre raggiungono un tasso

di prevalenza maggiore, del 28,7%, simile (e in alcuni casi superiore) ai risultati

presenti in letteratura.(18, 94, 97, 98)

Prendendo in considerazione la prevalenza lifetime si riscontra una netta differenza tra i

punteggi della MINI, con una prevalenza del 52,5% e il tasso di prevalenza ottenuto dal

DSM completo che è 68,8%. Questo risultato è in linea con alcuni studi statunitensi e

tedeschi.(99)

La prevalenza del BED, valutata secondo i criteri del DSM e confermata da specifici

Come mostrato nella tabella 6, il disturbo di panico coesiste sempre con disturbi

dell’umore; non sono state evidenziate associazioni significative tra BED lifetime e disturbi dell’umore o di panico lifetime.

Il dominio “Paura di perdere il controllo” del PAS-SR mostra una differenza significativa rispetto al gruppo di confronto (F=3,27; p<0,05) non confermata, però, da

analisi successive.

Una differenza maggiore e statisticamente rilevante è stata trovata tra il dominio

“Oggetto di salvataggio” e storia di depressione unipolare che ha un punteggio significativamente più alto rispetto al gruppo con disturbo bipolare e a quello con umore

negativo.

Gruppi di confronto per BED history mostrano un punteggio medio statisticamente

significativo e maggiore nel dominio “Sensibilità a farmaci e fobie” nel sottogruppo con BED. (tabella 7)

La tabella 8 mostra l’assenza di correlazioni statisticamente significative tra BMI e BED, disturbi di panico e di umore lifetime.

Anche raggruppando i casi per classe di obesità, non si è riscontrata alcuna differenza

statisticamente significativa.

Nella tabella 10 sono riportati i punteggi medi per ogni fattore dell’ASQ ottenuti in un campione non clinico.

Confrontando i punteggi ottenuti dal nostro campione di pazienti con un campione di

pazienti con disturbo di panico (Tabella 11) emergono differenze significativamente

rilevanti in tutti i fattori eccetto in “Disagio nell’intimità”.

I pazienti candidati alla chirurgia bariatrica mostrano punteggi maggiori nelle

dimensioni “Fiducia” e “Relazioni come secondarie” e punteggi inferiori nelle dimensioni “Bisogno di approvazione” e “Preoccupazione per le relazioni” rispetto ai

pazienti con disturbo di panico. Non si sono riscontrate differenze significative tra i

punteggi dell’ASA-27 ottenuti dai due gruppi di confronto.

Lo stesso campione di pazienti candidati alla chirurgia bariatrica è stato confrontato

anche con un campione di pazienti con depressione (Tabella 12); nei nostri pazienti si

evidenziano punteggi significativamente più elevati per il fattore “Fiducia” e punteggi significativamente inferiori per i fattori “Bisogno di approvazione” e “Preoccupazione per le relazioni”. Il punteggio ASA-27 del nostro campione risulta inferiore rispetto ai pazienti con depressione.

DISCUSSIONE

I nostri dati descrivono una popolazione di pazienti obesi sostanzialmente simili, in

termini di variabili socio-demografiche e peso delle comorbidità mediche, ad altri

campioni descritti nella letteratura riguardante la chirurgia bariatrica.

La prevalenza dei disturbi di Asse I del DSM, se confrontata con quella di altre indagini

simili, risulta nella media.

Il nostro campione mostra un’elevata prevalenza di Binge Eating Disorder che potrebbe essere spiegato alla luce della diagnosi in due fasi proposto sia dall’intervista clinica che

da quella psicometrica.

Dati di ricerca evidenziano anche una maggiore prevalenza di disturbi dell’umore in

soggetti obesi rispetto ai soggetti non obesi (99) assieme ad un carico maggiore, in

termini di comorbidità dell’umore e dimensione psicopatologica, per i soggetti con gradi più gravi di obesità o comorbidità.(100)

I nostri dati concordano solo parzialmente con questi risultati, più della metà dei nostri

soggetti riporta disturbi dell’umore nel corso della vita ma scarsa o nessuna associazione tra gli indici di severità dell’obesità e comorbidità di asse I.

Osservando le comorbidità del BED, la letteratura disponibile mostra una prevalenza

generalmente superiore di comorbidità del DSM-IV e valori più alti degli indici di

psicopatologia dimensionali. I nostri dati non mostrano una significativa associazione

tra BED lifetime e anamnesi di disturbo di panico o dell’umore in comorbidità(101,

102). Guardando gli indici psicopatologici dimensionali si riscontrano, nel sottogruppo

Binge Eaters punteggi più alti in singoli domini dello spettro panico-agorafobico

(Sensibilità ai farmaci e fobia) e eating (alimentazione non controllata).Mentre

specificità dell’indice dello spettro panico potrebbe almeno giustificare ulteriori indagini sulla compliance al trattamento e la questione delle reazioni avverse post

chirurgia bariatrica, come ad esempio la dumping sindrome, nei pazienti obesi con BED

quando vengono dichiarati eleggibili per la chirurgia dell’obesità.

Per quanto riguarda i sintomi dell’umore sotto-soglia, i nostri dati non mostrano differenze significative tra i gruppi definiti sia in base alla comorbidità con BED sia in

base al grado di obesità.

I dati disponibili sono ancora pochi e quindi questo risultato non può essere facilmente

confrontato con ricerche pre-esistenti.

Dalla nostra analisi risulta che i pazienti candidati alla chirurgia bariatrica mostrano

maggiore fiducia in sé stessi, hanno minor bisogno individuale di essere accettati e

avere conferma dagli altri, e sono meno propensi a ricercare l’altro per colmare i bisogni di dipendenza rispetto a pazienti con disturbi di panico e depressione

Inoltre, analogamente ai pazienti depressi, valutano come secondarie le relazioni con gli

altri. Questi soggetti tendono ad enfatizzare l’indipendenza, sono estremamente

concentrati su sé stessi, e ritengono più importante ottenere successi personali anzi che

avere coinvolgimenti affettivi. Non sono disposti a dedicare tempo alle relazioni

interpersonali; in questo modo evitano di mostrare le proprie vulnerabilità e si

proteggono da eventuali esperienze negative derivanti dal rapporto con altre persone.

Infine nel nostro campione si è riscontrata una prevalenza minore di disturbo di ansia di

separazione rispetto ai pazienti con disturbo di panico e depressione.

E’ necessario considerare alcuni limiti di questo studio: la dimensione del campione ha impedito lo svolgimento di analisi statistiche più potenti. Un altro problema che è

diventato molto evidente nel corso delle valutazioni cliniche è stata la doppia

bariatrico. Molti dei nostri pazienti sono stati inviati alla valutazione pre-chirurgica

dopo aver scelto, da soli, questo tipo di approccio; di conseguenza ogni valutazione

clinica, comprese le interviste psichiatriche e self-report psicometrici, sono stati visti

come "test" da passare al fine di ottenere una "soluzione" più che una valutazione

terapeutica. Questo, naturalmente, ha fatto si che molti soggetti riducessero al minimo i

sintomi, ed ammorbidissero anche la descrizione dei loro tratti di personalità come; ad

esempio la reattività agli eventi della vita. In alcuni casi, una valutazione psicologica

degli stili di coping, le risorse e le capacità di recupero avrebbero potuto attenuare

questo effetto, ma un tale intervento avrebbe richiesto il coinvolgimento di altre figure

professionali, oltre allo psichiatra. Questa stessa reticenza è responsabile della

mancanza di una ventina di dati fra i questionari self-report.

Deve essere riconosciuto un ulteriore limite metodologico: nei nostri dati mancano due

caratteristiche comunemente presenti nella letteratura scientifica: la presenza di un

gruppo di controllo ed una raccolta di dati post-chirurgia. Nel progetto iniziale dello

studio queste procedure erano incluse ma la scarsa adesione e disponibilità

ambulatoriale dei soggetti in esame hanno rappresentato un ostacolo alla realizzazione

del protocollo.

Alla fine, i nostri dati ci hanno permesso di replicare i risultati letteratura per quanto

riguarda le comorbidità, mentre ha indicato la presenza di un peggior quadro

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