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LE O R I G I N I DELLA D I O C E S I

C A P I T O L O I.

i. La supposta venuta di S. Pietro in Liguria e la Cronaca di Jacopo da Varazze. _ 2. S. Sa­

lomone, vescovo di Ginevra, e non di Genova. — 3.. L’ origine apostolica della sede di Genova e di altre sedi. — 4. S. Barnaba non fu l’ evangelizzatore nè di Genova, nè della Liguria. — 5. La marcia del Cristianesimo nell’Alta Italia. — 6. Le origini della diocesi di Milano. — 7. I SS. Nazaro e Celso e la loro missione in Genova. — 8. L’ epigrafe del suddiacono Santolo. — 9. Diogene, vescovo di Genova nel 38r, e non vescovo di Ginevra.

— 10. La diocesi di Genova è figliazione diretta o indiretta di Milano? — 11. Genova nella provincia delle Alpes Cottiae o delle Alpes A penninae. — 12. I seggi dei vescovi di Genova, Savona, Albenga, Ventimiglia e Tortona in Milano. — 13. La lettera di S. Eusebio, scritta dall’ esiglio di Scitopoli.

i. — I Monaci del Cenobio di S. Pietro di V a ra te lla , n ella diocesi di A lb e n g a , conservarono gelosam ente una cro n aca (1), composta forse su cronache anteriori, nella quale si afferm ava che S. Pietro, reduce da Antiochia, giunse sul monte di V a ra te lla , ed ivi innalzò al vero Dio una chiesa, che fu la prima costruita in Italia (2).

L ’ affermazione fu tolta certam ente da Jacopo da V a ra zze , il pio frate, che vesti le bianche lane del Grusmano, e che, elevato prima al fastigio del provincialato in Lom bardia, e poscia d e l-1 arci\ escovato di G enova (l-1292-l-1298), nel Chro?iicon, com inciato nel 1293 e terminato nel 1297, e sfu g g ito a ll’ incendio della sua ricca biblioteca, v a g h e g g iò l’ idea che S. Pietro A p o sto lo abbia insignito Genova della dignità vescovile, p er la sem plice ragio n e

( 1 ) La Cronaca, forse del sec. X V I I , fu p ubblicata dal do tto e c a ris s im o a m i c o C o m m . Prof. G i r o l a m o R o s s i in Miscellanea d i Stor. H ai. di T o r in o , T o m . X I , p. 320, e ne parla il P . F e d e l e S a v i o nella M o n o g r a f ìa L a Légende des S S . F a u slin et Iovtte, in Analecta Bollandiana, T o m . XV F ase. I, p. 52, B ru x e lles, 1896.

(2 ) A w . Pa o l o Ac c a m e, Storia d e ll'A b b a c a d i S. Pietro d i Varatella, p. 1 3 , A l b e n g a , Tip. C r a v io tto , 1895.

At t i So c. Li g. St. Pa t r i a. V o l. X . Y X 1 X .

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che, essendo G enova una civitas per eccellenza, gli Apostoli, aspiranti ad abbracciare 1 'O rb is ro m anus, solevano mandar subito un presbitero od episcopo nelle civitates, conquistate alla fede (x).

L ’ idea gen erale era partita però da Tertulliano (nato c. 1 anno 160), il quale disse che gli A postoli in orbe,n profecti...

ecclesias apud unamquamque civitatem condiderunt, e nel suo

A p o l o g e t i c u m, scritto probabilm ente nell’ autunno del 197,

e s c la m a .... hesterni sum us et vestra omnia implevimus urbes insulas, castella, municipia, conciliabula, castra ipsa, tribus, decu­

rias, palatium , senatum, fo r a ; sola vobis relinquim us templa (2).

E Lattanzio (an. 316-320) afferma che Apostoli per annos X X V usque ad principium N eroniani imperii per omnes provincias ei civitates ecclesie fundam enta m iserunt (3).

A Lattanzio, oltre parecchi altri, s’a ggiu n ge S. Girolamo (7420), il quale ci fa sapere quod feceru n t Apostoli per singulas provincias presbiteros et episcopos ordinantes (4).

Ci m ancano p er G en ova e per le altre sedi, ora suffraganee di G e n o v a , V e n tim ig lia , A lb e n g a , V ado (S avon a), Tortona e Luni (non parlo di quelle di Bobbio e di B ru g n a to , perchè di recen te istituzione di fronte al nostro argom ento), i dittici dei v e sc o v i diocesani premorti, o almeno dei più antichi, venerati com e santi, e che g ià dal secolo V , fino a ll’ epoca di Carlo Magno, si recitavan o in parecchie cattedrali durante il sacrificio della M essa (5), p er cui, privi di questa fonte di primaria autorità, è gio co fo rza ricorrere al Chronicon del citato Jacopo da Varazze, il più antico, che favelli del vescovo gen ovese, per rintracciarvi, se è possibile, in mezzo agli errori, dei quali rigurgita, alcun

( 1 ) Mu r a t o r i, R . I. S . , T o m . IX , p. 2 1 .

(2 ) C a p . X X D e Praescriptionibus e Apologeticum in Scriptores latini A n te- nicaeni, p. 2 07, R o m a e , A p u d D ir e c t io n e m Bib lio th ecae S a n c to r u m Patru m , V o l. 2, S e rie III.

( 3 ) D e m o r t e persec. 2.

( 4 ) C o m m e n t , in M a th a e u m , C ap . X X V .

( 5 ) Ma r t i g n y, D ictionnaire des A ntiquités chrétiennes, P a r i s , 1889, Diptique;

Du c h e s n e, O rig in es du C u lte chrétien, P a r i s , 18 98.

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che di vero, nonostante che il gen ovese prelato confessi di non aver trovato pel corso dei primi dieci secoli documenti sicuri per fissare con certezza la cronologia dei suoi predecessori.

S e testé anche l ’A lessio dichiarò fra quali tenebre deve lo storico cam m inare per iscoprire le origini del Cristianesimo nell’A lta Italia, e quanta poca speranza vi sia, anche al presente, di riuscire a pieno nell’ intento (i), le g ra v i testim onianze del da V arazze provano pure che, se è già un pericolo grave lo spin­

g ere la mente nelle origini incerte di quelle istituzioni eccle­

siastiche o civ ili, che sono vicine m aggiorm ente ai sentimenti più forti d egli uomini — la religione e la patria — è pericolo ancora più g ra v e il navigare nel mare ligure, che g ià alla fine del secolo X I I I offriva le sue sirti per i piloti genovesi, versatissim i in m ateria.

Caffaro, il primo A nnalista genovese, non si cura d egli antichi V esco v i, e ci fa appena grazia di una Notitia Episcoporum Ianuensiuvi, contenente la serie dei gen ovesi prelati dal 1099 al 1130 (2).

Il da V arazze aggiu n ge alle sue note febbrili che, morto il primo vescovo di Genova, inviato dal Principe degli A postoli, electus est in Episcopum Sanctus Valentimts, un povero santo, che non avendo prima d’o g g i un cenno cronologico (e del quale si sa appena nella L iturgia genovese che era dottore) fu p alleggiato da un secolo a ll’ altro, finché poi il G rassi lo pose arbitrariam ente alla fine del secolo I V ed al principio del V (3), collo stesso criterio, che altri potrebbe porlo in un secolo anteriore o posteriore, e co gli stessi argom enti, che erano serviti di guida al G rassi per

collocare alla m età del secolo V il vescovo S. Salomone.

( 1 ) Fe l i c e Al e s s i o, I Prim ordi del Cristianesimo in Piemonte ed in particolare a Tortona, in Bibl. d e lla Soc. S to r. Subalpina, V o l . X X X I I , Parte I, p. 3, P in e ro lo , T i p . C h i a n t o r e - M a s c a r e l li , 1905.

(2) Lu i g i To m m a s o Be l g r a n o, A n n a li Genovesi d i Caffaro e dei suoi continuatori, pp. 93-94, F o n ti per la Storia d'Italia, pubblicate d a ll’ istitu to Stor. Italian o, N . 11, R o m a , 1890.

(3) Serie dei Vescovi ed A rcivescovi d i G enova, c o m p ila z io n e del C a n . Lu i g i Gr a s s i, P a r te I, P- 4, G e n o v a , T ip . della G io v e n t ù , 1872.

A p r o una parentesi a proposito di S. Salomone.

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.2 . — S. Salom one rimase ignoto a G enova fino al 1584, quando per opera del Baronio fu inserito nel Rom ano Martirologio cavandolo da molti antichi martirologi. A llo ra si ricorse alla S. S ed e per celebrarne la fe sta ; e ciò avvenne la prima volta nel 1588. I G enovesi devono però rassegnarsi a rinunciarlo a G inevra. R iferisco la recensione, fatta della monografia del sac. M arius Bcsson : Un évêque excgete de- Geneve au milieu du V siècle: S A I N T S A L O N E . Notes sur sa vie, ses œuvres, sa fê t e (1).

L a recensione, fatta dal Savio, è così concepita :

« In questo piccolo ma accurato lavoro il sacerdote Besson raccolse tutte le sparse n o tizie , che si avevano finora di un v e sco vo S a lo n io , che assistette ai concilii di O range nel 441, di V aison nel 442, e di A rle s in uno degli anni tra il 452 e il 461, e che nel 451 scrisse una lettera al papa S. Leone M. insieme coi v e sc o v i Cerezio di G renoble e V erano di V en ce. E g li prova che questo Salonio fu vescovo di G inevra. Il nome della sede ven n e fuori nel 1870 per opera del Maassen, che pubblicò la segn atu ra intera dei vescovi presenti ad O range ed a Vaison.

È il m edesim o vescovo, a cui Salviano di M arsiglia, stato suo istitutore, dedicò la sua gran d ’ opera D e Gubernatione Dei. E gli, e il suddetto vescovo V eran o di V ence, erano figli di S. Eucherio, che poi fu elevato alla sede arcivescovile di L ion e, e si rese celeb re p er molti scritti. A n ch e Salonio scrisse varie opere, ed il B esson oltre certi commenti ai libri Sapienzali, ci parla di un com m ento ai V an geli, di cui egli trovò notizia in un codice di M onaco.

C o l medesim o Salonio vescovo di G inevra il Besson identifica un S a lo n iu s episcopus Genuensis, di cui un catalogo antichissimo d e g li abati di A in a y (Allianacensium ) dice che ricostrusse il

(1) Estratto àaìVAn%eiger für Schweizerische Geschichte, 1904, n. 1.

m onastero di A in a y posto presso l ’ im boccatura della Saône nel R odano. Come qui si scrisse Genuensis in luogo di Genevensis, così nelle copie antiche del m artirologio gerolim iano si trova ai 28 settem bre indicata la festa di S. Salonio a Genua in luogo di Geneva. M a il Besson prova che il santo appartiene a G inevra, poiché al nome Genua in parecchie copie del m artirologio è ag g iu n ta l’ indicazione in G a llia , ed in G allia sono tutte le memorie relative ad un vescovo S a lo n io , chiamato santo nel suddetto catalogo di A in a y , mentre a G en ova un vescovo Salonio o Salom one fu sempre ignoto, fino al Baronio. Questi, avendolo trovato sotto il nome Genua nei m artirologi precedenti, lo accolse nel suo m artirologio sotto la stessa indicazione topografica e col nome errato Salom one, che già così le g g e v a si in qualche altro m artirologio. L ’ autorità del m artirologio del Baronio indusse i G enovesi a riceverlo ed onorarlo come loro vescovo. N el ch e, osserva il Besson, si deve scorgere uno scherzo, o, se vuoisi un delicato riguardo della Provvidenza, la quale perm etteva che nello stesso tempo incirca, in cui 1’ eresia protestante aboliva il culto dei Santi a G inevra, il vescovo ginevrino Salonio trovasse onorata accoglienza e culto presso i buoni cattolici gen o vesi » (i).

R estituiam o dunque a G inevra ciò che G enova le avea tolto, non ostante che ü P aganetti a metà del secolo X V I I I scriva un’ intiera orazione per legittim are il furto (2).

Chiusa la parentesi, ritorno in carreggiata.

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3- — V uoisi che Jacopo da V a ra zze , facendo risalire la sede gen ovese ad origini apostoliche, abbia cercato di nobilitare la sua patria con saldi fondamenti per il grande antagonism o, che correva ai suoi tempi fra la Chiesa gen ovese e milanese. Questa

(1) Rivista d i Sciente Storiche, p. 497, A n . I, Fase. V I , 30 giu g n o 1904, P avia, T i p . C . R ossetti.

( 2 ) D ella Istoria Ecclesiastica della L igitria del P . Pi e t r o Pa ga ne t t i , p. 4 7 e r se g g ., T o m . Il, ms. alla Bibl. C iv ic a Berio in G e n o v a .

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p re te n d e v a il primato religioso, dichiarando di aver ricevuta la fed e poco dopo la Passione di Cristo da S. Barnaba, ch’ era stato iniziato p e r bocca di S. Pietro, non in Roma, ma in Gerusa­

le m m e , p e r cui l ’ arcivescovo Jacopo sull’ autorità di quaedam historia quae de civitatibus tractat afferma che Genova prima vel u n a d# prioribus si trovò in tali condizioni (i).

L o stesso su p er giù ammette il Semeria, il quale scrive :

« In quale anno e per qual uomo apostolico sia avvenuta in G e n o v a la propagazione del santo Vangelo, non è cosa facile d ecid ersi, anzi molto incerta ed oscura; noi però investigheremo il tem p o ed il modo più verisimile, scostandoci egualmente da q u ella credulità, che quasi tutte le cose dette antiche ammette p e r v e re , com e da quella critica intemperante, che quasi tutto r ig e tta p e r falso e non abbastanza provato » (2).

È d ’ uopo far conoscere che innumerevoli sono le chiese, alle quali si attribuisce un’ origine apostolica, ed esse furono di­

strib u ite in tre gruppi :

a) q uelle (e sono la m aggior parte) delle quali si narra che il loro prim o v esco vo fu ordinato da S. Pietro Apostolo, come la n o stra di G enova.

b) q uelle ove il primo vescovo fu dato da S. Paolo Apostolo, o d a un suo discepolo, come la chiesa di Luni, che vanta la sua costitu zio n e n ell’ anno 70 per opera di Sergio Paolo.

c) q uelle finalm ente, che si vantano che il primo loro vescovo d ip en d a d a uomini apostolici, senza diretta relazione coi SS. Pietro e P a o lo (3).

P a o lo D iacon o però n ell’opuscolo Gesta episcoporum metensium scritto , com e opina il P ertz, nel 784, tace sull’ invio a Genova

( 1 ) G e o r g u S t e l l a e A n n a l e s , in M u r a t o r i , R. I. S., T o m . X V II, pp. 964-965;

F r a n c e s c o L u i g i M a n n u c c i , L a C r o n a c a di Iacopo da V a ra g in e, p. 67, G en ova, a c u r a d e l M u n ic ip io , Stab. F r a t e lli P a g a n o , 1904.

( 2 ) S e m e r i a G i o . B a t t i s t a , Secoli Cristiani della L ig u r ia , V o l . I, p. 2, Torino, T i p . C h i r i o e M ina, 1843.

( 3 ) L ' A postolicità delle Chiese d’Ita lia , in Rivista Sto rico -C ritica delle Scienze T e o l o g i c h e , pp. 3 4 2 - 3 4 7 , R o m a , T i p . t d . Francesco Ferrari, M aggio 1905.

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-d ’ un vescovo per opera -di S. P ie tro , e -d ’ un altro inviato a Luni per opera di S. Paolo, e ci parla solo dell’ invio dei vescovi a R ave n n a, Brindisi, Milano e A q u ileia (i).

L ’ apostolato di S. M arco in A q u ileia è posto in dubbio, ed il più antico documento, che l ’ accenna è tra il 573 ed il 700 (2);

la le g g e n d a dell’ apostolato di S. A p ollin are a R a v e n n a sembra pullullata nel secolo V I I per giustificare le mire am biziose degli A rc iv e sc o v i a ll’ autocefalia, cioè a liberarsi dal peso di farsi consecrare a R o m a e d’ intervenire ai sinodi provinciali romani, com e appartenenti ad una sede, che riven dicava a suo fondatore, se non un A p osto lo, un discepolo d egli A p o sto li. Consim ili inten­

dimenti hanno forse dato origine alle altre le g ge n d e per il sem­

plice e continuo desiderio di nobilitare i natali della propria chiesa (3).

Pietro Bizzarro, che scriveva nel 1579, p er salvare le tradi­

zioni locali, rincalza la dose, e gioisce nel pensiero che in E uropa non è città alcuna, che per la religione possa u guagliarsi a G enova, i cui figliuoli ebbero sempre in cima dei loro pensieri di propagare la fede cristiana (4). E dopo il B izza rro , a poca distanza, nel 1641, il carm elita A g o stin o Schiaffino scrivev a :

« In questo viag g io di S. Pietro si potrebbe per avventura far giudizio che egli stesso toccasse, se non in G enova stessa, città per opportunità di mare d’ assai conseguenza, nei v ia g g i almeno nella L iguria, e se non vi avesse portata di persona la cognizione della fede, almeno ve 1’ avesse predicata, dopo esservi g ià stata introdotta, essendo antichissim a fama che al ritornarsi a R o m a , dopo questo suo sì lungo v ia g g io passasse per il contado d’A lb e n g a ed in un certo monte, chiam ato Varatilia » (5).

( 1 ) M o n . G e r m . Hist., Script.. II, 2 6 1.

( 2 ) Sac. D ott. P i o Pa s c h i n i, L e O r ig in i della Chiesa d i A q u ile ia , in Rivista di S c ie n ze S to ric h e , 1904, F ase . I - V .

( 3 ) L ’ Apostolicità etc., p. 346.

(4) Senatus Populique Genuensis Rerum dom i forisque gestarum, auctore P e t r o Bi z a r o, p. }, Antuerpiae, M D L X X I X .

(5 ) A n n a l i Ecclesiastici, p. 4 1 , ms. alla Bibl. C i v i c a Berio in G e n o v a .

E g ià prima lo Schiaffino avea notato :

« P e r non essere questa Provincia della Liguria ignota, e di p o ca conseguenza ed in particolare G enova, città celebre e di frequenza, si potrebbe far congettura di qualche apparenza che lo stesso S . Pietro non l ’ avesse fra tante altre del tutto obliata, anzi che v i avesse mandato un discepolo particolare ordinato da lui V e s c o v o per annunciarle il S. E van gelio » (i).

In questo caso il primo Vescovo di Genova sarebbe vissuto d uran te la venuta di Pietro ai tempi di Nerone (54-68), e sarebbe un v e sco v o , per usare il termine tecnico, monarchico, diretto ad una sola città con giurisdizione territoriale designata, il che non sareb b e possibile, secondo i moderni critici, nella prima metà del secolo primo.

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4. — A n tica m e n te le diocesi d’ una provincia ecclesiastica costi­

tu ivan o un organism o in istretta comunione d’ idee e di disciplina co l loro centro gerarchico ; onde in progresso di tempo le chiese su ffra g a n ee , ignorando la propria origine, cominciarono a con­

sid erarsi figliali della Chiesa metropolitana non solo giuridica­

mente, m a ben anco geneticamente. Il fondatore e

1

’ evangeliz­

zato re d ella prim aziale, lo diventava pure delle rispettive diocesi su baltern e.

5 . B arn ab a, il supposto evangelizzatore di Milano, divenne ta le an ch e p er G enova e per la Liguria.

S en o n ch è le le g ge n d e medioevali hanno ricevuto ornai colpi forti, ed il piccone demolitore di quella critica, che a nulla per­

dona, fece cadere l ’ apostolato di S. Barnaba a Milano (2), la

( 1 ) A n n a l i cit., p. 38.

(2 ) L ’ e rro re, g i à c o m b a tt u to dal Papebrocb, M abillon, Tillemont, Bacchini e da a l t r i , fu p a r t ic o la r m e n te co n te stato d a ll’ A b . Bartolomeo Catena in una memoria, p u b b lic a ta n e l G iornale del R. Istituto Lom bardo d i Sciente, Lettere ed A rti, febbr., 1844, 'dal L ip s i u s , Apokrypben Apostelgescbinter, t. II, pp. 270-320, Braunsch weing, 1884, e d a l l ’ A b . L u ig i Ducbesne in Mélanges I - B . d e R o s s i , M élan ge s d ’Arc. et d’ Histoire d e l ’É c o l e de R o m e , to m . X II, p 55, R o m a 18 9 2 ; Cfr. pure Analecta hollandiana.

T o m . X I I , p. 4 5 8 .

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-cui le g gen d a fu resa popolare e ufficiale dall’ autore della Da- tiana ITistoria, la quale è fonte precipua di tutto ciò, che per parecchi secoli si scrisse da molti sulla storia ecclesiastica di M ilano, composta, meno esattamente, nel secolo X , secondo il Ferrai (i), ma più esattamente verso la fine del secolo X I , se­

condo il S avio (2).

Cadendo l ’ apostolato di S. Barnaba a M ilan o , dovrebbe cadere per conseguenza il suo apostolato in G enova, A lb e n g a , S avo n a e V entim iglia, giacché i vagh i e indeterm inati accenni sul v ia g g io di S. Barnaba e dei suoi coadiutori nella predica­

zione della fede, che si riscontrano, soltanto negli scrittori latini e bizantini posteriori al secolo V I, formarono il primo nucleo della le g ge n d a, sorta e sviluppatasi assai tardi in Lom bardia in ser­

vizio della storia ecclesiastica di Milano, e poscia della nostra L ig u ria ; ed infatti, dice il Ferrai, nel Commentarius de L X X discipulis D ovim i dello pseudo D oroteo, opera originariam ente scritta in latino, ma più nota in una redazione greca, che si crede del 525, è affermato non solo la venuta di S. B arnaba a R o m a, ma per la prima volta l ’ apostolato suo e la fonda­

zione della chiesa di Milano per opera di lui (3).

E in ciò non è discorde il Savio, affermando che il primo a m etter fuori l ’ idea che S. Barnaba fosse venuto a M ilano, fu un autore g r e c o , il quale scrisse un catalogo dei 72 discepoli nei primi lustri del secolo V I , il quale ebbe corso in O riente sotto i nomi di S. Ippolito e di S. D oroteo. Com e opera di S. Ippolito fu conosciuto da certo Cirillo scolastico, il quale poco dopo il 552 scrisse la vita di S. Saba. Costui è forse il primo che lo cita (4).

( 1 ) L. Fe r r a i, Il « D e Situ Urbis mediolanensis » e la chiesa am b ro sian a del s e c o lo X , in B u lle ttin o d e ll’ Ist. Stor. I t a l . , p. 108, R o m a , 1892.

( 2 ) P . Fe d e l e Sa v i o, L a 'Datiana historia, o Vite dei p r im i Vescovi d i M ilano ed altre opere presunte di Landolfo Seniore, in R iv ista di S c ie n z e S to rich e p. 385.

A n . I, F a s e . V , 31 M a g g i o 1904.

(3) L. Fe r r a i, I F onti di Landolfo Seniore, in Bulle tt. c i t . . A n . 1 S 9 5 .

(4) L a D atiana historia etc., in Rivista cit., p. 478, A n . I, F ase X I I , 31 D i ­ c e m b re 1904.

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