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Partenze per il fronte

Nel documento A ccAdemiA dei R ozzi (pagine 103-107)

Nella foto in alto: adunata del reggimento di stanza nella Fortezza Medicea prima della partenza per il teatro di guerra.

Accanto: come segnala la nota manoscritta, i “ragazzi del ’99”, raggruppati alla Lizza, si apprestano a partire per il fronte.

(Fotografie originali gentilmente concesse da Angelo Voltolini)

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6 E. Notari Olivotti, a cura di, Luce di scomparsi, Voll. I – II, Siena, S. Bernardino, 1920, 1921.

limitrofi. L’opera, promossa da un apposito comitato organizzatore di cui facevano parte illustri esponenti della classe dirigente sene-se, come Guido Sarrocchi e Filippo Virgili, Guido Chigi Saracini, Alessandro Bichi Ru-spoli e Federico Gori Martini, fu pubblicata con il patrocinio del Monte dei Paschi, della Soc. Esecutori Pie Disposizioni e delle Am-ministrazioni comunale e provinciale, per i tipi dalle Arti Grafiche S. Bernardino. I due tomi erano arricchiti con numerose illustra-zioni: fotografie dei militari “scomparsi” e di alcuni monumenti eretti in memoriam; in copertina una xilografia di Arturo Viligiardi.

Relativo al biennio di guerra 15/16, il primo volume riporta 75 “medaglioni” di al-trettanti ufficiali morti sul fronte austriaco, redatti da Dario Micheli, Argia Querci Fran-ceschi, Amelia Pallini, Anna Moscucci, Elda Maria Bertelli, Imperiera Matteucci Serpieri, Ernesta Stiatti. Il secondo volume, oltre a completare l’elenco degli ufficiali scomparsi vittime e i quadri di tutti i dipendenti della

Banca che avevano preso parte alla “guerra europea”. Anche l’Università volle ricordare nel 1923 “gli studenti caduti per la patria” con uno scritto del prof. Piero Calamandrei. Intanto in provincia erano uscite diverse pubblicazioni commemorative: a Torrita il Comune accompagnò l’inaugurazione del monumento ai caduti e, poi, di una cam-pana celebrativa con elevati pensieri dello storico Giovanni Guasparri; mentre sulla “Miscellanea Storica della Val d’Elsa”, dove l’avv. Guido Del Pela scrisse un austero sag-gio In memoria e in onore di quanti della nostra

Val d’Elsa esposero e sacrificarono la vita per il migliore avvenire dell’Italia. A due volumi,

infine, usciti rispettivamente nel 1921 e nel 1922 a cura di Elena Notari Olivotti con il titolo emblematico “Luce di scomparsi”6, venne affidato il compito di mostrare il qua-dro completo dei caduti nei quattro anni di guerra, provenienti da Siena e dai comuni

La pubblicazione riporta un discorso

del prof. Calamandrei in memoria degli studenti caduti per la patria ad iniziare dai volontari

di Curtatone e Montanara

La pubblicazione era stata promossa dal Monte dei Paschi a corredo di una lapide celebrativa degli impiegati della banca caduti nella Grande

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7 “Bandiera Rossa”, 22/2/1919.

come le vittime e i mutilati “sacrificarono la loro esistenza per un ideale non sentito e per una guerra non voluta”7; una polemica che stride con l’intensa partecipazione, an-che popolare, alle onoranze ai caduti an-che si organizzano a Siena, ampiamente compro-vata dal generoso impegno di tutte le con-trade in celebrazioni di sincera devozione e di rispetto, che non furono quasi mai asser-vite ad esigenze politiche.

Ricordo volentieri “Luce di Scomparsi”, perché fu uno dei primi libri entrati nel-la mia biblioteca di storia patria con altri volumi ereditati dal nonno Amerigo Pelle-grini, colonnello di fanteria, volontario in Africa e rigoroso dirigente dell’amministra-zione comunale senese. I due grossi tomi prendevano molto posto nello scaffale e non trattavano il periodo storico che più mi interessava, ma ogni volta che mi capi-tava di consultarli, richiamavano alla me-moria i racconti del nonno e quelli degli altri familiari vissuti al tempo del primo conflitto mondiale: vividi ricordi di un pe-riodo drammatico che suscitavano la mia curiosità e guidavano i primissimi passi del mio interesse per la storia. Il quadro che ricomponevo dalle loro parole mostrava gli effetti di una guerra terribile, durissima an-che lontano dai campi di battaglia, affron-tata da gran parte dei senesi per amore di una patria comune a tutti gli italiani, con i valori e con i doveri che ne conseguivano. La Toscana non si trovava in prima linea, ma angosce, privazioni e sacrifici erano im-posti anche alle famiglie di questa regione, che, a prescindere dal loro grado sociale, ogni giorni dovevano affrontare difficoltà di ogni genere. Mentre figli, mariti, fratelli rischiavano, e spesso perdevano la vita in trincea, il senso della morte era incom-bente anche in città, dove tante persone, ad iniziare dai bambini, erano falcidiati da malattie ed epidemie.

Dunque gli anni della guerra e dell’im-mediato dopoguerra, per i senesi furono i più difficili nel lungo periodo risorgimenta-le; ciò nonostante, non venne incrinata la solidarietà con la Nazione in armi.

con altri 56 profili, redatti questi da Lylia Marri Martini, Enrico Petrilli, Ugo Frittelli, Ligi Bonelli, Gastone Cesari, riporta i qua-dri organici, comune per comune, di tutti i senesi che avevano donato la vita per la pa-tria. Entrambi i tomi sono presentati da una lettera del giornalista Michele De Benedetti. Vastissima e di notevole importanza storico antropologica la documentazione offerta dagli estratti epistolari che corredano quasi tutti i profili degli ufficiali caduti, non pochi dei quali si erano arruolati come volontari.

Nelle descrizioni dei luoghi della guerra, delle tremende condizioni di vita in trincea, della devastazione delle battaglie, la dram-maticità degli eventi narrati colpisce a pre-scindere dall’enfasi della scrittura ed il senti-mento di pietà per i “nuovi martiri” espresso di volta in volta dai vari biografi attesta la dimensione di una testimonianza resa con sincera riconoscenza, ben oltre la retorica che inevitabilmente ridonda. Una retorica comunque gradita ai familiari dei caduti, che vedevano così riconosciuto e onorato il sacrificio dei loro cari. Lo spirito dell’opera, infatti, non ancora preda di derive estremi-ste, risponde ad un’esigenza quasi privata, se non intima, maturata in una comunità di lutto particolare e ne evidenzia il notevole pregio culturale per la rilevanza storica del-le testimonianze rese, neldel-le quali è possibidel-le cogliere il senso silenzioso della pietas erga

patriam, non gli inni urlati del nazionalismo

oltranzista, e apprezzare il significato della partecipazione collettiva di tutte le classi so-ciali della città e del territorio, attestata dagli esaustivi elenchi dei caduti. Non un’esalta-zione della guerra, della quale anzi si mostra-no gli orrori, ma un sentito ricomostra-noscimento del senso del dovere manifestato con gene-rosità e coraggio da molti senesi, coscritti e volontari, che proviene da una parte consi-stente della cittadinanza, appartenente sia alle classi più elevate, sia a quella popolare.

Evidente è il contrasto ideologico del messaggio contenuto nelle pagine di “Luce di scomparsi” e delle altre pubblicazioni ci-tate con una nota di “Bandiera Rossa”, l’or-gano di stampa dei socialisti, che sostiene

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