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Bruner nella sua opera pedagogica sottolinea la positività del pensiero divergente, quello cioè della fantasia e dell’intuizione, perché è fonte di creatività 19 Anche

LA PAIDEIA DI QUINTILIANO NELL’INSTITUTIO ORATORIA.

J. Bruner nella sua opera pedagogica sottolinea la positività del pensiero divergente, quello cioè della fantasia e dell’intuizione, perché è fonte di creatività 19 Anche

Quintiliano afferma l’importanza di un approccio educativo fondato sul gioco, che è indizio di vivacità intellettuale.

Lo studioso americano, B. F. Skinner, docente dell’Università di Havard, parla del ruolo essenziale del cosiddetto effetto rinforzo: stimolo ed incoraggiamento per premiare e favorire la risposta corretta e per spronare ed incitare allo studio l’alunno20. Ma

Quintiliano si era già espresso su una così importante condotta nella prassi educativo- didattica, evidenziando, quando detta i suoi insegnamenti, come trattare il carattere del discente, sempre considerando che ogni modificazione del comportamento e ogni apprendimento sottende a strutture psicologiche diverse. Pertanto, nell’attività del

17 J. Dewey, Il mio credo pedagogico, in L’educazione di oggi, La Nuova Italia, Firenze, 1950. 18 J. H. Pestalozzii,L’educazione. Pagine scelte, La Nuova Italia, 1967.

19 J. Bruner, La mente a più dimensioni, Editori Laterza, Roma-Bari 1988. J. Bruner, La cultura

dell’educazione, Feltrinelli, Milano 1997..

maestro vi è una costante che si concretizza nel ricercare ricercare quonam modo tractandus sit discentis animus, ossia come gestire il carattere del discente.

Ancora Quintiliano sorprende per la sua competenza di attento pedagogo e accorto psicologo: soprattutto nei primi anni di età, ricorda che non bisogna appesantire con carichi sproporzionati rispetto alle capacità e potenzialità del bambino, anzi l’educando deve essere educato col gioco che è utile per avvicinare lo stesso bambino allo studio e al desiderio di conoscenze sempre più nuove, come è anche importante l’istituzione di premi e/o lodi per dare uno stimolo all’impegno partecipativo.

Lo stesso studioso romantico F. Froebel dichiara come sia importante il gioco durante l’età evolutiva21. Anche Quintiliano, dunque, con vigilanza continua e assistenza

affabile ma severa al contempo, non pretende più di quanto comporti l’età del titolare dell’apprendimento, il giovane fanciullo, ma avanza la proposta di considerare il gioco come attività paradidattica, come possibile strategia accorta e feconda. Per Quintiliano il bambino-fanciullo, inoltre, vuole essere al centro dell’attenzione e non sopporta che vi sia un altro più preparato, per cui si origina la competizione sull’incremento dell’apprendimento; in ultimo, è sempre il buon maestro a dover badare affinché l’istituzione del premio, che stimola l’emulazione, si traduca in applicazione costante e serena allo studio.

Quintiliano è in sostanza un innovatore nella pedagogia, perché propone un nuovo modello di istruzione, dove eccelle il rapporto docente-alunno. Quintiliano rifiuta la cultura artificiosa, come predicava l’asianesimo, ma esalta l’armonia, per questo emargina dalle sue considerazioni Seneca che badava troppo al contenuto e al destinatario e troppo poco alla forma.

A mio avviso, l’originalità degli assunti pedagogico-didattici quintilianei, che risiede nella socialità e nella pedagogia del sistema preventivo ovvero un sistema formativo- disciplinare non repressivo ma preventivo, e le novità teorico-pratiche anticipate dall’antico maestro non sono significative solo sul piano meramente teorico e rispetto alla “pedagogia” del suo tempo, ma anche, e soprattutto, sul piano della prassi scolastica: essi sono non solo conquista dell’attuale dibattito pedagogico, ma anche

21 F. Froebel in L’educazione dell’essere umano, La Nuova Italia, 1993 recita così: “ il gioco è il più alto grado dello sviluppo dell’essere umano in questo periodo, perché è la libera ed attiva espressione dell’interno. Il gioco è il prodotto più puro e spirituale in questo periodo ed insieme è il modello e la copia dell’intera vita umana…il gioco a questa età non è un perditempo, esso ha molta serietà ed un profondo significato..Allo sguardo sereno e penetrante del vero conoscitore degli uomini, nel gioco del fanciullo, scelto liberamente, si rivela la sua vita interiore futura”.

preziosi strumenti trasversali per la comprensione della rete di interconnessioni che entrano in gioco nei processi educativi, di insegnamento e di apprendimento22.

E possiamo così evidenziali:

a) il ruolo della scuola quale palestra di socializzazione (ruolo sociale)

b) il valore dell’imitazione, del gioco, della gara, come tecniche di apprendimento c) una pedagogia che privilegia la concretezza, basata sull’esempio (imitatio) più

che sulla teoria

d) la collaborazione tra scuola e famiglia, mediata dalla figura del maestro che deve essere una costante figura di riferimento, anche affettivo, per il bambino

e) la concreta possibilità di un’istruzione precoce, che sfrutti la flessibilità e la duttilità della memoria del bambino

f) il netto rifiuto della costrizione e della forza a favore del dialogo, della correzione pacata e serena a tutto vantaggio di una pratica formativa che privilegia la valenza formativa dell’errore

g) il rinforzo educativo mediante la lode, l’incoraggiamento, l’esempio

h) la necessità di stimolare la curiosità del bambino, senza sottrarsi mai alle sue domande, e di favorire la sua confidenza, così da recuperare eventuali disagi o ritardi23

i) l’attenzione costante alle varie tipologie psicologiche, in modo da sviluppare diversi stili di insegnamento in base ai differenti stili di apprendimento24

j) la necessità di legare i contenuti di apprendimento alle finalità pedagogiche e alla metodologia didattica, corrispondenza costante tra finalità, contenuti, competenze, organizzazione e didattica, per garantire una padronanza definitiva. Quintiliano offre, pertanto, un programma completo di formazione, ricalcando in parte quello ciceroniano ma presentando chiaramente innovazioni che sono vicine alla pedagogia moderna nei seguenti punti:

- Scuola pubblica, come possibilità concreta di socialità, poiché ambiente altamente formativo che aiuta a stare nella comunità sociale; che aiuta a instaurare tre corrette dinamiche relazionali, in quanto non privilegia solo il

22 D. Bertocchi, Progettare per apprendere, Angeli, Milano 2000.

23 L. Mason, Psicologia cognitiva e istruzione: il nuovo concetto di apprendimento e le sue implicazioni, in “Ricerche Pedagogiche, 1987. E. Clapareede, Psicologia del fanciullo e psicologia sperimentale: i

metodi, Giunti Barbera, Firenze 1971.

24 D. P. Ausebel, Educazione e processi cognitivi, Angeli, Milano 2000. R. Calzecchi Onesti, Perché e

rapporto individuale docente-alunno ma anche docente-alunni; “pubblica” quindi nell’accezione di non-individuale, ma di gruppo-classe, anche per valorizzare la carica del buon senso che deriva dalla capacità innata e spontanea di aggregazione dell’essere umano (a socialità, per Quintiliano, precede lo stesso linguaggio ed è di per se un istinto naturale);

- Docente, esempio morale per gli alunni, punto di riferimento continuo che ha cura di formare il suo discente con assistenza serena, vigilanza continua, propensione alla comprensione della componente psicologia dell’allievo; attento lo stimoli allo studio, prudente nel suo operare e nel calibrare ogni sua azione didattica con le reali attitudini e i diversi stili e ritmi di apprendimento;

- Preparazione; Quintiliano propone gli studi umanistici;

- Tecnica: è necessario privilegiare più il docere che il delectare; contestando l’asianesimo, Quintiliano afferma l’importanza della fase inventiva o creativa.

L’Institutio oratoria, in ultima analisi, è veramente un manuale per i giovani, un manuale di piacevole lettura, nel quale oltre ai precetti si alternano spesso consigli, esortazioni, ricordi personali, citazioni, aneddoti. E’ la figura, quindi, dell’insegnante modello, che tutti gli alunni, a partire dall’infanzia, vorrebbero avere per la sua grande preparazione ma soprattutto per la sua disponibilità al dialogo e alla sua abilità meditativa per ottenere un livello sempre più avanzato di apprendimenti.