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Percentuale della risposta delle femmine accoppiate di mosca Mediterranea della

approssimazione normale

Grafico 3.1 Percentuale della risposta delle femmine accoppiate di mosca Mediterranea della

frutta durante il biosaggio di feeding. L’istogramma mostra la percentuale delle femmine che si è nutrita del bait e quella delle femmine che non si sono nutrite.

IV. Discussione

In base agli esperimenti di valutazione dell’attrattività delle cinque nuove esche alimentari eseguiti con l’olfattometro statico, è possibile evincere che il bait 4 sia l’attrattivo più promettente. Infatti, come si può notare già nei grafici riportati in Figura 3.1 e 3.2, quest’esca risulta essere significativamente attrattiva nei confronti delle femmine di mosca mediterranea della frutta, ad entrambe le dosi testate, 0.3 g e 0.03g. D’altro canto, i composti 1, 2 e 3 non presentano alcuna attrattività significativa nei confronti del tefritide. Inoltre, il bait 1, a dose 0.3 g, stimola risposte innate di chemotassi negativa nei confronti di C. capitata (Figura 3.1a).

Il bait 5 è un’esca che è stata fornita dall’azienda in un secondo momento. Infatti, l’obiettivo era quello di modificare la composizione del bait 4 per renderla ulteriormente efficace. Come si può notare nella Figura 3.5, il bait 5 non presenta alcuna attrattività nei confronti di C. capitata, motivo per cui, come per gli altri attrattivi, è stata scartata nelle successive prove.

Successivamente, per corroborare i risultati ottenuti in olfattometro statico, sono stati eseguiti ulteriori biosaggi del bait 4 sia nel flight tunnel sia in semi-field. I risultati del flight tunnel avvalorano quelle che erano le ipotesi iniziali, ovvero che il bait 4 è attrattivo. Eseguendo, i soliti biosaggi con il SEDQ lure – esca proteica già presente sul mercato – è stato osservato che non sussistono differenze significative tra i due attrattivi alimentari. Per validare il metodo è stato eseguito anche un controllo negativo, con trappola adesiva non innescata. La percentuale di cattura del bianco risulta ~ 10 % dimostrando l’adeguatezza del biosaggio.

È stato inoltre notato che, le femmine di C. capitata che non scelgono si trovano nel settore più lontano dalla trappola (Settore 6) e che, al termine delle 24 ore, la

37 percentuale di femmine che si trovavano nei pressi della trappola innescata – settore 1 flight tunnel – è pari al 3.8% e 6.7%, rispettivamente per il bait 4 e SEDQ lure. È stato deciso di utilizzare una trappola bianca, come riportato nei lavori di Nakagawaet et al., (1978) e Prokopy and Economopoulos (2009), in quanto il colore bianco ha minor effetto attrattivo nei confronti di C. capitata rispetto ad altri colori (giallo, nero, rosso o arancione) permettendo dunque di valutare meglio l’efficacia dell’esca.

Essendo dunque certa l’efficacia del bait 4, è stato deciso di mettere a confronto i due attrattivi, quello di nuova formulazione e quello già presente in commercio, e di valutarne l’efficacia e, se esistessero, delle differenze in condizione di semi- campo.

Sebbene la distanza tra il punto di rilascio e le trappole sia poca (~ 60 cm), i dati ricavati hanno dimostrato che non sussistono differenze significative tra il numero di mosche catturato dalle trappole innescate con il bait 4 e quelle innescate con il SEDQ lure. Ulteriori prove verranno eseguite a distanze maggiori e con dosi inferiori di entrambi i composti per corroborare i risultati fino ad ora ottenuti.

V. Conclusione

L’idea dell’azienda nasce dalla necessità di creare un prodotto che possa non solo avere le caratteristiche di base di qualsiasi lure, ma che sia, allo stesso tempo, ingerito dalla femmina di C. capitata. In questo modo, il prodotto finale risulterà più selettivo nei confronti della mosca mediterranea della frutta, andando a ridurre quelli che sono i possibili effetti negativi sugli insetti non- target. A ragion di ciò, dopo aver testato l’attrattività del bait, è stato richiesto che fossero eseguiti anche dei biosaggi per valutare se la mosca si nutrisse o meno dell’attrattivo. È stato osservato che il 66% delle femmine di C. capitata si è nutrito del bait 4 e che la durata dell’atto trofico è, in media, 23.8 s.

Questo altro dato ha corroborato la nostra ipotesi, ovvero che il bait 4 sia un buon attrattivo, seppur ovviamente ancora migliorabile.

Una delle possibili motivazioni per cui il bait 4, tra i cinque, sia risultato il migliore, si può ricercare nella sua composizione chimica e nel buon rapporto tra frazione glucidica e frazione proteica rispetto agli altri. La frazione glucidica, all’interno di un attrattivo alimentare può rivelarsi fondamentale in quanto alcuni zuccheri, quali il saccarosio, fungono da fago-stimolanti (James L. Ort et al., 2002; Genç et al., 2006; Manrakhan and Lux, 2008). È inoltre noto che le femmine abbiano un elevato fabbisogno in proteine per deporre le uova e apparentemente anche di zucchero per completare il fabbisogno in energia necessario ad effettuare altre attività (Kouloussis et al., 2017). A ragion di ciò, un possibile modo per implementare questo bait è il miglioramento dell’equilibrio tra queste due frazioni, andando ad approfondire quelle che sono le necessità fisiologiche del pest.

Come riportato da Guillén et al. (2016), è noto che ad oggi esiste una maggior propensione verso lo studio delle risposte comportamentali dei tefritidi ai segnali

39 volatili legati agli attrattivi alimentari di natura proteica (Epsky et al., 2014), mentre non sono mai state esaminate sufficientemente le risposte comportamentali agli stimoli utilizzati dalle fruit fly per la ricerca della fonte di carboidrati. Affinché si possa formulare un buon attrattivo alimentare si rende necessaria quindi un’indagine più approfondita dei comportamenti di ricerca e scelta delle fonti alimentari di C. capitata.

In conclusione, nell’ottica dello sviluppo di un nuovo attrattivo alimentare, questo composto è un ottimo punto di partenza. I risultati ottenuti in questo studio dimostrano l’efficacia dell’attrattivo di nuova formulazione, ma evidenziano anche la necessità di eseguire ulteriori studi soprattutto dal momento in cui il bait sarà formulato con l’insetticida.

Infatti, la volontà dell’azienda è la creazione di un innovativo dispositivo da inserire nel panorama dei mezzi di controllo lure and kill, all’interno del quale l’esca, formulata con l’insetticida, verrà ingerita dal pest. Per questo motivo, sarà dunque necessario, non solo indagare ulteriormente la formulazione dell’esca di natura proteica, ma anche ricercare il miglior insetticida affinché abbia un effetto sinergico e non vada a diminuire l’efficacia del bait.

A parere di chi scrive, affinché si possa inserire sul mercato un valido competitor del SEDQ lure, o comunque di altri attrattivi utilizzati nella tecnica del lure and kill, si rende necessario un leggero miglioramento nella composizione chimico- fisica dell’esca, in particolar modo tenendo conto di quella che è la fisiologia e la biochimica della mosca mediterranea della frutta.

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