re-stauro che, per gli odierni illustratori della chiesa,
sembra
natoda
sè, o per lomeno
sia costato la stessapena
a quanti, dalCastellazzi al più umile degli artefici, viabbianoavuto le mani.Il Marcucci, dunque, in data deir8
Dicembre
1885, così
mi
scriveva:Egregio Sig. Franceschiniy
Ricevo
ora e leggo l'articolo per S. Trinità nelVOsservatore del 6 corrente. Codesto articolo creda pure, è pieno zeppo di cosenon
vere eche
Ellapuò
riuscire a constatarecome
tali soloche
si presenti in Prefettura ed ottengaun
per-messo
per le opportune ricerche in archivio.Ella dice
che
laCommissione
Consultiva Provin-ciale « contrariòlungamente
nella questione delpavimento
» il Prof. Castellazzi; e ciò è asso-lutamente
non
vero; «che
lo contrariò nella ri-pristinazione dei collarini dei pilastri », e ciò ènon
vero,ma
falso ; che «non
vollenem-meno
udir parlare della riduzione dell' arco e della fronte della cappella Sassetti », e ciò è assolutamente falso.Però
Ella dice benissimoquando
affermache
la dettaCommissione
«non ha
autorità di potereimporre
restauratori a suomodo nè
alMarchese
Bartolini nè agli altriPa-—
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troni delle cappelle »;
ma mi sembra
che Ella dovrebbe ritenere essere altrettanto vero chenemmeno
i Patronihanno
il diritto di imporre restauratori a loromodo
allaCommissione
con-sultiva. Pensi che se la Cappella Bartolini è stata imbiancata e riquadratamodernamente
e se è stata sopraccaricata diuna buona
dose della casa Posi, e si trova ad avere tinto di verde-bronzo (patina bellissima!!!)rornamento
dorato dell’ancona, sideve
tutto all’ arbitrio ed alla acquiescenza dei Patroni,mal
frenati da alcun potere civile. Stabene
che l’attualeMarchese
Bartolini stava operando, « a proprie spese > ;
ma
molto probabilmente i suoi antecessorife-cero altrettanto, ed Ella converrà essere niente lesivo ai diritti Patronali del Signor
Marchese
se la
Commissione
Consultiva Provinciale, giac-ché ora esistono questeCommissioni
in ogni Pro-vlncia, vuol sapere cosa intenda di fare ecome
intenda spendere i suoi denari in simili casi il
Patrono,
prima
che si procedaad un
lavoro; e se vuol discutere i titoli e l’attitudine a restau-rare, nel pittoreche il Patronoimpone
alla Com-missione Consultiva. Capiscoche volendo andare d’amore e d’accordo in tali contingenze, occorre del tatto, del saper fare; e invece ci siamo tro-vati ai soprusi, alle picche, ai puntigli, ai ricorsi ai tribunali, all’appello al popolo; le quali cose è naturalissimo che generinouna
più omeno
energica reazione. Sia ragionevole, e
convenga
che è propriocome
ioLe
dico.Non
è poi vero per nulla che laCommissione
abbia voluto che—
23—
restasse « la iniquità della decorazione architet-tonica esterna della cap{)ella
Usimbardi
» ; sonoi Signor! Castellazzi e Spighi (1)
che volevano
questo enon
già la Commissione.La
quale,seih-• pre
ferma
nell’idea di voler ripristinare tutti e singoli gli archi acuti del prospètto delle cap-pelle state rimodernate, toccando ilmeno
pos-sibile r interno di esse,ha sempre
indicate al restauratorelecondizioni dell’arcodella Cappella Gianfìgliazzi (la prima, entrando a destra)come
tipiche per lo studio della riduzione di tutte le altre,
non
esclusa,anzicompresa veramente
bene, la cappella degli Usimbardi.« Strana è la posizione fatta al restauratore del tempio dall’ultima sentenza della Giunta superiore di Belle Arti » è vero;
ma una
voltausava
dire che « chi è causa del suomal
pianga se stesso. '»Stia bene.
Suo
E.
Marcucci
Denegazioni cosi precise, date
da un membro
della
Commissione
Consultiva, anzi dal Relatore di essa,da
partemia non
potevano restare senza•(1) L’architetto Cesare S]>igìii fu l’aiuto del Castellazzi
ili Santa' Trinità per le cose del restauro. Nella questione della fronte della Cappella Usimbardiè vero che fu del pa-rere di non atterrarla; a me diatterrare quella decorazione frontale aveva data formale promessa il Castellazzi mede-simo; fu atterrata però dopo la morte di lui.
-
24—
risposta; e la risposta,
non
fatta attendere lun-gamente, fu questa :«
Con
la stessa distribuzione postale del 9 correntemi
sono state recapitatedue
lettere riflettenti egualmente Varticolomandato
fuori dame
il 6 sui restauri della chiesa di Santa Trinità.La prima
di quelle letteremi
rimprovera, garbatamente, dell'essere entrato nel ginepraio di quelrestauro, sapendo che il restauro mede-simo era sorvegliato dauna Commissione
della quale fanno parte degli uominicome
Tlissi edil Poggi, e dicendo che Tentrare dinanzi a tali artisti
non
è coraggioma
audacia; ed a co-desto signoremi
è parso inutile rispondere,contentandomi
farsapere al coraggioso scrittore,che
non
si firma, chementre
egli è padro-nissimo di fidarsi ciecamente di tutti,non
sarà certo per i suoi fervorini checambierò
di na-tura ; e che confido di poter proseguire a giu-dicarecon
i miei criteri,guardando sempre
le cose per quello che sono,non
per chi leha
fatte 0 le
ha
consigliate.La
seconda lettera (1) astrae da principio dalle persone per scendereimpetuosamente
di-retta nelle questioni di fatto.Lo
scrittore, che lealmente si firma, contesta subito che T articolo di cui si tratta è pieno zeppo di cose non vere; e passando ai particolari, dice che laCommissione non ha
contrastato(1) La lettera del Marcucci sopra riportata.