II.
Come mi
deèisiascrivere,a pubblicare ed aripubblicareiprofilide’mieicolleglli.Questi branidella conversazione del ciarliero viaggiatore della ferrovia provano ad evidenza che-la posizione.diundeputatononè constellata dirose. Egliurtasi ad ogni'specie di,grosse,e
; piccolemiserie, che loturbano, chelostizzano.
Io soqo dunque ben dispostoin’suo favore,eda perdonargli se pecca, perocché-desso èmira di lunghe-edaspre tentazioni. Perciò"
mi
sonmo-strato,’in -generale, bene’volo. Seioavessi voluto rimuoverelabelletta e squarciare i veli avrei forse inceso piubrio'
e
varietà in questa.galleria, avrei avutopiù vena,efatto più scandalo.Ho
preferito' scriveremettendomiinguantidivelluto!
Ionon sono dique’tristi augelliche infettanoil proprio nido-.
La
moderazionee la temperanza sono la forzalapiù realediquesto mondo!Dal-]tronde, ioscrissi questelettere perlaPressedi
—
28—
Parigi, a fiordi penna esenza pretensione. Io non mi
ammanto
di infallibilità.Riproduco un’im-pressione personale.Quest’anno io mi sono uno dei girandoloni della Camera. L’annoscorso erauno dei suoi membri i più assidui. Arrivatoilprimo,
me ne
iva quando non vi restava piùsuibanchicheil signor Ranieri raddormentato,battendoladiana.Ioprovavo unaspeciedifascino nello studiodi que-stariunionediquattrocentoItaliani,mossidatutti gliangoli della Penisola. Iomisentivoimprègnato di un magnetismo abbarbagliante. Ora,-
come
gli objetti chesi discutonoallaCamera non sonopoi sempre nè solazzevoli, nè interessanti, io ripor-tavole forze del mio spirito sull’analisi degli uomini. Io non conoscevoquasialcuno; ero ad un dipresso isolato.E
mi bisognò dunque da prima tuttoindovinare, leggere a traversolefronti discreteefredde, pensieri ardenti, desiderii aspri e diversi. Ogni parolache cadeva da un labbro aveva perme
il valorediunarivelazione.Per unlavoro psicologico assiduoefisso, io arrivai a vederelerelazionidi.questa parolaconlostato reale del cervello.Ed
eisarebbe.davverounostrano studio chepresenterei alpubblico, semilasciassi sedurre e mettessial nudolo statosecreto del-l’animadi ogni deputato. Ionon parlo già delle ignobiliavidità, nèdella massa ordinaria degli Onorevoli.Ma
nonsarebb’eglistraordinariamente curioso diprendere sulfatto la fisionomiadel-1’anima di certi uomini
—
qual Ferrara, per esempio, Guerrazzi, Pepoli, RrofFerio, Depretis,—
29—
Lanza, Conforti, Ratazzi, Tecchio ed altri, al
momento
proprio in cui essi parlano, e metter faccia afaccia ilpensiero espresso el’idea con-cepita?Non
sarebbe eglisingolare di segnalare la doppiacorrente diconcetti edidesiderii che partono dal banco dei ministri eda quelli dei deputati, e s’incrociano, s'urtano, s'intendono,si respingono, si rapprossimano,siattirano,si rom-pono? Curiosa sopra tutto era questa osserva-zionequando il contedi Cavoursedeva alposto—
mira di tutti, segnoad odii,ad affetti, a va-ghezza distima o diambizioni—
ed all’altezza di tutto! Ora, il barone Ricasoli ed il signor Ratazzinon sonogiunti ancora a darealle loro eminenti persone questa natura magnetica che coagula tantepassioni e tante volontà diverse,le grupa, le maneggia,le domina, lefoggia a suo modo,sene impadronisce eletrasmette.Cavour morto, lastoriasegretadelleanimenon avrebbe oggimaialtraimportanza che il valore di uno studio psicologico.La
forza politica di questa rivelazionesarebbe minima oggidì.Ilnuovo Me-smerdelbanco dei ministrinonè ancora apparso.Iolasciodunquenelmioportafoglio questi studi congetturali: l’oraloroforseverrà.
E
milimito adesso a questischizzi a voi d’uccello che colpi-scono chiunqueesoddisfano il più grannumero
di gusti.La
fisionomia collettivadellaCamera, che nel-l'annoscorso era nellospiritomiostesso un po’confusa, si rischiara esi svela quest’anno. Ecco perchè horitoccato qualche ritratto,hoaggiunto
—
30—
, • • ... •quila ruga, hofattolì scomparirelapiega.
Do-dici mesidella vitapolitica sono un secolo.
E
che chesenesiadettoincontrario,nonviè nulla di così mobile edi cosìcangevol’echela figura degliuomini diStato!Esaminate, peresempio,il signor Minghettìdell’anno scorso albanco dei.
ministri, ed il signorMinghetti diquest’anno al suobancodi deputato. Egliè irriconoscibile: è unaltrouomo.Lastessa figuradilegno delbarone Ricasoli hasubitoqueste stimmate-.
La
fotografia delParlamentoitaliano, così,ritoccata, ò piùfinita.Ioaveva esitato apubblicare in un volumele letteremandate alla Presse. Io credeva da
pri-ma
che questo primo Parlamento italiano fosse un Parlamento,di.occasione, il quale avrebbe compiuta la sua missione di proclamare 1’ 'Ita-lia una, spedita la bisogna lapiùurgente, e sarebbe poi ritornato aritemperarsial contatto dei suoi elettori.Ma
questoParlamento mira al-rimmortalità.'Io mi decido dunque arivedereil mio lavoro, tradurlo, epresentarloalpubblicoa nuovoe completo. Dicocompleto, perchè nell®•mielettereallaPresseio.nonavevo parlatodel centro dellaCamera, ene parloOggidì.
Ma, direte voi, voi spingete alloscioglimento della Camera; lasaràsciolta; fi vostro libro di-ventainutile. Ser'ovenientibus ossa!
.
Nienteaffatto. Questo"libro resta, da prima,
come
lavorostoricoper quantominimasia la-sua importanza. Io poihoavuto cura,principalmente tratteggiando questi abbozzi,dimirarGaduescopi.Indicare, cioè,coloroche possonoessere
elimi-—
31—
C,nati dalle novelleassembleed’Italia,senzail mi-nimoinconveniente, anzi
,forse,conuna inconte-stabileutilità:
Poihorivelaticoloro i quali, in ogni tempo, ;
farannoparte dellarappresentanzaitaliana,dicui sonol'onore,lagloria,l’ingegno.
La
prima- pubblicazioneera indirizzata princi-palmenteall’Europa,ondeinsegnarle:che,nelpri-mo
Parlamento italiano eranvi degli uomini al-Taltezzadi tutti gli altriParlamenti. Con- questa seconda pubblicazione, io voglio segnalareall’ I-talia laportata dei rappresentanti, affinchè essa * .possa,nelle elezioniposteriori,avere un criterio allasuascelta.Perl’Europa,io scrissidaItaliano: • perl'Italia,scrivoda potriota.
Impresi ilmio lavoroper distrarmi dallenoje dellesedute, ove non si trattano che affaridi campanile. Il mestieredideputato , afarlo con coscienza, è un mestiere arendere ebete ì’
uo-mo
lopiù svegliato,acapodi treanni!Lo
pub-blicai,perchèmi sembròutilealla causaitaliana.Lo
ripubblico, perchè panni unabuona azione,
in questitempinebulosiedinoerti,di concorrere,-secondolemieforze edimiei mezzi,aspandere )
un
po’di luce. Io non ho nè amore., nè odio • per chicchessia.Avevodei dubbie delle preven-zioni;ma
ho saputo dominarmi.Mi
sono astenuto, <quando nonero convinto.Dilexijustitìam!
Ora, chemisia.permesso di aggiungerequi
l’avant-propos con cui
M.
A. Peyrafvolle an-...nunziare la pubblicazione.delle mielettere nella-Presse,affinediattestargli lamiariconoscenza. Gli 1 devevo un ringraziamentopubblico:glielo fo.
—
32—
•«Noi segnaliamo all’attenzionedei nostri let-torila lettera seguente indirizzataci da Torino.
Questaèlaprima di una serie di lettere,in cui ilsignor Petruccellidella Gattina,uno dei
mem-briipiù distinti delParlamentoitaliano,si pro-pone di tratteggiare a grandi linee la lìsiono-mia dei suoi colleghi ipiù rinomati ed i più influenti,enoimettiamoassai volentieri a sua dis-posizione le colonne della Presse. Si leggono pocoin Franciailibried i giornaliitaliani
, e
non sisamica abbastanza quantoTItaliain sè rinchiudediuominirimarchevoli in ogni genere, di testeveramentepolitiche,di scienziati,di pub-blicistiedioratori, chenon temono alcun para-gone. L’occasionesi-presenta di far conoscere ungiornalista,noilacogliamoconpiacere.
Arriverà probabilissimamentealsignor Petruc-celli della Gattinadiesprimeredelle opinioniche non sarannointeramente conformiallenostre,di portar deigiudizidicuinoi
potremmo
contestare larigorosaesattezza,d’indirizzare a degliuomini chehanno lanostra simpatia, ilnostro rispetto ela nostra ammirazione, degli epigrammi che noisaremmo
tentati di cancellare:noi faremo punto.Noi conosciamo il suospiritoela rettitu-dine dei suoi sentimenti; noi siamo d’accordo conluisuiprincipii essenziali:ciòò l’importante.Quantoallavarietà delletinte edaidettaglisugli uominiesulle cose,noiglilasciamo la più
com-pletalibertà.Noi non vogliamodirnulla dello ingegno del signor Petruccelli,inostrilettoriloapprezzeranno;
. •
-
33_
eglici èimpossibile nondimenodinon esprimere lo stupore che noi proviamo sempre, vedendo unostraniero scriverela nostralingua-conquella naturalezza, quella chiarezza e facilità
,sì rara
anche fra noi. Sottoquesto rapportoancoragl’I-• .
taliani sono eccezionalmenteemaravigliosamente dotati.Basta,per convincersene,dileggerelelettere• dell’abate .Gaiiani;idispacci delconte diCavour, le ultime opere del.Ferrari, numerosi lavori di Mazzini, eparecchi scritti del nostroamico Bian-chi-Giovini, questo pubblicistaeminente che la malattiahadisgraziatissimamente forzato di sospen-dere la pubblicazione delsuogiornale, oveegli ha così valorosamente combàttuto eresodei così grandi servigiallacausa d’Italiaedellalibertà
religiosa.
•»—
A.Peyrat. •’ •N
I
MORIBONDI
DEL