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ECA- PALLI LUCCHESI-PALLI BIBLIOTECA. Digitized by Google

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(1)

PALLI

$

(2)

I

BIBLIOTECA LUCCHESI-PALLI

ECA-

PALLI

(3)
(4)
(5)

I

MORIBONDI

DEL

PALAZZO CARENANO

(6)
(7)

I MORIBONDI

DEL

PALAZZO CARIGNANO

PER

F.

PETRUCCELLI DELLA GATTINA

iBIl AHÒ

Per Fortunato

Perelli.

:

1862.

i1»,

(8)

Proprietà letteraria

Tip.FratelliBorroni,

(9)

IIORS D’ffiUVRE

PER LE PERSONE CHE NON SON SERIE.

(10)
(11)

I.

Come

bisognasempreascoltare ciòchesidice in

un

wagon.

Iomirisveglio,edilgrosso

uomo

parlava an- cora.

Ioho unvicino,raccontava eglialsignore sedutoalsuo fianco,unvicinochechiamereiilmio onorevoleamico, seioavessi l’onoredi essereil signor Massarie se il mio vicino fosseministro.

Ma

per itempi checorrono, chela sifiguri! il

mio vicinonon- è neppure un martire. Egli è bene restato unadozzina d’anni inesilio, i suoi beni furono sequestrati,isuoiparenticacciatiin prigione, la suacasa ridottaadalbergo disbirri e gendarmi,lasuafortunarumata;egli lottòbene esenzaposadella pennae dellaparolacontroil

sovrano del suo paese...

ma

e’non si credette giammai abbastanza martire per domandare

un

posto nelparadiso del Bilancio,quandoimartiri

(12)

8

invadevano lapatria

come

gl’insetti invadono i

cenci del mendicante.

Appena

seio nominarono deputato.

Che razza d’uomoèdunque codestovostro vicino?

domandò

un signore della compagnia.

— V

eramente non è della pastacomune, ri-

sponde il grosso cicalone.

Lo

si direbbe fiero

,

ma

io lo credo piuttostounpo’timido.

Non

parla che con le persone checonosce:

Un

profondo sentimento del vero e della giustizia lo rende sarcasticoebilioso.Veramente affettivo,e perciò soggetto adantipatie subite, a vivesimpatie,al- T entusiasmo ed alla collera. Egli preferisceun paradosso ad una trivialità.

Ama

il

mondo

e le brigate solazzevoli, esi rassegnaalla solitudine perl’invincibilenausea cheglidestanogliscioc- chiedinojosi.

La

naturaloha fattoinfingardo;

ilbisogno, lavoratoreesolerte.Iltedioloinvade facilmente.

La

gioja lo inebbria. Si accende su- bito,

ma

sadominarsi. AllaCamera parla poco

nellesue discussioni fogose edrammatiche.

È

indipendentee burbero. In fondo,affettuoso,

uomo

semplice,buonfigliuolo,

ma

che ha deìYhumour

come

uninglese.

Ellane parladaamico, eh! interruppeun signore.

— Può

darsi, continuail grossogalantuomo.

Lo

confesso, mia moglie edio lo

amiamo

molto.

La

sera andiamoa prendere ilthèin casasua, ed a canto al fuoco, i piedistesi al caminetto, cinguettiamo unpo' di tutto, finoad un’ora del mattino,quandoeglipuòdispensarsi dal lavorare,

(13)

9

Mia moglieloprovoca, lo aizzaconlesue indi- screzionida comare.

Ma

checosa vogliono? io non ho potutocorreggerla,lamia poveramoglie, di questo villano diffetto

chenon èsolo!Essa siriscalda,inoltre la testa conla politica,coni

romanzi, coni giornali.LeggeperiinolaStanvpa e/’Armonia.

E

sadi politica ad insegnarne a sette almeno dc’nostriministri.

Mio caro signore, la di lei

Èva

nonèmica solazzevole! glidice a bruciapeloun

commesso

perlAssicurazionePatema.

L’è quanto

mi

dice altresìil mio vicino!

Mia mogliefarnetica inoltreperideputati.Ella si èfatta diquegli individui e della loro missio- ne ciòcheellachiama untipo.

E

bisognaudirla a parlucchiaresuquestotema esu la443*parte dellasovranità nazionale

— come

ella addimanda un onorevaie della

Camera

Bassa.

Vedete, signora, sciama infineuna sera ilmio vicino impazientato, voi m’inasprite. Vi

domando

scusa,

ma

voi non osservate che la superficie. Voi non vedete in tuttociò cheun signore il qualerecita, beneo male,undiscorso innanzi a qualche centinajo di suoi colleghi,i quali conoscono giàdi lunga

mano

ciòcheegli va a dire,ed unrispettevole pubblico, ilquale soventenon capisce che ametà.

Ma

andate al fondo, cercate nellavita diquestopoverogaleotto della sovranitànazionale, evi persuaderete che

la.suaposizionenonè puntodainvidiare.Ilpiù piccolodei minimigiornalisti

nella sfera po- litica

èpiufelicechelui.

(14)

— IO-

.

;t

— Ah

! voi esagerate, risponde mia moglie

mandando

inaria un globo di fumo della sua sigaretta. Voi sieteabituatoalleamplificazióni,ed a tuttiitopi della retorica. Io persisto nellamia

opinione. . '

.. .

— A

vostropiacere! sciama il miovicinosor- bendo un,sorso di thè. Quanto ame,innonau- guro adun cane dicanonico.le piccole e grandi miserie dellavita diundeputato.

— Ma

quali dunque, Diomio

, quali dunque? '•

domanda

mia moglie

.gittando la sigaretta nel fuoco. Voi hndateaiballidi corte; voiandatealle ricezioni del barone. Ricasoli; voi partecipate

a

* talunipranzi diplomatici, acerti'banchettinelle grandi occasioni. Voi siete,invitati a tutte le feste. Voiviaggiategratuitamente.Voinon pagate spese diposta.

La

vostramedaglia, in oro

è un

passa-pertutto, generalmenterispettato. Voi

non

potete essere giudicati per tutto il tempo che dura la sessione.

Voipotete fare deidebiti,si fa creditoaim deputato!Iltelegrafo trasportali vostro

nome

in tutti gli angolidebglobo, ove stampisi un giornale. Voi avete unpalazzo prin- cipesco perandarvia leggereigiornali,'parlare, fumare

senza parlare dell'acqua zuccherata- a discrezionee, durante lesedute

, ben anco dei

liquori.

1

Voisietebenriscaldati. Voi aveteunabi-

. blioteca.

Le

ballerine delTeatroRegio sonoghiotte di deputati, perchè avetela riputazione digente

riccae non taccagna. Vi

domandano

a.fare;il vostroritratto pernulla. I giornali non parlano chedi voi,

come

del fiore delia nazione.Anchela

4 ,

(15)

11

caricatura.Vitrattaconriguardi,vedete Ricciardi!

Siete indicatiaditoquandopassateperlestrade.

Il vostro Presidente viregaladiraout

, donde

,

egli èvero,sono escluse lagajezza,ledonne ed

i rinfreschiconfortevoli,

ma

dove sono ammessi

il sigaro,icanoniciediguanti sporchi. Voi tro- neggiate nelvostro circondario elettorale. Visi danno deibanchetti, trascinanoa bracciolavo- stra vettura,vifanno deitoast. Voi poteteper- fino accomodarvi

un

ricco matrimonio! facendo valerelapossibilitàd’essere un giornoministro, o ilfavore di un ministro. In una parola, voi siete -una potenza, una forza, un favorito,una gloria. *

— Ah

!signora,sciama con

un

sospiroil mio vicino,voimifaterimpiangeresemprepiù chele donnesiano esclusedall’onoredirappresentarela nazione. Iovado adunque.a raccontarviunagiornata dellamiavita

,perchèvoi venite di abozzareun quadrosì fresco,raggiante difelicità. Sidi- rebbe chevoileggeteavidamentenel

poema

dèlia vitadi qualche deputato dellamaggioranza. Voi traduceteliberamentePoerio,Massari, Caracciolo, e chi soaltro.Ebberre, signora, obliatel’oasis,e percorreteildeserto.

Ilmio vicino riempilasua tazza di thèecon-

.tinuò:

*

Di ritorno dall’esilio, io mi occupavoa ristaurare làmia fortuna intaccataalvivo e ad accomodarmi concreditorie debitòri. Nelfrattem- po,lamia penna andava, andava sempre, metteva

giùdi tutto,toccava all’America,all’Inghilterra,

(16)

12

allaFrancia,allaRussia,all’Italia.

La

miapenna erail mio feudo ilpiù reale, e mi produceva diecimila lire all’anno, senza pagare un soldo d’imposte al rapace signor conte Bastogi. Poi indrogavo imiei malatinelle oredi ozio. Tiitto contato, installato ove iomi ero, ilmiopiccolo cervello mi metteva inmisuradirosicarmiquat- tordicio quindicimila franchil’anno.

Mica male! sciama mia mogliesorridendo.

— Non

molto,no!continuailmiovicino,

ma

in line, per un

uomo

che aveva vissuto Diosa

come

nell’esilioperparecchi anni, questa piccola rendita erailriposo,l’indipendenza,lacomodità.

Le

elezioniarrivano.1cittadinidelmio villaggio, iqualipensano

come

voi,signora,sulla vita do- rata diun deputato, credendo farmi onore, e

me

ne facevanodifatto, mi nominano loro rappre- sentantealprimo Parlamentoitaliano.

Magnifico!l’interrompe miamoglie.

Certo, signora, certo, continuailmiovicino.

Ma

e’bisognavarendersi a Torino. Ora,

come

io non poteva invaligiare e trasportare

meco

i miei malati aTorino, ecc., in ventiquattro ore, unterzo delmioreddito tagliatovia.

— Ma

lavostrapenna? insistevamiamoglie.

Sicuro,lamia pennaerabenenelmiobaule, dice il miovicino; però essa non aveva più la medesima importanza. La mercanziaeli’essapro- duceva non era piùdimandata. Là oveio

mi

re- cavoimiei committenti avevanoleloropratiche di già. Ecco dunque, in ventiquattro ore,

un

secondo terzo delle mierendite. L’ultimo terzo

(17)

1J

cessava poianeli’esso

,perocché il tempo che i

occupavoallemie bisogne bisognava consacrarlo alla patria.

Ed

eccomiinvia per Torino.

Enfin! sciama miamogiie.

Hèlas!soggiunseilmiovicino.Eccomianzi a Torino. Gli onesti abitanti di quella città ave- vano onestamentequadruplicatoilprezzo delfìtto, ebisognavacollocarsiconuna certaconvenienza.

Tulli gli oggettinecessari alla vita erano augu- mentati.

Ed

un deputato, perchè deputato, èta- glieggiato con avidità dovunqueeda tutti.

Dun-

que,non piùrendite,elaspesa spinta innanzi con laforza dicinquecento cavalli.

Ma

un buon cittadinodeve rumarsiperl’amoredelsuo paese

ciòè nel Credo.

— Hum

!cominciavaabarbottare

madama.

Nondimeno, tutto questo non ènulla,dice ilmio vicino.Siva

come

sipuò. Eccomiquindi installato. Io che

amavo

tanto a vaneggiare, a rever nelmio letto il mattino, alle sette sono ora in piedi. Ilmio portinajo mi porta suuna intimazione del mio uffizio onde mi rendaquivi alle diecie mezzo perdiscutervi,seil

comune

di

Monmilone

hail dritto diriunirsi al

comune

di Monmiletto.

E

poi prendere in considerazione, cheso io?laleggesulla instituzione dellecolonne Vespasianea Napoli, cheè piaciuto ad un Bal- dacchinooadun

De

Cesarequalunque di presen- tare all’onorevole Parlamento.

La

letturadi que- staroba,conditadisbadiglida scantonarePalazzo vecchio a Firenze,mi rubaun’ ora.Poi

me

nevo.

(18)

\ r :

'

—44 —

Lamia

prima visitaèalla posta. Vitrovo in media da quindici a venti lettereeuna dozzina digiornali.

Le

lettere che noiriceviamo non pa- gano nulla:noipaghiamo invece quellechespe-* diamo,ciò cheoccasiona unaspesadi due o tre lire algiorno*. Siano due lire: e cominciamola

. lettura.

.Vediamo!sciamamiamoglie.

Sì signora, il conte Coletti, incasa del qualeiopassai,dodiciannifa,unanottelessendo in Viaggio,siricorda di

me

e

mi domanda

chegli faccia ottenereun posto di Maggiordomo

mag-

* giorediS. M.- Vittorio

Emanuele

II, ilre.ripa- y'"':

ratore.Il signor conteoccupavalostesso posto

*

\r (

alla Corte dell’ex principe! Iorispondo che re 7;_ Vittorio èun gran borghese,ilqualenon hadi queste funzioni nella sua Corte.Il signorconte

;

1

.replica,cheiosono un ignoranteedun ingrato.

. -

U

signor Ribaldi,mioelettore che havotato pòimiocompetitore!

miscrive perdirmi che

l’Italia se ne va, che il barone Ricasoli è

un

balordo, chela maggioranza èassurda, chela

'•

; minoranza va atastoni, cheilministro de San- ctis noncapisce niente. Iorispondo chel’Italia nonseneva,perchèè stazionaria; cheilsignor Ricasolièun galentuomo, cheladestrafail suo mestiere elasinistraquello che può, evolendo esser,cortese.,pernonaverl’aria di contrariare intuttoilmioelettore,ammetto che, quanto a

De

Sanctis,e’potrebbealpostuttoavereuntantin diragione.IlsignorRibaldireplica: cheiosono sullachinadibassarelearmialMinistero. "

(19)

15

•.•••-

Il-signor caratomi

domanda

una sovvenzione peril campanile del suo villaggio,ilqualenon gliparecosìcompito

come

quello dellaCattedrale diMilano.

...

Ilsignormio compare mi prega di sollecitare appo i ministri certe petizioni chee"sidettela pena-d’ indirizzarloro.Ilmio compare fu ritenuto perventiquattro orealcorpodiguardia, nel1848, e da quinciin poi egli si-reputa furiosamente ,

martire.

E come

egli ha ogni specie dicapacità, così domanda,aquesto ministro una caricadi presidente della CortediCassazione,a quelloun posto diconsiglierediStato, aRicasoli di esser prefetto, a Bastogi di essere direttore,a

De

San- ctis infine, non volendo gran che onorare così

piccolo ministro,chiede -una cattedra per inse- gnareil dialettodel suovillaggio,cuieglicrede

:unalingua primitiva.Io rispóndoal'mio compa- rechele sue

domande

sono tutte modestissime

’eperfettamente scusate,

ma

chenonci sonoposti perilmomento.Il compare replica che io non ho nò mente,nècuore, che quanto a

me

sono soddisfattoenon micuropiùdeimartiri.'

TZpoi lelettereanonime chec’insultanoa grossi fiotti:lelettereche ci danno consigli:lelettere checiminacciano.

Ma

non ve

n

,Jè una la quale infinenone’incarichididomandare qualche cosa odifarequalche istanza pressò.dei ministri!•Il deputato è il domestico.naturale

laservaad ogni occorrenzadei;suoielettori!

Ma come

fratante aviditàvi èsempre qualche lamentoragionevole, dei torti a farriparare

(20)

16

l’estenuantebisognanegliufficiterminata

eccomi in volta peri ministeri. I colleghi, lepersone indifferenticheveggonoundeputatoinquelleanti- camereloguardanodiuna maniera.significativa;

e seildeputato siede alla sinistra, un mormorio bisbiglia clic significa: non vel diceva io ? egli

emigra! . . .

ministro, dalcanto suo,miricevecon unsor- riso finoe sarcastico sulle labbra. Egli è cortese

troppocortese

mifadegli elogichehannol’aria di un rimprovero

perchè il giorno innanzi io loaveva attaccatoafondo. Eglisi mostrasol- lecitissimoadarmisoddisfazione.

È

impossibiledi essere piùamabile,più semplice, piùbravo

uomo

più insinuante, più piaggiatore. Eglimidà perfino ragionesulla giustizia .deimiei attacchi1

Un uomo

fortesirileva contro queste trappole dicortesiaperfida,enonlasciailsuoandazzo.

Ma

gliuominifortisondessinumerosi?Prendetesi!un buon borghese, il quale piova drittodal fondo della Calabria o della Sicilia

, un bravodiavolo che abbia sempre considerato un ministro

come

unessere soprannaturale,mettetemi codesto sere negliartigli diunministroscaltro,

come

Peruzzi, per esempio:questo ministrolovolgerà

,lo rivol- gerà,l’ammalierà,quelsuo intrattabiledeputato dell’estremasinistra,ilquale tornerà via dallasua visita alministro abbacinato, cangiato,mistificato, dicendosi nella sua coscienza:«

ma

non sono poi

micasì tristiquesti signori! »

Ionondico nulla

come

mai (Questo povero de- putato

,questopovero

Adamo

sottol'albero della

(21)

17

scienza!debbasentirsi rimescolalo sehailpadrè, * ilfratello,unparentequalunque,a cuis’interessi, preso nel vischiodel budget.Il ministrolo sa:

eglihaanziperfinolabontàferocedidomandarne notizia,nonimportache nonl’abbiamai veduto, d’informarsisecoluiè contento del suo destino.

Ilpoverodeputato dell’opposizione, chesmaltisce giustoun prossimodiscorso controuna leggedi quel ministro, preferirebbeilposto di S. Lorenzo sullagraticola. Oraintutta laCamera nonvisono ventideputatiiqualinon abbiano, direttamente o indirettamente,permezzodeiloro parenti, un puntodicontrattocolbilancio.

Un

ministro abile, chesapesseilsuo

M.

Guizotamenadito, darebbe all’Europailsingolare spettacolodiun Parlamento senza opposizione, propriocome quellodiParigi, ovverosgraverebbeilbudgetdiparecchi milioni.

E

basterebbedire:«Signor deputato,ellaè

uomo

indipendentepoichésiedeallasinistra;ora,

come

il pubblico maligno potria sospettar del disinte- resse della S. S.,io levengoinajuto.Ella è fun- zionario;ilpadredileiè ricevitorgenerale,ma- gistrato,ilfratello di leiè prefetto: ioli metto indisponibilità!»

Eh

! credete voi che gli eroi piovanosuibanchi della sinistra,in presenza di

un

discorsocosìeloquente del ministro Cordova,

peresempio,cheè ditagliadafarlo?

Malanno!consideramia moglie:alpostutto siha uncuore da disponibilità? Perdere dodici o quindicimilalirel’anno?...

— Non

è vero, signora?soggiungeilmiovicino.

Ebbene, nèiparenti,nègliamici,nè glielettori IMor.

2

(22)

48

'

sicuranodi tutto ciò.Essidesideranotuttiunde- putatolibero,indipendente.... chedomandi e ri- ceva deipiccoliservigi dai ministri echefaccia tuttiiloroaffari!

Ed

ecco sotto qualfuoco incro- ciato mettonoogni mattina il povero deputato quindici o ventilettere cheglicapitanoda tutti

*gliangolid’Italia.

— Ma

voi voletedunque che

un

deputato di- venti

un

misantropo? sciama concaloremiamoglie.

Nient’affatto,signora, riprendeilmiovicino.

Dio

me

neguardii

Ma

allora perchèsifischia a NapoliilPisanelli,sidà unaberlinaalVaccaesi maldicedelMassari!

Ma

usciamo dalle residenze dei ministri eritorniamoallaCamera. Bisognaleg- gere-i,giornali.

— Ah!

non diretepoi che non è lusinghiero ditrovareilsuonome,i'suoidiscorsi, lesue opi- nioni lodate o discusse intutti i.giornali! dice miamoglie.

Non

diretechenon siaquesto, poi

,

unconfortevolecompenso.

Peste e

mina

aigiornali,signora!gridail

mio vicino furioso. Francamente,secoloro che leggonoilconto-reso delle nostresedute neigior-

*nali,nonsi dicono poicheilParlamentoitaliano èlapipcompletariunioned’idioti,bisogna con- fessarlo ilsenso

comune

-non è piùdi questo

.mondo.Igiornalicontrarici.sfregiano.adisegno, onde farci sembrare ridicoli:i giornali amici, perbalordaggine, per ignoranza. Cisi cacciano inboccadelleenormità, dellestolidezze, -deicon- trosensi a darl’itterizia.Persuadetevene,- Signora, ilvero quartod'ora diRabelais,delpovero de-

(23)

putato, è quello appunto-in.cuileggeilconto reso :r-

del suo discorso.Quelle èilsuo Golgota!. -•

Ma! chevoletevoi al.postutto cheungior- nalevidiaperunsoldo!

domanda

mia.moglie.

Proprionulla,signora, replicailmiovicino.

Ciòsarebbepiùeconomico! Idispaccitelegrafici bastano.

Ma

continuiamo lanostragiornata.

Ed

iovi fograziadellavoro negliuffici.Treore assiso perudireunnotaro che parlavi diferrovie, un medicochediscute dienfitèusi,un canonicoche

v.*

spippola cannonirigati! Ah*!iopreferirei un ma- nigoldo che mi descrivessele-gioie eleglorie del paradiso!

Ma

eccomilàagittar,qualche ap- punto sullacattaper il discorso-che -debbo im- provisare nella seduta.,Unusciere.arriva.

Un

si-

gnore midomanda.Iointerrompo ilmiolavoroe vofuori. Gli èun qualcunoilquale vieneapre- gare umilmentela mia-signoria illustrissimadi

"

andarea posaredaunfotografo.

— Ma

ionon ho.mica'desiderio di farmiri- '

*.

tratto,io

dicoio. .

/ ...

Ah!signore,ilpubblicolodesidera! insiste

qualcuno. * .* ' . '*’

..

Ilpubblico èbencortese ebencuriosò,si- gnore! replicoio. .

*.

.

*

Essohasete dei suoi grandi uomini, signore.

Ecome

laS. S.111... .

Comprendo,caro, dico io sorridendo, voi .• .

voletefarquattrini delmiosgorbio.Sia pure.

Quelcotalemi conducein nonsochesito

-

.Il . VT .

fotografomi accomodaa

mòdo

suo. Mi fermala,

testa inun mezzocerchiodiferro, ondeinnon

(24)

20

muovami.

Mi

si prega'direstare immobile;e, di botto

un

grandeocchio nero elucidosidivarica dinanzi a me, chedivoralamia persona.Quél- rocchiofascinatore,vampiro,mi dàilbrivido

ioresto

come

preso.Tuttoad untratto,unatesta sbucafuoridi sotto diun panno verde,all’altra estremità dell’occhio.ironico chemi aveva fis- sato perdueminuti, e quella testasoddisfatta sciama:

L’èfatto!grazie',signore.

Io respiro. Io misento sollevatoda unainquie- titudine,eda passofrettoloso

me

ne tornoalla Camera. Qualche giorno dopo, io discerno nelle mostredi uncartaio qualche cosa,cuil'etichetta scritta disotto assicura di essere io. In quella cosa ionon hoocchi, la mia boccasmorfiadi traverso,non sidistingueilmionaso dalle mie orecchie....non importa! il venditore dellamia laidissima figura giurachel’èpropriolamia.

Corbezzoli! chev.olete voi dunque per

un

ritrattogratuito,alla fine?gridamiamoglie.

L’ è giusto, signora,replicailmiovicino.

La

vanitàolabonomia consiglianotalvoltadelle bengrosse sciopera ggini!

La

seduta comincia.Il miosarto mi fermanell’anticameraper

doman-

darmi unbigliettoperlatribuna dei diplomatici:

quegliperchiedermi conto della salute delMini- steroe delGoverno questi per assicurarmiche fa caldo o freddo. Poi chi si raccomanda per essereraccomandatoalministro, ed hapercorse trecentolegheperciò.Altrimi propongonouna sottoscrizioneperun’opera pia, il sollievodelle

(25)

21

vittime cristiane delGiappone, per esempio!o

un

incoraggiamentoadarad

un

signoreil quale ha inventatoilconcimeprofumato.

Un

terzo m’im- pegnaaprendereunviglietto perunberretto da nottelavorato dalla signora duchessa e messo in lotteria a benefiziodeitisici del Brasile.

Un

quartamipassa dodiciviglietti per la serata di un’artista....Diomiperdoni!siè venuti perfino apropormi di far la conoscenzadiunaballerina, allamodestaragionedi dieci napoleoni leventi- quattroore!Io cacciostorditamente questa istanza nella saccoccia:mia moglie laritrova....Voi ca- piteilresto.

— Non

avevate proprio nulla a rimproverar- vi,eh! domanda ridendo la mia incorreggibile

moglie. .

Innocente

come

GesùCristo,signora! replica ilmiovicino ridendo anch’esso.

Ma

la sedutaè cominciata. Ioholaparola. Il subjetto è grave.

Iohobisognodiraccoglierelemieidee,ditenere lamiaattenzione concentrata.

Un

usciere viene a mettermisottoilnasolasuacoppaall’acquazucche- rata,em'imterrompe.Imieiviciniparlano a voceal- ta. Imiei colleghi,allespalle,misuggeriscono delle considerazioni,cheiononsollecitoechefrastor- nanol’ordine dei miei pensieri.I miei colleghi

,

di sotto,vanno,vengono, rimuovonsi, leggono i giornalie mi confondono, miforviano.Ilpresi- dente strimpellacolsuo campanello. Gl’intolleranti interrompono. Sirumorreggia,sistrepitasisba- diglia

ohimè! si sbadiglia

ciòcheèla più oltraggiosaditutte leopposizioni.Inverità, ionon

(26)

so

come un

deputatopossa combinar dueidee di seguitoinmezzoaquesto frastuono. Iomisieggo alla fine,stanco, scontento.

Un

uscieremi annunzia che qualcunochiededime.Vo:ilsignore,fastidito di attendere,èitodicendo;cheiomi sono unmal creanzato. Rientro,sivota'.*

Un

uscieremirimette unviglietto di visita.

Non

posso-'uscire.AD’indo- maniricevouna lettera di rimproveri: hoper- dutounamico! infinesipassa ai voti. Nell’emi- ciclo gli.zelanti dellamaggioranza mi

camminano

'

sui calli dei piedi,perchè siha fretta." Sonole sei.Gli onorevoli hanno fame.Anche io corro * ,

a casa spossato,'ansante....mia moglieporta il broncio,imieibimbi piangono,lamiafante bor- bottacheilsuopranzò itoa malora....lami-

*

nestra è fredda! v.;

-r-

Ma

perchèarrivate voicosì tardi, infine!

dicemia moglie perStuzzicare.

Quando

si appa-r recchiàperlesei e si vuoi poi mangiare alle

sette!...-.7 *

-Pollar Iddio!signora.,esclamail miovicino impaziente; è Colpamiase il-signor Valerio ha cominciatoa parlare allecinque?Per me, neho

.

lemascelle dislogate!Infine,ingollolamia pappa, e respiro.Misipresentano,eoi caffè, dellelettere arrivate dallaCamera.

È

il signor presidente,il qualein'

nome

di-S:

M.

m’invita alballoa corte emi

domanda

il

nome

di'nascitadi mia moglie,

se mipiace condurla'meco, figuratevi un po’, mieicari, l’imbarazzoeli un povero diavolo che abbiauna moglienqta,peresempio, Troia, Forcella,

Vacca}Figuratevi'il dispetto,di un

uomo

che

(27)

23

abbia sposato lasuacuculierà osisiasemplice- mente maritato alla leggiera,apasso di carica!

Andate poi apersuadere ad una donna, dopo questo invito, che si debbarinunziareall'onore diballareda S.

M.

!Diqui /'dellebaruffe; del dispetto....

E

poi,infrattanto cheilsignordepu- tato difende alla

Camera

lacausa dell’istruzione primaria

,l’amico difamiglia o il cugino disua

.mogliepuò dareincasa a questa onesta creatura,

come

alla mogliediogni altro semplice mortale, uncorsopratico d'istruzionesuperiore

di fìsica

per esempio

insegnandole la misura della superficie con quel metodo che si può leggere inun canto diVoltaire,

ma

che ionon oso ri-

cordar qui.

Voi calunniateledonne,signore,gridamia moglie. .

— E

gli amici... dicasa sopratutto. Perdono, signora

-

replicailmio vicino.

Ma

poiché S.

M.

vuol bene ammetterein casa sua una Troia:o .

una Vacca, prendiamoil nostro; coraggio adue manie rassegniamoci.

Ma

pensiamo innanzi tutto.

allatoeletta.di

madama. Un

flagello, parola d'o- dore!Essa ne ebbedigià una perilballodella Città;poiunaltraperilballo delpresidente del Consiglio;laterzaperilballo della Filarmonica....

Può

dcssa,lapoveradonna,presentarsi aCorte conunatoelettamostrata in così bassi luoghi?

Le

moinedi

madama

raddoppiano:elapioggiadelle

'

note dei mercanti diventaundiluvio. No,il.po-.

sto dideputato.nonètenibile.'...

Qui il trenosi arresta. Si annuncia che noi

.*

(28)

— di-

siamo a Vercilli. Il mio grosso compare saluta la compagnia,pigiail piedein passandoai suoi Ticini,e discende.

Le

sue parole

mi

avevanocolpito....

(29)

HORS D’GEUVRE

PER LE PERSONE SERIE.

(30)
(31)

II.

Come mi

deèisiascrivere,a pubblicare ed aripubblicareiprofilide’mieicolleglli.

Questi branidella conversazione del ciarliero viaggiatore della ferrovia provano ad evidenza che-la posizione.diundeputatononè constellata dirose. Egliurtasi ad ogni'specie di,grosse,e

; piccolemiserie, che loturbano, chelostizzano.

Io soqo dunque ben dispostoin’suo favore,eda perdonargli se pecca, perocché-desso èmira di lunghe-edaspre tentazioni. Perciò"

mi

son

mo-

strato,’in -generale, bene’volo. Seioavessi voluto rimuoverelabelletta e squarciare i veli avrei forse inceso piubrio'

e

varietà in questa.galleria, avrei avutopiù vena,efatto più scandalo.

Ho

preferito' scriveremettendomiinguantidivelluto!

Ionon sono dique’tristi augelliche infettanoil proprio nido-.

La

moderazionee la temperanza sono la forzalapiù realediquesto mondo!Dal-]

tronde, ioscrissi questelettere perlaPressedi

(32)

28

Parigi, a fiordi penna esenza pretensione. Io non mi

ammanto

di infallibilità.Riproduco un’im- pressione personale.

Quest’anno io mi sono uno dei girandoloni della Camera. L’annoscorso erauno dei suoi membri i più assidui. Arrivatoilprimo,

me ne

iva quando non vi restava piùsuibanchicheil signor Ranieri raddormentato,battendoladiana.

Ioprovavo unaspeciedifascino nello studiodique- stariunionediquattrocentoItaliani,mossidatutti gliangoli della Penisola. Iomisentivoimprègnato di un magnetismo abbarbagliante. Ora,-

come

gli objetti chesi discutonoallaCamera non sonopoi sempre nè solazzevoli, nè interessanti, io ripor- tavole forze del mio spirito sull’analisi degli uomini. Io non conoscevoquasialcuno; ero ad un dipresso isolato.

E

mi bisognò dunque da prima tuttoindovinare, leggere a traversolefronti discreteefredde, pensieri ardenti, desiderii aspri e diversi. Ogni parolache cadeva da un labbro aveva per

me

il valorediunarivelazione.Per unlavoro psicologico assiduoefisso, io arrivai a vederelerelazionidi.questa parolaconlostato reale del cervello.

Ed

eisarebbe.davverounostrano studio chepresenterei alpubblico, semilasciassi sedurre e mettessial nudolo statosecreto del- l’animadi ogni deputato. Ionon parlo già delle ignobiliavidità, nèdella massa ordinaria degli Onorevoli.

Ma

nonsarebb’eglistraordinariamente curioso diprendere sulfatto la fisionomia del-

1’anima di certi uomini

qual Ferrara, per esempio, Guerrazzi, Pepoli, RrofFerio, Depretis,

(33)

29

Lanza, Conforti, Ratazzi, Tecchio ed altri, al

momento

proprio in cui essi parlano, e metter faccia afaccia ilpensiero espresso el’ideacon- cepita?

Non

sarebbe eglisingolare di segnalare la doppiacorrente diconcetti edidesiderii che partono dal banco dei ministri eda quelli dei deputati, e s’incrociano, s'urtano, s'intendono,si respingono, si rapprossimano,siattirano,sirom- pono? Curiosa sopra tutto era questa osserva- zionequando il contedi Cavoursedeva alposto

mira di tutti, segnoad odii,ad affetti, a va- ghezza distima o diambizioni

ed all’altezza di tutto! Ora, il barone Ricasoli ed il signor Ratazzinon sonogiunti ancora a darealle loro eminenti persone questa natura magnetica che coagula tantepassioni e tante volontà diverse,le grupa, le maneggia,le domina, lefoggia a suo modo,sene impadronisce eletrasmette.Cavour morto, lastoriasegretadelleanimenon avrebbe oggimaialtraimportanza che il valore di uno studio psicologico.

La

forza politica di questa rivelazionesarebbe minima oggidì.Ilnuovo

Me-

smerdelbanco dei ministrinonè ancora apparso.

Iolasciodunquenelmioportafoglio questi studi congetturali: l’oraloroforseverrà.

E

milimito adesso a questischizzi a voi d’uccello checolpi- scono chiunqueesoddisfano il più gran

numero

di gusti.

La

fisionomia collettivadellaCamera, chenel- l'annoscorso era nellospiritomiostesso un po’

confusa, si rischiara esi svela quest’anno. Ecco perchè horitoccato qualche ritratto,hoaggiunto

(34)

30

, ...

quila ruga, hofatto scomparirelapiega.

Do-

dici mesidella vitapolitica sono un secolo.

E

che chesenesiadettoincontrario,nonviè nulla di così mobile edi cosìcangevol’echela figura degliuomini diStato!Esaminate, peresempio,il signor Minghettìdell’anno scorso albanco dei.

ministri, ed il signorMinghetti diquest’anno al suobancodi deputato. Egliè irriconoscibile: è unaltrouomo.Lastessa figuradilegno delbarone Ricasoli hasubitoqueste stimmate-.

La

fotografia delParlamentoitaliano, così,ritoccata, ò piùfinita.

Ioaveva esitato apubblicare in un volumele letteremandate alla Presse. Io credeva dapri-

ma

che questo primo Parlamento italiano fosse un Parlamento,di.occasione, il quale avrebbe compiuta la sua missione di proclamare 1’'Ita- lia una, spedita la bisogna lapiùurgente, e sarebbe poi ritornato aritemperarsial contatto dei suoi elettori.

Ma

questoParlamento mira al- rimmortalità.'Io mi decido dunque arivedereil mio lavoro, tradurlo, epresentarloalpubblicoa nuovoe completo. Dicocompleto, perchè nell®

mielettereallaPresseio.nonavevo parlatodel centro dellaCamera, ene parloOggidì.

Ma, direte voi, voi spingete alloscioglimento della Camera; lasaràsciolta; fi vostro libro di- ventainutile. Ser'ovenientibus ossa!

.

Nienteaffatto. Questo"libro resta, da prima,

come

lavorostoricoper quantominimasia la-sua importanza. Io poihoavuto cura,principalmente tratteggiando questi abbozzi,dimirarGaduescopi.

Indicare, cioè,coloroche possonoessere elimi-

(35)

31

C,

nati dalle novelleassembleed’Italia,senzailmi- nimoinconveniente, anzi

,forse,conunainconte- stabileutilità:

Poihorivelaticoloro i quali, in ogni tempo, ;

farannoparte dellarappresentanzaitaliana,dicui sonol'onore,lagloria,l’ingegno.

La

prima- pubblicazioneera indirizzata princi- palmenteall’Europa,ondeinsegnarle:che,nelpri-

mo

Parlamento italiano eranvi degli uomini al- Taltezzadi tutti gli altriParlamenti. Con- questa seconda pubblicazione, io voglio segnalareall’I- talia laportata dei rappresentanti, affinchè essa * .

possa,nelle elezioniposteriori,avere un criterio allasuascelta.Perl’Europa,io scrissidaItaliano: perl'Italia,scrivoda potriota.

Impresi ilmio lavoroper distrarmi dallenoje dellesedute, ove non si trattano che affaridi campanile. Il mestieredideputato , afarlo con coscienza, è un mestiere arendere ebete ì’uo-

mo

lopiù svegliato,acapodi treanni!

Lo

pub- blicai,perchèmi sembròutilealla causaitaliana.

Lo

ripubblico, perchè panni unabuona azione

,

in questitempinebulosiedinoerti,diconcorrere,- secondolemieforze edimiei mezzi,aspandere )

un

po’di luce. Io non ho nè amore., nè odio per chicchessia.Avevodei dubbie dellepreven- zioni;

ma

ho saputo dominarmi.

Mi

sono astenuto, <

quando nonero convinto.Dilexijustitìam!

Ora, chemisia.permesso di aggiungerequi

l’avant-propos con cui

M.

A. Peyrafvolle an-...

nunziare la pubblicazione.delle mieletterenella- Presse,affinediattestargli lamiariconoscenza. Gli 1 devevo un ringraziamentopubblico:glielo fo.

(36)

32

«Noi segnaliamo all’attenzionedei nostrilet- torila lettera seguente indirizzataci da Torino.

Questaèlaprima di una serie di lettere,in cui ilsignor Petruccellidella Gattina,uno dei

mem-

briipiù distinti delParlamentoitaliano,si pro- pone di tratteggiare a grandi linee la lìsiono- mia dei suoi colleghi ipiù rinomati ed i più influenti,enoimettiamoassai volentieri a sua dis- posizione le colonne della Presse. Si leggono pocoin Franciailibried i giornaliitaliani

, e

non sisamica abbastanza quantoTItaliain sè rinchiudediuominirimarchevoli in ogni genere, di testeveramentepolitiche,di scienziati,dipub- blicistiedioratori, chenon temono alcunpara- gone. L’occasionesi-presenta di far conoscere ungiornalista,noilacogliamoconpiacere.

Arriverà probabilissimamentealsignorPetruc- celli della Gattinadiesprimeredelle opinioniche non sarannointeramente conformiallenostre,di portar deigiudizidicuinoi

potremmo

contestare larigorosaesattezza,d’indirizzare a degliuomini chehanno lanostra simpatia, ilnostro rispetto ela nostra ammirazione, degli epigrammi che noi

saremmo

tentati di cancellare:noi faremo punto.Noi conosciamo il suospiritoelarettitu- dine dei suoi sentimenti; noi siamo d’accordo conluisuiprincipii essenziali:ciòò l’importante.

Quantoallavarietà delletinte edaidettaglisugli uominiesulle cose,noiglilasciamo la più

com-

pletalibertà.

Noi non vogliamodirnulla dello ingegno del signor Petruccelli,inostrilettoriloapprezzeranno;

(37)

.

-

33

_

eglici èimpossibile nondimenodinon esprimere lo stupore che noi proviamo sempre, vedendo unostraniero scriverela nostralingua-conquella naturalezza, quella chiarezza e facilità

,sì rara

anche fra noi. Sottoquesto rapportoancoragl’I- .

taliani sono eccezionalmenteemaravigliosamente dotati.Basta,per convincersene,dileggerelelettere dell’abate .Gaiiani;idispacci delconte diCavour, le ultime opere del.Ferrari, numerosi lavori di Mazzini, eparecchi scritti del nostroamicoBian- chi-Giovini, questo pubblicistaeminente che la malattiahadisgraziatissimamente forzato disospen- dere la pubblicazione delsuogiornale, oveegli ha così valorosamente combàttuto eresodei così grandi servigiallacausa d’Italiaedellalibertà

religiosa.

•»—

A.Peyrat. •’

N

(38)
(39)

I

MORIBONDI

DEL

PALAZZO CARIGMO

(40)
(41)

11Parlamento riepilogalanazione.

Lodipingoal pillilo di vista francese.

Sono imparziale perchè repubblicano.

Statistica dellaCamera.

Suadivisione.

Lefarfalle.

1pretendenti delladestra.

Gliagenti provocatori.

Gl'invalididel centro.

GliuominidiStato abbozzalidella sinistra,edilterzopar- tilo.

Garibaldi tentenna.

Guazzabugliodellaestremasi- nistra.

Gruppi per prorincie, elorocaratteredistintivo

I

fabbricantie<titratlicliinidegliordinidelgiorno.

Laddor-

, mentalo.

Lostanco.

L'indiscreto.

Ilegislatori.

1

GrandidiSpagna.

L'amicoditutti.

Crispielasuaposa.

L'ex-Mirabelli.

IsuccessoridiTuratiediProto.

Fisio- nomiadegli oratori.

1lettoridigiornaliedilsignor Boggio.

Torino, 15 aprile 1861cfebbraio 1862.

Io credo

fatuità d’italianismo a parte

cheun abbozzoagrandi linee della fisionomia del Parlamento italianopotesse interessare i lettori francesi

e,soggiungo,tantopiùgl’italiani.

Una

nazionechesiattestacosìaltamente,chesialloga cosìfrancamenteinmezzoallenazioni, rovesciando trattati,dinastie,vecchiodrittointernazionale,bra- vando minaccieeconvenienzepolitiche...non può essere unanazione volgare e senza portata.Viò inessa qualche cosa di grandee di vivaceche.

(42)

38

agiscee checrea.

Ora

una partedi questiele- menti debbonsi naturalmenteconcentrarsi in questo foco dell'energianazionale, che addimandasiPar- lamento. Sidevetrovar quiviilpensierodiquesta nazione,ilsegreto del suo movimento, il mecca- nismodellasuavita.Ebbene,osservare questa na- zioneall’opera,prenderequasiilavoratori sulfatto esaminarelemolle interiorichelimuovono, spe- cificare,classificare, disegnareidifferenticentri, i differenti elementi diquesta forza

; vi sembra dessounproposito a negligere?

Io tratteggerò questi schizzialpunto di vista extra-nazionale, vale adire,senzadettagliinutili, senza simpatie dicampanile. Tuttiimiei onore- volicollegllisonodegliuomini, relativamente, rag- guardevolissimi:

ma

essinonlosono micatutti allo stesso grado al di là delle alpi ed al di làdei mari.Cheio scrivadue colonne sul signor Borella, sulsignorBonghi, sulsignor Capone e chesoaltriancora,l'Europanon ne saprà affatto piùsull’Italiachelanon ne sapevaieri, chenon nesapràdomani. /

D’un altro lato, io credo poter giudicare gli uomini edipartiti con imparzialità.

Avendo

abi- tatoperdodicianni laFrancia e l’Inghilterra, io sono straniero amolte passionied atuttele ri- valità.Essendoquasi il solo repubblicano della Camera chenon haidolo

nèMazzini

, nè Ca-

vour,nèGaribaldi

chenon ha alcun partito preso,

come

il mio paico Ferrari

; non vedendo alcuna probabilitàprossimaalsuccesso delle

mie

idee,ioriguardo lalottadei partiticon lapiù

(43)

39

grandecalma, e giudico ilcontediCavour, Maz- zini,Garibaldi, Ratazzi e perfino Antonelli,

come

seessi nonappartenessero più a questo

mondo

,

come

laposterità.Questapiccola dichiarazionefatta, alziamoilsipario.

E

daprima dueparoledistatistica.

La

stati- sticanon èmicasolazzevole,

ma

essa

èT

osteo- logia della società.

Su

questa ossaturasifabbrica sempre consolidità,consicurezza.

IlParlamentoitalianocomponesidi

443

membri;

cièche surunapopolazionedicircaventitré milioni di abitantidà quasiundeputato persessantamila anime.LaCamera havalidate

438

elezioni.Si è in viadi rifarelealtre.

Su

questi

438

deputati vi sono:

2

principi;3duchi;

29

conti;

23

marchesi;

26

baroni;

50

commendatoriograncroci;111ca- valieri,dicui3dellaLegiond’onore;135avvocati;

25

medici; 10preti

fraiquali ApolloSangui- netti,unodegli stuzzicatori del Ministero,Ippolito Amicarelli, eFlaminio Valente

sacerdotisilen- ziosi;21ingegneri;4ammiragli;

23

generali;

un

prelato;13magistrati;

52

professori,ex-professori, o dantisi

come

tali,8 commerciantio industriali;

13

colonnelli;19ex-ministri;5 consiglieridiStato;

4

letterati

; un

Bey

nell’Imperoottomano

ilsi- gnorPaternostro;

2

prodittatori;

2

dittatori;7di- missionari;6o7milionari;5 mortiche noncon- tano più,beninteso;

69

impiegati,sopra

88

che sono ammessidallo Statuto;5 banchieri;0mag- giori;

25

nobilisenza specificadi titolo; altrisenza alcuna disegnativa di professione

e Verdi! il

maestroVerdi.

(44)

.

;

40

-

.

Non

sidiràper'certogiammai cheil hostro è unParlamento- democratico! -

Viè ditutto

ilpòpoloeccetto.

Non

yisono neppure artigli, se ne togli Verdi

e Verdi stesso darebbe beneil suo Trovatoreper fareil piùpoveroepiccolo discorso,chefarebbelostesso .Baldacchini,il.più vecchio trai deputatiè ilsi- gnorZanolini,. un avvocato distintissimo, cheè stato'presidente dietà‘cche»riempì questa fùn-.

zioneconmoltissima capacità. Io credonondimeno che iVconte Saqseverino.il signorÀbatemàrco, Avezzana, Gustavodi Cavour-, Vegezzi.,.'siano così vecchiperlo

meno

che il signor. Zanolini.

Ilpiù giovine è unsiciliano, un tal Bruno', il quale-'siede....alla destra!D’ordinario,io,hove- dutoinFrancia,inInghilterra,inAmerica, igio- vani

iqualisentono piuttosto che nop calco- lano

sederealla sinistra.InItaliaservirebberodi tabouretaipiedi dì un ministro! Giovani

come

il

Bruno,

ma

piùmodesti e piùdegni,seggono al- tresì alla destraodalcentro,isignoridi Sierra,

Campagna

,Barraceo

,Serra Mureddu../Noi abbiamo inoltreseibalbuzienti,cinquesordi,trezoppi-,

un

gobbo,degliuominiadocchiali,un gran

numero

di calvi quasitutti.

Non

un sol muto!

che èuna sventura.Imperocchéparlando-tutti., cia- scuno dimanda Yora sua per farsiudire

— non

fossecheperfarsileggeredaisuoielettori.

Noiabbiamo,com'diu tuttiiParlamenti,ladi- stinzionedidestra,dicentro,di sinistra.31aquesta distinzionenon èassoluta. Vi sonoparecchi de- putati che seggonoalla sinistra e votano costan-

(45)

41

temente conladestra:altri che, anche sedendo alla .destra,votanotalvoltaconlasinistra.

Verdi, peresempio, Gallenga. Poivisono le. farfalline.

Sfido chi possa, assicurare a qualnuancedella de- straappartengonoBroglio,Alfieri,Scialoiaedoggi Minghetti

edaltriparecchi.Nelle prime setti-

mane

videsi anche qualchecosa dipiù corioso.

Un

deputatosiciliano,ilsignor Paternostro, andar- senealla destra per attaccare qualche deputato dell’estremasinistra,ondeesser sostenuto e sedere nondimeno alla sinistra, alatodi Lafarina,suo capo di fila. Queste due altre-farfalle si sono orafissate

nonèduopodir dove.

Un

bey del- l’Impero ottomanoedun consigliere diStato del

Regno

d’Italianon poteronoincanagliarsi tra gli onorevolidella sinistra.

Ladestranon hatintebenrecise; senon che seggono su i suoi banchi parecchi pretendenti, parecchirivali più o

meno

mascherati delconte diCavour

odiqualunque altroministro

cui cercano rimpiazzare. Ricasoli,Mamiani,Buoncom- pagni, Farini, Lanza....sonolà,spiandol’ora, l’oc- casione,ilpretestosia per dareaddossoal Gabi- netto che naufraga, sia per essere chiamati a farne parte. Essihannoun occhio al banco dei ministri,unaltro alla sinistradoveaccampailterzo partito.Essiattendonounsegnale.

La

massadella destra vota

come

unsol

uomo

colMinistero. Sii questibanchi'sonovialtresì gliagenti provocatori, gliabbaiatori delconte Cavour.Trattasi di offen- derequalche

membro

dellasinistracigittareuna parolamalevola contro Garibaldi, diaccusareil

(46)

42

partitodiazione? un

uomo

è presto trovato:

unsiciliano

oSpaventa

scatta su daquesti banchi, emugge,emorde,ebava.

Ma

su questi banchi siedonoaltresì degli uomini convinti,di una grandeconsiderazione,diun'onoranza atutta pruova, diuna probitàirreprovevole,i qualivo- tanocolMinistero,non perchèesso èilMinistero,

ma

perchèlalorocoscienza

comanda

loro di so- stenerlo. Ionon voglionominare cheilsignorGu- stavodiCavoureMenotti.

La mortedelcontediCavour non hafattocan- giarela tattica. Glistessiuomini,edaltriancora, seguonolestesse evoluzionid’incontroal barone Ricasoli.Chequesticada domani, elastessama- novra comincia col suo successore. Lastrategia deiParlamenti è invariabile.

11centro èleradeaude laMeduse. Là sonosi aggruppatituttiinaufraghi. Tuttiifrantumi,èpaives, delpartitodelcontedi Cavour, chesiruppenel- TItaliameridionale, sono venuti a posarsi su questibanchi. Questaconsorteriapuòessere de- nominata il partitodelle pretensioni impotenti

,

degli ambiziosifulminati.

Icari di cartono im- brattato.Ilcentro èTalbergo degliInvalidi del presidente del Consiglio.

Non

viè quivi un sol

uomo

chenonsiasfregiato, èclopé,politicamente, 0chenonlosarebbe prestissimo selosimettesse

all’opera:imperciocchéessisonofusiquasinello stessostampo, mule.Gli uomini del centro

non

hannopiùforza,

ma

essi nonmancano perciò di speranza.Al centro siedono Liborio Romano, De- Yincenzi, Pocrio,Piria,Conforti, Cicconi,Senegli,

(47)

43

Scialoia,Pisanelli....1’èilquartier generaledei deputati napoletani,dicuiPoeriosicredeilcapo

il capo putativo

— ma

che non ha capo.

Pulviset

umbra

! Essinon hanno cheun voto,

cui cercanoutilizzare.

Se il centro è l’accampamento degli uomini politici storpiati,la sinistraèlasededegliuomini diStatoinisbozzo,perilmomento.Iodicoperil

momento

,perocché èlà che si carica lamina, la quale deve fare saltare il Gabinetto attuale

V attuale è di tutti i tempi

è là chesi formano, chesiaggruppano,chesiconcentrano

,

che sidistribuiscono le parli coloro i quali

non passa giorno

simostrano sulla arenaper darbattaglia aqualunquepresidente del Consiglio.

Il capo naturale della sinistra ove tiensiilterzo partito èil signor Ratazzi. Egli è1’ammiraglio diquestonaviglio minaccioso, caricodi cifre,di lirismo

,dilibertà,dirisparmi,d’entusiasmoita- liano

,di armi e soldati a metter su

, cui ve-

desi spuntareall’orizzonte,edi cui capitano è Depretis, esecondoilmarchesePopoli, il quale aprirà probabilmente ilfuoco.

È

ilterzo partito cherappresenta veramentelostato,non naturale

ma

amministrativo,fattizio

,officiale dell’Italia di oggidì. Se questopartito arriva acostituirsi,se arriva sopra tutto ad intendersi con le grandi individualità

tal che Garibaldi , Kicasoli

esso avrà con lui il paese tutto intero, aldi fuori della Camera, ed al didentro

, ilcentro, ilquale non sa a qual santo o a qual diavolo volarsi, onde rivenire a galla

egualmente

(48)

44

chelamaggior partedicoloro stessiiquali seg- gono all’estrema sinistra. Garibaldi è per

due

terzi, conessi

forseeglinonèconnoi,

demo-

cratici,cheperuna vagaaspirazione.

Dopo

l’avvenimento del barone Ricasoli agli affari,dopoilritorno del Ratazzi da Parigi, la situazione ha subito qualche cangiamento

e ne subirà ancora dei nuovi

— ma

non radicali edinevitabili.11Parlamentoèuncorpo vivo,ani*

mato da passioni fortiemobili

,d’ambizioni su- bite è calcolate,lungamente meditate, nascoste, carezzate.

Le

esplosioniarrivano inattese. Così i calcoli sono avventurosi enon si può, tutto al più,Ghe riprodurrelasituazione del giorno. Spiri ilvento,e queste foglie chechiamansi deputati sirimescolanoinunsenso diverso.

L’estremasinistra componesi di individui iso- lati,iquali hanno quasi tutti un passato,

un

nome, unapersonalitàmorale, netta, recisa. Tutti questi elementinonsiaccordanotra loro.

Ve ne

sono anzi che risaltano,edi molto, sul colore dell'insieme.Amari, Ondes-Reggio, Ugdolena, per esempio,sonocattolicieduntantino autonomisti, edessiseggonoafiancodiFerrari, diBixio, di Crispi,diBrofferio,diMellana,diMusolino*di Ricciardi

mio vicino

diTecchio, di Mor- dici,diGuerrazzi,di Sirtori, di Garibaldi

, che

ha preso postoinmezzodinoi,accanto a Mac- chi,se tuttavia Depretisnon riescirà, quandoil generaleritorni,adallogarlo afiancosuo. Tutti questi signori,edaltri, rispondono sia al

nome

diMazzini,sia aquellodiGaribaldi, ovveromuo-

(49)

45

vonsi nella loro propria orbita,unpo' scoraggiati, unpo’stanchi.

Ma

ioritorneròsuciascun partitoe suciascun lato dellaCamera. Chevi basti,peril

momento

,

questo colpo d’occhiosintetico dato rapidissima- mente.

Egli èadosservare pltresìcheideputatid’una stessa provincia d’ Italia tendono a ravvicinarsi, a grupparsifra loro.Essiprediliggonocertiposti particolari. Per esempio, non vi è quasi alcun toscanoal centroe all’estrema sinistra

Mor- dinitranne. QuestibanchibrulicanodiNapoletani eSiciliani.I Napoletani affezionano il centro:i

Piemontesi ediLombardi la destra o il centro

sinistro. *

I deputati delle differenti provinole possono classitìcarsi altresì, per caratteri generali, salvo numeroseeccezioni,inun’altracategoria

quella

dei sentimenti. I Sicilianisonoambiziosi e lottano per proprio conto. INapoletani si mostranopiù flessibili in facciaaiministri. Essisionorano di una stretta di

mano

,di una parolalusinghiera,

diunsorriso,dellemoinedi un ministro; essi volteggiano,

come

farfalle,sempreintornoaiban- chi dei

membri

delGabinetto.IToscani,pajono indecisi;essiportanoscritto sulla lorobandiera:

Ne

quidnimis!ILombardi sonoipiù caldipar- tigiani del contediCavour

oggi del barone Ricasoli

— ma

non sìteneri cheiToscani

e con vedute amministrative più larghe.Ideputati dell’ Italiadelcentro sono ministerialiingenere.

IPiemontesi,o funzionario del terzo partito

(50)

-iG

ma

conservatori sempre

anche sedendo alla sinistra: In generale il Ministero reclutai suoi uominipiùtra gliaspirantiagl’impieghiambiziosi chetragl’impiegati etra gl’inquilinidel bilancio.

R

nondimeno,gl’impiegati conosciuti e sconosciuti,i funzionariedipensionati,

sommano

almenoa

120

fra noi.

Ne

hovedutiperò votare con la sinistra edaltri alla sinistrasedere.

Tocchiamooralespecialità.

Non

si agiterà mai una quistione senza che non avessimoa sorbire un ordine del giorno di Ricciardi,odiLanza,odiBuoncompagni. Carac- ciolo porta attorno degli ordini del giorno in commandita, acuinon

mancano

mài nèLacarta, nèBonghi,nèMassari,nè Baldacchino

enon hobisogno di dirvi diquale tinta. Ildormiglione

ilpiù assiduo,ilpiù intrepido delParlamento,è

ilsignor Kanieri. Bisogna domandarlachiusura? il lasso della discussione èbelloe trovato

è

il signor Gallenga

il quale troppo sovente, ahimè!non ha che ragione.

De

Blasiis èsempre pronto a chiamarsi soddisfatto.Ilsignor Castellano protestasempre. L’annoscorso

, quando sedeva alladestra,avevaaltresì laspecialità dellepropo- sizioni indiscrete.

Domandava

,peresempio

,

un

appello nominalequandoi

membri

della sinistra credevanoopportuno diandarsene pernonvotare, ovvero gridava:

Non

siamo più innumero.

Ora

è Ricciardi che prende questo vezzo

— ma

in senso più liberale

egli dice legale. Colui che parlailpiù fuori,il

meno

dentro della

Camera

,

èilsignorNinco. Ilpasseggiatore il più dispia-

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cevole, il ronzatoreilpiù antipatico che crispa inervi,è Lacarta, San-Donato parla sempre o frizza

quei della destra ben inteso. Piutino

ha lopiù d'enfasi provinciale.

Lo

piùirritatoed irritante è il signor Paternostro.

Lo

piùscipito e vuoto èBruno.

Vièuna categoriadideputati che ha la ma- lattiadiproporredelleleggiperavere1’occasione direcitareunpiccolo discorso meditato,mandato a memoria perseisettimane.

Un

soldeputato siede allaCameralatesta co- vertadiunberrettino

ilmio eccellente amico signor Rendina. Mordici provòun

momento

d’ i- mitare questo Grande di SpagnadellaSovranità nazionale

;

ma

ilsuofez di vellutoha soccombuto alla finesottol'indignazionediunacoppiadibegli occhichelofulminavanodallatribuna delledame, edèscomparso. MassarièLamicodituttoil

mondo

che nonsiaperòunsemplice mortale! Crispi

ha

1’attitudinelapiù aggressiva nella

Camera —

quando s’indigna e

rompe

la monotonia.Allor- quandoeglisialzaperparlare,sidirebbe chesia per tirar fuori di tascaun paiodirevolvers. Io houditoil ministro Minghetti a dirgli, eh'egli ne aveva paura. Macchi non manca maidipar- lare,quandositrattidiunaprotestagenerosa.

L’ ex-Mirabelli, giudicemascheratod’avvocato, era tutto sorriso quandosiprotendeva in avanti perparlare.Ilsuonasoterribilmenterosso

di- ventava un carbone infiammato per beatitudine.

Non

parlava mai

,

beninteso

che per cantare ilIwudamuspueri

domnum.

Illettore di discorsi

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