Quando tra gli appassionati di pesca si giunge a parlare della carpa, nascono sem
pre delle accese discussioni.
C’è chi dice che la carpa è un pesce dif
ficile a pescare e che per questo non dà al
cuna soddisfazione, c’è ancora chi sostiene che è sufficiente conoscere le abitudini di questo pesce per avere la fortuna di veder abboccare esemplari di 2-3 chili ed anche più.
Chiediamo scusa ai giovani se questa vol
ta non abbiamo voluto sentire i loro pareri e confessiamo di aver seguito ed ascoltato un vecchio pescatore che, per la verità, ci aveva oltremodo stupiti presentandoci un vistoso bottino di carpe in cui un solo pesce di que
sta specie pesava ben 2,850 chilogrammi!
Seguendo questo anziano e singolare cam
pione della carpa, che in un primo tempo ci apparve piuttosto taciturno e poco disposto a svelarci le sue conoscenze e la sua tecnica, abbiamo potuto convincerlo, a poco a poco, a dirci qualcosa sulle abitudini della carpa; ma poi, coll’andare della conversazione, lo ab
biamo indotto a tante e tali confidenze di cui abbiamo ritenuto opportuno fare tesoro per tutti gii amici pescatori di «Sistema Pratico».
Una carpa in capo alla lenza è una me
schina lottatrice. Dopo qualche strappo ini
ziale reagisce con poca energia ed è quindi sufficiente tenere bene in tiro la lenza per
chè anche, un esemplare di elevata mole pos
sa arrendersi. 11 pescatore di carpe deve es
sere solo nella zona di pesca o, perlomeno, lontano una ventina di metri da altre
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L'n ottimo sistema di adescamento della carpa è quello cosiddetto di - sbarramento.. Esso consiste nel gettare in acqua, a distanze ugua
li, dei pezzetti di polenta, in modo che l’ac
qua, scorrendo, trasporti le particelle di cibo che inviteranno il pesce a risalire la corrente fino alla zona di pesca. Il pescatore si dovrà collocare a circa due metri dal pasto dove ha gettato la polenta.
sono; non deve gesticolare nè produrre inu
tili rumori con calpestìi o movimenti. La carpa è infatti un pesce molto diffidente e timido che difficilmente abbocca se insospet
tita da rumori o, peggio, dalla presenza dei pescatore.
Nei fiumi e nei canali le carpe circolano dovunque ma, in genere, amano le zone dove le correnti sono più lente, nei punti di rac
cordo tra fiumi e canali, negli avvallamenti, (ìli angoli calmi, le piccole profondità, le ac
que situate in prossimità immediata di un gorgo sono tutti motivi die attirano maggior
mente il pesce, ma proprio in questi luoghi la pesca è più difficile.
La carpa è un pesce lunatico. Alle volte può passare un giorno intero senza die il pe
sce abbocchi; in altri giorni può capitare che solo per un quarto d’ora il pesce sia propenso ad abboccare. Una cosa bella vi è nella pesca della carpa: quando il pesce ha abboccato, e sta per essere tratto a riva, i pesci rimasti nell’acqua non si impauriscono affatto e con
tinuano ad abboccare alle lenze dei vicini pescatori. Questo fenomeno si protrae un po’
dopo il crepuscolo e cessa (piando si fa notte.
tl sistema di adescamento è molto proficuo nella pesca della carpa che viene attratta nel luogo di jiesca anche da punti lontani; ma poidiè si agisce, quasi sempre, in acque len
te occorre procedere con una tecnica tutta particolare.
L’adescamento si effettua gettando piccoli pezzetti di polenta o miscele della grandezza di una noce. Ottime miscele per l’adescamen
to della carpa sono le seguenti :
la Ricetta - Fare una polenta con 1 Kg. di farina gialla, 100 grammi di farina bianca e 30 grammi di crisalidi di baco da seta, sec
che e macinate. La polenta dovrà essere ben solida per evitare che si sciolga nell'acqua.
2" Ricetta - Mescolare 1 Kg. di patate cot
te, con 1/2 Kg. di pane stemperato in acqua e con 250 grammi di sangue di bue o di ca
vallo cotto; qualora l’impasto non riuscisse ben solido si aggiunga della farina bianca.
Per ottenere il miglior effetto perchè il pe
sce abbocchi l’esca si può agire con la tec
nica dello sbarramento. Questa consiste nel gettare dei bocconcini, della grandezza di una noce, lungo tutta la larghezza del fiume in modo da colpire l’attenzione del più gran numero di pesci. L’esca sbarra il corso d’ac- qua e con la sua presenza stuzzica il pesce vicino e anche ([nello lontano.
I.a car[)a è un pesce che si ciba di tutto quanto trova nel fondo dei fiumi ed è assai difficile che essa prenda l’esca che sta negli strati alti dell’acqua; quindi per pescare la carpa occorre sempre pescare a fondo.
La carpa, trovato il cibo sul tondo del fiume, si aha e (ugge velocemente; ciò si riconosce dal fatto che il galleggiante, prima di affon
dare, assume una posizione orizzontale.
L’arrivo, sul luogo di pesca, di una o più carpe si riconosce dalle bollicine che i pe
sci liberano dal fondo melmoso mentre sono alla ricerca di cibo. La presenza di bollicine, pertanto, oltre ad indicare l’esistenza del pe
sce sul fondo, significa anche che esso è in attività alimentare: è un buon presagio.
Nei mesi di agosto e settembre il chicco di granoturco molle (cioè non giunto a matu
razione e quindi ancora bianco) ed il cubetto di patata, permettono delle magnifiche pesca
te di carpe.
Anche l’esca mista (un granello di frumen
to e un verme) posta in uno stesso amo pro
cura degli eccellenti risultati. I vermi di ter
ra, poi, sono sempre efficacissimi in tutte le stagioni. La mollica di pane fresco non è di
sprezzata dalle carpe.
Come abbiamo detto in precedenza è im
portante che la lenza tocchi il fondo; non è necessario che il setale sia molto sottile (la misura di 0,20 mm. è sufficiente anche per una pesca di 2 Kg.). Abbiamo visto pescare la carpa con setale da 0,18 mm. e lenza da 0,25 mm.; il guadino è sempre necessario per tirar fuori dall’acqua il pesce. Per la piom
batura si impiegano alcuni pallini distanzia
ti di 1 cm. l’uno dall’altro (il primo piombi
no si trova a 20 cm. circa sopra l’amo).
Se si pesca negli stagni o in correnti molto lente è preferibile non tenere la canna in mano, ma posarla su un supporto. Estrema- mente timida, come l’abbiamo definita, la car
pa è facilmente insospettita dalla vista del
la canna che si muove sopra la sua testa.
La carpa ha il difetto di essere lenta ad ab
boccare ma non è affatto lesta a rigettare l’esca. Ogni volta che il galleggiante si muo
ve, avvertendo che il pesce ha abboccato, è sempre bene attendere, prima di dare lo strappo, che/ il galleggiante sparisca sott’ac
qua. Il sistema classico di abboccamento del
la carpa è quello di far oscillare dapprima il galleggiante e quindi, dopo essersi alzata dal fondo costringendo il galleggiante ad assu
mere la posizione orizzontale, di filare via senza esitazione. Può capitare anche che il galleggiante affondi improvvisamente senza che si possa notare alcun movimento prece
dente, ma questa è cosa che non capita tutti i giorni. È ovvio che il movimento di oscil
lazione del galleggiante e la sua posizione orizzontale rispetto all’acqua dipendono dal
la sua forma e della sua piombatura.
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