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PIANO BENELUX, PRIMO INTERVENTO

Data la situazione di crisi in cui Fortis versava, fu quindi necessario l’intervento governativo.

Vista l’importanza della situazione per la stabilità dei mercati finanziari, non solo in Belgio ma per l’intera comunità europea, alle trattative parteciparono il presidente in carica della BCE (jean-Claude Trichet) e Madame Legarde, rappresentante Francese dell’UE.

Non fu possibile durante detto weekend la portata a termine del salvataggio in modo unificato, come inizialmente auspicato dal Governo belga, ma ogni Stato dovette accettare di prendere una posizione minoritaria nelle attività bancaria del Paese di competenza.

Fortis Banque, essendo la casa madre delle filiali olandesi e lussemburghesi, dava allo Stato belga mediante il proprio intervento, oltre ad un impatto diretto sulle attività bancaria in Belgio, anche una partecipazione indiretta sulle attività in Olanda e in Lussemburgo.

Il “Piano Benelux” fu annunciato mediante un comunicato congiunto da parte dei Governi dei 3 Stati e del management di Fortis Banque prima dell’apertura dei mercati di lunedì 29 settembre e poteva essere riassunto in tal modo:

- la presa di partecipazione da parte dello Stato belga del 49.93% delle attività di Fortis Banque per 4.7 miliardi e la contemporanea concessione di un Emergency Liquidity Assistance (ELA) da parte della Banca Nazionale del Belgio, destinato ad assicurare la liquidità degli attivi bancari;

- il prestito concordato dallo Stato lussemburghese a Fortis Banque Luxemburg di 2.5 miliardi sotto forma di prestito obbligazionario convertibile in azioni Fortis. Lo Stato lussemburghese avrebbe detenuto, una volta convertito il prestito, il 49.9% delle attivi della controllata lussemburghese di Fortis Banque.

43 Il Governo lussemburghese si assicurò inoltre che due partecipazioni in società situate nel proprio territorio, non fossero cedute dal gruppo (una società siderurgica e la partecipazione nella borsa del Lussemburgo).

Esigeva che tali attività passassero in sua proprietà per il montante simbolico di un euro.

Tali attivi figuravano nel bilancio di Fortis Banque Luxemburg rispettivamente per 2.6 milioni e 188000 euro e una quota di patrimonio netto di rispettivamente 4 e 5 milioni di euro.

Il prestito fu convertito dal Governo del Lussemburgo il 15 dicembre.

- Dalla parte del Governo olandese, fu annunciata una presa di partecipazione del 49.9% nel capitale di Fortis Bank Nederland N. V. incluse le attività acquisite in precedenza dall’ex ABN AMRO, per 4 miliardi di euro.

Fortis immediatamente dopo tale intervento, decise di mettere fine alle operazioni legate all’acquisto delle attività di ABN AMRO, e di cercare un acquirente per la propria partecipazione in RFS holding.

Tale annuncio era finalizzato a tentare di rassicurare i mercati.

Il valore di Fortis Banque al 29 settembre 2008 dopo gli interventi, si poteva calcolare come somma fra:

- il valore alla chiusura borsistica di Fortis Holding del 26 settembre (12.2 miliardi), - aumentato dall’effetto del double leverage (7.6 miliardi),

- diminuito del valore della banca assurance (15.8 miliardi).

Sulla base di questo metodo si ottenne quindi un valore di Fortis Banque pari a 4 miliardi (12.2 + 7.6 - 15.8) a 16.53 euro per azione.

Con “double leverage” si definisce l’operazione mediante la quale una Holding bancaria effettua una offerta per l’acquisizione di una considerevole quota di partecipazione azionaria in una banca controllata.

Idealmente i dividenti guadagnati sulle azioni della banca controllata vengono usati dalla Holding per finanziare gli interessi sul pagamento.

L’effetto double leverage corrisponde al valore dei fondi raccolti sul mercato dalla Holding quotata o attraverso altri strumenti finanziari e che sono stati investiti nel capitale delle filiali bancarie (per il 90%) e assicurative.

Questo double leverage comprendeva una parte dei debiti di Fortis Holding (9.8 miliardi).

44 Il valore della bancassurance fu invece determinato sulla base dell’embedded value (12.4 miliardi settore vita e 3.4 dal settore non vita, per un totale di 16.8 miliardi di euro).

Tale metodo, usualmente utilizzato per il segmento assicurativo, calcola il valore come somma tra il valore netto aggiustato degli asset di una impresa e il valore attuale dei profitti futuri della stessa.

I negoziati fra il governo belga e la direzione di Fortis Holding (denominazione utilizzata per comprendere l’intero gruppo Fortis) si conclusero con l’accordo raggiunto a 4.7 miliardi.

Questa procedura permise di utilizzare il montante massimo previsto dalla procedura di capitale autorizzato e di emettere le azioni al di sopra del valore intrinseco, conformemente agli articoli 596 e 598 del codice delle società.

L’aumento di capitale da parte di Fortis Banque diede luogo all’emissione di 241.305.490 nuove azioni al prezzo di 19.48 euro per azione, superiore al valore intrinseco (16.53 euro per azione).

Andiamo a comparare il valore accordato a Fortis Banque con quello accordato alle sue filiali olandesi e lussemburghese.

I valori furono giustificati secondo il consiglio di amministrazione sulla base della capitalizzazione borsistica, ma è interessante anche valutarli in base al coefficiente Price/Earning:

- Fortis Banque Belgium: price 5.5 / earning 1.1=5; - Fortis Banque Nederland: 4/0.8=5;

- Fortis Banque Luxemburg: 2.5/0.4=6.

Un coefficiente tra 5 e 6 era inferiore alla media di settore del periodo, ovvero 7.6.

E’ bene ricordare che Fortis era davanti ad un forte deficit di capitale proprio tra i 7 e gli 8 miliardi.

La decisione di vendere le attività di ABN AMRO doveva negli intenti ridurre tale deficit, alla condizione che permettesse di recuperare una parte del prezzo pagato inizialmente.

Il valore di Fortis Banque, casa madre dell’attività bancaria, doveva dunque essere logicamente ridotto di questo deficit, che ne conduceva il valore ad un negativo tra i 2 ed i 3 miliardi (5-7=-2, 5-8=-3).

45 Il primo è la partecipazione di RFS Holding in ABN AMRO nella valutazione di Fortis Banque Nederland (FBN), esclusi i prodotti legati a tale cessione.

Il secondo elemento era riguardo la correzione del valore che sarebbe stato necessario apportare ai conti per restaurare la fiducia del mercato.

Il management di Fortis annunciava lunedì 29 delle correzioni per un ammontare di 5 miliardi.

Sommando tutti gli elemento in gioco si arrivava ad un valore totale per il gruppo bancario prossimo ai 4.5 miliardi:

- 5.5 per FBB + - 4 per FBN + - 2.5 per FBL –

- 7.5 legati all’insufficienza di solvibilità + - 5 attesi dalla cessione di ABN AMRO – - 5 da correzioni di valore).

Questo montante di 4.5 miliardi è dunque molto vicino alla valutazione di 4.7 miliardi effettuata nel quadro dei 3 aumenti di capitale da parte degli Stati del Benelux.

L’EVOLUZIONE DI FORTIS BANQUE TRA IL 29 SETTEMBRE E IL 3