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L’esame di questo Piano conclude la rassegna degli strumenti sopra- ordinati alla pianificazione comunale, e merita di essere approfondita per i motivi che appariranno chiari a seguire. Anche il “nuovo” Piano Territoriale Paesaggistico Regionale, redatto a valere di tutto il terri- torio regionale in attinenza al Codice del Paesaggio (DM 42/2004) e alle indicazioni della Conferenza Europea del Paesaggio (Firenze, 2000), è, come noto, un piano in itinere, cioè ancora in corso di ap- provazione, ma per esso valgono le norme di salvaguardia che di fatto prescrivono almeno atti di tutela nei confronti di trasformazioni rile- vanti di luoghi e contesti già vincolati o oggetto di nuova attenzione paesaggistica da parte del nuovo Piano.

Il territorio di Lanuvio, e in particolare l’area del presente studio è oggetto dei seguenti elaborati. Nella tavola A - Sistemi e ambiti di paesaggio (fig. 79), il territorio comunale viene classificato in relazione all’appartenenza delle sue porzioni ai sistemi e sottosi- stemi del Paesaggio Naturale, del Paesaggio Agrario, del Paesaggio Insediativo. La ta- vola definisce inoltre ambiti di recupero e di valorizzazione paesistica, aree o punti di visuale, proposte comunali di modifica dei PTP vigenti, limiti comunali. L’area urbana principale del comune si trova suddivisa in parte nel “Paesaggio dei Centri e Nuclei storici con relativa fascia di rispetto di 150 metri” (riportata nella tavola con perimetro rosso, non presente in legenda), e in parte (in particolare, in questo insieme, proprio il quartiere delle Casette), nel “Paesaggio degli insediamenti urbani”. E’ una scelta che contrasta con l’evidenza dei caratteri monumentali dell’insieme della strada romana e delle mura del V sec. a.C., Ma è una considerazione che abbiamo già fatto varie volte, un errore che si ripete ormai da generazioni di Piani. E’ una scelta importante, e sbagliata, perché consegna l’area delle Casette, in quanto “paesaggio degli insediamen- ti urbani” al regime del Piano Regolatore Generale Comunale. Stessa sorte destinata anche le aree di bordo del quartiere, classificate come “Paesaggio degli insediamenti in evoluzione” (in azzurro nella tavola a lato); curiosa definizione per aree che lo stesso PRGC destina, in gran parte, a parco pubblico, come vedremo più avanti, anche in ragione dell’acclività dei terreni e del loro ruolo di bordo di un’area di grande evidenza paesaggistica.

Nella pagina a lato: fig. 84.

PTPR, estratto della tavola A - Sistemi e ambiti di paesaggio. In questa pagina: fig. 85. Legenda.

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La tavola B del nuovo PTPR - Beni Paesaggistici, riporta, in primis, “l’individuazione degli immobili e delle aree di notevole interesse pubblico”, intesi come “vincoli dichia- rativi”, cioè come insieme dei luoghi soggetti a vincolo paesaggistico ai sensi dell’art. 134 e 136 del DM 42/2004, che traducono, come è noto, gli elenchi di cui alla legge 431/95, noti tra gli addetti ai lavori come “Galassini”. Buona parte dell’area urbana di Lanuvio, quartiere delle Casette compreso, ricade nella classificazione, riportata nella tavola, “lett. C e d) beni d’insieme: vaste località con valore estetico tradizionale, bel- lezze panoramiche”, mentre nessun sito attorno all’area urbana è rendicontato come “lett. c) beni d’insieme: vaste località per zone di interesse archeologico”. Viene voglia di chiedersi cosa si sia voluto intendere, con l’aggettivo “vasto”, venendo omessa, nella tavola, anche tutta l’area del complesso storico monumentale del tempio di Giunone Sospita. La tavola in esame identifica, ancora, nella “Ricognizione delle aree tutelate per legge art. 134 co 1 lett. B e art. 142 co.1 D.lgvo 42/2004, “ come “M) aree di inte- resse archeologico già individuate - beni lineari con fascia di rispetto (con riferimento alla LR 24/98, art. 13 co 3 lett a), tutto il tracciato della via Lanuvio - Anzio, fermandosi curiosamente, in una prima versione, sul tracciato della ferrovia, e nella versione for- nita dal sistema WEB GIS del Piano (drammaticamente fornita senza supporto carto- grafico di base!) proprio sul confine dell’area di rispetto del centro storico (perimetro rosso, in figura). Scopo della tavola è anche quello di rendicontare sula presenza di “m) aree di interesse archeologico già individuate - beni puntuali con fascia di rispetto “, con simbolo di un cerchio rosso retinato a puntini e punto rosso interno. Da notare che nessun sito - neanche Ponte Loreto, o il Santuario di Giunone Sospita è individuato nel territorio di Lanuvio. La tavola identifica infine, come “Identificazione degli im- mobili e delle aree tipizzati dal Piano Paesaggistico - Art. 134 comma 1, lett. C D.lgvo 42/2004”, attorno al centro storico di Lanuvio, con un simbolo di un cerchio retinato a puntini e con un triangolo rosso all’interno alcuni “beni puntuali diffusi, testimonian- za dei caratteri identitari archeologici e storici e relativa fascia di rispetto di 100 metri” ognuno identificato da una sigla, a cui corrisponde una scheda di dettaglio nell’elabo- rato E.3 e E.6 del Piano (Zone di interesse archeologico, beni lineari).

La tavola avrebbe potuto integrare l’individuazione delle strada ro- mana dell’Astura, anche in ragione dei successivi ritrovamenti ar- cheologici, nella categoria “beni lineari, testimonianza dei caratteri identitari, archeologici e storici e relativa fascia di rispetto, magari su sollecitazione del Comune di Lanuvio, in sede di osservazione, o da parte dei responsabili delle istituzioni della tutela, ma ciò non è avvenuto.

Nella pagina a lato: fig. 86.

PTPR, estratto della tavola B - Beni Paesaggistici. In questa pagina: fig. 87. Legenda.

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Un’ultima considerazione va svolta rispetto ai contenuti della Tavola C del PTPR, forse l’elaborato più importante del Piano, come ben espresso dal suo stesso titolo: “Beni del patrimonio naturale e cul- turale e azioni strategiche del PTPR”. É la tavola cui sono affidati i compiti programmatici e strategici del Piano, attraverso cui vengono esplicitati obiettivi e azioni per la tutela, la cura ma anche la proget- tazione di nuovi paesaggi, in attinenza a quanto definito dal Codice e dalla Carta di Firenze.

La tavola - cui sicuramente difetta una opportuna leggibilità - oltre a riportare la loca- lizzazione sul fondo di base di tutto il Piano - una ormai datata Carta Tecnica Regiona- le del 1991, scala 1:25.000, ma tant’è... - di tutti gli elementi che compongono l’insieme dei “Beni del Patrimonio Culturale”, e dei “Beni del Patrimonio Culturale”, definisce anche gli “Ambiti prioritari per i progetti di conservazione, recupero, riqualificazio- ne, gestione e valorizzazione del paesaggio regionale (art. 143 D.lgvo 42/2004), e in particolare, tra questi: le visuali, intese come “punti di vista” e “percorsi panoramici”; le aree a connotazione specifica, come le aree per “parchi archeologici e culturali” e il “Sistema agrario a carattere permanente”; le aree a rischio paesaggistico, come “Aree con fenomeni di frazionamento fondiari e processi insediativi diffusi”, e le “Discariche, depositi, cave”. Si tratta, per il territorio di Lanuvio, e in particolare per l’area oggetto del presente studio, di buone intenzioni destinate a rimanere solo nella definizione della legenda, tranne che per una di queste categorie operative del Piano.

Con molta fatica nel saperla individuare nel groviglio di segni gra- fici della tavola, segnata con un confine a linea rossa, e campita a tratteggio largo, inclinato, di colore rosa, tutta la vasta area interco- munale che va dalla Villa degli Antonini, nel comune di Genzano, al centro storico e al complesso monumentale delle Selci Larghe, a La- nuvio, fino a Castel San Gennaro e oltre, nel comune di Velletri, vien proprio identificata come potenziale area per “Parchi archeologici e culturali”. É da questa acquisizione, che parte una delle osservazioni più importanti al Piano Particolareggiato in esame, di cui alle note successive.

Nella pagina a lato: fig. 88.

PTPR, estratto della tavola C - Beni del patrimonio naturale e culturale e azioni stra- tegiche del PTPR.

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