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Le piante strutturali

Nel documento CAPITOLO 1- ANALISI STORICO CRITICA (pagine 50-55)

4.ANALISI DELLO STATO DI FATTO E DEL COMPORTAMENTO

STRUTTURALE CON INDICAZIONE DEI DANNI

Al fine di determinare la vulnerabilità sismica del Palazzo del Capitanio, e del suo comportamento di fronte a tale evento, si procede ad analizzare la costruzione anche dal punto di vista strutturale. Per ottenere un buon quadro conoscitivo dell’edificio è necessario effettuare la diagnosi, ovvero il rilievo materico-costruttivo e la caratterizzazione meccanica dei materiali. Le informazioni su cui si basa questa analisi derivano dal rilievo visivo e fotografico e dalla documentazione archivistica pervenuta; per tale motivo il rilievo materico presenta alcune incertezze. Sia i muri interni che quelli esterni, a parte una zona del prospetto Sud e del prospetto Est all’esterno e una zona del sottotetto all’interno, sono intonacati e ciò rende difficoltoso valutare la qualità degli elementi resistenti. I valori adottati per le caratteristiche meccaniche sono quelli forniti dalla normativa poiché non è stata svolta nessuna prova in loco o in laboratorio. Lo sviluppo dell’analisi dello stato di fatto, del comportamento strutturale e la valutazione della

vulnerabilità sismica si sono pertanto basati sulle limitate informazioni a disposizione e su alcune supposizioni, che dovrebbero essere verificate.

4.1 Rilievo costruttivo-strutturale

Il rilievo strutturale è stato eseguito tramite la rappresentazione delle tavole delle piante strutturali e dei dettagli costruttivi tipici e quindi con la compilazione della scheda per la valutazione della qualità muraria.1

4.1.1

Le piante strutturali

Le piante strutturali seguono le regole proprie della rappresentazione delle piante strutturali, ossia è in vista ciò che è sopra il piano di sezione (“taglio e guardo verso l’alto”); inoltre, non vengono rappresentati i corpi scala affinché si possano mostrare i fori presenti a livello dei solai.

Nelle piante sono individuati tre diversi tipi di muratura a seconda del materiale costituente: muratura in laterizio pieno, muratura in laterizio forato e muratura in calcestruzzo armato (quest’ultima è esclusiva del corpo ascensore realizzato nel XX secolo).

La tipologia di muratura in laterizio pieno è stata attribuita come elemento portante verticale dell’intero edificio grazie a una serie di indizi:

- la zona di sottotetto, l’unica parte interna non intonacata dell’edificio, presenta murature in laterizio pieno;

- i pochi e circoscritti punti interni dell’edificio in cui l’intonaco è distaccato mostrano sempre una muratura in laterizio pieno;

- gli elaborati grafici ottenuti dagli archivi, quando indicano nel dettaglio la tipologia muraria, riportano murature portanti in laterizio pieno;

- gli interventi nel corso degli anni sulle murature portanti sono stati limitati (fatta esclusione per il cortile);

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- proprio il cortile, così come i prospetti est e sud, presenta esternamente una muratura in laterizio pieno faccia vista.

L’insieme di questi aspetti spinge a considerare come ipotesi fortemente probabile l’uso del mattone pieno come elemento strutturale verticale privilegiato, se non addirittura esclusivo. Una adeguata campagna di prove potrà confermare ciò che viene soltanto ipotizzato.

Figura 4.1- Particolare del sottotetto in cui si possono vedere i materiali costitutivi della muratura e della copertura.

Figura 4.2- Particolare del prospetto Est non intonacato.

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La tipologia della muratura in laterizio forato è individuata dagli spessori dei muri, più esigui delle murature portanti; la tipologia è solo ipotizzata, ma riveste un ruolo marginale nell’analisi strutturale dell’edificio. Le piante mostrano i diversi tipi e le direzioni dei solai dell’edificio; sono presenti e indicati

prevalentemente solai in laterocemento e solai ipotizzati in laterocemento. La differenza di attendibilità della tipologia dipende dal fatto che i solai ritenuti certi sono rappresentati nelle sezioni progettuali dell’intervento dei primi anni Sessanta del Novecento. Quelli ipotizzati invece non sono disegnati nelle sezioni, ma sono comunque ritenuti in laterocemento; tale assunzione è giustificata dal fatto che, con l’eccezione dei due solai monumentali di cui si parlerà a breve, nell’intervento citato furono

sostanzialmente sostituiti tutti i solai antichi con la tipologia di solaio travetto-pignatta, diffusamente e fiduciosamente utilizzata per anni negli interventi sugli edifici storici.

I tiranti con relativo capochiave e le catene in ferro e in legno, presenti nell’edificio e individuati dall’osservazione dei prospetti, sono puntualmente riprodotti nelle varie piante. Riguardo alla

rappresentazione dei tiranti è importante chiarire due aspetti: il tratteggio, che di frequente raffigura il cavo del tirante, indica la mancanza di informazioni riguardo la posizione e la tecnica di ancoraggio dello stesso all’interno dell’edificio. Il secondo punto riguarda alcuni tiranti, che non si ancorano all’interno di murature ortogonali alla facciata e che non sono visibili all’interno dell’edificio; si può così interpretare che essi si ancorino all’interno dei solai di piano, i quali sono proprio in corrispondenza della posizione in prospetto dei tiranti. Non si può a priori escludere che questi tiranti siano stati in realtà tagliati, lasciando tuttavia i relativi capochiave in facciata.

Mentre le piante dei primi tre orizzontamenti propongono aspetti già affrontati, le piante del terzo piano e delle coperture possiedono delle peculiarità.

Tra i solai che coprono il terzo piano, è presente la tipologia di solaio:

- in legno di tipo cannicciato, intonacato all’intradosso e individuato da una difficoltosa ispezione in sottotetto;

- in legno ritenuto scarico e appeso al solaio in laterocemento all’estradosso; la tipologia è motivata dall’analisi delle tavole di progetto dell’intervento degli anni ’60;

- In laterocemento senza cappa, rilevata dall’ispezione in sottotetto e dalle tavole dell’intervento citato;

- sconosciuto, non rilevato e non ipotizzabile per insufficienza di conoscenze a riguardo. La pianta dell’ultimo livello mostra le coperture dell’edificio; è individuato lo schema strutturale dei vari orizzontamenti (capriata, copertura a una o due falde) e il materiale strutturale costituente (legno o laterocemento senza cappa). Per porzioni di sottotetto non ispezionate non è stato possibile individuare la tipologia strutturale della copertura. Le coperture rappresentate sono situate a quote diverse, ma sono riportate nella stessa pianta per restituire una visione d’insieme degli orizzontamenti sommitali

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Figura 4.3- Dettaglio solaio in legno ipotizzato scarico e appeso al solaio in laterocemento, piano secondo.

Figura 4.4- Particolare del sottotetto in cui si possono vedere i materiali costitutivi della muratura, della copertura e in particolare il solaio di tipo cannicciato.

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4.1.2 I dettagli costruttivi

La documentazione relativa al progetto per gli interventi del 1962-1963 ha permesso di ricavare

informazioni rilevanti riguardanti alcune parti della struttura. Nelle tavole 4 vengono riportate gli elaborati contenenti la rappresentazione delle tipologie di solai per gli orizzontamenti intermedi e la

rappresentazione delle coperture.

Per quanto riguarda i solai ne sono state individuate tre tipologie in tutto l’edificio: solaio in laterocemento con e senza cappa e solaio ligneo appeso a laterocemento all’estradosso. In quest’ultima tipologia il solaio in legno viene considerato scarico, mentre il solaio in laterocemento, a differenza degli altri della medesima tipologia, viene rinforzato puntualmente da due travi IP 18 che sono alloggiate nello spazio di un travetto; le dimensioni del solaio ligneo e il sistema di collegamento tra i due solai non sono stati rilevati. I dettagli di tutti i solai sono ricavati dalle tavole di progetto dell’intervento citato; le dimensioni dei cordoli di bordo in calcestruzzo armato dei solai in laterocemento non sono state rilevate e sono solo indicative.

Figura 4.5- Estratto dal progetto per gli interventi del 1962-63

Anche per quanto riguarda le coperture sono state rilevate, dove possibile, tre tipologie: copertura in laterocemento senza cappa, copertura in legno e infine la capriata. Le dimensioni degli elementi strutturali sono stati desunti dalle tavole progettuali dell’intervento citato per le prime due tipologie, mentre le dimensioni degli elementi strutturali lignei della capriata sono state desunte dall’ispezione visiva e poi fotografia del sottotetto e pertanto vogliono essere solo indicative.

In particolare nei documenti relativi a tale intervento vengono riportati i dettagli costruttivi dello scalone principale che si sviluppa per tutta l’altezza dell’edificio.

Nel documento CAPITOLO 1- ANALISI STORICO CRITICA (pagine 50-55)