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4. L’ufficio Belle Arti e la Soprintendenza Unica per i Monumenti a Trieste, 1920-

4.2 Pietro Opiglia, il fotografo del Museo Civico di Trieste

L' «ottimo fotografo a disposizione dell'Ufficio»106 citato nella lettera del

1920 da Achille Bertini Calosso, allora impiegato presso l'Ufficio Belle Arti di Trieste, è da identificarsi con Pietro Opiglia, che dal 1908 al 1947 svolse appunto questo ruolo preso il Museo Civico triestino. L' Opiglia nel 1908 fu assunto dal Comune di Trieste come custode «quale impiegato in pianta stabile nell'ottava classe di rango»107.

Egli dal 1902 aveva prestato il suo servizio al Museo Civico di Antichità di Pola dove era stato poi notato e fatto assumere presso il Museo di Storia ed Arte di Trieste dall'allora direttore Alberto Puschi. Dagli Atti dei Musei

Civici sul personale si legge che il dipendente doveva dimostrare la «conoscenza della lingua italiana, del disegno geometrico, e delle arti (cioè dello stipettaio, tornitore e gessaio) che più occorrono agli ordinari bisogni del Museo, e di possedere la pratica della fotografia. Nella scelta si darà la preferenza a chi dimostrerà di aver già prestato lodevolmente l'opera sua in un museo affine a questo di Trieste e preso parte a scavi ed altri lavori congeneri»108. Negli anni precedenti al suo arrivo a Trieste

l'Opiglia collaborò, attraverso la redazione di numerose relazioni, ai lavori preparatori alla realizzazione della carta archeologica dell'Istria meridionale e curò anche alcune

106 PAVAN, Guido Cirilli.. op. cit., pp. 202-212.

107 "Atti riguardanti il personale 1874 - 1955" dei CMSA, Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste.

108 Ibidem

Beatrice Marangoni, Tesi di Laurea Magistrale.

pubblicazioni della Società istriana di Archeologia e Storia patria. Per quanto riguarda la sua carriera lavorativa presso i Musei di Trieste è interessante notare come, in qualità di fotografo, la sua attività si leghi a filo continuo con la nascita e la formazione dell'Archivio Fotografico Storico. Si legge nel 1911 dalle parole di Pietro Sticotti, che era allora conservatore del Museo e che in seguito ne divenne direttore, che i Musei si presero cura di fare assumere fotografie di luoghi o case che stavano per essere demolite per dare posto a nuove situazioni urbane e che «in queste fotografie meglio che agli edifici stessi si ebbe di mira il quadro complessivo e la fisionomia generale delle vie»109. Nel febbraio 1912 venne allestito un Laboratorio

fotografico presso i Musei Civici, dove Opiglia poté lavorare, e venne stanziata una somma di denaro per comprare una macchina fotografica all'avanguardia, una "Royal Ruby", completa di treppiede e custodia da viaggio, fabbricata dalla ditta inglese Thornton-Pickard di Altrincham. I negativi e i positivi dei lavori che realizzò sono attualmente conservati nella Fototeca dei Civici Musei di Trieste, vennero tutti schedati, parzialmente digitalizzati e consultabili online110. L'attività del fotografo non

è stata completamente studiata, si sa di alcune campagne che egli svolse per i Musei, ad esempio nell'inverno tra il 1925 e 1926 Opiglia fu incaricato di realizzare un reportage fotografico della "città vecchia". Fece un lavoro sull'edificio della Pescheria, documentandone le fasi della costruzione dallo scavo all'opera finita. Importante è la documentazione che realizzò attraverso la quale è possibile stilare una sorta di censimento iconografico dei luoghi di culto presenti a Trieste e di quelli non più esistenti e degli oggetti museali. Sempre attraverso la descrizione depositata nel suo fascicolo personale è possibile avere alcune informazioni sulla sua attività lavorativa, è il caso di un atto datato 20 maggio 1927 attraverso il quale si comunica che per i lavori fotografici eseguiti in occasione della stampa del Libro sull'attività dell'Amministrazione comunale durante il 1922-26 gli venne corrisposta una somma di denaro extra; e ancora oltre ai consueti scatti di carriera, il 29 febbraio 1924 riceveva,con effetto retroattivo dal 2 luglio 1923, la nomina di Archivista. Opiglia

109 P. STICOTTI, Recenti scoperte d'antichità a Trieste e territori, in «Archeografo Triestino», 3, 1911, pp. 204- 208.

110 Per maggiori informazioni sulla Fototeca Civica di Trieste, il materiale e i fondi di cui si compone, rimando alla pagina web nel Portale del Comune di Trieste http://www.fototecatrieste.it/

continuò a svolgere la sua attività presso i musei triestini fino al 1947. E' attualmente in corso una mostra collettiva alla Fototeca Civica di Trieste dal titolo 1913, Trieste in fotografia, dove è esposto un gruppo consistente di fotografie dell'Opiglia.

Per quanto riguarda l'ipotesi che le fotografie presenti in Soprintendenza a Trieste, inerenti ai primi anni dell'esistenza dell'Ufficio Belle Arti, furono scattate da Opiglia, ho trovato un'altra prova nelle parole dell'Alisi. Lo studioso triestino nella prefazione del suo contributo del 1932 sul Duomo di Capodistria scriveva così «mi è caro poter qui ringraziare pubblicamente dell'aiuto portomi l'Amministrazione provinciale dell'Istria, la R. Sorpintendenza alle Antichità e Belle Arti della Venezia Giulia e specialmente il suo capo Comm. Ing. F. Forlati, che con benevola premura mi concesse la riproduzione delle

belle fotografie assunte dall'ottimo Piero Opiglia»111. Scorrendo le didascalie delle

fotografie attribuite all'Opiglia presenti nel database online della Fototeca Civica di Trieste si può notare che una gran parte di queste sono inerenti a Trieste, ma che ci sono anche delle fotografie scattate in Istria. La maggior pare delle fotografie istriane non presenta l'indicazione della data precisa, vi è solo un generico “dopo 1909”, ma

111 A. ALISI, Il Duomo di Capodistria, 1932, p. 2.

Beatrice Marangoni, Tesi di Laurea Magistrale.

in alcune è presente, come ad esempio la fotografia scattata all'altare del Battistero di Pirano che è datata al luglio del 1921112.

Un'altra testimonianza della famigliarità che il fotografo ebbe con l'Istria è data dalla realizzazione del corredo iconografico del fascicolo della collana Le Cento Città d'Italia Illustrate, dedicato all'Istria, città, borgate, castelli113. Gli scatti che corredano

questa guida dell'Istria presentano le stesse tipologie di soggetti e le medesime modalità esecutive che caratterizzano le fotografie delle buste dedicate alla Venezia Giulia dell'Archivio Morassi. Sono presenti riproduzioni di panorami, ritratti di strade cittadine abitate da presenze umane, e soprattutto ritroviamo in queste fotografie la medesima abilità del fotografo di cogliere la fisionomia generale e il carattere particolare dei luoghi ritratti. Il fatto che l'Opiglia non abbia firmato o timbrato le foto realizzate per la Soprintendenza è dovuto al fatto che egli era un impiegato statale, non un fotografo di professione che realizzava lavori su commissione e doveva curarsi della salvaguardia dei propri diritti d'autore.

112 CMSA F PC 5 – 218

Beatrice Marangoni, Tesi di Laurea Magistrale.

4.3 Le fotografie della Soprintendenza di Trieste e integrazioni presso