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La poesia e il suo valore sociale

Nel documento Kenneth Koch : per una critica poetica (pagine 151-157)

Capitolo 2. Kenneth Koch e la critica letteraria

2.4 Edizione critica di The Idea of a University

2.4.4 La poesia e il suo valore sociale

La poesia inizia con il proclamare che un‘Università ideale dovrebbe anche occuparsi di politics e human welfare. Il termine human welfare è rivelatore della volontà di Koch riflettere dunque su più livelli della conoscenza e vi aggiunge l‘attenzione al sociale, Koch associa alla parola

welfare, che significa ―la consapevolezza e sensibilità di fronte all‘insieme dei

sentimenti, delle concezioni, degli interessi che sono propri di una società o di un gruppo sociale,‖320 la parola human.

Come si ricorderà, Koch definisce TIU, già nel prologo, a charter: So I have brought forth this charter which I have written.

Il termine charter – che appare più volte nel testo: nei fogli 1, 2, 9, 12 e 17 – conferisce al documento quel fondamentale valore sociale che il poeta vuole che assuma. Tra le definizioni del Webster del termine charter c‘è quella di

Constitution che sollecita immediatamente l‘attenzione, poichè tutta la prima

parte della poesia parla dei diritti dei cittadini e dei diritti umani di cui le Università dovrebbero occuparsi:

The ideal university should contain

All that is best for woman and man. It should

Regard sexuality, politics, and human welfare in general as Among its major concerns. That should be established at the beginning.

There should not be one child who is hungry while the university exists.

Malnutrition is the greatest and simplest to remedy crime and must be

Remedied immediately, the object of every first class

And for peoples all over the world, not just the students at the university.(foglio 1)

Trattare questi temi fin dall‘inizio induce a pensare che questo sia il primo problema da affrontare per la realizzazione dell‘Università ideale promulgata dal poeta. Non solo, la parola charter permette di ricollegarci ancora una volta a Platone e alla Repubblica, che è stata tradotta nel Vocabolario Greco-

Italiano di Lorenzo Rocci anche con la parola Costituzione321 e che esprime la stessa volontà di ripensare l‘educazione come strumento per la crescita della persona consapevole e votata al bene. Un‘altra analogia tra le due opere, come è stato evidenziato precedentemente, è la modalità del raggiungimento degli obiettivi — attraverso il dialogo. Nel caso di Koch ciò avviene tramite le riflessioni che realizzano, sia nei contenuti che nella forma, un dialogo tra il mondo interno e esterno, mentre si mettono in relazione cose e persone in una continua e mutua interdipendenza. Viene in mente il termine connection, tra quelli usati più volte da Koch. Il concetto di connessione tra le cose si ritrova espresso nella poesia One Train May Hide Another, nella definizione che il poeta dà di una letteratura argentina fittizia chiamata Hasosismo. Nella poesia il poeta mette in evidenza il concetto di quanto ogni cosa o persona sia legata all‘altra:

In a poem, one line may hide another line,

As at a crossing, one train may hide another train. That is, if you are waiting to cross

The tracks, wait to do it for one moment at

Least after the first train is gone. And so when you read Wait until you have read the next line--

Then it is safe to go on reading.

In a family one sister may conceal another,

So, when you are courting, it's best to have them all in view Otherwise in coming to find one you may love another. One father or one brother may hide the man,

If you are a woman, whom you have been waiting to love. So always standing in front of something the other

As words stand in front of objects, feelings, and ideas. One wish may hide another […]322.

Lo stesso concetto è espresso, come si è scritto, nell‘Antologia fittizia di poeti argentini, Some South American Poets: ―Hasosismo is the art of concealing in one line what has been revealed in the previous line‖323. In TIU l‘importanza di essere consapevoli della connessione tra ogni cosa emerge nei versi che Koch aggiunge a penna nel foglio 12 quando scrive: ―Poetry takes everything into account‖ ed esprime, nel verso precedente, il concetto che l‘Università ideale potrebbe essere ―ALL poetry‖. Il poeta vuole comunicare ancora una volta la sua idea della vita e dell‘istruzione in cui ci sia connessione tra le cose e la comprensione degli aspetti negativi (problems) e di quelli positivi. La parola charter appare ancora nel foglio 2:

If this charter does nothing else It would help them to find that out.

In questo caso ci si riferisce a coloro che insegnano nelle Università e che non si accorgono dei gravi problemi sociali che opprimono gli esseri umani, come la fame, e non permettono loro di stare bene con se stessi e gli altri e di non essere ―good‖, come scrive Koch:

For people are good, and if we help them to eat, they will be good.(foglio 2)

Quindi il benessere viene dalla risoluzione dei problemi. Koch sottolinea che l‘istruzione così com‘è concepita non è sufficiente per educare persone ―good‖ ma deve permettere di considerare e risolvere i problemi che affliggono la società.

Nel foglio 9 la parola charter serve solo a ribadire la sua definizione della poesia in TIU:

Now, and one idea of my charter of a university […]

Nel foglio 12, invece, indica la finalità della scrittura della poesia e cioè la volontà di migliorare le cose:

it is hard not to want to improve everything

Simply by fiat (as by this charter). Who knows what problems Have to be solved first, to make the ideal university?

L‘ultima volta che appare la parola charter è nel foglio 17 ma viene cancellata e comunque sarebbe servita a ribadire qual era il valore della poesia:

However, we have thought enough about the university; Even in this, it’s a charter, I felt I ought to say that.

Il testo prosegue con le osservazioni riguardo agli educatori che descrive come ―a strange lot‖ e li classifica in tre tipologie, facendo una divisione numerica in 1, 2 e 3 secondo quello che pensano di loro stessi. I primi sono quelli che ritengono di avere il potere di riuscire nel mondo reale (―real‖) ma, siccome sentono di avere una forte componente intellettuale, preferiscono

dare rifugio (―harboring‖) al loro potere rimanendo all‘interno

dell‘Università. Anche perchè sanno che quel potere potrebbe essere devastante se scegliessero di usarlo. Il secondo tipo pensa che la vita sia ―garish‖ e non raggiunga i loro standards, la loro funzione è di dispensare una più alta e speciale conoscenza. Il terzo tipo è una combinazione del tipo 1 e 2 e pensa di esercitare il potere maggiore nella vita delle persone: ―More powerful than a preacher, /Lawyer, or doctor. Almost more strong than a father, yes‖324.

Nell‘analizzare la poesia The Artist di Koch, Mark Silverberg sottolinea l‘interesse del poeta per il sociale: ―The Artist‖ interrogates traditional notions […] and raises questions about the social and cultural value system […] ―The Artist‖ is a meditation on not only how artists make art, but also the processes by which society makes artists‖325. Anche TIU è un‘opera che mette in discussione il mondo accademico attuale, come Koch stesso dice, ―to bring this doubt out into open‖326. Gli studi finora condotti sul poeta non hanno considerato a fondo l‘aspetto sociale della sua opera. Koch è stato definito autore comico, insegnante innovativo, poeta impegnato in molte collaborazioni, autore teatrale, ma poco si è scritto sulla sua critica poetica e

sul suo valore sociale. Andrew Epstein in Beautiful Enemies: Friendship and

Postwar American Poetry registra un atteggiamento solidale tra i poeti e la

formazione di gruppi-comunità quali proprio come quello a cui Koch apparteneva: The New York School of Poets327. Epstein cita anche The Beats, The Black Mountain School, The San Francisco Renaissance e teorizza questo riunirsi in gruppi-comunità come una reazione agli ideali di conformità dettati dalla cultura della Guerra Fredda. L‘effervescenza degli incontri con altri poeti e artisti è proprio il sintomo di un bisogno di riscoprire tale valore ed è una delle caratteristiche dei poeti che si vogliono distinguere dal formalismo e dai valori conservativi della poesia riconosciuta e accademica. Infatti uno degli obiettivi della poetica di Koch insieme agli altri due principali componenti del gruppo della New York School of Poetry, Ashbery e O‘Hara, era liberare la poesia da qualsiasi idea precostituita, schema, struttura o sistema. La poesia era per Koch un evento che nasceva sul momento ed è proprio questa idea che lo spingerà, insieme ad Ashbery e O‘Hara a partecipare, anche se timidamente, al fermento di eventi performativi che fioriranno negli anni ‘60 a New York e che porteranno alla fondazione del Poetry Project a St. Mark‘s Church nel 1966, considerato ―as a nerve center, social meeting ground, and barometer of the contemporary American alternative poetry scene‖328. Scriverà Ashbery: ―I enjoy promoting my poetry at a certain point, which is reading it, but not dramatically with masks […] On the other hand it‘s embarrassing and uncomfortable to be the focus of attention and perhaps disfavor as well as applause. But it‘s all part of the great plan, I suppose‖329. Il grande piano, quello di diffondere un nuovo tipo di poesia, si attuerà anche grazie a Ted Berrigan e Ron Padgett, considerati due dei maggiori poeti della seconda generazione della New York School of Poets. Costituendo una comunità, il gruppo di cui Berrigan e Padgett fanno parte cambia l‘immagine usuale del poeta che scrive in

solitudine. Allen Ginsberg descriverà il Poetry Project come ―an immediate neighborhood community and family‖330. Comunità e collaborazione sono concetti importanti per lo sviluppo della poetica di Koch votata al confronto, al dialogo, che pone l‘attenzione sul processo insito in ogni aspetto vitale.

Capitolo 3. Kenneth Koch e la diffusione della nuova poesia:

Nel documento Kenneth Koch : per una critica poetica (pagine 151-157)