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2.3 Politiche del cambiamento climatico - Il contesto europeo
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Sviluppo rurale
Industria e i servizi
Energia
Trasporti
Salute
Acqua
Ecosistemi e biodiversità
Risorse naturali
Il Libro Verde evidenzia il ruolo fondamentale della pianificazione territoriale nella promozione e formulazione di nuove tipologie di approcci.
L’integrazione tra le diverse politiche da intraprendere nei confronti dei cambiamenti climatici, appare fondamentale.
Nel Libro Verde sui Cambiamenti Climatici (2007) viene dichiarato che ‘’La pianificazione territoriale potrebbe fornire un contesto integrato per correlare la valutazione della vulnerabilità e del rischio alle capacità adattative e alle risposte di adattamento’’.
A soli due anni di distanza nel 2009, l’Europa pubblica un nuovo documento, il ‘’Libro Bianco - L’adattamento ai cambiamenti climatici: verso un quadro d’azione europeo’’.
Il quadro d’azione proposto dal Libro Bianco prevede un approccio progressivo orientato su due fasi.
La prima fase ha avuto una durata temporale triennale, dal 2009 al 2012, ed è stata finalizzata alla preparazione della strategia sull’adattamento, la seconda fase, partita nel 2013, è stata incentrata sull’attuazione della strategia.
Nel Libro Bianco (2009) vengono esposte ed analizzate le differenti fasi, per la prima fase di attesta che essa si impernia su quattro assi di intervento, il primo asse punta alla
‘’costituzione di una solida base di conoscenze sull'impatto e sulle conseguenze dei cambiamenti climatici per l'UE’’, il secondo asse è finalizzato, invece, alla ‘’integrazione dell'aspetto dell'adattamento nelle principali politiche dell'UE’’, il terzo all’ ‘’utilizzo di una combinazione di strumenti politico-strategici (strumenti di mercato, linee guida, partenariati
pubblico-74 privato) per garantire il conseguimento efficace degli obiettivi di adattamento’’ mentre l’ultimo, il quarto, mira ad una ‘’accelerazione progressiva della cooperazione internazionale in materia di adattamento’’.
Il secondo stadio del percorso progressivo ha portato, nel 2013, alla formazione della
‘’Strategia dell’Unione Europea di Adattamento ai cambiamenti climatici’’.
L’obiettivo fondamentale della Strategia è rendere l’Europa più resiliente ai cambiamenti climatici tramite un approccio più coerente, flessibile e partecipativo, attuando un migliore coordinamento tra i diversi livelli di pianificazione.
Essa si basa su tre priorità ed otto azioni.
Le priorità individuate sono:
Promuovere l’azione degli stati membri
Garantire processi decisionali informali
Promuovere l’adattamento nei settori particolarmente vulnerabili
Tomaselli (2018, pp.3) in riferimento alla prima necessità dichiara che la strategia ha l’obiettivo di ‘’sostenere le azioni di adattamento dei diversi Stati incoraggiando questi ultimi a mantenere un approccio coerente tra i piani di adattamento e quelli per la gestione del rischio di disastri naturali e a tenere in considerazione gli aspetti trans-frontalieri’’.
La seconda punta a ‘’colmare il gap conoscitivo ancora esistente in relazione al tema dell’adattamento. La creazione e il continuo sviluppo della European Climate Adaption Platform’’.(ibidem)
Infine la terza mira a ‘’diffondere un approccio che guarda all’adattamento nelle diverse politiche (…), una revisione degli standard nei settori energia, trasporti e costruzioni, la Commissione vuole garantire che l’Europa disponga di infrastrutture più resilienti’’.(ibidem) In relazione alle tre priorità vengono individuate otto azioni da perseguire:
Azione 1: incoraggiare tutti gli Stati membri ad adottare strategie di adattamento globali
Azione 2: sostenere il consolidamento delle capacità e rafforzare le azioni di
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adattamento in Europa con i fondi LIFE (2013-2020)
Azione 3: includere l’adattamento nel quadro del Patto dei sindaci;
Azione 4: colmare le lacune nelle competenze
Azione 5: sviluppare ulteriormente la piattaforma Climate-ADAPT e farla diventare un punto di riferimento per le informazioni sull’adattamento in Europa
Azione 6: favorire una politica agricola comune (PAC), una politica di coesione e una politica comune della pesca (PCP) a prova di clima
Azione 7: garantire un’infrastruttura più resiliente
Azione 8: promuovere prodotti assicurativi e altri prodotti finanziari per decisioni d’investimento e commerciali resilienti
Dall’analisi delle priorità e delle azioni si evince che la finalità della Strategia è di ottenere maggiori forme di adattamento e più alti gradi di integrazione tra le politiche che riguardano i differenti settori coinvolti.
Un ruolo fondamentale viene ricoperto dal progetto LIFE, che prevede la sovvenzione finanziaria di progetti sui temi ambientali e in riferimento ai cambiamenti climatici.
Il progetto si compone di due sottoprogrammi, il primo in riferimento all’ambiente e all’uso efficiente delle risorse, mentre il secondo denominato Azioni per il clima, è specificatamente dedicato ai cambiamenti climatici.
Altro progetto importante al quale la strategia europea si rivolge è il Patto dei Sindaci, il quale è orientato in maniera specifica alle autorità locali e le città.
Il Patto dei Sindaci è volto a perseguire una migliore qualità della vita orientando il suo operato nei settori del clima e dell’energia.
La Strategia europea mette a disposizione differenti forme di finanziamento per le azioni relative a contrastare i Cambiamenti Climatici, individuando differenti strumenti, oltre agli già citati progetti LIFE e Patto dei Sindaci.
Gli strumenti individuati sono:
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Fondi strutturali e d’investimento
Horizon2020
Fondo di solidarietà
Programmi di finanziamento della Banca Europea
Da notare come la Strategia europea pone un forte accento sull’importanza che le città e le autorità locali devono avere nella lotta ai cambiamenti climatici.
Grazie ad un documento della Commissione europea pubblicato nel 2018, Relazione della commissione al parlamento europeo e al consiglio sull'attuazione della strategia dell'UE di adattamento ai cambiamenti climatici, è stato possibile analizzare lo stato di attuazione della Strategia.
Secondo la Commissione Europea la Strategia ha traguardato molti degli obiettivi posti nel 2013, registrando progressi in ciascuna delle otto azioni individuate.
Uno dei risultati più importanti conseguiti è quello di un più ampio coinvolgimento da parte degli stati membri, infatti, come riporta il documento della Commissione europea, si è passati da quindici a venticinque Stati che hanno prodotto una Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici.
Per quanto riguarda le adesioni al progetto LIFE è stato registrato un utilizzo delle risorse per 184 milioni di euro che hanno permesso la promozione di oltre 60 progetti in tutto il territorio europeo.
Così come al Patto dei Sindaci hanno aderito un numero considerevole di enti locali e città.
Le conoscenze in merito ai cambiamenti climatici sono state ampliate per merito della Piattaforma europea Climate-ADAPT.
Si è registrato anche un incremento dell’integrazione delle politiche messe in atto dall’Unione europea.
L’obiettivo fondamentale di rendere l’Europa più resiliente è stato raggiunto anche se,
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chiaramente, è possibile registrare livelli ancora più alti.
La Relazione della commissione al parlamento della commissione europea al consiglio sull’attuazione della strategia dell’UE di adattamento ai cambiamenti climatici (2018) afferma che la ‘’Strategia di adattamento a livello dell’UE è ancora fortemente pertinente e aggiunge valore alle misure di adattamento nazionali, regionali e locali’’.
Risulta, però, la possibilità di realizzare risultati migliori.
Alla luce dei documenti presi in analisi, possiamo affermare che: sia l’iter di formazione della strategia che la strategia stessa, hanno dato un grande contributo nelle politiche sui cambiamenti climatici.
L’iter di formazione, iniziato nel 2007, con il libro bianco, ha contribuito alla creazione di una politica europea coerente con quelle globali.
La Strategia è considerata un ottimo strumento di livello sovra-nazionale, poiché ha portato ad un ampliamento della conoscenza sulle questioni dei cambiamenti climatici, un aumento della resilienza dei territori ed un maggiore coordinamento sia delle politiche che della pianificazione dei livelli nazionali, regionali e locali.
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