• Non ci sono risultati.

Capitolo 3: Il tianxia nella filosofia di Zhao Tingyang

3.4 Le politiche internazionali moderne

―Per quanto riguarda l‘edificazione di un sistema unitario globale, al momento sembrerebbero esistere soltanto due opzioni plausibili: la prima è la creazione di un

mondo-impero, mentre la seconda è la creazione di una coalizione internazionale

fondata dalla maggior parte, se non addirittura da tutti i gli stati del globo.‖192

L‘unica altra alternativa all‘impero mondiale vista da Zhao Tingyang è il sistema internazionale, il quale dovrebbe funzionare come una coalizione di paesi al fine di poter proteggere la pace e l‘armonia sulla terra e risolvere ogni eventuale problema. Anche questo sistema tuttavia presenta delle fallacie che non permettono che esso raggiunga lo status di sistema mondiale.

Zhao argomenta come il sistema internazionale in realtà non sia neanche definibile un sistema, in quanto esso è costituito da delle organizzazioni, invece che da delle istituzioni, e per tanto il valore politico di tutto questo sistema cambia nettamente, soprattutto se si assume la vera prospettiva dalla quale tali organizzazioni svolgono i loro lavori: la prospettiva dello stato nazione.

104 Una delle accuse fondamentali che l‘autore fa alle organizzazioni internazionali in quanto entità politiche è quella di voler risolvere i problemi del mondo a partire da un piano equivalente a quello degli di stati nazione, mentre l‘unico modo per gestire tali questioni è partendo da un livello mondiale. Difatti, essendo la politica internazionale fondata sui singoli stati è impensabile che si possano risolvere i problemi del pianeta, in particolar modo quando i problemi del pianeta sono legati agli interessi degli stati; pertanto più che risolvere i problemi del mondo, il quale di suo non ne ha, si tratta in realtà di gestire adeguatamente gli accordi fra gli stati, affinché tutti possano comunque trarne un minimo di profitto.

Il sistema internazionale ha quindi contribuito a rafforzare la realtà politica attuale, propugnando un impianto che favorisce la competizione e lo scontro. Zhao osserva come nonostante gli sforzi che vengono fatti da queste organizzazioni per risolvere problemi estremamente delicati come le guerre o i disastri ambientali, tuttavia esse non sono state in grado di risolvere il problema che giace alla base di tutto questo organismo tumorale che corrode da dentro i rapporti tra i paesi, ovvero il sistema degli interessi. Continuando a spalleggiare gli stati nella loro ricerca di interessi, anzi sostenendoli proprio in una ricerca ancora più lungimirante, le organizzazioni internazionali si sono messe nella condizione di non poter più edificare un sistema di giustizia e imparzialità, è comunque tuttavia possibile che ciò non fosse loro possibile per via della loro stessa natura: le differenze fra il sistema del tianxia e quello internazionale ―sono nella loro stessa natura.‖193

Il discorso che Zhao fa in generale per la filosofia politica occidentale, vale nuovamente anche in questo caso, poiché neanche all‘interno del sistema internazionale è possibile trovare un fondamento teorico e metafisico come invece Zhao lo presenta per il tianxia. L‘autore riporta le parole di Wight il quale si chiede: ―Come mai non esiste ancora nessuna teoria internazionale?‖194

Viene fatto notare come attualmente ciò che si ha non siano altro che delle teorie politiche concernenti gli stati e che in alcuni punti possano arrivare a discutere anche le questioni internazionali, ma eccezion fatta per questi casi ―la teoria internazionale è ancora un‘esistenza fittizia.‖195

Probabilmente, se il sistema internazionale fosse provvisto di una concezione teorica a lui preesistente ora esisterebbe un sistema completamente diverso da quello che noi conosciamo. Inizialmente fu Kant a riconoscere il bisogno

193

ZHAO, tianxiatixi, cit., p 85

194

Citato in ZHAO, tianxiatixi, cit., p 112

195

105 di un sistema internazionale e propose di trasformare le leggi internazionali in ius

cosmopoliticum, affinché gli uomini avessero diritti sia come abitanti di una nazione

sia come cittadini del mondo. Nonostante ciò, Zhao ritiene ancora che persino uno sforzo positivo come quello di Kant sia sterile, fintanto che rimane intrappolato all‘interno dello schema di pensiero occidentale. Lo stesso viene detto anche per Habermas, il quale prosegue l‘input inziale di Kant dicendo che ―le leggi internazionali andrebbero trasformate in leggi mondiali e i diritti dell‘uomo dovrebbero presi come principi universali del mondo.‖196

Come è ben chiaro, il mondo in realtà non necessita di una teoria politica internazionale, quanto di una politica mondiale. I tentativi di Kant e Habermas sono di per sé efficaci, ma sono limitati dalla cornice intellettuale dalla quale sorgono, e pertanto il loro impatto si ferma ben prima di poter arrivare a eguagliare una concezione politica metafisica come quella del tianxia. Per quanto si possano sviluppare leggi e teorie relative al sistema internazionale, esso non potrà mai superare le idee egoistiche di un complesso internamente diviso, per non parlare di come il sistema internazionale non raggiunga in realtà un prospettiva mondiale e non abbia quindi nessuna autorità istituzionale, se non quella concordata tra una serie di stati, ovvero ―in quanto non hanno il supporto di un sistema mondiale efficace, per meglio dire non hanno il supporto di un sistema di potere che appartenga prettamente al mondo e non agli stati.‖197

, e ciò è importante anche affinché i paesi più forti non possano esercitare una pressione coercitiva sulle organizzazioni internazionali per ottenerne un tornaconto.

Internazionale è diverso da mondiale, e pertanto ―ciò che appartiene al mondo deve essere compreso come mondialità‖198

, Zhao Tingyang propone quindi che di fianco alle idee di ―teoria domestica‖ e ―teoria internazionale‖, vi sia anche una ―teoria mondiale‖, dalla quale possa sorgere poi un mondismo, sulla falsa riga dello statismo, il quale avrà tutte le possibilità per gestire e risolvere i problemi alla base dei conflitti del mondo; perché, fondamentalmente, la impossibilità per la quale l‘inter-soggettività riesca a risolvere i problemi di una soggettività è la stessa per cui l‘internazionalità non può risolvere i problemi degli stati, soprattutto se poi alla base di tali problemi vi sono gli interessi dei paesi stessi.

196

ZHAO, tianxiatixi, cit., p 24

197

ZHAO, tianxiatixi, cit., p 98

198

106 In sostanza, le organizzazioni internazionali fino ad oggi hanno svolto un lavoro lodevole per quanto riguarda la diminuzione del numero dei conflitti e delle controversie internazionali e sicuramente all‘interno del panorama mondiale esse rappresentano una delle poche ed effettive strutture in grado di assicurare una certa percentuale di sicurezza in materia di diritti e di giustizia. Tuttavia esse sono per loro natura lontane dal poter raggiungere un livello ottimale per quanto riguarda il mantenimento della pace e della stabilità politica internazionale. Perché ciò sia possibile è necessario riformulare e riedificare l‘intera struttura politica sulla base di una filosofia politica di stampo metafisico che sia in grado di permettere al mondo intellettuale occidentali di prescindere dalle loro logiche pratiche e intricate, e di far loro abbracciare una visione della politica più votata all‘etica universale e ai rapporti fra ogni singola struttura del mondo politico umano. Come abbiamo visto, tutte i diversi piani che si sovrappongono, e a volte anche compenetrano, rispondono tutti a delle logiche di gestione diverse, anche se poi sono tutte guidate dalla ricerca febbrile del profitto e dell‘interesse. Una politica fondata sull‘etica e sulla morale sarebbe in grado invece di passare oltre alla ricerca dell‘interesse e di volgere il suo sguardo verso l‘armonia dell‘intera società.