2.3 La pedopornografia online: “la rappresentazione digitale di un crimine” 46
2.3.2 La pornografia 56
175 Intervista agente Polizia Postale Bologna 3. 176 Intervista sotto-ufficiale Polizia Postale Bologna 2.
Nel tentativo di descrivere più nel dettaglio la complessa realtà sottesa al fenomeno in esame, il secondo aspetto da prendere in considerazione riguarda la definizione di pornografia, occorre cioè soffermarsi sui parametri che consentono di connotare come pornografico il contenuto di una determinata rappresentazione.
E’ evidente, in tal senso, come le scene che ritraggono atti di abuso o rapporti sessuali con i minori non pongano particolari dubbi in ordine alla loro natura illecita. Lo stesso si può affermare anche con riferimento alle rappresentazioni in cui vi è “la visione
diretta dell’organo genitale o comunque del carattere sessuale”177 del bambino. Questi aspetti, infatti, sono riconosciuti come validi indicatori del contenuto pornografico di una rappresentazione, non solo nelle due realtà nazionali qui considerate, ma anche in tutte quelle in cui siano state introdotte norme volte a sanzionare il fenomeno in esame178.
Dall’esperienza dei nostri intervistati emerge, tuttavia, come la valutazione del carattere illecito di un materiale non si possa fondare solo sulla presenza di scene che ritraggono rapporti sessuali o gli organi genitali dei minori:
“avec les magistrats on est bien d’accord au parquet sur le fait que pour qu’il y ait pornographie il ne faut pas forcément qu’il y ait un rapport sexuel avec un auteur majeur, il faut en tout cas que l’enfant adopte une posture clairement pornographique, sans forcément qu’il soit complètement nu d’ailleurs”179.
Se non si seguisse questa prospettiva, infatti, si correrebbe il rischio di escludere dall’attività di contrasto tutta una serie di rappresentazioni che sovente, invece, caratterizzano il panorama della pornografia infantile:
177 Intervista sotto-ufficiale Polizia Postale Bologna 2.
178 Akdeniz Y., Internet child pornography and the Law. National and International Responses, Ashgate, Aldershot, 2008; Ost S., Child pornography and sexual grooming. Legal and societal responses, op. cit.; Gillespie A., “Defining child pornography: challenges for the law”, op. cit., pp. 211. Si vedano in tal senso anche i documenti internazionali in materia: “Ai fini della presente decisione quadro s'intende per: b) «pornografia infantile»: materiale pornografico che ritrae o rappresenta visivamente: i) un bambino reale implicato o coinvolto in una condotta sessualmente esplicita, fra cui l'esibizione lasciva dei genitali o dell'area pubica (….)” (Art. 1, Decisione Quadro 2004/68/GAI del Consiglio dell’Unione Europea); “Ai fini del presente Protocollo per pornografia rappresentante bambini si intende qualsiasi rappresentazione, con qualsiasi mezzo, di un bambino dedito ad attività sessuali esplicite, concrete o simulate o qualsiasi rappresentazione degli organi sessuali di un bambino a fini soprattutto sessuali” (Art. 2 “Protocollo opzionale sulla vendita di bambini, la prostituzione minorile e la pedo – pornografia” delle Nazioni Unite, New York, 2000).
“sono presenti atti di abuso fra minori e con adulti (…) però poi c’è un altro fenomeno: nudi, nudi però in pose erotiche ... specialmente le femminucce con abbigliamento intimo, anche truccate (…) sono tre situazioni che capitano assai assiduamente”180.
Accanto ai materiali che ritraggono atti di violenza e di abuso si possono, infatti, trovare numerose immagini di minori parzialmente o completamente nudi, dove spesso sono gli atteggiamenti assunti e gli ambienti in cui questi sono ritratti che richiamano la sfera della sessualità181:
“Je ne sais pas si vous connaissez les séries Lolitas, pour nous ça c’est de la pédopornographie. Ce sont des séries de photographies de fillettes pré-pubères qui ne sont pas forcément nues ou alors ça va crescendo, au fur et à mesure que les photos sont prises les enfants sont dénudés, mais les poses sont très suggestives (…) Des séries comme Lolita marchent toujours même si par rapport à d’autres images qu’on voit c’est beaucoup plus soft, mais ça marche toujours, il y a des gens qui ne collectionnent que ça”182.
Il riferimento è alle note collezioni di “modelling”, generalmente realizzate nell’ambito di veri e propri studi di produzione, composte da una serie di foto che raffigurano il bambino nei diversi momenti dell’atto di spogliarsi, mentre assume pose lascive e in contesti che evocano in vario modo l’atto sessuale: dall’utilizzo di lingerie provocante fino all’impiego di sex toys. Fra i tanti esempi citati nel corso delle interviste si può, infine, ricordare il caso dei materiali definiti “no nude”183, in cui i bambini sono ritratti vestiti, ma in atteggiamenti fortemente erotizzati e spesso accompagnati da descrizioni che evocano i temi della sessualità, dell’incesto e, più in generale, dell’abuso184.
E’ evidente, in tal senso, come la gamma di rappresentazioni utilizzate per soddisfare perversioni di tipo pedofilo sia vasta. Limitarsi a fondare il giudizio sulla sola presenza
180 Intervista sotto-ufficiale CNCPO 3 – operatore area monitoraggio del Web e gestione della black-list.
181 Taylor M., Quayle E., Child pornography. An Internet crime, op. cit., p. 5; Ost S., Child pornography
and sexual grooming. Legal and societal responses, op. cit., pag. 29-30; Poulin R., Sexualisation précoce et pornographie, op. cit., pp. 126 – 140; Wolak J., Finkelhor D., Mitchell K.J., “The varieties of child
pornography production”, in Quayle E., Taylor M. (edited by), Viewing child pornography on the Internet
Understanding the offence managing the offender helping the victims, Dorset, Russell House Publishing,
2005, p. 33; Tate T, Child pornography, London, Methuen, 1990, pp. 203-217, quest’ultimo autore, in particolare, sottolinea come le immagini pedopornografiche possano riguardare immagini di nudi fino a rappresentazioni di abusi: “posed pictures of naked and semi-naked children, trough more explicit shots of their genitalia thumbed apart to still, film and video recording of oral, vaginal, anal sex”.
182 Intervista ufficiale OCRVP 2 – funzionario responsabile del Group Central des Mineurs Victimes.
183 Poulin R., Sexualisation précoce et pornographie, op. cit., pp. 126 – 140.
184 Sul ruolo svolto dalle descrizioni e dalle narrazioni aggiunte a fianco alle immagini pedopornografiche si veda, per tutti, Taylor M., Quayle E., Child pornography. An Internet
di rapporti sessuali escluderebbe, di fatto, molti dei casi qui ricordati, dietro ai quali, invece, spesso si celano vissuti di violenza e di abuso:
“l’esperienza ha dimostrato che dietro alla posa erotica c’era ben altro ed è comunque un utilizzo non consono del minore che va a soddisfare determinate esigenze, aspettative del cliente (…)”185.
Al contempo, tuttavia, non è però possibile ampliare eccessivamente il metro di valutazione fino a ricomprendervi, ad esempio, qualsiasi rappresentazione del corpo di un minore:
“un enfant qui se promène sur un bord de route habillé pour un pédophile ça peut être intéressant et lui susciter des envies, mais c’est une photo qui est neutre, si on ne trouve pas d’autres photos de cette victime dans une situation plus équivoque, ce ne sera pas mis en base [banca dati francese dei contenuti pedopornografici n.d.a.]”186.
Alcune ricerche in materia hanno, infatti, evidenziato che una parte non irrilevante del materiale ricercato e detenuto dai pedofili non ha alcuna connotazione pornografica, come nei casi delle immagini di nudi pubblicitari, ed in cui è lo “sguardo” del soggetto che le osserva a conferirvi un significato erotico ed eccitante187:
“c’est une interprétation personnelle, mais j'aurais presque envie de dire que parfois ce n'est pas le contenu intrinsèquement qui est pédopornographique, mais c'est le regard de l’autre, celui du pédophile, qui lui donne ce caractère”188.
E’ evidente, allora, come sia necessario individuare quei “requisiti minimi”189 che permettano di discriminare il contenuto illecito da quello magari riprovevole, ma pur sempre legale. Una cosa è, infatti, “una fotografia presa in un campo nudisti, un’altra
cosa è la fotografia di un minore che invece esibisca in maniera esplicita o a cui vengano fatti esibire in maniera evidente gli organi genitali”190. Sul punto i nostri
185 Intervista ufficiale CNCPO 1 – funzionario responsabile del Centro. 186 Intervista agente STRJD 7 – operatore CNAIP.
187 Taylor M., Holland G., Quayle E., “Typology of paedophile picture collections”, in The
Police Journal, 2001, 74 (2), p.102; Howitt D., “Pornography and paedophile: is it
criminogenic?”, in British Journal of Medical Psychiatry, 1995, 68, pp. 15-27; Niveau G., “Cyber-pedocriminality: characteristics of a sample of internet child pornography offenders”, in
Child Abuse & Neglect, 34, 2010, p. 573.
188 Intervista ufficiale STRJD 2 – funzionario responsabile dipartimento RAMI. 189 Intervista agente Polizia Postale Bologna 4.
intervistati appaiono concordi nel sottolineare l’importanza da attribuire ad alcuni aspetti, quali “l’atteggiamento, le pose ed il contesto”191 in cui i bambini sono ritratti:
“il contesto dell’immagine è molto importante, perché (…) l’esperienza ci fa dire senza timore di smentita che c’è nudo e nudo, c’è immagine e immagine (…) Se un’immagine, il suo contesto, ci porta a rilevare una situazione di presunto abuso o sfruttamento avrà un diverso significato rispetto alla stessa immagine che in un altro contesto è l’innocuo nudo [di un minore n.d.a.] ritratto dal papà che tutti quanti abbiamo”192;
“è evidente che nel momento in cui queste immagini propongono in maniera esplicita gli organi genitali, magari posti in primo piano o magari semplicemente esibiti con una certa volgarità viene ritenuto pedopornografico (…) Il contesto e il modo in cui viene proposta la nudità è il discrimine”193;
“il faut qu’il y ait un caractère pornographique, c'est-à-dire que sans forcément qu’il y ait des relations sexuelles, il faut qu’il y ait des poses suggestives ou obscènes. Il ne faut pas forcément qu’il y ait le critère de nudité mais tout est dans l’aspect général de la photo, la mise en scène (…) c’est des poses dans le but d’exciter les sens”194
La valutazione della natura pornografica si fonda, in altre parole, sull’esame di tutto ciò che gravita attorno alla rappresentazione del minore, quindi non solo l’abuso o la nudità più o meno esplicita, ma anche il modo in cui si richiama l’attività sessuale attraverso raffigurazioni in contesti allusivi e in pose provocanti finalizzate a suscitare l’eccitazione in chi le osserva195.