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2. ASSOCIAZIONISMO OGGI , OVVERO LO STESSO DA PIU’ DI 20 ANN

2.4. POSIZIONAMENTO NELLA CATENA DEL VALORE

Le seguenti affermazioni riguardano l’incrocio di una ricerca effettuata da Confartigianato Venezia sui propri soci nel 2011 e ciò che i funzionari affermano in una mappatura svolta dalla Confartigianato del Veneto nel 2016 . 15

CRITICITA’ ESPRESSE DAI CLIENTI

Troppo burocratica e poco disponibile alle richieste di informazione” “Fanno delle cose troppo burocratiche e spesso non necessarie”

“Troppo costosi

“Dovrebbero tutelare di più gli associati di ogni categoria”

Le metodologie di ricerca sono evidenziate in Appendice I e Appendice II

“Cercare di trovare soluzioni più da consulenti” “Tariffario non sempre tra i più economici

Prezzi più economici

Poca conoscenza di problematiche al di fuori del normale” “Non mi sento seguito se non per le mere normalità

“Mi è capitato di essere informato da altri di certi cambiamenti sulla finanziaria”

“Mi è mancato di non poter essere assistito passo passo su alcuni cambiamenti”

Non mi sento seguito seppur nella semplicità della mia contabilità” CRITICITA’ ESPRESSE DAI FUNZIONARI

“Non essere più competitiva e offerta di servizi uguali agli altri” “Essere lenti ed obsoleti

“Essere superati sia da un punto di vista di immagine troppo statica e tradizionale, che da un punto di vista della sostanza (mancanza di tecnologia, strumenti e personale al passo)”

“Perdita di aziende per mancanza di competitività su tariffe e tipologia di servizi

“Essere disintermediati e scavalcati dalle opportunità offerte dalle nuove tecnologie

ELEMENTI POSITIVI DA PARTE DEI CLIENTI “Soggetto che c’è sempre”


“Radicamento sul territorio

ELEMENTI POSITIVI DA PARTE DEI FUNZIONARI “Molteplicità di servizi

Conoscenza a 360°; potenziali economia di scala, capilarizzazione” “La nostra storia e quindi la nostra esperienza”

La completezza e la varietà dei servizi, nonché la credibilità di settant'anni di associazione”

Presenza territoriale

Analizzando le parole chiave che hanno caratterizzato sia le criticità che gli elementi di positività evidenziati dai soci e dai funzionari di Confartigianato si 16

comprende come si possa costruire una piramide del valore dove il percepito dei soci sia coerente con quello che in realtà viene espresso dai funzionari. Purtroppo il valore percepito è posizionato sulla parte bassa della stessa piramide. Questo fa si che le associazioni al momento siano costrette in una competizione sui prezzi che non valorizza assolutamente il grande potenziale di conoscenza ed esperienza che invece dovrebbe premiare questo tipo di strutture.

Quindi le Associazioni Datoriali dovranno ripensare totalmente al proprio posizionamento nel mercato se vorranno ancora essere un’eccellenza in un mondo che si sta trasformando anche in questo settore, quello della prestazione di servizi da parte del mondo associativo, da mutualistico a professionale.

Marketing e sviluppo associativo: i risultati della mappatura - Confartigianato Veneto (FRAV) 2016

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Le aziende infatti che creano reale marginalità per gli studi professionali cercano performance costanti da parte dei consulenti ai quali si rivolgono. E gli standard che le associazioni avevano adottato nel passato devono per questa ragione essere totalmente ripensati. La vera domanda però è sempre la stessa cosa è cambiato e da dove si deve partire per comprendere realmente la strada da intraprendere per aumentare il valore percepito dai clienti delle Associazioni di categoria.

Sicuramente la risposta si trova nelle affermazioni riportate alla base della piramide del valore. Affermare cioè che il punto di forza delle associazioni sia la varietà di servizi, ma che questi, a detta dei clienti, sono erogati in modo “poco consulenziale” è indicativo del fatto che l’impostazione organizzativa porta le Associazioni ad erogare i servizi con grande superficialità. 


La storia delle associazioni conferma che si è sempre guardato più a dare l’informazione che a curare il come veniva data. Questo ricorda tanto una critica che Denzel Washington oppone a dei giornalisti che lo stavano intervistando . L’attore afferma infatti che i media hanno perso la loro natura 17

di organo informativo preferendo la strada della diffusione della notizia a tutti i costi. Secondo l’attore questo ha portato ad una perdita di credibilità dei media.

Sentendo questa intervista è facile paragonare il giornalismo moderno e il relativo modello comunicativo al modo di comunicare ed informare delle associazioni. Anche i media infatti come le associazioni, quando hanno perso la supremazia di fonte principale di informazione, hanno accelerato e hanno iniziato a produrre una massa enorme di informazioni a discapito della bontà di queste; si sono dimenticati di cercare la verità delle fonti ed indagare sulla loro bontà. Questo fenomeno, non c’è dubbio, ha portato alla perdita di credibilità di un intero sistema. Questa deriva è propria anche delle associazioni di categoria che hanno preferito concentrarsi su una comunicazione diffusa e

Controinformazione (2016) http://controinformazionetv.info/denzel-washington-giornalisti-servi-regime-

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poco mirata verso le aziende socie piuttosto che fornire una comunicazione personalizzata approfondita e mirata verso quelli che oggi sono i propri soci. Gli effetti sono chiari agli operatori del settore anche se si fa finta spesso di ignorare le cause; cause anche riconducibili al turnover del personale interno alle associazioni che sta avvenendo con un certa lentezza e soprattutto avviene con un approccio ancora molto gerarchico legato soprattutto all’anzianità di servizio. Questo porta ad avere una effettiva rotazione del personale a livelli gerarchici bassi, ma un lento rinnovamento del personale a livello direzionale. La conseguenza è chiara e cioè il protrarsi dei modelli organizzativi sedimentati all’interno delle associazioni con una bassa propensione al cambiamento.