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Previsioni tendenziali

Nel documento Matteo Renzi (pagine 37-42)

II. CONTO ECONOMICO DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE

II.2 Previsioni tendenziali

Periodo 2015-2019

Il presente documento aggiorna le previsioni di finanza pubblica per il periodo 2015-2019. Il conto economico delle Amministrazioni pubbliche è costruito sulla base delle risultanze 2014, del nuovo quadro macroeconomico di cui alla Sezione I del DEF e in considerazione degli effetti finanziari associati ai provvedimenti legislativi approvati a tutto marzo 2015.

Rispetto a quanto considerato in sede di Legge di stabilità 2015, le nuove previsioni scontano gli effetti di un profilo di crescita del PIL più marcato negli anni 2015 e, soprattutto, 2016 e più contenuto nel biennio 2017-2018. L’evoluzione macroeconomica più positiva si riflette sul livello di indebitamento netto previsto per l’anno 2015, che si colloca al -2,5 per cento contro il -2,6 per cento della NTI 2015, in riduzione di 0,5 punti percentuali di PIL rispetto al risultato per il 2014.

Tale risultato è dovuto principalmente per circa:

-0,3 punti a minori entrate tributarie;

-0,1 punti a minori entrate non tributarie;

-0,3 punti di PIL a minori spese per interessi, in relazione ad un profilo dei tassi più favorevole di quello ipotizzato nello scorso mese di settembre;

-0,2 punti di PIL a minori spese primarie.

I nuovi valori di indebitamento netto per gli anni successivi al 2015 risultano in miglioramento rispetto a quelli indicati nella NTI 2015 e precisamente:

1,4 per cento nel 2016 rispetto all’1,8 per cento previsto;

0,2 per cento nel 2017 in luogo dello 0,7 per cento previsto.

Per gli anni successivi al 2017 il saldo del conto delle Pubbliche amministrazioni registrerebbe un avanzo pari, rispettivamente, allo 0,5 e 0,9 per cento del PIL.

Le nuove stime seguono le seguenti linee di sviluppo:

1) le spese correnti al netto degli interessi in rapporto al PIL , dopo gli aumenti registrati negli anni 2013 e 2014, sono previste ridursi costantemente sull’orizzonte previsivo, fino a raggiungere il 40,0 per cento del PIL nel 2019;

2) la spesa per interessi in percentuale del PIL diminuisce rispetto al valore del 4,7 per cento rilevato nel 2014. Rimane costante al 4,2 per cento nei primi due anni della previsione per ridursi ulteriormente nel periodo successivo, fino a raggiungere il 3,7 per cento del PIL nel 2019. Rispetto all’andamento indicato per il periodo 2015-2017 nella NTI 2015, tale aggregato di spesa presenta una dinamica più contenuta per 0,3 punti percentuali di PIL, per effetto principalmente di uno scenario dei tassi di interesse più favorevole di quello ipotizzato a settembre dello scorso anno;

3) le spese in conto capitale mostrano una riduzione pari a circa 0,4 punti percentuali di PIL nel periodo 2015-19. Alla fine del periodo di previsione, l’incidenza di tale voce di spesa in rapporto al PIL si collocherebbe al 3,2 per cento;

4) il totale delle spese si riduce costantemente nel periodo di previsione, attestandosi nel 2019 al 46,9 per cento del PIL. L’incidenza della spesa primaria sul PIL si riduce di 3,2 punti percentuali, passando dal 46,5 per cento del 2014 al 43,3 per cento del 2019.

Le entrate totali delle Amministrazioni pubbliche in rapporto al PIL si riducono al 48,0 per cento nel 2015, per poi aumentare di 0,5 punti percentuali nel 2016 per effetto dell’incremento delle aliquote IVA disposto dalla legge di stabilità per il 2015. Nel 2017 e 2018 presentano una modesta riduzione, per poi calare di 0,4 punti percentuali nel 2019, anche per il venir meno delle maggiori entrate connesse al

reverse charge sul settore energetico.

Le previsioni delle entrate tributarie considerano, oltre all'effetto di trascinamento dei risultati 2014 - inferiori di 1.748 milioni di euro rispetto alle stime della NTI 2015 - il rafforzamento della congiuntura economica e gli effetti dei provvedimenti legislativi con impatto differenziale sugli anni di riferimento.

Per l'anno 2015 si stima un aumento rispetto all'anno precedente di 10.694 milioni, per effetto delle misure fiscali adottate e del miglioramento del quadro macroeconomico. Le prospettive di miglioramento della congiuntura economica ed i provvedimenti fiscali, con particolare riguardo alla Legge di Stabilità 2015, continuano a produrre effetti positivi anche sulle entrate previste per gli anni successivi. Nel dettaglio, le previsioni delle entrate tributarie stimano maggiori entrate per 29.330 milioni di euro nel 2016 rispetto al 2015 ascrivibili per oltre la metà agli effetti, anche ad impatto differenziale, sia dei provvedimenti legislativi adottati in anni precedenti sia della Legge di Stabilità 2015. Negli anni successivi si stimano maggiori entrate per 16.907 milioni di euro nel 2017 rispetto al 2016 e per 11.544 milioni nel 2018 rispetto al 2017. Relativamente all’anno 2015 per il sottosettore Bilancio Stato si stima un incremento di circa 21 miliardi di euro rispetto al 2014 ascrivibile essenzialmente agli effetti di miglioramento del quadro macroeconomico e agli effetti conseguenti da fattori legislativi. Per quanto riguarda le entrate degli enti territoriali, la flessione di circa 4 miliardi di euro per il 2015 riflette l’effetto delle disposizioni della Legge di Stabilità 2015 che ha previsto, a partire dal periodo d’imposta 2015, l’integrale deducibilità della base imponibile Irap del costo del lavoro relativo ai lavoratori subordinati e a tempo indeterminato.

I contributi sociali in rapporto al PIL si riducono, nello scenario di previsione, di circa 0,4 punti percentuali. Tale dinamica riflette l'impatto delle manovre di finanza pubblica, in particolare l'erogazione in busta paga del trattamento di fine rapporto a partire dall'anno in corso e fino alla metà del 2018 ed il corrispondente minore versamento dei contributi da parte del datore di lavoro, nonché gli sgravi contributivi sulle nuove assunzioni a tempo indeterminato disposti dalla legge di stabilità per il 2015.

La pressione fiscale passa dal 43,5 per cento del 2014 al 43,7 per cento del 2019, raggiungendo un massimo del 44,1 per cento negli anni 2016 e 2017 in corrispondenza degli aumenti dell'IVA richiamati in precedenza.

Le entrate non fiscali risultano in diminuzione in rapporto al PIL, attestandosi a fine esercizio 2019 al 4,2 per cento circa (4,6% nel 2014).

Passando all'analisi dei comparti di spesa più significativi si rileva:

le spese di personale riducono la loro incidenza sul PIL, dal 10,1 per cento del 2014 al 9,0 per cento del 2019, nonostante il venire meno di alcune delle misure di contenimento disposte da precedenti interventi legislativi, gli effetti di spesa conseguenti all'istituzione del Fondo "La buona scuola" (legge di stabilità 2015) e la considerazione, per l'anno 2019, dell'erogazione della nuova indennità di vacanza contrattuale relativa al triennio 2019-2021. In particolare, a partire dal 1°gennaio 2015 non producono più effetto, tra le altre, le norme di contenimento delle spese di personale previste dal decreto legge n. 78/2010 riguardanti il blocco dei trattamenti economici

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CONTO ECONOMICO DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE

individuali ed il blocco economico delle progressioni di carriera comunque denominate e dei passaggi tra le aree, mentre la legge di stabilità 2015 ha prolungato al 31 dicembre 2015 il blocco della parte economica delle procedure contrattuali. Nel paragrafo III.1 sono forniti maggiori dettagli sull'evoluzione di tale comparto;

le spese per consumi intermedi riducono la loro incidenza sul PIL, passando dall'8,3 per cento del PIL del 2014 al 7,4 per cento del 2019, quale conseguenza delle norme di contenimento adottate;

le prestazioni sociali in denaro presentano un incremento fra il 2014 e il 2015 per effetto della messa a regime del c.d. bonus 80 euro, delle risorse aggiuntive per il finanziamento dell'attuazione delle deleghe di cui alla legge n. 183/2014 e di altri fattori espansivi della spesa. A partire dall'anno 2016 iniziano a declinare fino ad attestarsi, nel 2019, al 20,0 per cento del PIL;

le altre spese correnti registrano un andamento decrescente rispetto al PIL, dal 4,1 per cento del 2014 al 3,6 per cento del 2019. Tale aggregato è composto, in larga parte, da spese legate a trattati internazionali;

le spese in conto capitale presentano una dinamica decrescente in termini di rapporto al PIL, passando dal 3,6 per cento del 2014 al 3,2 per cento del 2019. La riduzione di tale aggregato fra il 2014 e il 2019 (-0,4 punti percentuali di PIL) è comunque più contenuta di quella prevista per le spese correnti al netto degli interessi (-2,8 punti percentuali di PIL), processo destinato a continuare nel prosieguo del percorso di risanamento dei conti pubblici, al fine di creare una situazione della finanza pubblica in grado di supportare al meglio lo sviluppo e la crescita economica.

Le nuove previsioni tendenziali di finanza pubblica per l'anno 2015 presentano uno scostamento contenuto, in termini di rapporto Indebitamento Netto/PIL, rispetto a quanto comunicato al Parlamento nello scorso mese di settembre con la Nota di aggiornamento del DEF 2014 e con la NTI 2015. In termini assoluti, il nuovo deficit per l'anno 2015 risulta superiore a quello indicato nella NTI 2015 per 1.414 milioni, quale saldo tra minori spese per 2.126 milioni (per effetto di minori spese per interessi per 4.827 milioni e maggiori altre spese per 2.701 milioni) e minori entrate per 712 milioni.

TABELLA II.2-1 CONTO ECONOMICO DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE (IN MILIONI DI EURO)

Cons. Previsione

2014 2015 2016 2017 2018 2019 USCITE

Redditi da lavoro dipendente 163.874 164.752 166.428 165.742 165.771 166.270 Consumi intermedi 134.063 129.116 131.199 133.224 134.223 136.958 Prestazioni sociali 328.304 338.050 342.630 350.990 359.960 367.450 Pensioni 256.902 259.500 262.480 269.350 277.180 283.920 Altre prestazioni sociali 71.402 78.550 80.150 81.640 82.780 83.530 Altre spese correnti 66.090 65.651 66.953 65.463 65.837 66.330 Uscite correnti al netto interessi 692.331 697.569 707.210 715.419 725.791 737.008 Interessi passivi 75.182 69.386 71.227 69.251 68.201 67.638 Totale uscite correnti 767.513 766.955 778.437 784.670 793.992 804.646 Investimenti fissi lordi 35.993 36.671 38.327 39.253 39.501 40.021 Contributi agli investimenti 12.947 14.758 15.094 12.342 12.383 12.578 Altre uscite in c/capitale 9.809 8.762 10.314 8.372 8.532 6.874 Totale uscite in conto capitale 58.749 60.191 63.735 59.967 60.416 59.473 Totale Uscite 826.262 827.146 842.172 844.637 854.408 864.119 ENTRATE Tributarie 485.837 496.531 525.861 542.768 554.312 565.313 Imposte dirette 237.539 247.285 258.647 263.308 266.758 271.825 Imposte indirette 246.991 247.267 266.147 278.505 286.592 292.519 Imposte in c/capitale 1.307 1.979 1.067 955 962 969 Contributi sociali 216.408 216.031 218.253 223.366 232.898 238.436 Contributi sociali effettivi 212.383 211.923 214.083 219.132 228.603 234.084 Contributi sociali figurativi 4.025 4.108 4.170 4.234 4.295 4.352 Altre entrate correnti 68.945 68.213 69.113 70.272 71.659 72.876 Totale entrate correnti 769.883 778.796 812.160 835.451 857.907 875.656 Altre entrate in c/capitale 6.016 5.182 5.459 4.459 4.375 4.593 Totale entrate 777.206 785.957 818.686 840.865 863.244 881.218 Pressione fiscale 43,5 43,5 44,1 44,1 44,0 43,7 Saldo corrente 2.370 11.841 33.723 50.781 63.915 71.010 Indebitamento netto -49.056 -41.189 -23.486 -3.772 8.836 17.099 Indebitamento /PIL -3,0 -2,5 -1,4 -0,2 0,5 0,9 Saldo primario 26.126 28.197 47.741 65.479 77.037 84.737 PIL nominale 1.616.048 1.638.983 1.687.708 1.738.389 1.788.610 1.840.954

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CONTO ECONOMICO DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE

TABELLA II.2-2 CONTO ECONOMICO DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE (IN % DEL PIL)

Cons. Previsione

2014 2015 2016 2017 2018 2019 USCITE

Redditi da lavoro dipendente 10,1 10,1 9,9 9,5 9,3 9,0

Consumi intermedi 8,3 7,9 7,8 7,7 7,5 7,4

Prestazioni sociali 20,3 20,6 20,3 20,2 20,1 20,0

Pensioni 15,9 15,8 15,6 15,5 15,5 15,4

Altre prestazioni sociali 4,4 4,8 4,7 4,7 4,6 4,5 Altre spese correnti 4,1 4,0 4,0 3,8 3,7 3,6 Uscite correnti al netto interessi 42,8 42,6 41,9 41,2 40,6 40,0

Interessi passivi 4,7 4,2 4,2 4,0 3,8 3,7

Totale uscite correnti 47,5 46,8 46,1 45,1 44,4 43,7 Investimenti fissi lordi 2,2 2,2 2,3 2,3 2,2 2,2 Contributi agli investimenti 0,8 0,9 0,9 0,7 0,7 0,7 Altre uscite in c/capitale 0,6 0,5 0,6 0,5 0,5 0,4 Totale uscite in conto capitale 3,6 3,7 3,8 3,4 3,4 3,2 Totale Uscite 51,1 50,5 49,9 48,6 47,8 46,9 ENTRATE Tributarie 30,1 30,3 31,2 31,2 31,0 30,7 Imposte dirette 14,7 15,1 15,3 15,1 14,9 14,8 Imposte indirette 15,3 15,1 15,8 16,0 16,0 15,9 Imposte in c/capitale 0,1 0,1 0,1 0,1 0,1 0,1 Contributi sociali 13,4 13,2 12,9 12,8 13,0 13,0 Contributi sociali effettivi 13,1 12,9 12,7 12,6 12,8 12,7 Contributi sociali figurativi 0,2 0,3 0,2 0,2 0,2 0,2 Altre entrate correnti 4,3 4,2 4,1 4,0 4,0 4,0 Totale entrate correnti 47,6 47,5 48,1 48,1 48,0 47,6 Altre entrate in c/capitale 0,4 0,3 0,3 0,3 0,2 0,2 Totale entrate 48,1 48,0 48,5 48,4 48,3 47,9 Pressione fiscale 43,5 43,5 44,1 44,1 44,0 43,7 Saldo primario 1,6 1,7 2,8 3,8 4,3 4,6 Saldo corrente 0,1 0,7 2,0 2,9 3,6 3,9 Indebitamento netto -3,0 -2,5 -1,4 -0,2 0,5 0,9

Nel documento Matteo Renzi (pagine 37-42)