alla Teoria dei Sistemi, è l’insieme delle relazioni che si interpongono e si approfondisco-no tra gli individui e tra questi ultimi e il loro ambiente naturale. Il comportamento di ognuno dà luogo ad azioni sugli altri poiché nessuno può essere separato dal proprio, anzi dà luogo a reazioni strettamente correlate al comportamento stesso; la comunica-zione, strumento privilegiato per manifestare e osservare i comportamenti fra i sogget-ti, assurge ad elemento principale per l’educazione e l’attuazione di politiche ambientali. Ogni sistema relazionale è caratterizzato da continue trasformazioni nei rapporti tra i componenti il sistema medesimo. In concreto, sussiste una sorta di dinamicità derivante dai messaggi situati in un preciso ambito relazionale ed ambientale, che è anche causa di continua evoluzione. La comunicazione umana si definisce attraverso un definito proce-dimento di studio che coinvolge:
•la sintassi, che fa riferimento alla trasmissione dell’informazione, ovvero ai canali, alla capacità, alla ridondanza ed altre proprietà statistiche del linguaggio, senza considerare l’analisi dei significati insiti nelle singole parti della comunicazione;
•la semantica, che analizza il significato dei simboli, trasmessi da un individuo all’altro;
•la pragmatica, poiché la comunicazione influenza il comportamento, il quale, a sua volta, è comunicazione.
Quindi non si prendono in considerazione solo le parole ma anche le loro strutture, i loro significati, la mimica del corpo e i diversi segnali di comunicazione.
La scuola di Palo Alto
Fin agli anni sessanta la Scuola di Palo Alto (Gregory Bateson, Paul Watzlawick, Janet Helmick Beavin, Don D. Jackson ed altri) ha analizzato la funzione pragmatica della comu-nicazione, cioè la capacità di provocare situazioni mediante la pratica comunicativa, sia verbale sia non-verbale, definendo tutta una serie di concetti teorici sviluppati a seguito della sperimentazione sul campo.
In un sistema interpersonale (una coppia, una famiglia, un gruppo di lavoro, un ambito sociale), ogni soggetto condiziona gli altri con il proprio comportamento, essendo, a sua volta, suggestionato dal comportamento altrui. L’informazione in entrata può essere così sviluppata (retroazione positiva) e favorire un cambiamento nel sistema, oppure limitata (retroazione negativa) e consentire la stabilità dello stesso. Il comportamento umano è conseguenza di un’ipotizzata azione reciproca di forze che seguono le leggi della fisica sulla conservazione e trasformazione dell’energia. Non essendoci trasferimento di ener-gia nei rapporti umani, bensì comunicazione, l’interesse si concentra nel settore dell’in-formazione. Il comportamento umano non va considerato in termini lineari (causa-effet-to) ma governato dal concetto di retroazione (che può essere positiva o negativa). Diviene importante agire sulla comunicazione, cioè comunicare sulla comunicazione, dando luogo alla metacomunicazione. Analogamente al gioco degli scacchi, anche nella comunicazione umana le “mosse” sono governate da regole sulle quali i comunicanti pos-sono fare testimonianza, si può, cioè, metacomunicare. Con riferimento alla pragmatica, l’osservanza o meno delle regole definisce l’efficacia o il disturbo della comunicazione. Questa, quando trattata indipendentemente da un sano rapporto tra contenuto e rela-zione, può diventare un circolo vizioso che termina solo se la comunicazione diventa l’og-getto della comunicazione stessa, cioè quando i comunicanti diventano in grado di meta-comunicare. La comunicazione umana si basa su cinque concetti essenziali.
•L’impossibilità di non comunicare. Non esiste il non-comportamento e, quindi, non
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ste la noncomunicazione. Ogni individuo assume atteggiamenti che sono, di fatto, por-tatori di significato per gli altri, con un’evidente efficacia di messaggio. Anche l’indiffe-renza reciproca è uno scambio di comunicazione alla stessa stregua in cui può esserlo una discussione animata. Si può, finanche, parlare di comunicazione intenzionale o non-intenzionale, consapevole o inconsapevole, efficace o inefficace.
• I livelli comunicativi di contenuto e relazione. Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto ed un aspetto di relazione, di modo che il secondo qualifica il primo ed è quindi metacomunicazione. Il contenuto è l’informazione, mentre la relazione è l’istru-zione o metainformal’istru-zione Ogni comunical’istru-zione comporta di fatto una forma di meta-comunicazione che pone in relazione i comunicanti, come ad esempio, nel caso che un individuo pronunci un ordine, manifestando, in tal caso, oltre al contenuto (la volontà che chi riceve il messaggio compia una determinata azione), anche il rapporto sussi-stente tra il soggetto e l’oggetto della comunicazione, nel caso particolare quella di superiore/subordinato. Ogni comunicazione non solo trasferisce un’informazione, ma permette anche un obbligo tra i comunicanti, stabilendo la natura della loro relazione.
•La punteggiatura della sequenza di eventi. La natura di una relazione discende anche dalla punteggiatura degli episodi di scambi comunicativi, a definizione e distinzione dei rispettivi ruoli. I comunicanti per mezzo della punteggiatura, regolano gli scambi così che risultino disposti entro modelli più o meno convenzionali. Da un osservatore esterno la comunicazione può essere considerata una sequenza ininterrotta di scambi in cui la punteggiatura regola gli eventi. Le eventuali differenze nella punteggiatura sono preludere a distinte visioni della realtà, poiché i comunicanti ignorano di non pos-sedere lo stesso livello d'informazione e possono trarre differenti risultati. È necessa-rio, quindi, che i comunicanti riescano a metacomunicare al fine di essere coinvolti in una visione della realtà che comporti anche discordanti interpretazioni.
•Comunicazione numerica e analogica. Gli individui riescono a comunicare per mezzo di un modulo comunicativo sia digitale (o numerico) sia analogico. Ogni comunicazio-ne, quindi, ha un elemento di contenuto, trasmesso essenzialmente con un modulo digitale, ed uno di relazione, espresso attraverso un modulo analogico. Analogica è la comunicazione per immagini e fa riferimento a tutta la parte non verbale. La comuni-cazione verbale pratica il modulo digitale. I frequenti conflitti di relazione sono dovuti all'errata interpretazione digitale del messaggio analogico, a meno che questo non osservi particolari rituali o forme convenute.
• L’interazione complementare e simmetrica. Le relazioni possono essere suddivise in relazioni costruite sull’uguaglianza oppure sulla differenza. L’uguaglianza comporta rela-zioni simmetriche (i partecipanti tendono a riprodurre il comportamento dell’altro come, ad esempio nel caso della relazione dirigente/dipendente); la disuguaglianza riguarda relazioni complementari, in cui il comportamento dell’uno integra quello del-l’altro (ad es. tra due dipendenti di pari livello gerarchico). Nella relazione complemen-tare uno dei due comunicanti perde su di sé la posizione one-up (superiore) e l’altro quella one-down (inferiore); i comportamenti dei comunicanti si sostengono a vicen-da, generando una relazione di interdipendenza in cui i rispettivi ruoli up e one-down sono stati accettati da entrambi (ad es. le relazioni madre-figlio, istruttore-allie-vo). La bontà di una relazione non è strettamente collegata alla simmetria o alla com-plementarietà, né le posizioni one-up e one-down trovano riscontro a posizioni di “forza” e “debolezza. È vero però che nella relazione simmetrica è possibile la compe-titività; mentre in quella complementare si può creare una situazione di conflitto da parte dei due comunicanti.
Il concetto di sistema
L’interazione è di fatto un sistema aperto, con scambio di materiali, energie o
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ni con il proprio ambiente. Due o più soggetti comunicanti, interessati al processo di defi-nizione della natura della loro relazione possono essere definiti sistemi interattivi. In unsistema aperto è importante conoscere l’ambiente, in relazione al quale i soggetti comu-nicanti posseggono relazioni sia orizzontali sia verticali con altri soggetti e altri sistemi. Secondo il principio di totalità, che non significa sommatività, ogni parte di un sistema aperto è in rapporto con le altre parti; quindi ogni cambiamento in una parte causa, come prima detto, un cambiamento in tutte le parti e in tutto il sistema. I sistemi inter-personali sono, infatti, circuiti di retroazione, poiché il comportamento di ognuno influen-za ed è influeninfluen-zato dal comportamento di altri. In un siffatto sistema i dati in ingresso si possono ingrandire fino a causare un cambiamento oppure bilanciare per conservare la stabilità, in dipendenza della positività o negatività dei meccanismi di retroazione. Nella comunicazione è frequente far confusione tra gli aspetti di contenuto e di relazione e possono prodursi casi di conflittualità a livello di contenuto o di relazione. Nella comu-nicazione possiamo assistere a tre differenti tipi di reazioni:
•Conferma, che garantisce lo sviluppo e la stabilità. Si deve comunicare per avere con-sapevolezza delle proprie attività e dei risultati conseguiti: se la comunicazione divenis-se un divenis-semplice strumento solo per informare a scopi utilitaristici, verrebbe meno la validità del messaggio.
•Rifiuto: è comunque il riconoscimento del comunicante e del suo messaggio; la posi-zione negativa assume valore costruttivo se serve per riconoscere le istanze/necessità di altri.
•Disconferma: nega l’esistenza stessa del messaggio che non raggiunge il ricevente, non sempre per disaccordo, ma sovente per fraintendimento. All’impenetrabilità si può rea-gire con l’impenetrabilità, con la conseguenza che il trasmettitore non si rende conto che il messaggio non ha raggiunto il ricevente.
Alcuni esempi di comunicazione ambientale
Esistono numerosi esempi di comunicazione ambientale con le quali le Agenzie si rap-portano con la Pubblica Amministrazione, con organismi pubblici e privati, con la popo-lazione. Anche nelle comunicazioni in parola si osservano e si mettono in atto i concet-ti sopra detconcet-ti:
1. sintassi (trasmissione dell’informazione) 2. semantica (significato)
• pragmatica (comportamento) nonché il meccanismo di retroazione.
Sono presi in considerazione sia l’effetto della comunicazione sul ricevitore, sia l’effetto che la reazione del ricevitore ha sul trasmettitore, poiché i due effetti sono di fatto inscindibili.
Dichiarazione ambientale
La dichiarazione ambientale è il documento di comunicazione con il pubblico che i sogget-ti, aderenti al sistema comunitario di eco-gestione descritto nel Regolamento EMAS, de-vono predisporre e veicolare, in relazione all’analisi ambientale svolta inizialmente o al completamento di ogni audit o ciclo di audit (concetto di sintassi). Il legislatore comunita-rio si è proposto di conseguire, attraverso il Regolamento, la diffusione di un comportamen-to eco-sostenibile tra gli operacomportamen-tori di ogni setcomportamen-tore, compresa la Pubblica Amministrazione, e lo sviluppo di una maggiore coesione tra le parti sociali ed economiche operanti sul territorio hanno infatti la stessa rilevanza.A tale scopo, il Regolamento richiede all’interes-sato sia di organizzare al proprio interno un sistema di gestione ambientale, sia di creare un dialogo permanente con gli altri soggetti presenti sul territorio in cui esso opera per
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mezzo della pubblicazione e della distribuzione della dichiarazione ambientale. Nel docu-mento l’interessato sintetizza i principali problemi ambientali relativi alla propria attività e i risultati conseguiti rispetto alle azioni intraprese per la loro minimizzazione e prevenzio-ne (concetto di semantica).
L’attendibilità e la completezza delle informazioni, riportate nel documento, sono garan-tite dall’obbligo, a cui il Regolamento condiziona pubblicazione e distribuzione, di fare convalidare la dichiarazione da un verificatore ambientale, accreditato dallo stesso legis-latore comunitario. Infatti la predisposizione della dichiarazione ambientale, convalidata da un verificatore ambientale accreditato, si configura come uno strumento di vera effi-cacia per quanto riguarda la comunicazione e la corretta e credibile informazione alle parti interessate (concetto di pragmatica).
Nello sviluppo dei vari punti, la dichiarazione deve evidenziare in modo particolare le variazioni di rilievo intercorse rispetto alla situazione descritta nella dichiarazione prece-dente. La credibilità a ciò che l'organizzazione dichiara è, pertanto, assicurata da un ente terzo nonché dal Regolamento stesso. La dichiarazione ambientale è, quindi, lo strumen-to individuastrumen-to dal Regolamenstrumen-to EMAS per stabilire una comunicazione permanente, chiara e coerente tra il pubblico ed i soggetti che operano sul territorio. L'obiettivo è permettere non solo l'accesso alle informazioni, verificate e convalidate da un terzo indi-pendente, relative all'ambiente, ma anche la formazione di un giudizio sull'attività reale delle organizzazioni localizzate sul territorio, su emissioni, scarichi, rifiuti e sulle altre azio-ni ambientali dell'orgaazio-nizzazione (meccaazio-nismo di retroazione).
La comunicazione e la corretta e credibile informazione al pubblico sono elementi essenziali in un processo di “educazione del consumatore” verso la scelta di prodotti e servizi conciliabili con criteri di ecocompatibilità, in un processo di promozione del mer-cato sostenibile (meccanismo di retroazione).
Il “reporting” ambientale
Con l’espressione “reporting ambientale” si indica, in senso stretto e in maniera sinteti-ca, quel complesso di attività svolte tipicamente da organismi governativi per fornire a consessi sovranazionali informazioni circa l’attuazione di provvedimenti a favore dell’am-biente richiesti, sulla base di specifici strumenti legislativi o di cooperazione, da un’auto-rità riconosciuta. Con un’accezione più ampia, l’impiego dell’espressione si va estenden-do a comprendere anche la “comunicazione sull’ambiente” in senso lato (concetto di sin-tassi). L’attività rappresenta il momento conclusivo di un complesso e articolato proces-so quale è l’azione conoscitiva dell’ambiente, ben schematizzata dalla piramide della conoscenza nella quale il reporting è, per l’appunto, posto al vertice. Tale rappresenta-zione è stata elaborata dall’APAT, che ha integrato due schemi in qualche misura omo-loghi: la piramide dell’informazione, una sorta di gerarchizzazione in termini di contenu-ti degli elemencontenu-ti informacontenu-tivi, e la catena MDIAR, ucontenu-tilizzata dall’Agenzia Europea dell’am-biente (AEA) per rappresentare elementi e funzioni dell’azione conoscitiva. La piramide evidenzia il processo che, partendo dalle principali fonti di produzione ordinaria di dati ambientali (il monitoraggio ed il controllo), tramite le fasi di gestione e valutazione del-l’informazione, consente di elaborare prodotti di reporting per i differenti potenziali utenti finali, tra i quali i decisori politici e il grande pubblico. Questa schematizzazione è stata utilizzata anche per avvalorare la tesi che migliori sinergie e sostanziali economie di sistema sono perseguibili se tutte le fasi del processo sono localizzate in una sede orga-nica, qual è quella costituita dalla Rete delle Agenzie ambientali (concetto di semantica). L’attività di reporting è un potente strumento di policy, da un lato, e di comunicazione dall’altro. A livello comunitario, vi sono atti di governo che evidenziano tale aspetto, quale, per esempio, il Sesto Programma comunitario di azione in materia di ambiente deciso dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell’UE nello scorso mese di luglio. Con