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4. La Primavera come giardino

4.4 La Primavera come festa in giardino

Durante il periodo primaverile il giardino diventa l'ambientazione prediletta per allestirvi delle feste, durante le quali si organizzano sontuosi banchetti, giostre, spettacoli lirici e teatrali, tornei e fuochi d'artificio. Grazie all'utilizzo di impianti scenografici le possibilità di allestimento all'interno di questi spazi si rivelano numerose e sempre nuove. Il giardino quindi risulta particolarmente indicato ed utilizzato specialmente per i conviti all'aperto, diventandone la ricca cornice ed assumendo un ruolo fondamentale. Per rendere il giardino adatto a questi ricevimenti cortesi sono impiegate architetture effimere, arricchite con pesanti addobbi ottenuti attraverso

336 Probabilmente Sadeler conosceva il dipinto eseguito da Massys dato che i due erano entrambi natii di Anversa.

l'impiego di fiori, foglie e frutta così da ottenere padiglioni e pergole in verzura337.

Questa consuetudine rinascimentale non resterà circoscritta nell'ambito delle feste cortesi e galanti ma verrà trasposta all'interno delle rappresentazioni pittoriche dove vedremo comparire numerosi ricevimenti in giardino. La stagione prediletta per questo genere di dipinti sarà come di consueto la primavera: il periodo di riposo dal lavoro, dell'amore e della massima fioritura e splendore dei giardini. Alcuni esempi ci vengono offerti dalle opere eseguite nel Cinquecento da Joos Van Cleve, Lucas Van Valckenborch e Ludovico Pozzoserrato.

Cominciando da Joos Van Cleve con il suo Ricevimento in giardino, eseguito nella prima metà del XVI secolo e attualmente conservato all'interno di una collezione privata (Fig. 85), l'opera in primo piano ci mostra delle giovani coppie di amanti che conversano ascoltando il dolce suono del liuto e congiungendo delicatamente le loro mani. Probabilmente le coppie, caratterizzate da tutti i simboli del giusto e legittimo amore (cane, collane, cinture e candido fazzoletto: tutti attributi di fedeltà matrimoniale e castità), hanno appena finito di consumare un sontuoso pasto all'aperto, dato che sul prato d'innanzi a loro vi sono ancora i resti di una tavola imbandita. Il convito è ambientato sullo sfondo di un sontuoso giardino olandese suddiviso e scandito da un elegante parterre composto da aiuole quadrate e circolari oltre che da siepi minuziosamente sagomate al cui centro sorge un'imponente statua femminile, probabilmente Venere data la connotazione amorosa della rappresentazione, in perfetta coerenza con la coppia che sta passeggiando. Il giardino è completamente cinto da una galleria totalmente ricoperta da una fitta vegetazione: questa ci conduce ad un'inconsueta e singolare architettura vegetale dinanzi alla quale vi sono due archi verdi sorretti da tre cariatidi. Chiude l'immagine il palazzo posto a destra: solitamente queste residenze, in relazione al giardino olandese, erano completamente ricoperte di vegetazione per creare ambienti intimi e raccolti338.

Questo tema riscosse molto successo oltralpe, come possiamo constatare dall'opera

337 L. IMPELLUSO, Giardini, p. 257. 338 Ivi, p. 254.

dell'artista itinerante Lucas Van Valckenborch, particolarmente apprezzato dai suoi contemporanei per i suoi ampi paesaggi339. Il Paesaggio primaverile con castello e

parco a Bruxelles del 1587, oggi al Kunsthistorisches Museum di Vienna (Fig. 86), a

differenza di come potrebbe sembrare, non è una veduta del complesso residenziale di proprietà degli arciduchi, bensì una sorta di Weltlandschaft quindi un paesaggio universale che spazia sino a perdersi nelle alture e corsi d'acqua posti sullo sfondo di un ingegnoso montaggio in cui viene collocata la città di Bruxelles con il suo castello ducale preceduto dall'adiacente giardino. L'articolata struttura si organizza su un susseguirsi di piani accostati l'uno all'altro in un armonico divenire: ad aprire l'immagine troviamo una collina alberata che assolve la funzione di terrazza panoramica e da raduno per l'elegante compagnia di dame e cavalieri qui giunti per dedicarsi agli svaghi cortesi (conversazioni galanti, giochi, desinare all'aperto, corteggiamento). Nonostante un'opprimente cielo grigio solcato da nuvole minacciose non si può non notare l'ormai sopraggiunta primavera, data la vegetazione decisamente rigogliosa tipica di questa stagione. In attinenza con il riposo di maggio anche in questo giardino constatiamo la totale assenza del lavoro e della cura di questo luogo. Infatti, in perfetto raccordo con il primo piano, anche nel giardino possiamo ritrovare lo stesso clima di corteggiamento galante e di gioco dato che nel cortile d'onore del castello si svolge un torneo340. Lo spazio dedicato agli svaghi cortesi è completato dalla presenza del

labirinto che con le sue sei siepi circolari sorge su un'isoletta. Tale elemento è una diretta e chiara allusione al Giardino di Venere e all'isola di Citera dove risiedeva la dea, oltre ad incarnare le difficoltà e l'ambivalenza insita nei rapporti amorosi. Pur apparendo ostico e intricato, il labirinto, con la sua struttura a percorso obbligato, condurrà gli innamorati al suo fulcro centrale dove sorge un tipico albero di maggio tagliato a dischi sovrapposti: quest'ultimo rappresenta l'amore nascente oltre ad essere inteso come simbolo della vita341.

339 M. FRANK, Giardini dipinti, p. 100. 340M. FRANK, Giardini dipinti, p. 111.

L. IMPELLUSO, Giardini, p. 166. 341 L. IMPELLUSO, Giardini, p. 166. M. FRANK, Giardini dipinti, pp. 111 e 115.

Proseguendo sul filone fiammingo troviamo il neerlandese Ludovico Pozzoserrato che prima di trasferirsi in pianta stabile in Italia realizzò il Convito all'aperto del 1580 (circa) conservato nella collezione van Diemen di Berlino (Fig. 87). L'attribuzione al Toeput viene proposta dal Peltzer che in quest'opera percepisce il suo accento tipicamente fiammingo, riscontrabile nella compiaciuta e accurata descrizione della frutta e di tutti gli oggetti posti sulla tavola imbandita. Questi ultimi richiamano gli oggetti ordinatamente allineati come se si trattasse di “nature morte”, presenti nel disegno fatto dal Pozzoserrato per Il convitto di Epulone342. L'immagine ci mostra

l'allestimento di una festa all'interno di un ricco giardino al cui centro viene collocata una pesante pergola sorretta da due imponenti cariatidi. Come nei dipinti analizzati precedentemente anche in questo caso ci troviamo in uno spazio cinto, adiacente ad una dimora signorile che scorgiamo sulla destra. Quel che però lo distingue dalle altre opere è il contenuto di questo giardino, perché nonostante vi ritroviamo la presenza di un ricevimento galante posto sotto la pergola, l'attenzione viene maggiormente focalizzata sulla tavola imbandita posta in primo piano, ovvero sull'area di pertinenza di eleganti servitori e paggi che si stanno adoperando per la buona riuscita della festa.

La medesima situazione ci viene presentata nel disegno appartenente al Gabinetto di Disegni di Berlino (Fig. 88)343.

Il Toeput ama particolarmente le scene ambientate all'aperto e in special modo quelle in giardino: in questo periodo l'artista, ormai trasferitosi in Italia dal 1582, è molto vicino al mondo e alle opere di Paolo Veronese, però se ne accosta unicamente da un punto di vista formale. Riprendendo dal Maestro ripropone soggetti noti che lo conducono al

Concerto in villa del 1596 conservato al Museo Civico di Treviso (Fig. 89)344. Quindi

segue il filone veneziano del concerto campestre che vanta origini dai primi anni del

obbligato percorso che portava chi lo percorreva al centro della struttura vegetale. Ivi, p. 115.

342 L. MENEGAZZI, Il Pozzoserrato, Venezia, Neri Pozza Editore, 1958, p.23.

343 Il disegno del Convito all'aperto purtroppo è andato perduto in un incendio avvenuto durante i bombardamenti incorsi a Berlino durante la seconda guerra mondiale.

Ivi, p. 23 344 Ivi, p. 25.

Cinquecento: qui rinveniamo l'associazione tra musica e giardino, topos che affonda le sue radici fin dal tardo medioevo e che viene trattato anche nella letteratura sulle residenze in villa. Proprio per questo, la denominazione come Concerto in villa non rende meritata giustizia all'intrinseca complessità insita in quest'opera, la cui organizzazione spaziale mostra prestiti importanti ripresi dalla grafica fiamminga e dalla maturata esperienza dell'artista all'interno del contesto veneto. In merito a questo dipinto si è discusso molto se ricollegare i suonatori del primo piano e il loro giardino all'ambito delle allegorie stagionali, in questo caso inerenti la primavera e le sue feste in villa345. In

primo piano, sulla destra sotto ad una cariatide, troviamo un gruppo di suonatori: tra i loro strumenti si può identificare la presenza di una viola da braccio, un liuto, un flauto traverso e l'imponente virginale suonato da una dama346. Alle loro spalle viene posta

un'imponente pergola fiorita che conduce ad uno sfarzoso giardino organizzato secondo un rigoroso parterre geometrico e arricchito dalla presenza di alcune statue. All'interno del giardino possiamo notare la presenza di alcune coppie che conversano: a queste se ne sta per aggiungere un'altra seguita da una servitrice e dal suo cagnolino che stanno per percorrere il pergolato347. Toeput non organizza questo spazio secondo rigide

concezioni prospettiche ma, come Lucas Van Valckenborch, crea un montaggio in cui combina tra loro elementi indipendenti gli uni dagli altri. Quest'apparente incongruenza viene ribadita anche su quel che concerne il repertorio iconografico. Infatti la scultura posta sul capo dei suonatori non ha la funzione di mero attributo ma è un elemento che ci spiega l'intima complessità di questo dipinto. La statua ci mostra il dio Bacco

345 M. FRANK, Giardini dipinti, p. 115.

346 I virginali quindi virgo (giovinetta), erano degli strumenti musicali a tasti preziosamente decorati ed esclusivamente suonati da giovani donne. Questi erano posti in associazione con i cassoni nuziali in cui si custodiva la preziosa dote della sposa.

Ivi, p. 115.

347 L. MENEGAZZI, Il Pozzoserrato, p. 25

Analizzando con uno sguardo attento il dipinto realizzato da Toeput possiamo notare che nonostante la preziosità e l'accuratezza dell'immagine l'artista non ha prestato particolare attenzione all'utilizzo di una giusta prospettiva. Infatti si può notare un convergere asimmetrico delle linee direttrici del giardino in confronto con quelle del pergolato e del virginale. Questi tre elementi presentano linee che vanno in punti distinti l'uno dall'altro.

coronato di spighe e con un calice in mano: Bacco come il vino sono attributi autunnali e sul suo capo dovrebbero esser posti dei grappoli d'uva e non le dorate spighe di diretta allusione all'estate. Questo elemento è stato inserito dall'artista con tutte le sue incoerenze iconografiche per creare una visione quasi atemporale dei piaceri della vita all'interno di un rifugio stagionale qual è la villa con il suo giardino, trasformandolo così in un giardino della primavera348.

Come abbiamo potuto constatare, la rappresentazione del giardino della Primavera come festa in giardino porta sempre al suo interno una connotazione amorosa ricollegabile al periodo stagionale. Le loro realizzazioni furono per la maggior parte eseguite oltralpe, e se se ne riscontra qualcuna in Italia è stata eseguita da pittori fiamminghi qui trasferitosi. Quindi, a differenza delle tipologie precedentemente analizzate, qui non possiamo constatare una contaminazione tra la produzione italiana e quella fiamminga, ma solo un importazione di un genere pittorico dalle Fiandre all'Italia.