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PRIMO CASO DI STUDIO: L'UCRAINA CAPITOLO III

QUADRO DELLE MINORANZE IN UCRAINA E QUESTIONI SULL'IDENTITÀ NAZIONALE

1. Introduzione

Analizzeremo ora il primo caso di studio prescelto, l'Ucraina. Come annunciato nella prima parte, l'Ucraina è oggetto di particolare interesse per lo studio delle condizioni delle minoranze nazionali, etniche e linguistiche, per la struttura amministrativa e per la sua peculiare situazione geopolitica e politica interna, che è strettamente connessa alle questioni nazionali. Innanzitutto, come abbiamo visto, è un paese che ha realizzato le aspirazioni all'indipendenza con lo scioglimento dell'Unione Sovietica, in seguito al quale c'è stata per la prima volta (con l'eccezione del periodo effimero d'indipendenza seguito alla prima guerra mondiale) la nascita di uno stato nazionale ucraino. Il paese presenta un ricco mosaico di minoranze nazionali, tra cui la numericamente maggiore è quella russa, e un'ampia diffusione della lingua russa accanto alla lingua ufficiale dello Stato, diffusione che travalica i confini della minoranza nazionale e che interessa larghi settori della popolazione “etnicamente” ucraina. Dal punto di vista geopolitico, risente sia della vicinanza alla Federazione Russa sia di quella dell'Unione Europea, e pertanto ha finora evitato di collocarsi in modo inequivoco in campo internazionale, differenziandosi in questo rispetto ad altre repubbliche ex sovietiche in Europa come da un lato Estonia, Lettonia e Lituania, ormai integrate nell'Unione Europea, o, dall'altro, la Bielorussia, solidamente collocata nell'area d'influenza russa291. Lo stesso dibattito politico si è polarizzato, in particolare a partire dalle elezioni presidenziali del 2004, interessate dalla cosiddetta “rivoluzione arancione”, tra i portatori di istanze filo occidentali e filo russe, conflitto che peraltro si caratterizza anche territorialmente, con il manifestarsi di una sorta di 291 Cfr. Kaare Dahl Martinsen, The Russian-Belarussian Union and the Near Abroad, Norwegian

confine elettorale tra regioni in cui prevalgono le forze filo-occidentali, ossia quelle nord-occidentali, e quelle in cui predominano i partiti filo-russi, ossia quelle sud-orientali. Questa netta separazione si è mantenuta in tutte le elezioni successive292, fino a quelle del 2014, seguite ai fatti di Majdan Nezaležnosti (noti come Jevromajdan) ed al rovesciamento del presidente Viktor Fedorovič Janukovič. Come vedremo più diffusamente in seguito, la caduta di Janukovič ha portato in reazione alla secessione della Crimea ed alla sua annessione da parte della Federazione Russa e alla proclamata indipendenza delle Repubbliche Popolari di Donec'k e Luhans'k. L'intervento dell'esercito di Kiev in questi ultimi territori e la resistenza armata dei separatisti hanno condotto ad un vero stato di guerra che permane tutt'ora. Vedremo in seguito più dettagliatamente gli aspetti territoriali ed il problema del separatismo293.

2. Dati sulle minoranze e differenti caratteristiche d'insediamento

Secondo il censimento del 2001294 gli ucraini (etnici) sono 37,5 milioni pari al 77,8% dell'intera popolazione. I russi sono il secondo gruppo più numeroso con 8,3 milioni di cittadini, pari al 17,3%. Dopo di questi, i gruppi etnici più numerosi, ma che comunque non raggiungono l'1% della popolazione, sono quelli di bielorussi, moldavi, tartari di Crimea, bulgari, ungheresi, rumeni, polacchi ed ebrei, con una popolazione che varia tra i 100 mila e i 300 mila abitanti ciascuno. Seguono (tra 30 mila e 100 mila cittadini) armeni, greci, tartari, rom, azeri, georgiani, tedeschi e gagauzi. Sotto i 30 mila troviamo infine i gruppi di estoni, curdi, caraiti, komi-permiacchi, kirghisi ed altri minori.

L'articolo 2 della legge295 di ratifica della Carta europea delle lingue regionali e minoritarie stabilisce che le previsioni della Carta si applichino alle seguenti 13 292 Le precedenti presidenziali del 1999 non mostravano invece particolare polarizzazione territoriale, che si è invece presentata, oltre che alle presidenziali del 2004, alle politiche del 2007, alle presidenziali del 2010 e alle politiche del 2012.

293 Infra, capitolo VIII

294 Всеукраїнский перепис населення, Державний комітет статистики України, (Censimento panucraino della popolazione, Comitato nazionale di statistica dell'Ucraina) http://www.ukrcensus.gov.ua

295 Закон України про ратифікацію Європейської хартії регіональних мов або мов меншин, N. 802-IV, 15.05.2005 року, Відомості Верховної Ради України (ВВР), 2003, N 30, ст.259

minoranze: bielorussa, bulgara, gagauza, greca, ebraica, tartara di Crimea, moldava, tedesca, polacca, russa, rumena, slovacca ed ungherese296; minoranze, queste, riconosciute quindi ufficialmente. L'Advisory Committee sulla Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali, ritenendo che quest'elenco sia insufficiente perché esclude le minoranze più piccole e come tali ancor più esposte al rischio di estinzione, ha invitato il legislatore ucraino ad emendare la legge di ratifica per includere anche quelle armena, rom, krimčak e caraita297. Pur non modificando la normativa, le autorità ucraine hanno assicurato che sono considerate protette dalla Convenzione tutte le 130 “nazionalità” presenti nel paese: un approccio inclusivo apprezzato dal Comitato298.

Le varie minoranze hanno poi un insediamento di tipo diverso l'una dall'altra: alcune sono disperse, come gli ebrei, altre risiedono in maniera compatta in aree definite: per esempio i russi vivono principalmente nelle regioni sud orientali del paese, ai confini con la Russia e sul mar Nero, raggiungendo in Crimea il 67% della popolazione. La lingua russa è ancora usata in modo preponderante nelle città dell'Ucraina centrale, compresa la capitale Kiev. I tartari di Crimea abitano prevalentemente nella penisola, gli ungheresi e gli slovacchi in Transcarpazia, i rumeni in Bucovina, oggi chiamata regione di Cernauzzi, e nell'oblast' di Odessa. I bulgari nel sud-ovest (regioni di Odessa e Cherson), i greci, i gagauzi e i tedeschi risiedono anch'essi nel meridione. I polacchi nelle regioni del nord-ovest (Polissia e Volinia). Alcune minoranze poi vivono prevalentemente nella aree urbane (i russi, gli ebrei, i polacchi, etc.), altre invece in aree rurali (i moldavi, i tartari, i bulgari, gli ungheresi, etc.)299.

296 B. Bowring, Language Policy in Ukraine, International Standards and obligations, and Ukrainian law and Legislation, cit.

297 Advisory Committee on the Framework Convention for the Protection of National Minorities, Second Opinion on Ukraine, adopted on 30 May 2008, Council of Europe, ACFC/OP/II(2008)004, para. 29

Advisory Committee on the Framework Convention for the Protection of National Minorities, Third Opinion on Ukraine, adopted on 22 March 2012, Council of Europe, ACFC/OP/III(2012)002, para. 101

298 Ivi, para. 33

299 Per una classificazione dettagliata cfr. la tabella in V. Stepanenko, A State to Build, a Nation to Form: Ethno-Policy in Ukraine, cit., p. 311

3. La questione dell'identità nazionale e il problema linguistico 3.1 Identità nazionale ucraina versus slava orientale

In un paese caratterizzato da una tale multietnicità è interessante notare quale attitudine vi sia riguardo alla concezione della identità etnica ucraina. Stephen Shulman identifica due concezioni contrapposte300: quella che definisce “etnica ucraina” e quella “slava orientale”. Secondo la prima, gli elementi unificanti dell'identità ucraina sono la lingua e la cultura ucraina. Quest'idea è in letteratura spesso associata ad altri concetti, quali quelli di russificazione e colonialismo. L'opposta concezione, dell'identità slava orientale, considera invece come elemento caratterizzante l'“unità slava”, costituita dai due maggiori gruppi etnici presenti nel paese, ossia quello ucraino e quello russo. Secondo quest'idea la cultura e la storia russa ed ucraina sono fondamentalmente simili e in quest'ottica si considerano la cultura e la lingua russa, quindi, come profondamente radicate in Ucraina, tanto da costituire un elemento imprescindibile per un'identità che è, per l'appunto, slava orientale. Queste due diverse concezioni hanno un'influenza profonda sulla visione che gli ucraini hanno del loro paese rispetto alle aree confinanti: se per chi si riconosce nell'idea di unità slava l'altro è essenzialmente l'Europa occidentale e quindi si guarda più favorevolmente ad est, per mantenere legami politici, economici e culturali, per chi si riconosce invece in una concezione di identità nazionale eminentemente ucraina, l'altro è la Russia, storico e minaccioso dominatore “coloniale”, e bisogna guardare ad occidente301. Possiamo evidenziare come a grandi linee queste due concezioni siano territorialmente collocabili rispettivamente nelle aree occidentali ed orientali del paese, come influenzino le scelte politiche della popolazione delle varie regioni e come affondino le radici nella storia del paese, che ricordiamo, ha raggiunto gli attuali confini solo nel 1954, unendo territori con storie e antiche appartenenze diverse, come vedremo infra a breve.

300 Stephen Shulman, The Contours of Civic and Ethnic National Identification in Ukraine, Europe-Asia Studies, v. 56, no. I, January 2004, pp. 35-56

3.2 Il problema linguistico: una lingua nazionale da rafforzare e la questione della lingua russa

La situazione attuale in Ucraina risente quindi di tutti gli elementi sopraccitati. La caduta del comunismo ha portato ad una trasformazione sociale drammatica, che ha avuto riflessi nella sfera politica, sociale, etnica, psicologica, storica, culturale, linguistica e religiosa302. Il problema linguistico riveste in questo contesto un ruolo di particolare rilevanza e la politica di “rivitalizzazione” della lingua ucraina dopo anni di predominio del russo ne è uno degli aspetti più evidenti. Il problema della lingua s'intreccia con le questioni nazionali e complica notevolmente il quadro, in quanto troviamo discrepanze tra l'appartenenza etnica e la lingua parlata. Osservando le statistiche si nota una popolazione divisa quasi equamente tra quanti parlano la lingua ucraina, la lingua russa e i bilingui. A questi si aggiunge una percentuale minore di quanti parlano una lingua ulteriore rispetto all'ucraino o al russo. Spesso si rileva però una predominanza dell'uso del russo nella comunicazione quotidiana: secondo un sondaggio nazionale, condotto durante le elezioni parlamentari del 1998, l'ucraino è risultato la lingua predominante nella comunicazione per il 39-40% degli intervistati, il russo per il 45%, mentre il 15-16% si sono identificati come bilingui. I dati forniti dagli attivisti che supportano il riconoscimento della lingua russa come ufficiale indicano un rapporto ancora più forte a favore del russo (45,7 russo, 19,8 ucraino, 23,5 bilingui). Mentre età e genere non sembrano influenzare la scelta della lingua, è invece rilevante il livello di istruzione: le persone con il livello di istruzione più elevato tendono ad indicare il russo come loro lingua. L'ucraino è scelto solo dal 16% degli intervistati con alto livello d'istruzione, mentre è la lingua di circa la metà di coloro che non hanno completato l'istruzione secondaria superiore. Infine c'è una notevole corrispondenza tra lingua e luogo di residenza: tra la popolazione dei villaggi rurali l'83% si identifica come etnicamente ucraina, l'80% si definisce di madrelingua ucraina e il 65% dice di utilizzare l'ucraino come lingua di comunicazione in famiglia. Viceversa tra la popolazione urbana c'è una discrepanza tra identificazione etnica e lingua usata: per esempio a Kiev il 77% ha risposto di 302 V. Stepanenko, Identities and Language Politics in Ukraine: The Challenges of Nation-State

essere ucraino, il 62% ha definito l'ucraino come propria madrelingua, ma solo il 14% ha dichiarato di usarlo nella comunicazione familiare303.

In base ai dati evidenziati, Viktor Stepanenko riassume in cinque punti la situazione linguistica dell'Ucraina, che riteniamo utile riportare a mo' di sintesi: innanzitutto l'Ucraina è un paese prevalentemente bilinguistico ucraino-russo. Poi ci sono discrepanze tra l'identificazione etnica e linguistica e tra i concetti di lingua materna e lingua di ogni giorno o d'uso familiare: questo è particolarmente vero per gli ucraini (etnici) russofoni e per le altre minoranze, che parlano prevalentemente russo. Ancora gli ucraini hanno, con riguardo al bilinguismo, un atteggiamento più flessibile rispetto ai russi. Quarto, l'ucraino è dominante nella parte occidentale del paese e nelle aree rurali, mentre il russo prevale nelle regioni centrali e meridionali e nelle città, compresa la capitale Kiev. Infine, tenuto conto della densità di popolazione nelle aree a prevalenza russofona e alla prevalenza sociale, economica e culturale delle aree urbane, si può ritenere che, in termini di “potenziale comunicativo”, il russo è dominante rispetto all'ucraino, a dispetto del quasi analogo “potenziale demografico” dei due gruppi di parlanti304.

Come abbiamo già avuto modo di vedere, la lingua è spesso indicata come elemento fondamentale dell'identità nazionale (o, come abbiamo già detto citando Benedict Anderson, per “immaginarsi comunità”). Questo assunto non può comunque essere considerato universale ed infatti abbiamo appena visto come una quota sostanziale di ucraini parlino prevalentemente una lingua diversa dall'ucraino, il russo appunto. Ma questo accade proprio in un paese in cui l'elemento linguistico è stato considerato fondamentale per la formazione di una coscienza nazionale. Scrive Anderson:

«Nel '700 l'Ucraino (piccolo russo) veniva tollerato con sprezzo come lingua di contadini. Ma nel 1789, Ivan Kotljarevs'kyj scrisse la sua Eneide, un poema satirico di enorme popolarità sulla vita degli ucraini. Nel 1804 fu fondata l'università di Charkov che divenne rapidamente il centro del fiorire della letteratura ucraina. Nel 1819 apparve la prima

303 Dati riportati in V. Stepanenko, Identities and Language Politics in Ukraine: The Challenges of Nation-State Building, cit., p. 113-115.

grammatica ucraina, solo 17 anni dopo quella russa ufficiale. E negli anni trenta dello stesso secolo, seguirono le opere di Taras Ševčenko, su cui Seton Watson osserva: “la formazione di un'accettata lingua letteraria ucraina deve più a lui che a chiunque altro. L'uso di tale lingua fu un passo fondamentale verso la formazione di una coscienza nazionale ucraina”»305.

Mentre la questione della multietnicità ucraina, come abbiamo visto306, era pressoché irrilevante per la politica dell'Impero Russo e dell'Unione Sovietica, che puntavano rispettivamente alla creazione di un'integrata “grande nazione russa” o del “popolo sovietico”, oggi è una questione centrale per l'Ucraina contemporanea, date anche le importanti implicazioni per la stabilità sociale e politica del paese e per la sicurezza geopolitica della regione307. Una delle sfide che si è trovata ad affrontare la nuova classe dirigente dell'Ucraina indipendente (configuratasi, aggiungiamo, come Stato nazionale degli ucraini) è stata appunto quella di creare una moderna nazione basata non solo su una componente etnica ma anche civica.

Le diverse concezioni dell'idea stessa di nazionalità ucraina e il diverso approccio nei confronti delle lingue ucraina e russa portano a rilevanti contraddizioni, che riscontreremo anche nei testi giuridici.

Tali questioni politico-culturali affondano le radici nella storia del paese: se infatti abbiamo precedentemente tratteggiato il quadro generale della storia e della politiche sulle nazionalità dell'Unione Sovietica, è bene ora considerare alcuni aspetti peculiari della storia ucraina.

3.3 Un'interpretazione storica della polarizzazione culturale tra est e ovest: le differenze tra territori ex russi ed ex austroungarici

Pur avendo già tratteggiato l’evoluzione storica dell’area di riferimento, è bene indicare qui una peculiarità delle vicende dell'Ucraina che può aver influito sull'attuale polarizzazione politico-culturale tra est ed ovest. La multietnicità dell'Ucraina risente, come abbiamo visto, della secolare appartenenza all'Impero 305 B. Anderson, Comunità immaginate, origini e fortuna dei nazionalismi, cit., p. 85

306 Supra, capitolo II, paragrafo 3

307 V. Stepanenko, Identities and Language Politics in Ukraine: The Challenges of Nation-State Building, cit., p. 110

Russo prima e all'Unione Sovietica poi, paesi enormemente vasti e realmente multietnici. Dobbiamo ricordare che l'Ucraina ha conquistato la sua indipendenza solo una ventina d'anni fa, precisamente con la proclamazione d'indipendenza del 24 agosto 1991, confermata dal referendum popolare del 1 dicembre 1991, e che i suoi attuali confini sono stati tracciati solo nel 1954.

Precedentemente al 1991 il paese, in epoca moderna, aveva goduto solo di due brevi periodi di indipendenza: per alcuni anni in seguito alla ribellione dei cosacchi del 1648 e tra il 1917 e il 1921, periodo in cui si successero una serie di governi politicamente deboli308. A ciò si aggiunga che la posizione geografica del paese ha fatto sì che rappresenti un naturale crocevia tra oriente ed occidente e tra il sud (Turchia e Balcani) e il nord (Baltico e Scandinavia)309. Proprio in virtù della loro posizione geografica, i territori ucraini vennero, nel corso dei secoli, sottoposti a varie dominazioni, divenendo così parte di Stati diversi, ognuno dei quali cercò d'imporre la propria lingua ufficiale: l'Impero Mongolo, il Regno di Polonia, il Granducato di Lituania, il Canato di Crimea, il Regno d'Ungheria, lo Stato di Mosca e l'Impero Ottomano.

Nel periodo precedente la prima guerra mondiale troviamo un'Ucraina divisa tra l'Impero Austroungarico e quello Russo. Fu nei territori sottoposti agli Asburgo che, grazie anche al riconoscimento per le varie nazionalità del diritto di mantenere e coltivare la propria identità e lingua, prevedendone anche l'insegnamento nelle scuole e l'uso nella vita pubblica310, si verificò la nascita del nazionalismo ucraino che diede vita ad un forte movimento di liberazione nazionale, che proseguì anche dopo la prima guerra mondiale311. Ciò non accadde invece nella parte sottoposta al dominio dei Romanov: abbiamo visto come nemmeno la Costituzione imperiale russa del 1906 - pur contemporanea all'abolizione dei già citati decreti Valuev ed Emskij, che nella seconda metà del XIX secolo avevano rappresentato l'apice della russificazione dell’Ucraina in epoca zarista - non prevedesse tutele per le diversità linguistiche ma 308 Taras Kuzio, Ukraine. The Unfinished Revolution, Alliance Publishers, Londra 1992, p. 7

309 V. Stepanenko, A State to Build, a Nation to Form: Ethno-Policy in Ukraine, cit., p. 310

310 Cfr. articolo 19 del Compromesso austroungarico (Österreichisch-Ungarischer Ausgleich / Kiegyezés) del 1867.

imponesse l'uso del russo in ambito amministrativo e militare312.

Con la creazione dei nuovi Stati alla fine della prima guerra mondiale, alle vecchie politiche imperiali austriache e russe andarono a sovrapporsi le linee dettate dai nuovi governi: mentre per esempio la Slovacchia e l'Ungheria (sotto le cui amministrazioni ricadde, in anni diversi, l'attuale Transcarpazia) svilupparono una politica cosiddetta di “non intervento”, l'Unione Sovietica e la Polonia attuarono politiche finalizzate alla diffusione rispettivamente del russo e del polacco nelle aree sottoposte al loro governo313.

La seconda guerra mondiale portò a modifiche della composizione nazionale dell'Ucraina: oltre alle deportazioni di cui abbiamo già trattato, anche le modifiche dei confini, con l'allargamento ad ovest dell'Unione Sovietica, hanno contribuito all'inclusione di popolazione non etnicamente ucraina314. Dopo la guerra infatti l'Ucraina incorporò territori che prima rientravano nella sovranità di Stati confinanti, ampliandosi in particolare a discapito di Polonia, Romania e Cecoslovacchia. I nuovi confini dell'Unione Sovietica ripresero, con alcune esclusioni315, quelli fissati dal protocollo aggiuntivo al Patto di non aggressione tedesco sovietico del 1939, meglio noto come Patto Molotov-Ribbentrop316. L'articolo 2 infatti stabiliva la spartizione della Polonia in due sfere di influenza, giungendo anche a prevedere la scomparsa dello Stato polacco, indicando come confine approssimativo le linee dei fiumi Narev, Vistola e San; l'articolo 3 riconosceva invece l'interesse sovietico nella regione rumena della Bessarabia. Alla fine della seconda guerra mondiale quindi l'Ucraina incorporerà un vasto territorio già appartenuto alla Polonia e comprendente, tra le altre, le città di Leopoli, Luc'k e Stanyslaviv (oggi Ivano-Frankivs'k), e la Bessarabia 312 Ibidem

313 B. A. Totskyj, Regional and Minority Languages in the Ukrainian Legislation, cit.

314 Il fenomeno ovviamente non riguardò solo l'Ucraina ma anche Bielorussia e Russia che videro parimenti ampliato il loro territorio, oltre alle nuove repubbliche annesse all'Unione: la Moldova e i paesi baltici. Sulle deportazioni dai paesi baltici cfr. ad esempio: Giovanni Bensi, Nazionalità in Urss, le radici del conflitto, Xenia Edizioni, Milano 1990, pp. 157-169

315 Per esempio la Lituania, che sarà incorporata nell'Urss era stata collocata, dal Patto Molotov-Ribbentrop, nella zona d'influenza tedesca e non sovietica.

316 Договор о ненападении между Германией и Советским Союзом и Секретный дополнительный протокол к договору о ненападении между Германией и Советским Союзом, Москва, 23 августа 1939 года, reperibile in

meridionale, già rumena. In seguito al Patto Molotov-Ribbentrop l'Urss integrò 13 milioni di nuovi cittadini il 43% dei quali di lingua polacca e circa un terzo di lingua ucraina317. La restante parte della Bessarabia, incorporata dall'Unione Sovietica, andrà a costituire la Repubblica Socialista Sovietica Moldava a cui sarà trasferita anche l'area dell'attuale Transnistria, in precedenza Ucraina. Scomparirà invece la Repubblica Autonoma Moldava che era stata costituita nell'anteguerra all'interno dell'Ucraina, con il passaggio dei territori transnistriani alla Rss Moldava e il ritorno dei territori occidentali (tra cui il vecchio capoluogo Balta) all'Ucraina. L'Ucraina incorporerà anche un altro territorio, la Russia Subcarpatica (nota anche come Rutenia Subcarpatica ed oggi denominata Transcarpazia), territorio in precedenza cecoslovacco e passato all'Ungheria filo-nazista in virtù del Primo Arbitrato di Vienna del 2 novembre 1938. La configurazione degli attuali confini ucraini sarà poi completata all'epoca di Chrušëv, con la cessione della Crimea all'Ucraina da parte della Rsfs Russa318. Si ricordi inoltre che dopo la guerra, con un decreto pubblicato sull'Izvestja, era stata annunciata la soppressione della Repubblica Autonoma di Crimea e la sua trasformazione in Regione di Crimea, annunciando la deportazione,

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