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I principali fattori che influenzano il rendimento scolastico degli alunni stranieri

Generazioni nel territorio

3.2 Concentrazione territoriale e rendimento scolastico

3.2.1 I principali fattori che influenzano il rendimento scolastico degli alunni stranieri

Si è finora analizzata la distribuzione degli alunni stranieri sul territorio italiano. Tuttavia, se si considera la concentrazione in termini percentuali della sola popolazione scolastica straniera nelle diverse regioni, si nota che ben il 23,9% di essa è iscritto a scuole della Lombardia, seguita a distanza dal Veneto (12,3%), dall'Emilia-Romagna (11,5%) e dal Lazio (10%); com'è prevedibile, i valori minimi si hanno al Sud e nelle Isole.

Questi dati evocano quello che costituisce un fattore fondamentale per la buona riuscita dell'inserimento scolastico degli alunni stranieri. È infatti dimostrato che il loro rendimento, di norma inferiore a quello degli italiani, soprattutto negli ultimi anni dell'istruzione, peggiori ulteriormente nelle situazioni in cui si verifica una forte concentrazione di stranieri sul totale degli alunni, sia negli istituti che nelle singole classi.

Non a caso, come per la popolazione straniera nel suo complesso, l'Italia è caratterizzata da una forte disomogeneità nella distribuzione territoriale degli alunni di origine immigrata, dal livello regionale fino al singolo istituto. Secondo il MIUR, nell'a.s. 2007/08 il 28,7% delle scuole, statali e non, non aveva alcun iscritto di cittadinanza non italiana. Viceversa, gli istituti con una presenza straniera superiore al 50% degli alunni (una soglia, quindi, critica) erano lo 0,4% (204 istituti in tutto), e solo in 22 si superava l'80%.190 Ancora una volta, le province interessate da questa maggiore densità sono state province settentrionali (e, in misura minore, centrali). Tra le province caratterizzate da città metropolitane vi sono Roma, Milano e Torino, tra le altre Brescia e Treviso. Bisogna inoltre precisare che la maggior parte degli istituti ad alta presenza straniera sono state scuole primarie e dell'infanzia. Nella secondaria di I grado, invece, in 13 istituti si sono raggiunte densità dal 50 all'80%. Infine, nella scuola secondaria di II grado in quell'anno si è raggiunta una densità massima tra il 50% e il 60%, ma soltanto in 5 casi. Questo induce a pensare che la diffusione non sia ancora critica e generalizzata come le cronache sembrano spesso, invece,

190

99 suggerire.191

Tuttavia, il solo dato della concentrazione di stranieri nelle singole scuole e classi non è sufficiente, da solo, a spiegare il maggiore tasso di ripetenza degli alunni stranieri, anche perché, come si è visto, una parte di essi è nata in Italia e non presenta gli stessi problemi di apprendimento. Senza contare il fatto che, tra le scuole con il 30% e oltre di studenti stranieri, il 90% deve gran parte di questa presenza ad alunni di seconda generazione.192 Inoltre, per il restante 10% di istituti, tale presenza si riscontra soprattutto nei gradi superiori dell'istruzione, quindi probabilmente si tratta di studenti inseriti da più tempo nel percorso scolastico, il che potrebbe far ipotizzare che incontrino ormai minori difficoltà (o, quanto meno, non in misura maggiore dei coetanei italiani, anche se, purtroppo, ciò non sempre è vero).

Un ulteriore fattore di difficoltà nell'apprendimento (per gli stranieri, ma anche, di riflesso, per gli stessi italiani) è invece costituito dal numero di cittadinanze rappresentate all'interno degli istituti e delle singole classi. Non si deve dimenticare, infatti, che nonostante si faccia spesso riferimento agli alunni stranieri in generale, per comodità statistica, ciò non vuol dire affatto che essi siano un insieme omogeneo e con le stesse problematiche. Anzi, esse variano anche in modo sostanziale a seconda della lingua parlata, del continente di provenienza e, naturalmente, degli anni di permanenza nel percorso scolastico italiano. Nelle singole province, sono numerosi i casi in cui si trovano rappresentate più di 100 cittadinanze diverse (con i valori massimi nei grandi comuni, e nelle province del settentrionali). Un dato su tutti: nella provincia di Enna, in cui se ne riscontra il numero minimo, ve ne sono ben 28.193

Secondo il MIUR, nell'a.s. 2007/08, nel 30% degli istituti con una popolazione scolastica straniera superiore al 20%, erano rappresentate soltanto da 1 a 5 nazionalità; il 64,4% ne aveva tra le 5 e le 20; il 5% oltre 20.

Incrociando quindi le due variabili (concentrazione e nazionalità), si nota che il caso più frequente (44,6% del totale) è quello di scuole che non superano il 30% di studenti stranieri e in cui il numero di nazionalità è compreso tra 5 e 20. I “casi limite”, cioè le scuole con oltre il 50% di alunni stranieri e più di 10 nazionalità sono in tutto

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Secondo il MIUR, il totale di scuole italiane con più del 20% di alunni stranieri è stato infatti, in quell'anno, di 4.035, quindi la stragrande maggioranza degli istituti caratterizzati da iscritti stranieri ne vede comunque una presenza ancora contenuta.

192

Ivi, p. 71. 193

100 93. La situazione descritta è rappresentata nella seguente tabella:

Scuole statali e non statali con almeno il 20% di alunni stranieri per numero di cittadinanze rappresentate, a.s. 2007/08

1 Tra 1 e 5 Tra 5 e 10 Tra 10 e 20 Tra 20 e 30 30 e oltre Totale Tra 20 e 30% 80 805 1037 764 91 16 2793 Tra 30 e 40% 16 210 254 255 36 4 811 Tra 40 e 50% 4 60 74 98 25 2 263 Tra 50 e 60% 3 33 27 41 13 2 119 Tra 60 e 70% 1 9 13 15 6 0 44 Tra 70 e 80% 1 4 4 7 3 0 19 80% e oltre 3 8 5 6 0 0 22 Totale 108 1129 1414 1186 174 24 4035 Fonte: MIUR. 194

Prendere in considerazione entrambi i due fattori nelle previsioni degli esiti degli studenti è fondamentale. Lo dimostra il semplice fatto che, nelle scuole in cui il numero di cittadinanze è contenuto (meno di 5) e gli iscritti stranieri non sono molti, in genere sarà basso anche il loro tasso di ripetenza195 (sempre secondo il MIUR, del 4,3, considerando I e II ciclo di istruzione, accanto al 3,3 degli italiani), mentre, man mano che si considerano scuole con un numero più alto di cittadinanze, salirà anche il tasso di ripetenza, sia per gli stranieri (8,3 laddove le cittadinanze sono oltre 30) che per gli stessi italiani (7,6).

Questi dati consentono una migliore comprensione del fenomeno e suggeriscono interventi mirati di programmazione degli inserimenti scolastici onde evitare o mitigare le situazioni di maggiore criticità, nell'interesse soprattutto degli studenti stranieri.196 In questo senso, ad esempio, l'idea delle “classi ponte”, avanzata di recente da esponenti della Lega Nord, potrebbe essere, al contrario, dannosissima, andando in direzione esattamente opposta a una maggiore integrazione degli alunni

194

Ivi, p. 67. 195

Per tasso di ripetenza si intende l'incidenza dei ripetenti sul totale degli alunni del primo e secondo ciclo di istruzione. Ivi, p. VII.

196

101 stranieri nelle scuole italiane.

3.3 Una diffusione “a macchie di leopardo”? Città, territorio,