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DESCRIZIONE DELL’AMBIENTE

Il sito ZSC/ZPS IT9220255 Valle Basento ricopre un’area di 732,94 ha ed interessa i territori dei Comuni di Pomarico, Ferrandina e Miglionico in provincia di Matera.

Il sito presenta l’80,79 % del suo territorio nel Comune di Pomarico (592,11 ha), il 15,66%

nel comune di Ferrandina (114,80 ha) e il 3,55% nel comune di Miglionico (26,03 ha).

alle due sponde del fiume Basento. La parte sinistra del fiume è caratterizzata da un’orografia discontinua, di tipo calanchivo-pianeggiante, dove si evince chiaramente la formazione di zone di accumulo con evidenti nicchie di distacco causate dalle erosioni meteoriche delle argille eoceniche, tipiche della Basilicata. La destra del fiume, invece, si presenta caratterizzata da un’orografia pianeggiante continua. Si ritrova una buona copertura erbosa-arbustiva del suolo, con incolti di sulla, graminacee spontanee e prati polifiti (Festuca arundinacea, Dactylis glomerata, Phleum pratense, Lolium multiflorum), qualche esemplare di acacia e pero selvatico.

La fascia ripariale si presenta con zone rade di tamerici e pioppi neri , molte ginestre, sparto, con brevi tratti di canneti e roveti. A sud il versante calanchivo è più soggetto ad erosione, ed è caratterizzato da un tipo di vegetazione steppica, con prevalente copertura di graminacee, salsola, cardo ecc. A nord, invece, presenta una buona copertura del suolo con conifere e vegetazione di tipo steppico-mediterraneo con lentisco.

Habitat presenti nel sito

Di seguito vengono riportati i dati relativi alle principali categorie di habitat presenti nei siti ZSC/ZPS interessati dall’intervento:

IT9220255 ZPS Valle Basento – Ferrandina Scalo IT9220255 ZSC Valle Basento – Ferrandina Scalo

Dalla verifica delle coperture territoriali degli habitat indicati, viene confermata la presenza più accentuata dei seguenti habitat prioritari:

Si evince che l’Habitat con maggiore rappresentatività è l’Habitat 6220.

Tale Habitat è denominato “Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea” e comprende praterie xerofile e discontinue di piccola taglia a dominanza di graminacee, su substrati di varia natura, spesso calcarei e ricchi di basi, talora soggetti ad erosione, con aspetti perenni (riferibili alle classi Poetea bulbosae e Lygeo-Stipetea, con l’esclusione delle praterie ad Ampelodesmos mauritanicus che vanno riferite all’Habitat 5330 ‘Arbusteti termo-mediterranei e pre-steppici’, sottotipo 32.23) che ospitano al loro interno aspetti annuali (Helianthemetea guttati), dei Piani Bioclimatici Termo-, Meso-, Supra- e Submeso-Mediterraneo, con distribuzione prevalente nei settori costieri e subcostieri dell’Italia peninsulare e delle isole, occasionalmente rinvenibili nei territori interni in corrispondenza di condizioni edafiche e microclimatiche particolari ( brano tratto da http://vnr.unipg.it/habitat).

Ad ulteriore approfondmento, si riporta la lista degli habitat individuati secondo il nuovo manuale italiano di interpretazione degli habitat (2009) della direttiva 92/43/CEE:

Caratteristiche botaniche dell’habitat

Dal punto di vista botanico, l'area interessata dal SIC ZPS IT9220255 Valle Basento - Ferrandina Scalo si presenta, a tratti nuda, ricoperta solo da vegetazione erbacea di tipo steppico con un buona copertura di arbusti, macchia mediterranea e conifere sul versante nord. Tra la vegetazione di macchia tipicamente calanchiva ritroviamo: timo, rosmarino, ginestra, cipressi, ginepro, lentisco e pero selvatico. Il sito è attraversato dal fiume Basento, la cui sponda destra presenta orografia pianeggiante e una buona copertura erbosa-arbustiva del suolo, con incolti di sulla, graminacee spontanee e prati polifiti da un lato (Festuca arundinacea, Dactylis glomerata, Phleum pratense, Lolium multiflorum), pochi esemplari di pioppo nero, acacia, ginestre, pero selvatico, tamerici riparali e salix purpurea dall’altro (brano estratto dal Piano di Gestione – Siti Rete natura 2000 – Valle del Basento - 1.2 Inquadramento ambientale).

Caratteristiche floristiche dell’habitat

Nel territorio del SIC ZPS IT9220255 Valle Basento - Ferrandina Scalo si è accertata la presenza di un buon numero di specie le cui popolazioni sono ritenute, a vario titolo, minacciate e tutelate attraverso specifiche direttive:

in particolare si è rilevata la presenza di:

- alcune specie di uccelli inserite nell’allegato I della Direttiva 91/244/CEE (che modifica la direttiva 79/409/CEE), concernente la conservazione degli Uccelli selvatici per le quali sono previste “misure speciali di conservazione per quanto riguarda l’habitat, per garantirne la sopravvivenza e la riproduzione”: Alcedo atthis, Ardea purpurea, Circus aeruginosus, Egretta garzetta, Falco naumanni, Lanius collurio, Lanius minor, Milvus migrans, Milvus milvus;

- una specie di Mammiferi (Lutra lutra) e due specie di Rettili (Emys orbicularis e Testudo Hermanni) inserite nell’All. II Direttiva 92/43/CEE come “specie di interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di Zone Speciali di Conservazione”;

- una specie di Mammiferi (Hystrix cristata);

- tra i rettili: Lacerta viridis, Natrix natrix, Podarcis sicula, Vipera aspis;

Tra gli Invertebrati infine sono stati individuati:

- un artropodo di interesse conservazionistico IUCN V: Potamon fluviatile fluviatile (Potamidae);

- alcuni artropodi di interesse conservazionistico IUCN I: Crocothemis erythraea (Odonata, Libellulidae); Calopterix splendens (Odonata, Calopterygidae); Calopterix virgo (Odonata, Calopterygidae); Coenagrionidae (Odonata) (Odonata); Libellula depressa (Odonata, Libellulidae) (brano estratto dal Piano di Gestione – Siti Rete natura 2000 – Valle del Basento - 1.4.3 La Fauna).

Specie faunistiche presenti negli allegati II, IV e V della Direttiva Habitat

e/o nella lista Rossa Regionale e/o di interesse Biogeografico/Conservazionistico

13. EFFETTI INDOTTI DAI LAVORI DI REALIZZAZIONE DELLE OPERE IN PROGETTO SULL’AMBIENTE

L’analisi di incidenza che la realizzazione in oggetto ha sulle componenti ambientali, è effettuata sulla base delle seguenti considerazioni:

• Interferenza del progetto sulle componenti abiotiche;

• Interferenza del progetto sulle componenti biotiche.

Interferenza del progetto sulle componenti abiotiche

I lavori per la realizzazione delle opere in progetto non possono compromettere le generali condizioni di stabilità dei terreni che costituiscono il substrato del sito d’intervento sia per l’assetto morfologico del sito che per la modesta entità degli scavi stessi.

Atmosfera

Le emissioni in atmosfera durante la realizzazione delle opere in fase di cantiere saranno dovute ad eventuali polveri prodotte durante le fasi di scavo per la realizzazione delle opere di difesa spondale (a sostituzione di quelle esistenti) e dal traffico dei mezzi di cantiere i quali produrranno l’emissione di gas esausti.

Le emissioni sonore sono, come nel caso della componente atmosferica, legate all’uso di macchine operatrici durante la realizzazione delle opere. Tali macchine saranno dotate di opportuni sistemi per la riduzione delle emissioni acustiche; i messi per la realizzazione delle opere saranno in funzione solamente durante le ore diurne e non tutti contemporaneamente.

In fase di esercizio le opere non produrranno scorie o rifiuti né emetterà in atmosfera alcuna sostanza inquinante né emissione sonora non trattandosi di un impianto di produzione, di trasformazione e/o trattamento di prodotti.

Suolo e sottosuolo

Si esclude che le opere in progetto possano andare a pregiudicare il normale deflusso delle acque superficiali per le quali non si avranno cambiamenti circa le caratteristiche qualitative.

Fenomeni di contaminazione delle acque superficiali per effetto di spillamenti e/o spandimenti in fase di cantiere potrebbero verificarsi solo in conseguenza ad eventi accidentali (sversamento al suolo di prodotti inquinanti) provocati da macchinari o mezzi usati per la costruzione e per tali motivi poco probabili.

Si noti che le imprese esecutrici dei lavori oltre ad essere obbligate ad adottare tutte le precauzioni idonee ad evitare tali situazioni, a lavoro finito, sono inoltre obbligate a riconsegnare l’area nelle originarie condizioni di pulizia e sicurezza ambientale.

I lavori di realizzazione delle opere in progetto nel suo complesso escludono l’eventualità di provocare impatti irreversibili e di costituire, sia in termini qualitativi che in termini quantitativi, un elemento di criticità a medio e lungo termine.

Interferenza del progetto sulle componenti biotiche

L’intervento in progetto non apporterà consumo di territorio rispetto alla situazione attuale essendo l’opera da realizzare all’interno dell’alveo fluviale e realizzata con pietre e materiali biocompatibili con l’habitat esistente.

In fase di cantiere i danni e i disturbi maggiori alla flora e fauna ed ecosistemi sono comunque ricollegabili principalmente allo sviluppo di polveri e di emissioni

acustiche, nonché alla presenza dell’uomo, durante le attività di costruzione delle opere, quindi solo temporaneamente.

La deposizione di polveri sulle superfici fogliari, sugli apici vegetativi e sulle superfici floreali potrebbe essere infatti causa di squilibri foto sintetici che sono alla base della biochimica vegetale.

Le polveri sollevate tendono a ricadere in prossimità del punto di sollevamento. I

disturbi maggiori nei confronti della componente fauna sono ricollegabili principalmente alle emissioni acustiche connesse essenzialmente all’impiego delle macchine e dei mezzi impiegati nella fase di cantiere.

In ogni caso, nello specifico le scelte effettuate sono state:

1) Utilizzazione di aree prive di vegetazione naturale e seminaturale per lo stoccaggio dei materiali;

2) Programmazione dei lavori, compatibilmente con le esigenze di cantiere, nei periodi più idonei dal punto di vista climatico e fenologico, sia animale che vegetale.

14. EFFETTI INDOTTI DAI LAVORI DI REALIZZAZIONE DELLE OPERE IN PROGETTO SULLE SPECIE FAUNISTICHE

Le specie faunistiche maggiormente presenti nell’area e più esposte a possibili disturbi ambientali sono le specie faunistiche di tipo volatile che vivono in prossimità del Fiume Basento, ubicato a cca 700 m di distanza dall’area di intervento. Tuttavia, nonostante la notevole presenza di specie faunistiche nell’area del Basento e più in generale in tutta la zona della valle del Basento, gli animali che possono essere oggetto di possibili disturbi legati all’opera in progetto, si riducono drasticamente in virtù del fatto che l’intervento ha dimensioni molto limitate rispetto al territorio circostante nel quale sono presenti gli habitat di riferimento, e non apporterà modifiche né sottrazioni di suolo vegetale, né modifiche sostanziali al territorio. Analogamente, non si prevede che ci possano essere ripercussioni negative sulle specie volatili presenti nell’area, in quanto l’intervento non comporterà emissioni in atmosfera, né emissioni luminose ( il cantiere sarà operativo solo nelle ore diurne), inoltre nell’area che sarà oggetto di scavo epassaggio dei mezzi da cantiere sarà svolto un controllo sulla possibile presenza di evidenti aree di nidificazione a terra, o su alberi. Tuttavia è plausibile che specie faunistiche che sono tipiche dell’habitat, trovino nell’area di intevento il luogo adatto per la nidificazione o per cibarsi.

Nidificazione di cicogna nera nel Parco della Murgia Materana

Poichè i lavori di scavo e movimento terra possono avere impatti negativi su tali tipologie di animali, dovranno essere prese apposite misure di mitigazione e attenzione, al fine di non apportare squilibri alla riproduzione e consentendo la sopravvivenza di tali specie faunistiche.

15. INTERVENTI DI MITIGAZIONE E RIPRISTINO

In generale si può affermare che, nella realizzazione dell’opera in progetto, i disturbi all’ambiente sono quasi esclusivamente concentrati nel periodo di realizzazione dell’opera stessa e sono legati soprattutto all’attività di cantiere.

I disturbi sono in massima parte temporanei e mitigabili con l’adozione, durante i lavori, di particolari misure operative.

Per quanto riguarda i ripristini morfologici, si prevede la riprofilatura del terreno , restituendo nelle aree a vegetazione spontanea, le quote originarie. Eventuali opere di miglioramento saranno realizzate in accordo con le autorità di gestione del bacino, o delle strutture ambientalistiche provinciali.

Misure di mitigazione degli impianti sull’atmosfera

In considerazione dei possibili impatti di cui si è accennato nei precedenti paragrafi si prenderanno in considerazione le seguenti misure di mitigazione al fine di limitare l’impatto stesso:

− Mantenere i mezzi in buone condizioni di manutenzione;

− Umidificazione del terreno nelle aree di cantiere e di eventuali cumuli di inerti per impedire l’emissione di polveri;

− Utilizzo di scivoli per lo scarico dei materiali;

− Controllo del transito dei mezzi nell’area di cantiere.

Misure di mitigazione degli impatti sul suolo, sottosuolo ed acque sotterranee

Per pervenire eventuali fenomeni di dissesto idrogeologico o mutazioni dei flussi delle acque superficiali e sotterranee, si prevede di adottare i seguenti provvedimenti:

− si provvederà al reinterro degli scavi rispettando la successione originaria dei

terreni (qualora si alternino litotipi a diversa permeabilità) al fine di ricostruire l’assetto idrogeologico originario;

− si provvederà alla immediata rivegetazione, della pista di lavoro per ripristinare il precedente equilibrio idrogeologico (in fase di ripristino sarà ricollocato l’humus ed il materiale di scavo nell’ordine originale per facilitare la rivegetazione);

− ripristinare la configurazione originale delle linee di drenaggio.

Misure di mitigazione degli impatti sulla flora

In riferimento agli eventuali possibili impatti nei confronti della componente flora saranno prese in considerazione idonee misure a carattere operativo e gestionale già mostrate nel paragrafo relativo all’atmosfera in cui si evidenzia il fatto di non creare le condizioni utili allo sviluppo di polveri per la vegetazione.

Misure di mitigazione degli impatti sulla fauna

Per quanto riguarda infine i disturbi arrecati alla fauna, i lavori di realizzazione delle opere, nell’impossibilità di ridurre lo stress derivante dalle attività di cantiere, si svolgeranno in un periodo dell’anno in cui si possa escludere qualsiasi interferenza con le fasi più delicate dei cicli biologici della fauna.

16. CONCLUSIONI

La presente relazione, finalizzata alla “Valutazione di incidenza”, ha permesso di stimare gli effetti derivanti dalla realizzazione delle opere in oggetto sulle diverse componenti ambientali presenti nei Siti ZPS/ZSC:

IT9220255 ZPS/ZSC Valle Basento – Ferrandina Scalo

Tale stima è stata effettuata prendendo in considerazione le singole componenti ambientali ed analizzando il disturbo conseguente alla realizzazione e all’esercizio dell’opera. La tipologia dell’opera in progetto e l’ubicazione della stessa determina, nel suo complesso, un’incidenza dell’ambiente piuttosto limitata, sia per il fatto che si tratta di un’ opera che non comporta sottrazione di suolo vegetale, sia in fase di esercizio in quanto l’opera non prevede emissioni inquinanti, né opere edilizie, né sottrazione di materia prima dal territorio circostante.

L’incidenza sull’ambiente naturale del Sito è quindi del tutto trascurabile, e principalmente limitata alla sola fase di costruzione, che risulta limitata nel tempo e nello spazio e non determina:

− perdita di aree a carattere esteso di habitat;

− frammentazione del Sito;

− perturbazione permanente;

− cambiamenti significativi negli elementi principali del Sito.

Non si segnalano inoltre interferenze significative con la fauna di interesse comunitario presente nel sito SIC.

Sulla base delle suddette valutazioni, si ritiene che la realizzazione dell’opera in progetto è compatibile con gli obiettivi di conservazione degli aspetti naturalistico - ambientali e non incide sugli obiettivi di conservazione e di gestione del Sito.

SCHEDE NATURA2000

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